Mario, perchè non parli?

lunedì 08th, marzo 2021 / 16:51
Mario, perchè non parli?
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Il mutismo del nostro Marietto del cuore fa stare sulle spine. Invade le pagine dei quotidiani con titoli  da Pulitzer: La parola è d’argento, il silenzio è Draghi; Comunicare con il silenzio. Lo stil nuovo di Draghi; Draghi e l’incognita del silenzio. Fortunatamente a nessuno è venuto in mente di dargli una martellata sul ginocchio al grido di “Perchè non parli?”

Ma non vi nascondo che la mia preferenza va al titolo di una diretta video della testata più onnivisiva che c’è: Il virus impazza, quanto può durare il silenzio di Draghi? Manco le parole del Primo Ministro avessero un comprovato effetto taumaturgico su virus e varianti. Draghi, esige il noto direttore nella sua diretta, ora deve parlare. È pagato per parlare, volendo dire, e lo dice, che uno dei compiti di chi sta pro tempore al governo è quello di parlare ai cittadini, spiegare e tranquillizzare. Che se questo è, la prossima volta giuro che mi candido.

Io invece, pensa un po’, credevo fosse pagato per dirigere il paese con competenza e competenti (sulla cui autorevolezza abbiamo già dato). E sinceramente questa parte del lavoro mi interessa più delle parole che non ha detto. Anzi, se non ci si fossero messi di mezzo i soliti quotidiani, non mi sarei nemmeno accorta che avevamo un problema che si chiama Il silenzio di Draghi.

Per dire, ieri viaggiavamo sulla scia di un che meraviglia la sobrietà del nuovo Premier, fatti non parole. E giù a elogiare la nobiltà del silenzio, un tale sollievo dopo i narcisismi logorroici di Giuseppi e le abbuffate verbali sui social. Virtù di silenzio è Mario Nostro. Un nuovo ordine politico apre le sue porte. Certamente più democratico di quell’anticostituzionale di Conte che faceva tutto aumm aumm.

Tre settimane, 20 sfumature di varianti, seconde e terze ondate dopo, eccoci  già approdati al come mai costui non parla, va bene i fatti ma le parole?  Questo governo fa le cose aumm aumm, scrive una testatina socialista, e i silenzi “assordanti” (così, virgolettato) in tempi di pandemia non sono da democrazia occidentale.

Fine del neo-rinascimento. Avevamo il Salvatore ora abbiamo un Giuda. Muto per di più. Assurto alle glorie ancor prima di assurgere al Palazzo, Mario Poppins ha disatteso le aspettative supercalifragilistichespiralidose di cui era stato investito.

D’altronde, succede anche in amore che quando il partner smette  di essere la proiezione del nostro ideale, e di incarnare le nostre aspettative, dal paradiso precipita nell’Ade. Pazzescamente però, la colpa non è mai di chi le aspettative le crea ma di chi le incarna.

Comunque.

Saltando di palo in frasca chè oggi è il mio cinquantesimo,o giù di lì, 8 marzo.

Potrei scrivere di femminicidio, o di quanto è stato fatto nel cammino verso l’uguaglianza e quanto ancora c’è da fare, ma odio la definizione di festa della donna, e mi irritano le giornate internazionali di in generale. Però, a differenza di Mario, una cosa la voglio dire.

Con parole non mie e grazie alla segnalazione di una docente illuminata:

Le giovani donne di oggi non si definirebbero mai femministe. Non è sexy. Ma nessuna donna rinuncerebbe ad uno solo dei diritti che le loro madri hanno conquistato per loro.

Giovani donne, se non vi piace la parola femminismo, cambiatela, trovatene un’altra ma la lotta per i diritti delle donne continua e a portarla avanti dovete essere voi.

Isabel Allende

 

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