CAOS VACCINI: TOSCANA, GIANI COMMISSARIA L’ASSESSORE BEZZINI E LANCIA UNA TASK FORCE. IN UMBRIA IL PD CHIEDE LE DIMISSIONI DI COLETTO E D’ANGELO

CAOS VACCINI: TOSCANA, GIANI COMMISSARIA L’ASSESSORE BEZZINI E LANCIA UNA TASK FORCE. IN UMBRIA IL PD CHIEDE LE DIMISSIONI DI COLETTO E D’ANGELO
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Il governatore della Toscana Giani lo aveva lasciato intendere qualche giorno fa. Già quelle tre parole “altrimenti si cambia” e l’annuncio che avrebbe messo in campo la Protezione Civile per la campagna vaccinale suonavamo come un commissariamento bello e buono dell’assessorato alla sanità retto dal senese Simone Bezzini e del suo staff.  La Nazione di oggi la cosa la dà come praticamente già fatta riportando la notizia che lo stesso Giani avrebbe deciso di affidare – come da noi anticipato il 22 marzo – al Direttore del Dipartimento di Protezione Civile regionale Giovanni Massini la regia del piano vaccinale in Toscana.

Giovanni Massini andrebbe dunque ad affiancare il direttore dell’assessorato alla sanità Carlo Tomassini, diventando lui però, il braccio destro e i riferimento principale del presidente. Anche La Nazione, nel dare la notizia parla “commissariamento della struttura sanitaria regionale”.

Una mossa decisa per uscire dal loop di quell’ultimo posto tra le regioni italiane nella vaccinazione degli over 80 e “fragili” e anche alle proteste e ai commenti velenosi dei cittadini incazzati che hanno inondato in questi giorni i profili social dell’assessore Bezzini e dello stesso Giani. Un mitragliamento continuo, anche da parte di persone che si dichiarano elettori del centro sinistra, delusi dalla gestione di questa delicata e decisiva operazione sanitaria. Ma forse Giani ha inteso anche stoppare o disinnescare l’offensiva della destra che – soprattutto con Lega e Fratelli d’Italia – nelle ultime ore ha chiesto le dimissioni di Bezzini e ha annunciato una mozione di sfiducia in Consiglio Regionale. La mozione verrebbe probabilmente respinta (salvo alzate d’ingegno di Scaramelli e Saccardi, i sue consiglieri di Italia Viva che sono in maggioranza, ma alche loro – sopratutto l’ex sindaco di Chiusi – non hanno lesinato critiche sui ritardi nella campagna vaccinale.

Giani difende la scelta di affidarsi ai medici di base per la vaccinazione degli anziani definendola “il modo migliore”, ma nello sesso tempo annuncia una task force che non servirà solo per gli anziani, ma anche per i super fragili e per le situazioni in cui si registra qualche problema. “La faremo – dice-  con la protezione civile in modo da intervenire dove il canale ordinario non arriva, anche andando a domicilio“. E questo è stato uno dei problemi (da noi più volte sollevato) su cui si sono scatenate più polemiche. Perché le persone “superfragili” da vaccinare a domicilio, in quanto impossibilitate a recarsi presso gli ambulatori, sono i soggetti più deboli e avrebbero dovuto avere la precedenza, quando invece sono stati lasciati indietro…

Parlando ancora della campagna vaccinale, il presidente Giani ha detto che mercoledì 24 marzo «sono state somministrate 24mila dosi, una cifra molto alta che dimostra che quando i vaccini li abbiamo li somministriamo agli anziani, agli iper fragili e a coloro che ne hanno diritto sulla base dell’età. Poi certo ci dobbiamo fermare quando non ne abbiamo più».

Per accelerare l’immunizzazione degli ultraottantenni che ha già cambiato passo con la distribuzione di 50mila dosi Pfizer a inizio settimana (delle quali circa 30mila già fatte) la Regione Toscana sta organizzando il piano B, con le Asl che già stanno vaccinando gli over 80 a casa con le Usca e il volontariato, e a breve entreranno in campo anche gli hub territoriali e i centri distrettuali. 

Quella degli hub comune per comune o di area, è forse la soluzione che – avendo le dosi a disposizione – può garantire facilità di accesso  e centinaia di somministrazioni al giorno in ogni struttura. Dovrà cambiare però anche il sistema di prenotazione attivando la “chiamata” delle persone da parte di Asl o Comune, per ordine di età, utilizzando la tessera sanitaria per la registrazione.  Poi che negli hub siano i Medici della Asl, quelli di Medicina Generale, i medici in pensione, quelli dell’esercito o della Protezione Civile, o anche dei volontari, a fare le vaccinazioni non ha molta importanza. Del resto le iniezioni le fanno gli infermieri, i medici devono solo sovrintendere. L’importante è il metodo e l’organizzazione. Quello tramite i portali appositi ha mostrato molte criticità e molti limiti e non ha funzionato. Questo sembra evidente.

In Toscana governa il centro sinistra, in Umbria il centro destra, ma anche in Umbria la campagna vaccinale ha registrato problemi serissimi e sia l’assessore Coletto che il Commissario D’Angelo sono nel mirino, dopo che il presidente del Consiglio Draghi ha inviato gli ispettori  nella regione, dopo aver lanciato un’accusa pesante a varie regioni: quella di “trascurare anziani e fragili in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. Il riferimento è per esempio agli avvocati.

E così come Lega e Fratelli d’Italia accusano Bezzini e Giani in Toscana, in Umbra il capogruppo Pd Tommaso Bori scrive:  “L’ennesimo cortocircuito sui vaccini in Umbria, l’ennesima brutta pagina di un piano vaccinale disorganizzato e improvvisato, senza un calendario, una programmazione e una lista dei supplenti del vaccino chiara e trasparente, che dia la priorità a fragili, anziani e caregiver. L’assessore Coletto e il commissario D’Angelo hanno dimostrato per l’ennesima volta di non essere in grado di svolgere il loro ruolo, si facciano da parte al più presto, per il bene di tutti gli umbri”.

Il colore è diverso, i problemi sono gli stessi.

Sul piano politico, il “cambio” al vertice operato in Umbria con la defenestrazione del centro sinistra e la vittoria della candidata leghista Donatella Tesei non ha portato benefici, tutt’altro. In Toscana nonostante la vittoria larga di Giani e la conferma del centro sinistra, i nodi stanno arrivando al pettine. La colpa non è tutta di Bezzini, ma il neo assessore alla sanità non ha certo brillato nella gestione dell’emergenza e soprattutto nell’organizzazione e nelle risposte ai cittadini. Che è ciò che gli era richiesto. Quattro giorni fa scrivevamo che  era già “nel tritacarne”. Adesso Giani ha cominciato a girare la manovella… Il Pd senese che ne salutò prima l’elezione e poi la nomina ad assessore con grande entusiasmo e come un riconoscimento, adesso si trova a dover abbassare le orecchie. Come quando, nel 2013 Ceccobao fu sbolognato dall’assessorato ai trasporti, in quattro e quattr’otto dall’allora presidente Rossi che lo definì inadatto a gestire situazioni complesse. Il povero Ceccobao (povero si fa per dire) da figura osannata e astro nascente dal Pd senese divenne uno che nessuno conosceva. O meglio lo conoscevano solo quelli che gli facevano le manifestazioni sotto casa quando chiudeva le stazioni…

m.l.

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