STORIE DI BEFANE, PRINCIPI E ALTRI ANIMALI

ROSSA che più ROSSA non si può (come Conte detta) è arrivata anche l’Epifania che tutte le feste si porta via e con lei termina anche il tempo delle storie sbrilluccicanti.
Questo 2021 (entrato più a forza di spinte che per voglia di manifestarsi, caricato di un’ansia da prestazione enorme) ha accolto la spregiudicata vecchiatta che a caval di scopa ha sorvolato il globo anche stanotte scandendo la fine di un periodo fatto di tanti auguri, baci belli a distanza e cene contingentate stoppando quell’infarinata di magia che ha animato le giornate di tutti dal 24 ad oggi.
Da domani si tornerà alla normalità; la cronaca, il COVID, la politica spopoleranno ancora di più sui media e le persone comuni torneranno ad essere protagoniste delle storie.
Cenerentola, Biancaneve, la Bella Addormentata, Ariel e congiunti hanno animato i palinsesti televisivi natalizi ma tra poche ore torneranno nell’armadio e noi ricorderemo (forse) che essere belli, forti, biondi, azzurri, con le mani sottili e la pelle color di neve, non fa sconti nell’affrontare le beghe della vita quotidiana.
Le storie propinate durante il periodo natalizio h24 sono pazzesche, hanno la capacità di rafforzare stereotipi culturali che permeano il nostro mudus pensandi tanto da diventare dogmi a tutti gli effetti.
Decisamente estremiste, le fashion designer della letteratura fiabesca classica non conoscono vie di mezzo.
Profilano fanciulle belle, principesche, smielatamente buone tanto da rasentare la stupidità e bisognose di essere salvate.
Contrapposte a loro ci sono le streghe che scombinano, astute e scaltre; le befane volanti che portano chicche, aglio e carbone, bruttissime, con la gobba, il naso ad uncino e vestite di stracci.
Nessun compromesso tra le belle e le brutte, la categoria delle carine e piacevoli qui non esiste.
Le intelligenti sono poco contemplate e se sì sono perfide e malvagie.
Sul versante maschile si echeggia di orchi, maghi, principi azzurri coraggiosi e senza macchia, pronti a salvare tutte e tutti purchè gli si riconosca l’appellativo di invincibili, affidabili e responsabili.
Un bel fardello questo da portare sulle spalle per tutto il genere umano.
Sarebbe davvero bello se dentro alla calza della vecchietta quest’anno ognuno di noi trovasse un po’ di consapevolezza in più riguardo a ciò che è e su quale sia il suo reale potenziale da spendere nel quotidiano.
Alcuni pensieri sparsi, magari scritti nella carta delle caramelle, potrebbero incentivare delle riflessioni volte a migliorare e a migliorarsi.
Gli uomini, per esempio dopo un’analisi sommaria, potrebbero incominciare a sentirsi liberati da quell’imperativo reiterato dalle fiabe di salvare costantemente le belle fanciulle anche perché, se minimamente intelligenti, sanno cavarsela benissimo da sole .
Se poi qualcuna dovesse rasentare l’imbecillità a maggior ragione che venga dispersa, non necessita di alcuna salvezza, anzi prima viene mollata la presa prima si estinguerà e l’umanità sarà grata di ciò.
Il genere maschile si scrolli di dosso quindi questo fardello della salvazione a tutti costi e le fanciulle la smettano di oscillare tra la figura della crocerossina e quella di chi non ce la può fare di fronte alla pesanteur de la vie.
Ragazze, ce la fate benissimo e lo sapete. Anzi più ne prendete atto più spazio avrete per voi stesse che vi manca e anche parecchio.
Lasciate che i vostri principi la sera vadano tranquillamente a giocare a calcetto, a fumarsi una sigaretta davanti al bar che tanto quando li rifilate sul balcone imprecano a bestia e disturbano pure i vicini.
Lasciateli sereni, tranquilli, che sono tanto affaticati dal lavoro della giornata, non li comandate a bacchetta tipo “Ehi, tanto che scendi potresti buttare l’immondizia!” senza neanche aggiungere “per favore”.
Non li fate sentire dei tuttofare solo perchè loro portano lo stipendio a casa e voi pure. Siete voi che avete scelto di lavorare e volere la parità di genere, altrimenti potevate starvene a casa e zitte. No?
Per cui pseudo fanciulle mezze salvate, optate per avere uno spazio piuttosto che per controllare.
Abbiate cura di voi stesse e fatelo soprattutto per voi, lasciando a chi vi sta accanto la facoltà di liberarsi dalle vostre paturnie.
Ricordate: calcetto, sigaretta e tv; questo trinomio, se lo renderete operativo, vi risolverà la vita; voi cari principi prendete atto del fatto che questa mania del salvataggio a tutti i costi è decisamente retrò e forse ha funzionato soltanto in un antico passato ma anche lì sarebbe tutto da verificare.
Esercitate quindi il vostro diritto di rimanere serafici sul divano o di uscire per una partita se lo desiderate da tempo, la vostra compagna sarà in grado di sopravvivere e se non lo sarà mollatela.
Se invece vi sentite tanto portati a salvare, se siete proprio votati alla causa, allora una buona strategia potrebbe essere quella di iscriversi ad un webinar sul primo soccorso in mare.
E’ bello sapete salvare qualcuno al mare; in spiaggia, tutti in costume, bikini, creme solari, conoscenze interessanti, voi che correte in mezzo alle onde e prendete tra le braccia quella bionda venticinquenne appena pizzicata da una medusa.
Pensateci, fatevi il film, il vostro film…
Potrebbe essere una svolta per il vostro ruolo predestinato come soccorritori, che ne dite?
Alla luce di tutto ciò prendete coraggio, lasciate spazio alle vostre compagne e vedrete che loro faranno altrettanto con voi.
Sorridetegli sempre e se volete fare loro una gentilezza non portate rose o cioccolatini, perché le rose appassiscono e poi vanno buttate nel secchio dell’umido con l’inconveniente che non c’entrano e i cioccolatini le faranno ingrassare, per cui poi non vi lamentate se per perdere i kg di troppo andranno a correre un’ora (scarsa), dopo il lavoro e a scapito della cena.
Se volete fare loro davvero cosa gradita disfate da soli la vostra meravigliosa borsa del calcio e infilate maglie e pantaloncini sudati e sporchi dentro la lavatrice, ve ne saranno riconoscenti e forse vi ameranno ancora di più poiché vedranno che avete rispetto del loro tempo e del loro spazio.
Saranno memo stressate, ansiose ed isteriche e quasi sicuramente non si lamenteranno se l’ultima sigaretta della giornata ve la fumerete comodi sul divano.
Collaborazione, spazio e rispetto questi i tre punti cardine da scrivere dentro la carta delle caramelle validi per tutti senza distinzione di genere.
L’ Epifania come tempo coincide esattamente con la mezzanotte delle fiabe, quando ogni carrozza torna ad essere zucca, ogni cavallo un topolino, ogni principe ed ogni principessa tornano ad essere umani senza effetti speciali, con pochi annessi e molti sconnessi, protagonisti del più banale quotidiano.
La magia del Natale e delle sue storie riflesse termina qua e adesso sta solo a noi fare la differenza, senza trucchi, addobbi e panettoni.
Senza castelli, né maghi, né draghi. Nessuna fanciulla. Nessun principe.
Soltanto uomini e donne umilmente impegnati ad affrontare un’altalenante e talvolta improbabile straordinaria normalità.
Buona Epifania e caramelle per tutti, domani si riparte, alè!
Paola Margheriti