PASOLINI, PROIETTI E UNA SINISTRA CHE NON C’E’ PIU’

martedì 03rd, novembre 2020 / 18:35
PASOLINI, PROIETTI E UNA SINISTRA CHE NON C’E’ PIU’
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Il 2 novembre del ’75 fu ammazzato Pier Paolo Pasolini, il poeta-scrittore-cineasta più lucido del secondo 900. Figura controversa sul piano umano, per quella sua passione sfrenata per i giovinetti delle borgate romane, Pasolini è stato un “profeta” delle sventure di questo Paese: dalla cementificazione selvaggia,ai tentati colpi di stato, alla contaminazione tra politica e affari… Pasolini era comunista. Un comunista atipico, poco amato dal Pci, ma molto vicino al Pci. Guttuso lo ritrasse insieme a tanti altri dirigenti e intellettuali nei “Funerali di Togliatti”. Una delle sue opere più note si intitola “Le ceneri di Gramsci”, che del Pci è stato il fondatore… 

Ieri, 2 novembre 2020, è morto Gigi Proietti, tra l’altro nel giorno del suo 80esimo compleanno. A suo modo un colpo di teatro anche questo.

Anche Proietti è stato un grande della cultura italiana: un grande attore, un affabulatore, l’ultimo dei “mattatori” da palcoscenico. Comico, spesso, ma non solo comico.  E anche lui, come Pasolini, un comunista. Atipico. Ma comunque comunista, benché “senza tessera” come ci teneva a precisare.

Non si è mai esposto più di tanto politicamente, non ha usato mai il teatro per fare propaganda, ma non ha mai nascosto le sue idee: “Mio padre era iscritto, io non ho mai preso la tessera. Però, sì, ero comunista e nonostante tutte le critiche che si potevano fare, per esempio sul centralismo democratico, c’era del buono. Poi ho sperato nell’Ulivo che doveva mettere insieme le parti più virtuose dell’area socialista e di quella cattolica. Invece si sono contaminate a vicenda. Ora non c’è niente. Spero in un’illuminazione”, disse qualche tempo fa, in una intervista, nella quale traspare (anzi emerge chiaramente) l’amarezza per la fine che ha fatto la sinistra… 

Nel ’74 Proietti prestò il suo volto e la sua voce alla campagna referendaria per il NO al Referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio,  e quella è stata forse la volta in cui si è esposto di più. Lo fece peraltro insieme a Ettore Scola, regista di quello “spot” elettorale… Due anni fa, in occasione del 25 aprile, in una trasmissione della Rai recitò il monologo “Mi’ padre è morto partigiano”, di Roberto Lerici, scrittore ed editore con cui aveva collaborato altre volte:

Mi’ padre è morto partigiano a diciott’anni fucilato ner nord, manco so dove; perciò nun l’ho mai visto, so com’era da quello che mi’ madre me diceva: giocava nella Roma primavera… giocavo, giocavo, giocavo. (…) giocavo a calcio e mica me stancavo, giocavo co’ tu madre e l’abbracciavo, giocavo co’ la vita e nun volevo, coi fascisti però nun ce giocavo, io sparavo, sparavo, sparavo…

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