COVID: TROVATO IL VACCINO. MA PER AVERLO SERVIRA’ TEMPO

lunedì 09th, novembre 2020 / 16:00
COVID: TROVATO IL  VACCINO. MA PER AVERLO SERVIRA’ TEMPO
0 Flares 0 Flares ×

Cambia lo scenario?  Due case farmaceutiche, l’americana Pfizer e la tedesca BioNTech avrebbero messo a punto un vaccino per il Covid-19 che si sarebbe rivelato è efficace al 90% dopo la sperimentazione fatta sull’uomo. E il risultato sarebbe superiore alle aspettative.

Lo ha annunciato il presidente di Pfizer Albert Bourla. Il ministro della Salute tedesco ha subito parlato di risultati “incoraggianti”. Le borse in tutto il mondo hanno reagito positivamente. La buona notizia è una boccata d’ossigeno, dopo un mese di ottobre che, dal punto di vista dei contagi e delle vittime, è stato il peggiore vissuto dal mondo intero dall’inizio della pandemia.

La Repubblica riporta che “Il vaccino è frutto del matrimonio fra la Big Pharma americana Pfizer e la biotech tedesca BioNTech, fondata da una coppia di scienziati di origine turca. Le due aziende sono le prime a diffondere i dati conclusivi dei trial (che comunque proseguiranno ancora qualche mese). Ora possono attendere con fiducia l’autorizzazione urgente delle agenzie regolatorie. La previsione è che il via libera alla messa in commercio arrivi, almeno negli Stati Uniti, entro novembre. A stretto giro di posta dovrebbe essere la volta dell’Europa. Pfizer e BioNTech prevedono di poter consegnare 50 milioni di dosi nel mondo entro quest’anno e 1,3 miliardi nel 2021“.

Chiaro che le prime dosi non saranno certo sufficienti per tutti.

La Commissione Europea – secondo quanto riportano le agenzia di stampa e i maggiori quotidiani – ha concluso con la Big Pharma americana un contratto di pre-acquisto per 200 milioni di dosi, da dividere fra gli stati in base alla popolazione. Il vaccino è adatto alle persone tra i 16 e gli 85 anni. Ne serviranno due dosi, anche se i dati dimostrano una certa efficacia già dopo la prima. La distribuzione però non sarà semplice: le fiale vanno mantenute a meno 80 gradi fino alla somministrazione. Freezer così potenti, in molte zone anche d’Italia, sono disponibili solo negli ospedali e nei centri vaccinali più grandi.

Durante le sperimentazioni non si sono verificati eventi avversi sui volontari, a parte in alcuni pochi gradi di febbre. La riduzione del 90% dei casi annunciata dall’azienda, però, riguarda la malattia con sintomi. Resta da chiarire se il vaccino riesce a impedire l’ingresso del virus nell’organismo o si limita a mitigare la malattia. In quest’ultimo caso, c’è il rischio che le persone vaccinate possano restare contagiose, diventando in pratica dei portatori sani.

Sempre su Repubblica, si Legge:  “Ora i risultati di Pfizer e BioNTech dovranno essere diffusi nei dettagli, con i dati sulla sicurezza sui 45mila volontari testati, e pubblicati su una rivista scientifica. L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha già iniziato la sua valutazione a ottobre. La porterà avanti nei tempi più rapidi possibili. Entro il mese, o al massimo a dicembre, sono attesi anche i dati di altri due vaccini: AstraZeneca con Oxford e della biotech americana Moderna. A dicembre dovrebbe finire la sperimentazione anche Johnson&Johnson. Resta ancora un’incognita la durata dell’efficacia. Ci si attende che sia di 6-12 mesi. Ma sono solo congetture: per avere una risposta bisognerà solo aspettare il passare del tempo”.

Il metodo usato per questo vaccino (e per quello di Moderna) è l’Rna messaggero. Un piccolo gene sintetico viene iniettato nell’organismo. Una volta penetrato nelle cellule, ordina loro di produrre una proteina della spike (la punta della corona) del coronavirus. La spike funge da antigene, stimola cioè la reazione del sistema immunitario. Vaccini simili sono in teoria semplici e rapidi da produrre. Ma la tecnologia è del tutto nuova. Quello per il coronavirus sarebbe il primo vaccino al mondo prodotto in questa maniera.

L’annuncio è sicuramente importante e incoraggiante. Potrebbe essere la classica lucina in fondo al tunnel. Ma da qui a dire che la battaglia contro il covid sia vinta ce ne corre. Perché al di là dei tempi (anche abbastanza ristretti ormai) per la messa in circolazione del vaccino, c’è il problema  della produzione delle dosi necessarie e la questione dei tempi per la somministrazione che non saranno di due mesi. Considerando anche il problema della conservazione a -80° e quindi la possibilità di stoccarlo nelle strutture territoriali, al di là dei grandi ospedali.

La notizia è senz’altro buona. Ma… come sempre c’è un ma, anzi più di uno, che ne rendono incerta l’attuazione. Vedremo. Siamo in Italia: l’organizzazione e il metodo non sono mai stati il nostro forte, ma per quanto concerne la creatività e la fantasia, i colpi di genio, non siano secondi a nessuno. Si dirà che sono tutti ingredienti che in medicina possono non bastare, quindi vediamo di non farci trovare impreparati.

g.l.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Mail YouTube