I DOLORI DEL GIOVANE ENZO: UNA RIFLESSIONE DEL SEGRETARIO DEL CIRCOLO PD DI CHIUSI SCALO SU PARTITO, REGIONALI E NON SOLO…

lunedì 13th, luglio 2020 / 10:41
I DOLORI DEL GIOVANE ENZO: UNA RIFLESSIONE DEL SEGRETARIO DEL CIRCOLO PD DI CHIUSI  SCALO SU PARTITO, REGIONALI E NON SOLO…
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CHIUSI –  Suo profilo facebook si firma “Enzo”, ma si chiama Carlo Vincenzo, un doppio nome di battesimo piuttosto in uso tra i meridionali. E infatti viene da Matera. A Chiusi abita dal 2014, fa il macchinista ferroviere, come l’eroe della Locomotiva di Guccini, e come altri che lo hanno preceduto nel ruolo che ricopre: quello di segretario del circolo Pd di Chiusi Scalo, in via Nazario Sauro, fisicamente le stanze che un tempo erano la “Sezione Mario Alicata” del Pci.

Certo, dalla fine del Pci sono passati 30 anni e nel frattempo è cambiato il mondo, il Pd non è il Pci e il Pd di adesso non è nemmeno il Pd di qualche anno fa, né quello del 2007 di Veltroni, né quello mutato geneticamente di Renzi.

E’ un partito più piccolo, meno presente, meno “pervasivo” e persuasivo. Ma il giovane Gaudiano conferma  una particolarità che segna una continuità con la storia e la tradizione di quel circolo: il fatto che spesso il segretario venga da fuori. Negli anni ’70-80-90 successe con Vittorio Zazzaretta, ferroviere, di Orvieto; Francesco Guccione,  ferroviere e macchinista anche lui, arrivato da Cosenza, poi con Francesca Porreca che era moglie di un ferroviere e veniva da Roma, infine con Claudio Provvedi di Firenze capotreno così come il renzista Francesco Cimarelli  di Foligno…

E’ giovane, meridionale e un po’ spaesato il segretario del Pd di Chiusi Scalo, ma si sta dando da fare per rimettere in piedi un circolo ridotto in macerie e ai minimi termini dal punto di vista organizzativo; la “rottamazione renziana” svuotò il partito trasformandolo in un comitato di propaganda del capo, nella fattispecie, Renzi più il capo locale Scaramelli, un comitato senza però la facoltà di fare politica, di dire la propria, neanche nei confronti dell’azione amministrativa del sindaco e degli assessori espressione del Pd.

Adesso, dopo la diaspora dei renziani passati armi e bagagli ad Italia Viva, il Pd si è dato una rassettata, una nuova segretaria dell’Unione Comunale e nuovi segretari nei circoli, ma i circoli devono ritrovare la loro “base sociale” dispersa. Enzo Gaudiano ha ricominciato da lì, dalle tessere. Sta cercando insomma di ricostruire partendo dalle fondamenta, cioè dagli iscritti, perché un partito senza iscritti non è un partito, è un’altra cosa. Ma non è semplice perché la desertificazione in questi anni è andata a avanti, e l’emergenza Covid ci ha messo sopra un carico da 11.

L’abitudine alla politica è scemata enormemente. E se un tempo, quando il Pci chiuse i battenti, la Sezione Alicata aveva oltre 500 iscritti, adesso i numeri sono decisamente più piccoli, dieci volte di meno. Quello che che il giovane Gaudiano sta cercando di fare è una ricostruzione da zero, al momento le tessere rinnovate sono una quarantina, più qualche new entry, ma poche. E lui sta lì, quasi tutti i pomeriggi sul tardi, al circolo, ad aspettare amici e compagni, per ascoltarli, parlare con loro e per consegnare le tessere… In questo ricorda la tenacia di certi comunisti e socialisti meridionali, di cui evidentemente porta qualche segno nel Dna.

Sperava di vedere avvicinarsi qualche giovane, ma per ora i giovani chiusini sembrano in altre faccende affaccendati. Ma come il professore interpretato da Stefano Satta Flores in “C’eravamo tan to amati”, Carlo Vincenzo insiste, non demorde. Non vuol rifare un nuovo Pds, ma nemmeno un partito che somigli solo alla Dc.

E intanto cerca di capire meglio in che cazzo di paese è capitato, come ragiona la gente di qui; cerca contatti e confronti anche con persone che notoriamente con il Pd hanno poco a che fare, ma che magari sono stati dirigenti e adesso sono anime perse della sinistra, orfani, senza tetto, profughi e terremotati di una sinistra scomparsa e anche a livello locale lasciata, come immagine e presenza pubblica, alle “dirette del sindaco” su Facebook.

L’emergenza Covid sta scemando, piano piano la normalità sta riconquistando spazi, nei prossimi week end il Pd di Chiusi farà la sua Festa, in tre location diverse, con cene all’aperto e due incontri politici. Vedremo se i semi che Carlo Vincenzo Gaudiano ha messo a dimora, germoglieranno. Poi ci sarà subito la campagna elettorale per le Regionali. Appuntamento tutt’altro che banale, perché per la prima volta la Toscana è contendibile e potrebbe finire nelle mani della Lega, come l’Umbria.

Quella che segue è una riflessione sul momento politico attuale, sull’imminenza delle Regionali toscane, sul Pd e sulla sua identità smarrita. che il segretario del Pd di Chiusi Scalo ha inviato alla nostra redazione. Anche questo fa parte della sua strategia e è anche la conferma dell’appello ad avvicinarsi, un appello che egli rivolge anche ai “millennials” e non solo agli… orfani e dispersi. Vorrebbe guardare avanti e non solo indietro, ma forse ha già capito che avrà bisogno di tutti. Ecco il suo intervento:

Negli ultimi tempi a Chiusi aleggia nell’aria una domanda, verosimilmente recondita.  Questa domanda, per i chiusini  interessati alle problematiche socio-politiche, ė partita in sordina, confinata nelle mura di casa per le restrizioni imposte dalle norme anti-Covid, per poi esplodere nei circoli politici o in piazza come la serie di bombe cadute dal cielo il 21 novembre 1943.

Questa domanda mi ė stata posta dal primo che ha ritirato la tessera del P.D. fino ad arrivare al tassista, che origlia i discorsi dei non più ventenni, ma giovani dentro.

“Come ė nata la candidatura di Giani alle prossime elezioni Regionali, per ricoprire la posizione di presidente regionale della Toscana? “

Il circolo dei democratici di Chiusi dista dalla sede della segreteria del presidente regionale di Piazza Duomo a Firenze circa 130 km. Tale distanza può essere amplificata da chi questa domanda se l’ė posta per far critiche fini a se stesse sui social, ma può essere drasticamente ridotta, se si ė alla ricerca della verità, inviando un semplice messaggio Whatsapp a chi di competenza.

Ringrazio il segretario provinciale Dem di Siena Andrea Valenti, per avermi dato una risposta esaustiva da poter condividere con l’elettorato. Sono stati scomodati i poteri occulti annidati nelle istituzioni, conditi da una serie di ipotesi non dimostrate né dimostrabili, da relegare nelle categorie del complotto, materia affascinante ma lontana dalla comprensione di quanto ė veramente accaduto. 

In realtà, si ė tenuta l’11 ottobre 2019 la direzione regionale del Partito Democratico avente come tema centrale lo studio di un piano di lavoro finalizzato a porre le basi per l’elezione regionale 2020, con l’intento di formare una coalizione di centrosinistra ed individuare una candidatura unitaria. Consecutivamente sono state consultate 163 persone tra dirigenti politici ed istituzionali del PD, organizzazioni sindacali e di volontariato, esperti di economia ed altre associazioni.  Dalle consultazioni ė emerso che il profilo ideale per ricoprire il ruolo di futuro presidente regionale della Toscana ė compatibile con quello dell’attuale presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. 

Inoltre, da pochi giorni si ė avuta la certezza della ricandidatura del consigliere uscente, Simone Bezzini, ottenendo la piena fiducia della direzione provinciale dei democratici senesi, tanto da risultare il potenziale capolista per le elezioni di settembre.

Ciò detto, invito ciascun lettore a ritornare a dare importanza alla vita di circolo, a prescindere dal colore politico. Sarebbe auspicabile che i giovani Millenials (generazione Z) , seguissero le orme lasciate  dai propri nonni, conoscendo, prima di diventarne parte attiva,  il  tessuto territoriale socio-politico di appartenenza.

Carlo Vincenzo Gaudiano – Segretario Pd Chiusi Scalo

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