CHIANCIANO, IL BAR DELLA DISCORDIA. IL PD ATTACCA MARCHETTI. INTANTO LA CITTA’ DEL FEGATO SANO LANGUE

CHIANCIANO TERME – Che la città del Fegato Sano da anni non sia più quella specie di piccola Las Vegas de noantri che fu, è sotto gli occhi di tutto, che i tempi delle terme immortalate da Fellini in 8 e 1/2 siano ormai un ricordo sbiadito lo avremmo scritto un milione di volte. Ci siamo venuti a noia da soli. Ma Chianciano che somiglia a Grozni con le facciate scrostate, gli alberghi e i negozi chiusi e sbarrati coi bandoni, le vetrine spoglie e polverose, i cantieri lasciati a marcire con recinzioni ormai fatiscenti, aiole non curate quando un tempo non c’era neanche un filo d’erba fuori posto, con quel viadotto chiuso al traffico perché a rischio dal 2018… ecco una Chianciano così è un’immagine da day after. E una ferita al cuore per chi ha conosciuto quella Chianciano che era il motore economico della zona e anche una sorta di luogo dove si potevano fare cose che negli altri paesi del comprensorio neanche a sognarle..
Intendiamoci non è che sia colpa o tutta colpa dell’attuale amministrazione comunale (civica, ma di centro destra) che è al secondo mandato. Il declino e l’effetto Grozni è partito molto tempo prima, quando in Comune c’erano gli altri: il Pd e prima del Pd i Ds e i loro alleati.
Ma il “cambio di manico”, datato 2014, non ha dato sotto questo aspetto, una svolta evidente. Chianciano non è rifiorita. Tutt’altro.
Il sindaco Marchetti si è anche dato da fare, ma ad oggi non ha ancora lasciato un segno tangibile del “cambiamento”. Ora però sembra intenzionato a lasciarne almeno uno. Un po’ come fece Ceccobao a Chiusi, facendo costruire la “pensilona” davanti alla stazione (che tra parentesi porta anche il nome di Chianciano), a futura memoria del suo passaggio, così Marchetti ha pensato di utilizzare 2 milioni d euro di finanziamenti ereditata dall’amministrazione precedente alla sua, per demolire e ricostruire un simbolo di Chianciano: il bar del parco Fucoli. Scelta che non piace per nulla all’opposizione. Proprio oggi, il segretario del Pd Marcello Fallarino ha diffuso una nota sui social in cui scrive:
“Ma siete proprio sicuri che utilizzare i 2 milioni di euro regionali, ereditati dalla Sindaca Ferranti e finora mai spesi, per demolire e ricostruire il Bar dei Fucoli sia la scelta giusta? Capiamo che potrebbe essere l’unico lascito tangibile di 10 anni di amministrazione ma ci saremmo aspettati una più attenta valutazione delle necessità del presente e del futuro di Chianciano Terme da parte della Giunta municipale”.
Fallarino, nella stessa nota ricorda che “il Pd da alcuni anni, sollecita un diverso utilizzo di questi fondi, proponendo di ragionare sul progetto redatto da un geometra delle Terme che prevede la demolizione dei gradoni tra PalaMps e Bar. Il tutto con un importo stimato sicuramente sotto il milione con la creazione di nuovi bagni, spogliatoi, altri servizi ed una sala polivalente di quasi 300 posti, a supporto del PalaMps.” Il Bar dei Fucoli sarebbe stato così risanato – scrive il Pd – preservandone le chiare caratteristiche di bellezza e storicità (ma la Sovraintendenza che ne pensa?). L’altra metà dei soldi poteva servire per ristrutturare Piazza Italia e/o per l’acquisto dell’ex cinema Garden, con tutte le possibilità migliorative che ne sarebbero derivate”.
La nota del partito di opposizione continua con un attacco più diretto all’Amministrazione:
“Pubblicamente abbiamo scritto e confermiamo che in presenza di una scelta del genere avremmo appoggiato e supportato la Giunta Marchetti in Regione Toscana. Invece si è preferito, anche in questo caso, andare avanti a testa bassa senza ascoltare nessuno.
Per memoria siamo passati da una nuova sala congressuale di 900 posti ad una di poco più di 300, sempre a supporto del PalaMps; a spanne avevano fatto male i calcoli… Il tutto demolendo il Bar (memoria storica dei Fucoli) e ricostruendolo con una struttura prefabbricata (cui prodest?).
Ora più che mai, tralasciando il fatto che sarà un opificio anche se ben rifinito all’interno del Parco, ci dovremmo chiedere se andare avanti così è uno spreco di risorse, con la quasi certezza che il finanziamento non basterà a terminare tutte le opere necessarie, o se non era il caso di un loro utilizzo diverso”.
“Il turismo congressuale è in forte crisi, da prima del Covid e la Nostra Giunta municipale decide di utilizzare questa opportunità economica in questo modo. Qualcosa non quadra”, scrive ancora il Pd, che conclude accusando la giunta dio comportarsi come quei ragazzini bizzosi e arrogantelli che al campetto dicono “Il pallone e mio e si gioca come dico io!”. Ma la nota Pd si chiude con una domanda: “A proposito: e del Palamontepaschi che ne facciamo?”
Beh, per il futuro di Chianciano un utilizzo serio e continuativo dei qual maestoso “Bruco” bianco inserito nel Parco Fucoli, non è ininfluente. Ci sta pure che il Pd alzi un po’ il tiro per dimostrare che è vivo e lotta insieme a noi, e che faccia un po’ di polemica perché l’opposizione la deve fare per contratto. Ma il nodo Fucoli-PalaMps così come quello del recupero funzionale di Piazza Italia, anche con un riuso dell’ex cinema Garden (perché adesso sembra un sacrario ai caduti) e più in generale di un recupero di immagine del “cuore” della cittadina termale (via Roma, via Baccelli, via Sabatini, viale della Libertà, il viadotto…) non sono nodi eludibili e non basterà ricostruire un bar per uscirne vincitori.
Ovvio che le questioni urbanistiche di Chianciano debbano affrontarle e risolverle i chiancianesi, nella normale dialettica politica tra maggioranza, esecutivo e opposizione, ma la “Questione Chianciano” non è una questione che riguarda solo i chiancianesi. Riguarda la Valdichiana e la Valdorcia e anche parte della vicina Umbria, riguarda l’appeal di tutto il territorio e la risposta che il territorio può offrire in termini di relax e ricettività. Oggi questa visione di area si è persa. Le imminenti elezioni regionali toscane di settembre, potrebbero fornire qualche occasione per recuperarla.
m.l.
Sì certo iniziare a ragionare in termini di area vasta per Chianciano è irrinunciabile. La monocultura di un certo modello di turismo, non tornerà più. Quell’Italia raccontata da Fellini e non solo da lui, è scomparsa da molto tempo. Le leggende metropolitane tinte di rosa, non hanno più le figure sociali di riferimento: il Paese ha cambiato proprio pelle. Riconvertire i molti alberghi oggi abbandonati, non è cosa semplice, per farci cosa. Di civili abitazioni poi, non c’è proprio tutta questa gran richiesta. Forse puntare ad un Polo Universitario di richiamo universale, potrebbe essere un’idea. Ma qualunque siano l’ipotesi, queste hanno bisogno di tempi lunghi, prima di poter dare i loro frutti. Al contrario Chianciano ha bisogno di risposte economiche urgenti.
non entro nello specifico perchè non conosco i problemi ma mi basta aver letto il tuo post che evidenzia proprio la fotografia della situazione.Personalmente non credo che la storia di chianciano abbia una qualsiasi soluzione ed anche questo è l’emblema di tutte le cittadini termali che non si sono sapute riciclare in una economia che di volta in volta toglieva il cemento alle mattonelle su cui poggiava il pavimento. In pratica è diventato l’emblema materiale di quella che è chiamata la descriscita felice, anzi, in questo caso infelice, anche per le scelte di sistema con le quali è stta da sempre concepita e gestita: solo la termalità. E quando questa decade, decade l’ambiete sociale, umano, culturale, ma ancor prima economico e via dicendo.Ci si potrebbe girare un film come un film potrebbe essere fatto in questa estate a Chiusi Scalo,che appare semprepiù un posto visto in quei film del farwest con gli sterpi portati via e trascinati dal vento nelle strade polverose della cittadina di frontiera.E questo a smentire tutti coloro che sostanzialmente stanno ancora sperando che possa essere il contrario e che queste cose le sanno e le vedono ma che fanno finta di non rendersene conto, negozianti in primo luogo che pagano un prezzo semprepiù pesante.Siamo nelle retrovie temporali del covid -19 ma ieri sera ero a Città della Pieve per cercare di sfuggire al caldo del giorno come faccio ormai da diversi anni- cittadina questa che chiaramente ha i suoi problemi di frequentazione turistica soprattutto anche a causa del covid- ed un amico mi faceva notare la diversità materiale , concettuale ed interpretativa di come si siano organizzati i suoi abitanti, specialmente quelli del centro e che gestiscono i negozi,ma anche i proprietari delle stesse case.Nel centro storico per esempio è piacevolissimo passeggiare a piedi perchè non vi sono i segni del degrado umano e concettuale e talvolta è sufficiente notare che basti poco a fare la differenza: ingressi e marciapiedi dei negozi con le luci accese, testi di gerani dalle finestre e sugli stessi marciapiedi, ed anche se i negozi a quell’ora di tarda sera sono chiusi le luci accese segnano un altra impronta visiva e fanno la differenza.cosa fa la differenza di questo allora con chiusi- e lo abbiamo detto molte volte- è la politica, quello che ne esce dalla politica, le teste della gente che sanno ragionare in un modo diverso ed è così sicuramente che le differenze vengono messe in evidenza.Ci sono 4 bar aperti in questo periodo ma la gente comunque li piena, sta a sedere, parla, discute, s’incontra, socializza. a Chiusi Scalo ce n’è solo uno di bar dove si travano i giovani in pratica, perchè gli altri o sono chiusi o sono deserti, chi non si è aggiornato è stato sopravanzato dagli eventi.Questo è, attorno alla retorica continua che è stta fatta sullo sviluppo delle iniziative, all’organizzare spettacoli di strada una volta all’anno od una settimana attorno a quelli culturali,frequentatai da pochi. In pratica con questo volevo dire che tali iniziative aChiusi sono occasionali mentre in un luogo come Città della Pieve si nota una impronta di continuità.Probabilmente se si vada a misurare l’investimento in soldi con le rispettive iniziative noi siamo ancora a finanziare l’associazionismo sterile e dipendente dalla politica poichè serbatoio di voti e non la si vuol capire che è così e che la politica si deve cambiare dirottando risorse a cespiti più cospiqui, variegati e culturalmente interessanti a largo raggio. Personalmente- ma io non faccio storia- mi ero proposto una serie di iniziative che in parte avrei supportato economicamente anche da me stesso se si fosse dato ascolto anche a piccoli particolari relativi al restauro di ambienti e di renderli non scarni e tristi come la saletta del teatro,ma siccome si parla sempre della questione di soldi, dipende molto da quanto ci si possa investire ma devo dire che comunque si respira l’aria che molte delle iniziative vengano fatte perchè ci si aspetti ritorni in consenso e non votati alla crescita culturale della popolazione. Così facendo il paese sprofonda,non ci sono associazioni che si attivano con le proposte come quantità nei confronti di quello che succede a Città della Pieve per esempio.Per esempio, non ostante il coronavirus a palazzo della Cornia il programma è sempre pieno, e c’è sempre qualcosa da vedere.C’è un altro luogo a Chiusi dove sia questo ? C’è un altro luogo nei dintorni dove non siano state spese enormi energie economiche che destinate ad essere cattedrali nel deserto avrebbero potuto rappresentare la base di partenza per iniziative culturali ? Per Chianciano avviluppato dalla crisi della termalità, del coronavirus, della chiusura continua degli ambienti che fa sospettare anche ” lavanderie”, non credo sia questione di amministrazioni di destra o di sinistra, credo proprio che siano- come lo è per Chiusi-le visualizzazioni materiali rappresentanti le decrescite infelici.Quando non si vuol vedere che sono le prerogative e le peculiarità culturali di basso livello che portano via via a tutto questo, allora credo che non ci possa essere un futuro se non quello del paese del farwest con i rami spazzati da quel vento con la polvere e rami secchi ma anche in tal caso la natura è parallela agli uomini in questo caso.Ecco il film, contornato da una musica che parla di morte,mentre dovrebbe essere la politica che dovrebbe impostare, vedere e soprattutto ORGANIZZARE comportamenti diversi, invece di organizzare i tavoli della cultura che non sono serviti ad un bel nulla , dovrebbero essere le persone preposte a tutto questo a pensar di meno alla loro strada da battere in politica partitica attraverso l’analisi delle possibilità di avazamento e di alleanze all’interno dei partiti( in tal caso un partito solo-quello di maggioranza con le relative possibilità di carriera) ma di più al benessere della gente, soprattuitto quello culturale.La dimostrazione che il discorso mio sia sostanzialmehnte giusto, corretto e veritierto, si ha guardando la fotografia della situazione: è una realtà non smentibile.Se non la si capisce è bene che in qualche modo si venga sostituiti da altri e che questi altri possano essere diversi da coloro che hanno governato dal dopoguerra ad oggi.ecco il superamento delle differenze-anche ideologiche-fra destra e sinistra.Quando le circostanze lo richiedono, insistere nelle stesse direzioni e con la stessa caparbietà mostrano di essere incapaci, è bene con tutta umiltà poter immaginare qualcos’altro di diverso, a cominciare proprio dall’immaginarlo.e non parlo solo di chiusi, ma anche dei paesi a vocazione unica come appunto Chianciano.