UNA DOMENICA IN SETTEMBRE… A SPASSO SULL’ANTICA VIA ROMEA GERMANICA TRA I LAGHI DI CHIUSI E TRASIMENO

lunedì 16th, settembre 2019 / 10:13
UNA DOMENICA IN SETTEMBRE… A SPASSO SULL’ANTICA VIA ROMEA GERMANICA TRA I LAGHI DI CHIUSI E TRASIMENO
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VILLASTRADA – “Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così, l’estate finiva più nature, vent’anni fa o giù di lì…”. No, caro Guccini, secondo me l’estate finisce sempre nello stesso modo, sono gli anni che passano e le passioni che scemano. Però senza farla troppo lunga e senza scomodare le questioni serissime poste da quella tua canzone del ’78, ci sono domeniche settembrine bellissime. Che possono essere anche molto “nature” pure oggi, 40 anni dopo. “Nature” e piacevoli. Rigeneranti. Capaci di farti sudare e di farti venire il male ai piedi, ma anche di farti pensare, di rimetterti in pace col mondo. Ieri ad esempio, domenica 15 settembre 2019 a me è capitato di partecipare, quasi per caso, ad una bella camminata sulle colline tra il Lago Trasimeno e il Lago di Chiusi. Precisamente tra Sanfatucchio e Cimbano (località tra Vaiano e Villastrada), in terra castiglionese, ma sempre per citare Guccini “in odor di Toscana”.

L’occasione l’ha offerta la Festa di Strata di Bruscalupo. Che sarebbe un’altra piccola località tra vigne e oliveti, su quella che oggi è una strada bianca, in cresta, ma che in passato è stata una strada importantissima, ua delle autostrade del Medioevo: l’antica Via Romea Germanica. O dell’Alpe di Serra. Una strada che collegava Roma con Stade, città della Lega Anseatica, alla foce dell’Elba vicina al Mare del Nord in Germania. Lungo la penisola italiana una alternativa alla Francigena e da Roma toccava Montefiascone, poi Orvieto, Ficulle, Città della Pieve per proseguire attraverso le colline tra i laghi di Chiusi e Montepulciano verso Arezzo e poi Forlì, valicando l’Appennino, quindi Ravenna… 

La festa d ieri non era solo la festa di quella strada, ma un modo per scoprire e conoscere anche azienda agricole, degustare vino, olio, fagiolina del Trasimeno, oppure per ammirare vecchi attrezzi e macchine agricole, auto e moto d’epoca, sculture in ferro, mostre fotografiche e anche per ascoltare storie, racconti, dissertazioni su certi prodotti, ma anche su come, per esempio, “educare i citti bilingue”, dove il termine “citti” (bambini) tradisce la vicinanza con Chiusi e la Toscana, mentre la questione del bilinguismo ci dice che su quella strada molte della aziende agricole sono condotte da stranieri che hanno scelto la zona come approdo. Non solo come punto di passaggio. Interessante, per fare un altro esempio, una piccola “conferenza volante” sulla Quercia di Bruscalupo, una pianta maestosa, che il depliant della festa definisce “millenaria”. Forse millenaria non sarà (ha detto l’esperto, perché le querce non vivono mille anni), ma di sicuro è plurisecolare e ha più di 3-400 anni. E si trova a poche centinaia di metri in linea d’aria da un ulivo “millenario” che si trova nei pressi di Villastrada.

Quercia e ulivo, i due “rami” che campeggiano sullo stemma della Repubblica Italiana. Diciamo che si tratta di un “monumento verde”, pari grado della Quercia delle Checche, in Valdorcia. Un albero che merita attenzione, tutela e, come l’ulivo di Villastrada, anche una visita. Perché quella quercia e quel’ulivo sono testimoni vivi di tante storie.

E’ probabile che abbiano visto passare gli armati di Ascanio Della Corgna e Ridolfo Baglioni in marcia da Perugia per assediare Chiusi, roccaforte della Repubblica di Siena, nel 1554, tentativo da cui tornarono scornati. Anzi, Ridolfo Baglioni e più di 400 armati non tornarono
affatto, trucidati dai mercenari francesi che difendevano la piazza di Chiusi e dalla “Compagnia della morte” messa in piedi da Santaccio da Pistoia… E’ probabile che la quercia abbia visto transitare le truppe napoleoniche alla fine del ‘700 e abbia visto passare e combattere le truppe britanniche e i nazisti nel giugno del ’44, durante la sanguinosa battaglia del Trasimeno che si combatté su quelle colline dopo la battaglia di Chiusi e prima della liberazione di Castiglione del Lago…

In su e in giù, da Sanfatucchio a Cimbano e viceversa, centinaia di persone insomma si sono messe in cammino, sotto il sole, scambiando chiacchiere, impressioni, valutazioni sul paesaggio,che in quel punto è molto bello e ben tenuto, sulla fatica, sui prodotti tipici e sulla cura del territorio.
Chi ha percorso 2-3 chilometri, chi 5 o 6 e chi anche più di 10, a seconda delle forze, delle scarpe e dell’allenamento.
Un servizio navetta su un cassone attrezzato trainato da un grosso trattore, raccoglieva i più stanchi…
Insomma una bella cosa. E’ stata la prima edizione della “Festa di strada di Bruscalupo” e c’è da scommettere che prossimamente migliorerà. Gli organizzatori, ovvero a decina di aziende che si trovano sul percorso sembravano comunque soddisfatti. Ieri, su quel tratto della antica Romea Germanica c’era un sacco di gente, si sentivano dialetti e lingue diverse, come ai tempi dei pellegrini. Ci sta pure che ci sia scappata qualche bestemmia “in alamanno e in goto”, per la fatica o per la polvere alzata da qualche automobilista poco rispettoso dei camminatori. Ma in campagna, in mezzo alla natura la polvere fa parte del paesaggio e del gioco. Così come il sole cocente, come lo sterrato e i sassi che fanno male ai piedi… C’era odore di terra nell’aria e di uva quasi matura. Sullo sfondo il Trasimeno visto dall’alto tra i campanili e dall’altra parte lo specchio piccolo, ma stupendo, del Chiaro di Chiusi, fermo e lucente come in una fotografia fatta bene.

A volte basta poco, può bastare una passeggiata nella natura per rendere bella una domenica che altrimenti sarebbe triste, perché l’ultima dell’estate.

m.l.

 

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