UMBRIA, IL CANDIDATO DELLA SINISTRA CHE VIENE DALLA DESTRA. IL POPOLO PD SI INTERROGA…

lunedì 23rd, settembre 2019 / 15:00
UMBRIA, IL CANDIDATO DELLA SINISTRA CHE VIENE DALLA DESTRA. IL POPOLO PD SI INTERROGA…
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SI RINNOVA L’ANTICA DISPUTA TRA FRANCESCANI E BENEDETTINI DEL NOME DELLA ROSA?

PERUGIA – La società liquida di cui parlava Zygmunt Bauman è una cosa seria.  La politica liquida di cui non parla nessuno, è invece uno sport nazionale. Una questione di vasi comunicanti, nella quale il travaso da una parte all’altra avviene senza che nessuno se ne accorga o che nessuno ci faccia caso. Indipendentemente da ciò che contengono i vasi…

La politica liquida sovverte le stesse leggi della chimica e della fisica, mischia le carte e mischia i contenuti al di là di ogni ragionevole dubbio e di ogni ragionevole certezza. Cioè che era ieri e l’altro ieri, oggi è il contrario. Un liquido giallo tendente al verde diventa rossastro, un liquido rossastro si rapprende e diventa nero verde, un altro liquido azzurrognolo tendente al nero diventa giallo rosso in men che non si dica e tutto ciò senza alcuna abiura del detersivo utilizzato. Non è questione di candeggio. E’ questione di liquidi. Della liquidità della politica. Questa mattina molti hanno salutato anche sui media – noi compresi – il parto complicato, ma alla fine felice,  di un candidato del “patto civico” 5 Stelle-Pd in Umbria. Per la figura del candidato stesso, che viene da Norcia, paese terremotato, l’abbiamo definita anche noi una candidatura simbolica, evocativa di una “ricostruzione” in chiave antileghista, anti sovranista… In sostanza in chiave antifascista.

Bene. Solo che il candidato tirato fuori dal cilindro, praticamente sul filo di lana, oltre che essere un imprenditore e un “sindacalista” nel senso che è il presidente di Federalberghi, è anche uno che viene dal campo avverso. Il candidato del patto centro sinistra-M5S, in un passato anche piuttosto recente ha appoggiato ufficialmente candidati di Forza Italia e, alle elezioni comunali di Norcia, il candidato forzista e sindaco uscente Nicola Alemanno.

Insomma Vincenzo Bianconi, candidato della coalizione Pd-M5S-liste civiche-Sinistra radicale, è se non un esponente, sicuramente un simpatizzante, fino a poco tempo fa, dell’altra sponda.

Può darsi che Verini, Liberati, Di Maio e Zingaretti e Franceschini (e gli altri) abbiano voluto candidare una figura che possa portar via voti alla Lega sul suo stesso terreno. E questo ci può stare, ma tutto ciò snatura e rende meno riconoscibili, sia il Pd, sia la sinistra, sia il M5S. Qualcuno ha scritto che in questo modo gli elettori umbri possono scegliere da quale destra farsi governare…  Il che forse è una forzatura, ma rende l’idea.

Dopo il “no grazie” della presidente dell’Istituto Serafico di Assisi Francesca Di Maolo e la scelta caduta su Vincenzo Bianconi, da Norcia, patria di San Benedetto, torna in mente la disputa storica e secolare tra francescani e benedettini,  tra una concezione della chiesa pauperistica e radicale e una più prosaica e di potere narrata nel Nome della Rosa di Umberto Eco. In questo caso sembra abbiano vinto i benedettini. Norcia su Assisi. Con la piccola Umbria ancora una volta teatro di una guerra nazionale. 

C’è chi sostiene (forse non a torto, almeno secondo noi) che Pd e 5 Stelle in questo modo si sono entrambi suicidati, annacquandosi e azzerandosi a vicenda in una coalizione spuria e senza un’idea di fondo e che il Pd avrebbe fatto meglio a mettere in conto la sconfitta, salvando però la faccia, con una candidatura di bandiera e un programma che segnasse un punto di rottura con le gestioni passate, ma senza rinnegare il buon governo di decenni. Una candidatura Verini, ad esempio. O di una figura della sinistra diffusa riconoscibile e apprezzata.

Con la ridda di candidature (dal povero Fora, tenuto a bagno maria e poi scaricato, a Cardella, Cucinelli, Bastioli, Proietti, Di Maolo) gettate suol tavolo e bruciate una dopo l’altra, con questa rincorsa all’accordo a tutti i costi coi 5 Stelle, piegandosi totalmente ai diktat di Di Maio che non sa nemmeno cosa sia e dove si trovi l’Umbria, tanto da perorare candidature improbabili e infine quella di un ex avversario, il Pd e la sinistra si sono imbucati in un vicolo cieco.

Vincenzo Bianconi è sicuramente una persona per bene, uno che si è speso nella gestione del post terremoto, un “auspicio di ricostruzione”,  ma come candidato del centrosinistra (anche in una coalizione spuria con il M5s) lascia quantomeno perplessi. E quando i colori si mischiano, perché il candeggio  è stato fatto in fretta e furia con il sapone sbagliato, le magliette vengono fuori di un colore strano, improponibile.

Il primo banco di prova locale,dopo il varo del governo giallorosso, parte insomma con un… candeggio sbagliato. Magari poi Bianconi vince. Ma se vince ha vinto la sinistra o la destra?

m.l.

 

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