PROGETTO ACEA A CHIUSI, MOZIONE DI ‘TOSCANA A SINISTRA’ IN REGIONE: “SUBITO UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE!”

sabato 24th, marzo 2018 / 12:24
PROGETTO ACEA A CHIUSI, MOZIONE DI ‘TOSCANA A SINISTRA’ IN REGIONE: “SUBITO UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE!”
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FIRENZE – Il Consiglio regionale della Toscana discuterà a breve una mozione sul “progetto Acea” per un impianto di trattamento dei fanghi di depurazione a Chiusi. L’iniziativa però non è del consigliere locale Stefano Scaramelli. La mozione l’ha presentata Tommaso Fattori di Sì, Toscana a Sinistra (da non confondere – spiega Fattori – con Sinistra Italiana che ha appoggiato alle recenti elezioni Liberi e Uguali).

“Capisco fin troppo bene bene l’interesse di ACEA a convogliare a Chiusi, data la posizione geograficamente strategica, montagne di rifiuti e in particolare i fanghi di depurazione delle acque degli impianti che la multiutility gestisce in Toscana, Lazio e Umbria, capisco meno l’acritico semaforo verde concesso dal Sindaco ad un progetto sperimentale che in passato è stato bocciato dal Comune di Capannori proprio a causa degli impatti ambientali. Nè capisco come si possa procedere senza un preventivo coinvolgimento della popolazione locale”, afferma Fattori, che con la sua mozione chiede alla Regione di “avviare un confronto con Comune di Chiusi, cittadini, associazioni, esperti e la stessa Acea Ambiente” , chiedendo altresì alla Regione Toscana “di attivarsi, tramite gli organi competenti, quali Arpat ed Asl, per una rigorosa verifica dell’effettiva efficacia della tecnologia proposta”, escludendo impatti ambientali e sanitari.  “Non solo la popolazione deve essere subito coinvolta – prosegue Fattori – ma prima di procedere con il progetto ed autorizzare l’opera, ogni rischio ambientale e sanitario deve essere escluso”.

Quest’ultima però – va ricordato –  è anche la posizione espressa nel Consiglio Comunale di Chiusi dalle forze di maggioranza, favorevoli all’operazione: una volta presentato il progetto esecutivo, questo sarà vagliato nelle sedi e dagli organi competenti, appunto Asl e Arpat, e solo se non ci saranno rischi o criticità ambientali e sanitarie verrà approvato. Così ha sempre detto il sindaco Bettollini.

Il consigliere di Sì-Toscana a Sinistra Fattori però pone anche delle domande sulla tecnologia proposta e soprattutto sul prodotto che uscirà dall’impianto Acea di Chiusi:

“Ad eccezione di un solo impianto esistente in Spagna, che però carbonizza solo bucce d’arancia, questa tecnologia verrebbe di fatto sperimentata a Chiusi, dove decine e decine di camion al giorno porterebbero i fanghi da almeno tre regioni e poi ripartirebbero con la merce prodotta. Ma la vera domanda di fondo – continua Fattori – riguarda la biolignite in quanto tale, ossia il carbone di scarsissima qualità che risulterebbe dal processo, e che non è chiaro se sia da classificare come rifiuto o come materia prima seconda. La qualità del prodotto finito dipende peraltro dalla materia utilizzata, in questo caso fanghi di depurazione, e dalla temperatura a cui si svolge la trasformazione. Ma ha davvero senso produrre carbone ‘di serie c’ nell’epoca in cui la sfida per il pianeta è quella di superare i combustibili fossili, inquinanti e climalteranti? Nell’epoca in cui le organizzazioni sanitarie internazionali chiedono di vietare l’utilizzo del carbone per la produzione di energia? Oltretutto, a proposito di impatti ambientali e sanitari, non è chiaro se le sostanze inquinanti presenti nei fanghi di depurazione rimarranno di fatto all’interno della biolignite, a causa delle basse temperature utilizzate, o se saranno emesse in atmosfera, tutte questioni che Arpat e Asl dovranno chiarire”.

Fattori parla di “innamoramento fuori tempo massimo per il carbone da parte di Acea, del sindaco di Chiusi e dell’assessore regionale Fratoni” e intravede il rischio che per produrre la bio-lignite “si inneschi una bomba ecologica nel centro Italia”. Tra l’altro – continua Fattori – “Acea ha in mente di costruire a Chiusi anche un impianto per il recupero di materia dai rifiuti della depurazione dei fumi di combustione provenienti dai propri termovalorizzatori oltre che un impianto per la valorizzazione del compost proveniente dagli impianti di compostaggio di Acea Ambiente, mediante un processo di pellettizzazione e insaccamento”.

In realtà la questione dei fumi dei termovalorizzatori è stata smentita o ridimensionata dalla giunta chiusina che l’ha definita “una cosa che rientra nell’attività industriale di Acea, ma non è nel progetto per Chiusi”. Se sarà così o invece anche il trattamento dei fumi sarà in qualche modo inserito nel progetto esecutivo lo vedremo al momento in cui il progetto verrà ufficialmente presentato.  Intanto però, Fattori, al di là delle congetture sul tipo di tecnologia e sul prodotto, pone anche una questione di metodo è indica come “doveroso” l’avvio immediato di un “processo partecipativo e l’immediata attivazione di Asl e Arpat”.

Sostanzialmente l’intervento sulla questione da parte di Fattori sembra sostenere la posizione fin qui tenuta dai Podemos locali e certo non potrà essere ignorata dalla giunta Bettollini.

Però, se Arpat e Asl daranno il via libera, cadranno anche i dubbi sulla tecnologia, sulla bio-lignite e sull’arrivo a Chiusi di tonnellate di fanghi da trattare?

E sul fatto che già oggi – e da tempo – un depuratore esiste e tratta più di 60 mila tonnellate all’anno di fanghi reflui oltre a liquami industriali e percolato di discarica con rischi evidenti e concreti e non solo potenziali, Toscana a Sinistra cosa ha da dire? Tra l’altro il complesso del Centro Carni, oggi demolito e l’area su cui sorgeva, ceduta il 31 gennaio in buona misura ad Acea, prima di passare nelle mani del Comune di Chiusi era di proprietà della Regione. La questione non deve essere passata del tutto inosservata nei palazzi fiorentini.

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