Rifiuti e appalti: l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Cantone chiede il commissariamento di SEI Toscana

L’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) presieduta dal magistrato Cantone, chiede il commissariamento per Sei Toscana, che si occupa della gestione integrata dei rifiuti a Siena e nell’Ato Toscana Sud. La richiesta è stata inoltrata al prefetto di Siena, a cui spetta la decisione. L’istanza è connessa all’inchiesta per turbativa d’asta e corruzione, condotta dalla procura fiorentina, per una gara da 3,5 miliardi di euro per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto.
“Qualunque sarà la risoluzione adottata dalla Autorità”, Sei Toscana, spiega la stessa società, è in grado di “garantire la continuità e la qualità dei servizi”. Sei Toscana “è pronta ad attendere con serenità la conclusione del procedimento e resta di primario interesse della società che venga fatta completa chiarezza” e “conferma fin da ora completa collaborazione”, assicurando “massima trasparenza e impegno”.
Come si ricorderà, l’inchiesta vede indagate figure di vertice della società e altri soggetti collegati, per i quali sono stati disposti arresti domiciliari o misure interdittive. L’ordinanza del Gip di Firenze è allegata all’istanza di commissariamento dell’Anac e da essa – rileva l’Autorità nazionale anticorruzione – emerge “con assoluta chiarezza un sistema illecito, volto a favorire il raggruppamento risultato aggiudicatario, attraverso accordi collusivi e illecite commistioni tra controllori e controllati”.
Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sono indagati Andrea Corti, direttore generale dell’Ato Toscana Sud, Fabrizio Vigni, presidente del Cda di Sei Toscana e di Siena Ambiente fino al marzo 2016, Eros Organni, direttore generale e amministratore delegato della Sei, Marco Buzzichelli, ad di Siena Ambiente e consigliere di Sei, e gli avvocati Valerio Menaldi e Tommaso D’Onza per le loro consulenze. L’ipotesi dei pm, che va a sostegno dell’istanza fatta ora dall’Anac, è che nelle procedure di gara siano state volutamente inserite clausole vessatorie per scoraggiare nuovi operatori e “favorire gli operatori economici, come Siena Ambiente, già ampiamente coinvolti nell’attività di recupero e smaltimento rifiuti”, scrive l’Autorità nel documento pubblicato on line e trasmesso anche alla Procura. E in effetti, scoraggiati proprio dalle clausole inserite, si tirarono indietro colossi come Hera e Iren.
Proprio a partire dai risultati dell’inchiesta, Anac sottolinea quindi “il modus operandi disinvolto e spregiudicato adottato dagli indagati” per turbare l’iter di gara ed arrivare a “una procedura ‘cucita su misura’ dell’impresa aggiudicataria, attraverso l’inserimento di clausole e oneri dissuasivi nei confronti degli eventuali concorrenti”.
Questo, rileva l’Authority guidata da Raffaele Cantone, “si è tradotto in una reiterata violazione dei principi cardine della trasparenza, imparzialità e correttezza, indispensabili per una buona amministrazione pubblica”. Ne esce “un quadro corruttivo” che “non presenta elementi di occasionalità e casualità, ma tratteggia un sistema illecito consolidato e ramificato”.
Nel corso del procedimento avviato dall’Anac, che è ovviamente distinto e parallelo a quello condotto dall’autorità giudiziaria, Sei Toscana ha presentato tra dicembre e gennaio memorie e controdeduzioni che l’Autorità ha analizzato. Ma queste documentazioni “sebbene puntuali e approfondite – specifica Anac – non appaiono sufficienti a inficiare le valutazioni alla base della richiesta di commissariamento”.
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Quindi da questo cosa ne deriva ? Sono curioso di quali possano essere le risposte dei lettori…..
il mio è pronto — mi auguro che finiscano in galera ,ma non solo quelli di 6 ma i politici che hanno appoggiato questo intrallazzo per far vincere 6 ,o forse perche dentro ci sono diversi” rifugiati” della politica e allora si fa di tutto per non toccare nulla!!!!
Caro Carlo, queste sono vicende che non registrano molti commenti. Come quelle che riguardano le banche. Molto più facile commentare sui gatti. O sui selfie di Bettollini…
La penso anch’io così. Il pesce puzza dalla testa ma anche le pinne, le lische e la coda.E le pinne le lische e la coda servono tutte a far muovere il pesce nella direzione di dove vuole la testa.Purtroppo siamo in italia e qualsiasi cosa succeda non ha mai fine….ed uno dei motivi è la memoria della gente,soprattutto quella che una volta s’incazzava per fatti del genere e che una volta aveva chi le spiegava i films che vedeva sulla corruzione.Oggi invece quel sentimento dura nemmeno lo spazio di un giorno, domani è un nuovo giorno, anche se poi alla fine le tasche è la gente stessa che se le fruga in maniera crescente nonostante i mugugni.Ma sono mugugni e finiscono lì.Tutta la ruota continua a girare come prima.Il vero dramma è la gente che è fatta così e che produce questo.Il resto è una conseguenza.
La notizia è stata ampiamente diffusa e commentata perché diffusa dai media a livello nazionale. Rappresenta la continuazione di un filone iniziato con gli arresti dei responsabili di SEI.
Lo so, anche su questa testata abbiamo parlato più volte dell’inchiesta e degli arresti precedenti… io mi riferivo ai commenti del lettori ai quali credo facesse riferimento anche Carlo Sacco.
Ciò che è scandaloso è che la Regione si è trincerata in un silenzio tombale sin dagli arresti.