Rifiuti e appalti: l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Cantone chiede il commissariamento di SEI Toscana

venerdì 10th, febbraio 2017 / 16:05
Rifiuti e appalti: l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Cantone chiede il commissariamento di SEI Toscana
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L’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) presieduta dal magistrato Cantone, chiede il commissariamento per Sei Toscana, che si occupa della gestione integrata dei rifiuti a Siena e nell’Ato Toscana Sud. La richiesta è stata inoltrata al prefetto di Siena, a cui spetta la decisione. L’istanza è connessa all’inchiesta per turbativa d’asta e corruzione, condotta dalla procura fiorentina, per una gara da 3,5 miliardi di euro per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto.
“Qualunque sarà la risoluzione adottata dalla Autorità”, Sei Toscana, spiega la stessa società, è in grado di “garantire la continuità e la qualità dei servizi”. Sei Toscana “è pronta ad attendere con serenità la conclusione del procedimento e resta di primario interesse della società che venga fatta completa chiarezza” e “conferma fin da ora completa collaborazione”, assicurando “massima trasparenza e impegno”.

Come si ricorderà, l’inchiesta vede indagate figure di vertice della società e altri soggetti collegati, per i quali sono stati disposti arresti domiciliari o misure interdittive.  L’ordinanza del Gip di Firenze è allegata all’istanza di commissariamento dell’Anac e da essa – rileva l’Autorità nazionale anticorruzione – emerge “con assoluta chiarezza un sistema illecito, volto a favorire il raggruppamento risultato aggiudicatario, attraverso accordi collusivi e illecite commistioni tra controllori e controllati”.

Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sono indagati Andrea Corti, direttore generale dell’Ato Toscana Sud, Fabrizio Vigni, presidente del Cda di Sei Toscana e di Siena Ambiente fino al marzo 2016, Eros Organni, direttore generale e amministratore delegato della Sei, Marco Buzzichelli, ad di Siena Ambiente e consigliere di Sei, e gli avvocati Valerio Menaldi e Tommaso D’Onza per le loro consulenze. L’ipotesi dei pm, che va a sostegno dell’istanza fatta ora dall’Anac, è che nelle procedure di gara siano state volutamente inserite clausole vessatorie per scoraggiare nuovi operatori e “favorire gli operatori economici, come Siena Ambiente, già ampiamente coinvolti nell’attività di recupero e smaltimento rifiuti”, scrive l’Autorità nel documento pubblicato on line e trasmesso anche alla Procura. E in effetti, scoraggiati proprio dalle clausole inserite, si tirarono indietro colossi come Hera e Iren.

Proprio a partire dai risultati dell’inchiesta, Anac sottolinea quindi “il modus operandi disinvolto e spregiudicato adottato dagli indagati” per turbare l’iter di gara ed arrivare a “una procedura ‘cucita su misura’ dell’impresa aggiudicataria, attraverso l’inserimento di clausole e oneri dissuasivi nei confronti degli eventuali concorrenti”.

Questo, rileva l’Authority guidata da Raffaele Cantone, “si è tradotto in una reiterata violazione dei principi cardine della trasparenza, imparzialità e correttezza, indispensabili per una buona amministrazione pubblica”. Ne esce “un quadro corruttivo” che “non presenta elementi di occasionalità e casualità, ma tratteggia un sistema illecito consolidato e ramificato”.

Nel corso del procedimento avviato dall’Anac, che è ovviamente distinto e parallelo a quello condotto dall’autorità giudiziaria, Sei Toscana ha presentato tra dicembre e gennaio memorie e controdeduzioni che l’Autorità ha analizzato. Ma queste documentazioni “sebbene puntuali e approfondite – specifica Anac – non appaiono sufficienti a inficiare le valutazioni alla base della richiesta di commissariamento”.

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