Fondazione Orizzonti: Bettollini sconfessa Scaramelli, ma il cumulo di cariche non a tutti piace…

CHIUSI – Come era prevedibile la dichiarazione di resa di Silva Pompili con l’annuncio della sua uscita dalla Fondazione Orizzonti, non per scadenza di mandato, ma per ragioni diciamo così politiche (la bocciatura alle elezioni vissuta come il venir meno di un clima di fiducia sulla sua figura), ha subito suscitato reazioni. Non tanto sulla scelta di Silva Pompili, che essendo scelta personale è poco sindacabile, quanto piuttosto sul rovescio della medaglia. Cioè sulla acquisizione della presidenza dell’ente culturale da parte del sindaco in prima persona. E’ stata la stessa presidente uscente, nel colloquiio da cui è poi scaturito l’articolo di Primapagina di 2 giorni fa, a dare per certo l’avvicendamento e il ritorno del Comune ad un ruolo diretto, al massimo livello, nella direzione della Fondazione. Al momento questo passaggio di consegne non potrebbe avvenire, in quanto per statuto il sindaco è incompatibile con cariche dirigenziali nella Fondazione, ma lo Statuto è già in via di modifica, proprio per consentire il nuovo scenario. Da qui all’approvazione del bilancio e quindi alle dimissioni ufficiali di Silva Pompili, presumibilmente metà febbraio, l’operazione sarà fattibile. Però non a tutti piace. Come non piace il cumulo di cariche nelle mani del sindaco. Nel caso specifico di Juri Bettollini.
Per esempio, Giorgio Cioncoloni, già capogruppo e leader della Primavera nella scorsa legislatura scrive: “Ormai tutto è diventato routine. Non c’è più la capacità di ragionare in maniera critica sui fatti perché l’assuefazione ha preso il sopravvento. Parafrasando Ende, il “Nulla” si sta impossessando della nostra società. In questa vicenda, nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro, vi sembra che tutto sia normale? Ma le varie incompatibilità valevano solo per Berlusconi? Si può essere insieme controllato e controllore? Si può chiedere contributi e contemporaneamente concederseli? Chi concede lavoro può andare a chiedere contributi a coloro che lo ricevono? Un popolo che perde la capacità di indignarsi è un popolo senza speranza!”. Dal che si deduce che Cioncoloni sia piuttosto indignato.
I 5 Stelle ricordano che la Fondazione si avvia al quarto cambio di presidenza in 4 anni, e che con questa vicenda “si vuol riconoscere che il Sindaco, quale soggetto poliedrico, può assumere qualsiasi funzione: deus ex machina, nel significato teatrale più antico, e comunque soggetto transitante dalla battuta al cinghiale alla battuta teatrale“… Non è chiaro per la verità se ai 5 Stelle la Fondazione va bene oppure no, se avrebbero preferito che Silva Pompili rimanesse al suo posto, né quali orizzonti hanno in mente loro per le attività culturali. Ma di sicuro non vedono di buon occhio la presa del timone da parte del sindaco. Questo sembra molto chiaro.
I Podemos non hanno preso posizione, ma nel loro programma elettorale scrivevano: “Ritorno dell’ente comunale come unico gestore e promotore delle attività culturali (assessorato alla cultura con collaborazione di commissione comunale)”. Il che, tradotto, voleva dire superamento della Fondazione e riassunzione di un ruolo più forte di indirizzo e gestione da parte del Comune.
Ora è evidente che la modifica allo statuto e l’assunzione della presidenza da parte del sindaco sono un passo indietro rispetto all’impostazione che inzialmente Scaramelli volle dare alla Fondazione. Torno sui miei passi, direbbe Celentano. E Bettolini sta, di fatto, sconfessando o quantomeno superando la linea precedente, quella della delega totale alla Fondazione circa la promozione e la gestione delle attività culturali.
Non è il superamento o l’abbandono definitivo della Fondazione, ma un ridimensionamento sì. Questo sembra evidente. E sembra anche un primo passo verso il suo superamento e un ritorno alla “gestione diretta” del teatro, dei festival e di tutto il resto da parte del Comune. Qualche motivo di soddisfazione i podemos potrebbero trovarcelo. Ma potebbe anche prevalere il timore per l’uomo solo al comando. Difficile che battano le mani.
Poi, che l’accentramento anche di questa carica nelle mani del sindaco possa apparire inappropriato, o eccessivo, ci può stare. Che la cosa possa generare qualche pasticcio, qualche confusione di ruoli, o conflitti di competenze non si può escludere. Il Comune attualmente figura come fondatore della Fondazione. E’ il sindaco che nomina i membri del Consiglio di indirizzo, il quale a sua volta nomina il presidente. Chiaro che nella situazione attuale Bettollini si troverebbe nominato da consiglieri che ha appena nominato lui… Un pasticcio, appunto. Ci sarebbe da indignarsi, come dice Cioncoloni.
Dovranno dunque stare attenti il Comune e il Consiglio della Fondazione nell’apportare modifiche allo Statuto. I pasticci o la troppa disinvoltura possono fare brutti scherzi e non servono a nessuno. Lo abbiamo già scritto: al momento gli orizzonti non sono del tutto chiari, ma sarà bene che lo siano, perché la Fondazione ha in mano un settore strategico per la città e spende una discreta fetta del bilancio comunale. Soldi di tutti.
E’ vero che molte fondazioni culturali hanno il sindaco della città come presidente. Ma discutere sulla opportunità o meno che a Chiusi sia proprio il sindaco ad assumere la presidenza non è reato, è legittimo e giusto farlo. C’è anche chi si preoccupa per il povero Bettollini, domandandosi dove potrà trovare il tempo per fare tutto (“è uno stakanovista, ma la giornata è fatta di 24 ore…” ha scritto un lettore).
Diciamolo: se le dimissioni di Silva Pompili sono un segnale di resa, la ratifica di una sconfitta, anche il fatto che sia il sindaco in prima persona a prendere in mano le redini dell’ente non è un segnale di forza e di sicurezza. Al contrario è un sintomo di una Amministrazione Comunale preoccupata di riprendere il controllo, una amministrazione che evidentemente intende riportare la politica, la supremazia della politica, anche in quelle stanze da cui l’aveva estromessa, quindi anche nella gestione delle attività e delle strutture culturali.
Per le stesse opposizioni- rimaste sempre fuori dalla Fondazione – sarà più semplice affrontare questi argomenti, nel bene e nel male, con il sindaco-presidente, che non con un presidente del tutto sganciato e autonomo. Chissà se nel nuovo statuto è previsto anche un maggiore spazio anche per loro. Se direzione politica deve essere, non sarebbe male se fosse la più rappresentativa possibile.
m.l.
Non mi sembra che sia una ”sconfessione di Scaramelli” come dici tu. La verità è che ci si muove nel mare, o mi si passi la definizione, ” nella brodaglia” che ha descritto bene Cioncoloni al riguardo in maniera molto realistica.Questi purtroppo navigano a vista e le interpretazioni che fornisci della sconfessione non hanno nessun senso perchè non esistono. Tu tenti di allontanare come dici tu ed hai sempre detto ”il povero Bettollini” da Scaramelli ma Bettollini-come ho sempre detto io- è legato a quattro mano a Scaramelli ed alla sua corrente perchè ha condiviso tutto, anche di fronte al paese, se non altro per la continuità che ha assicurato a quella gestione.Nessuno sconfessa nessuno quindi, perchè è stata attivata una procedura che alla fine porta a questo.E’ nelle cose, e fino a quando tali cose si possono riparare in qualche modo si fa finta che vengano riparate, ma se si rompe un pezzo la macchina si ferma.Ho, per quanto mi riguarda-ma il mio pensiero vale come il due a briscola-salutato favorevolmente l’assunzione della gestione nelle mani del sindaco proprio perchè auspico che debba essere l’ente pubblico tramite i suoi rappresentanti politici in giunta a gestire la programmazione e gli aspetti che riguardano la cultura, sennò chi hanno eletto i cittadini ?Hanno delegato ad un colore politico la guida poi questo rifiuta di prendersi gli incarichi che competono, delegando a loro volta ? Posseggono tali caratteristiche individuali e culturali per portare avanti tale lavoro tali delegati ai dicasteri ? Ok, ed allora si rimbocchino le maniche od è troppo difficile? Se viene giudicato troppo difficile vuol dire che occupano posti non all’altezza del loro mandato.Le cose non sono tante ma poche alla fine? Si tratta di una investitura popolare e dell’uso di un quantitativo di istanze tramite il voto non indifferente visto il distacco degli altri partiti. Adesso dimostrino che sono all’altezza, altrimenti lascino.Questa è per me trasparenza e non” incischiare continuamente nel vangato ”e rimestare le condizioni. Spero solo che il nuovo Statuto sia più chiaro, conciso e ripartisca i campi con chiarezza.E le opposizioni fanno bene a ribattere tale condizione,e forse sono anche in ritardo, perchè spesso si fanno sentire quando il bubbone scoppia.Comunque in tutti i casi il succo di ciò che ha detto Cioncoloni sono parole da scrivere sui pietra secondo me e se non si parte da quell’assunto si continuerà a navigare a vista, nonostante ci siano all’intorno una serie di persone che fanno come i juke box, ci si infila la monetina e cantano alleluja….ma fanno parte del parco buoi.Ed il ” Buon Bettollini”-come lo definisci tu Marco- questo dovrebbe saperlo.
Spero che la sua nuova posizione rispetto a questa faccenda non riguardi solo una fase transitoria ma che sia il prodromo ad un ritorno in campo di un fatto ” pubblico” gestito con le proprie forze,senza interventi e senza deleghe e/o scorciatoie.Anche quì parafrasando il Divino Poeta su ciò che ha scritto nel canto secondo dell’Inferno quando invoca e dice ”QUI SI PARRA’ TUA NOBILITATE”, mi riuscirebbe non facile ad immaginare la coniugazione dei ”wild pigs e la cultura”, ed infatti Dante rivolto a Virgilio : ” Io cominciai, poeta che mi guidi,guarda la mia virtù s’ellè possente,prima che all’alto passo tu mi fidi….”. Sbaglierò, ma credo che la cosa si concluda col ritorno di ognuno alla ”magion sua”. Dare tempo al tempo ed avere buona memoria…ma è sempre più difficile conservarla.
La Fondazione voluta e impostata da Scaramelli era una cosa, quella che si profila, con una presidenza del sindaco (casualmente Bettolini, ma anche il prossimo e quello dopo…), è un’altra, opposta per concezione e struttura. Viene a modificarsi il rapporto fodazione-Comune, diminuisce per forza di cose l’autonomia direzionale e di indirizzo della Fondazione. Il Comune dopo aver delegato tutto alla Fondazione, riacquista peso e ruolo. Formalmente almeno. Se poi Bettolini non lo farà, è un altro discorso. Lo vedremo. Per ora le dimissioni di Silva Pompili (ancora non ufficiali, ma certe) e l’ipotesi in costruzione di una presidenza affidata al sindaco (non alla persona Bettollini) sono una sconfessione della linea Scaramelli. Questo mi pare evidente. Ognuno può fare le congetture che vuole, ma le cose, Carlo, vanno lette per quelle che sono. Al momento stanno così. Naturalmente si può discutere se tutto ciò sia opportuno o meno, se sia giusto che il sindaco tenga anche il timone della Fondazione, se questo serve a concentrare potere o a riacquistare spazi decisionali da parte dell’ente pubblico, ma questo attiene ella politica. Io racconto e analizzo i fatti, le dichiarazioni, i commenti. I fatti dicono che Scaramelli è andato in una direzione, Bettollini sta andando in un’altra (magari non se n’è accorto, ma è così. E francamente non credo che non se ne sia accorto). Tra l’altro Silva Pompili, con le dimissioni, a causa della bocciatura alle elezioni, finisce per dare ragione alle opposizioni e per confermare quanto asserito per esempio dai podemos nella prima seduta del nuovo consiglio comunale, quando posero al Pd la questione Fondazione, dopo la mancata elezione di Silva Pompili e Arianna Fè… Tutta questa storia segna una sconfitta, un passo indietro del Pd. Dovresti esserne contento…
Consiglio, a chi vuol partecipare al dibattito in questione, di leggersi prima lo statuto della Fondazione e la delibera del consiglio comunale con cui è stata istituita.
Si capirebbe allora che la politica non era stata estromessa ma ampiamente prevista. Il Consiglio di Indirizzo, infatti, doveva essere l’organismo di raccordo tra il Consiglio Comunale e la Fondazione. Se il raccordo non c’è stato non è certo colpa dello statuto ma dell’inadeguatezza dei nominati, di stretta competenza del sindaco, ai quali, forse, non è mai stato spiegato il ruolo che avrebbero dovuto ricoprire tanto che non sono mai stati presenti, nemmeno a quei pochi consigli comunali in cui si è parlato dell’attività della Fondazione.
Gli stessi sindaci hanno sempre avuto un rapporto diretto e privilegiato con i presidenti, tagliando fuori i consiglieri, da loro stessi nominati e da loro stessi disconosciuti.
Il problema, caro Marco, è che la supremazia della politica non fa parte della cultura di questi amministratori che accusano le opposizioni di “antipolitica” quando invece i veri “antipolitici” sono loro. Basti pensare alle dichiarazioni, spesso fatte durante le sedute, che la politica deve essere tenuta fuori dal consiglio comunale, per sua natura, invece, massimo organo politico del Comune.
La supremazia della politica si basa sull’importanza del confronto e del dibattito, termini a Chiusi ormai sconosciuti, se non in occasioni secondarie, in cui vengono utilizzati strumentalmente solo per rafforzare la propaganda di regime, tipo la farsa delle cosiddette “conferenze programmatiche della cultura”. Dall’inizio a oggi, quanti incontri pubblici sulla Fondazione Orizzonti ci sono stati, nonostante tutti i problemi emersi?
La presidenza della Fondazione assunta dal sindaco, seppur legittima e a prescindere dal giudizio sulla capacità o meno di svolgerla, sarebbe il colpo di grazia alle residue speranze di crescita partecipata di questo paese, ormai in fin di vita, perché significherebbe la definitiva ammissione della mancanza di una classe dirigente all’altezza della situazione.
Non è accentrando i poteri che si risolvono i problemi, bensì delegandoli in modo da cercare la massima partecipazione possibile di tutte le “vere” competenze e non di quelle “interessate” perché a Chiusi ancora esistono, basta avere il coraggio di cercarle e soprattutto valorizzarle.
Io sarò contento come dici te se questo passo sarà foriero di un rafforzamento dell’intervento pubblico-ma ristrutturato e di nuova concezione-sulla gestione delle attività culturali. Solo questo dico.Che si analizzino le motivazioni per le quali si arrivò anche alla defezione di Rossella Rosati ed adesso anche quelle della Sig.ra Pompili. Se questo invece sia una assunzione momentanea di responsabilità di gestione in attesa di future destinazioni invece è un altro paio di maniche e se così fosse appare come un momento strategicamente utilizzato per chi guida il comune, che come dici te ”il povero Bettollini”–parole tue- non sappia da quale parte rifarsi. Io spero che non sia così ma spero invece che nell’assunzione di tali prerogative si addivenga ad un affidamento agli organi rappresentativi della politica e non ad un ente staccato e delegato da questa a fare e trattare. Contare sulle proprie forze è un elemento essenziale, senza permettere ad alcuno la penetrazione del cuneo, che tanto ricorda il celebre disegno del ” potere sovietico che entra nel mondo”..L’ho anche scritto tenendo presente scherzosamente Dante Alighieri:”qui si parrà tua nobilitate”. Ed era rivolto proprio a Bettollini,spero lo si sia capito.Non c’è altro. Ma se così non fosse e sia un momento in attesa di altro, almeno i cittadini di Chiusi-ma ne dubito-sapranno a chi addossare la responsabilità diretta.Perchè delle matasse il bandolo va trovato e che debba apparire semplice agli occhi dei cittadini,senza interferenza alcuna, nemmeno di chi talvolta sponsorizza.Parlo chiaro oppure no ? Non se ne esce Marco se si affrontano i problemi guardando sempre allo stesso fine.Il mezzo non è la Fondazione perchè siamo a Chiusi e non a Firenze, Milano, Venezia. Non evitiamo di non considerare e di sorvolare l’impegno obbligatorio e dovuto e non delegato ad altri del comparto pubblico tramite i suoi raprresentanti eletti, sennò si evitano i problemi che poi si ripresentano dopo e durante.E’ inevitabile.
Anche a Chiusi la politica culturale e la gestione operativa della stessa e delle strutture è stata affidata e delegata totalmente alla Fondazione dal 2012. La politica forse doveva controllare e indirizzare, ma non lo ha fatto. Così come la Fondazione non ha colto se non in minima parte (come ho già scritto) i risultati che si prefiggeva in termini di aggregazione e coinvolgimeno di esperienze, sensibilità e capitali… E se molti hanno gettato la spugna prima della fine del proprio mandato tra i dirigenti della Fondazione è dipeso anche da questo o dalla scarsa possibilità di incidere nelle scelte. Non so se il “cambio di manico” con Bettolini (o meglio, il sindaco, chiunque sia) alla presidenza determinerà anche un cambio di rotta, una maggiore partecipazione e condivisione… Di sicuro, però è un cambio di rotta. Un ripensamento rispetto a quanto detto e fatto fino ad ora. Rispetto all’impostazione iniziale, che non ha dato i frutti sperati. Una ammissione implicita di fallimento di quella impostazione, anche se nessuno lo dirà… Non può essere letto diversamente. O almeno io da osservatore non posso dare una lettura diversa. Potrebbe essere anche un primo passo verso il superamento della Fondazione. Ad oggi non è chiaro se sia questa l’intenzione ultima… Quello sui programmi, le cose da fare e quelle da non fare, sulle scelte culturali insomma, è tema successivo, da affrontare con il nuovo management. Quindi anche con Bettollini timoniere. Certo che molto dipenderà da lui, certo che lì si parrà la sua nobilitate… Io non mi aspetto che faccia anche il manager teatrale e il direttore artistico, mi basterebbe che riaprisse il confronto, che ascoltasse, che tenesse presenti le risorse e i gacimenti locali, che si adoperasse per valirizzarle e per colmare alcune lacune evidenti della situazione attuale sul terreno delle strutture pubbliche ad uso culturale… Capisco che si possa pensare che non ne abbia la capacità e soprattutto la voglia (volontà politica), vista la politica pregressa. Ma chi glielo fa fare, allora, di metterci la faccia in prima persona, prefigurando un assetto anche per chi verrà dopo di lui?
Quello dell’assenza dei nominati e della relazione diretta fra il sindaco ed i vertici è indicativo di come sia intesa la politica e di come la stessa si ritrovi alla fine a dover gestire un meccanismo da lei creato senza però far scorrere le cose come sarebbe nel dovuto.E questo-fermandosi solo qui- è un indice della consistenza dei referenti ma anche delle menti che determinano tutto questo.In tal senso la continuità di un Bettollini con Scaramelli si comprende ed è un Bettollini a cui il giocattolo scoppia nelle mano,e dire che Bettollini prende le distanze da Scaramelli è puro fumo.Perchè si copre il fumo quando il fumo esce dalla casa,ma chi ha prodotto il fumo sono le idee di questa gente che adesso ancora vorrebbe decidere ed il tragico è che ha i numeri per decidere poichè di fronte ad un paese silenzioso e non più avvezzo ai giudizi, esiste una dose di menefreghismo tale che può essere ammesso e verificarsi come sempre tutto ed il contrario di tutto senza destare un minimo mugugno.Questa è diciamolo pure- la politica che è stata impostata perchè se le cose funzionano così ci si dovrebbe vergognare sia di chi ha posto nell’urna la propria scheda sia del seguito, e soprattutto di coloro che nella compagine che amministra hanno sempre visto le cose che passavano vicino ma non hanno mai alzato il ditino ” per dire io la penso così”.E questi sono i risultati.Cittadini di Chiusi prendeteveli voi questi risultati perchè questa cosa l’avete prodotta voi essendo sordi a quanto vi passava vicino ed a non tener minimamente conto dei problemi che ha evocato Cioncoloni. Perchè quelli lì sono i veri problemi, oltre a quelli della presenza di una pletora di automi.Così si serve il sistema e di questo si alimenta.Come ho già detto io spero che cambi ma mi rendo conto che le possibilità sono proprio poche, perchè se le persone hanno partorito questo, a Chiusi c’è da considerare anche il detto che ci ritroveremo nel Botusso…..e gli scalini per andarci a finire ci sono già,solo che per scenderci ci sono gli scalini, per risalire da dove finisce la discesa c’è una montagna di fango e mota scivolosa che ad ogni passo invalida i passi che si sono fatti procedendo: un passo avanti e due indietro.La storia è vecchia.
Carlo, lo statuto lo stanno cambiando, proprio per evitare i “pasticci” (anche perché attualmente, come è scritto nell’articolo, non sarebbe possibile la nomina del sindaco a presidente). Stiamo discutendo di una cosa già superata dai fatti. O quantomeno dalla volontà politica della maggioranza. Che ci piaccia o no… Le modifiche le dovrà approvare il Consiglio Comunale, lì se le opposizioni vorranno, potranno dare battaglia e dire la loro. Anche sull’opportunità che il sindaco diventi presidente della Fondazione. Ma se Bettollini & C. voranno andare avanti, andranno avanti. O meglio indietro.
Questo è quello che si può leggere nel programma elettorale dei 5Stelle di Chiusi.
Cultura:
Liquidazione della Fondazione Orizzonti. Avvio di una politica culturale che valorizzi le risorse del territorio e che sia economicamente commisurata alla nostra realtà. Gestione del teatro con una Commissione non retribuita. Spettacoli frequenti e distribuiti su tutto il territorio.
Più che fare il bene della città, tutta la fuffa di Chiusipromozione, è servita solo alla sopravvivenza politico-elettorale del Pd.
Coordinare i tanti piccoli eventi e feste paesane.
Censimento delle associazioni e valutazione attraverso progetti specifici. I finanziamenti comunali terranno conto dei progetti che ogni associazione presenterà e che verranno valutati in funzione dell’utilità alla collettività e agli scopi sociali.
Vanno tagliati i rapporti impropri che molte associazioni hanno con chi amministra il comune.
Quanto al sindaco che dovrebbe assumere la presidenza della Fondazione, nel penultimo Consiglio comunale (se ben ricordo) è stata abolita l’incompatibilità, con i voti contrari delle due opposizioni, tra la carica di amministratore comunale e Enti che vengono finanziati dal Comune.
Il fallimento della Fondazione, che è nei fatti, dipende secondo me da due questioni:
-non è uno strumento adeguato per le dimensioni di Chiusi
-è stato consegnato, com’era facile prevedere, agli amici fidati che, più che promuovere la cultura in ogni sua forma, hanno speso tanti soldi per compiacere chi li aveva nominati.
C’era e c’è bisogno a Chiusi di una politica culturale non di un carrozzone per piazzare gli amici.
Per questi uno spettacolo di livello, le rotoballe, o riuscire a portare gli omini degli orti e le donnine della coop ad un museo pari sono: occasioni per farsi un selfie.
Viviamo immersi nell’ignoranza che regna sovrana e incontrastata, altro che cultura.
E’ chiaro che la maggioranza è legittimata a prendere le proprie decisioni, così come i cittadini possono altrettanto legittimamente non essere d’accordo ed esprimere il proprio dissenso. Meglio sarebbe se lo potessero fare in un contesto di pubblico confronto che a Chiusi, purtroppo, sembra una prassi passata di moda.
In questo caso, però, non è una questione di legalità ma di opportunità politica. Il sindaco che assume la presidenza della Fondazione Orizzonti di fatto sfiducia la comunità culturale che lui stesso governa perché dichiara pubblicamente che non c’è nessuno al di fuori di sé che possa svolgere questo incarico.
Mi devo ripetere evidentemente. Ho detto che vedo favorevole che il sindaco evochi a se la Presidenza affinchè le iniziative possano essere ripartite nell’ambito della Giunta, e solo come fatto momentaneo e transizionale.Ed anche se siamo solo all’inizio io spero che si arrivi a questo. Punto. Domanda: ma lo statuto che deve essere adeguato e diversificato da quello vecchio dove il Sindaco non poteva assumere la carica di Presidente ed adesso se ne presenta uno nuovo che possa variare tale condizione, non sembra o non è una contraddizione nel merito in cui si adegua l’asticella a seconda delle possibilità che ha il saltatore di superarla ? Ma gli statuti una volta non erano partoriti non tenendo presente le funzioni dei partiti o quanto fosse meglio a quest’ultimi mentre erano invece partoriti da tutti tenendo conto dell’utilità che veniva alla popolazione nel suo complesso? Adesso si partoriscono ad uso e misura di chi ha la maggioranza e secondo i momenti ? Vorrei capire….e sono curioso veramente come andrà a finire questa storia. Di sicuro c’è solo che la figura del Sindaco e quella del Presidente possano coincidere con la stessa persona non mi sembrerebbe una scelta ad hoc tranne che se fosse solo per un passaggio per raggiungere gli scopi di responsabilità pubblica e politica di cui parlavo all’inizio negli altri miei interventi e che ritengo utile e magari si fosse fatta ancor prima….Ma che tutto questo dovrebbe essere prodotto alla svelta però.In caso contrario purtroppo prendo atto che la cultura non possa aspettare, la gente purtroppo si.
Concordo con quanto scrive Fiorani.
p.s.
se il Sindaco di una grande città può presiedere (vedi anche: ha il tempo di presiedere) una Fondazione lirica, lo può fare anche il Sindaco di Chiusi