Clochard, migranti, profughi e… “paperoni”. Il gelo e le stazioni non riscaldate. Il mondo all’incontrario

martedì 17th, gennaio 2017 / 16:14
Clochard, migranti, profughi e… “paperoni”. Il gelo e le stazioni non riscaldate. Il mondo all’incontrario
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Due anni fa, il 14 dicembre 2014, un giovane clochard sulla trentina fu trovato morto nell’atrio della stazione di Chiusi, alle 6 di mattina… Probabilmente si trattava di uno dei tanti senza fissa dimora che sbarcano dai treni, magari perché senza biglietto, e cercano riparo e un po’ di calore proprio nelle stazioni ferroviarie. Morì probabilmente per un malore, non di freddo. Perché faceva freddo, ma non come adesso, quella mattina…  L’episodio mi è tornato in mente ieri sera quando ho visto almeno 3 persone verso le 23,00 cercare riparo nell’atrio della stazione e attrezzarsi in qualche maniera per passare la notte. Solo che la stazione di Chiusi, come altre stazioni, non è riscaldata. Un tempo lo era. Adesso non più. “I termosifoni sono stati rimossi durante l’ultimo restyling. cinque-6 anni fa…” mi dice un tassista, indicando le pareti spoglie.

Ecco, è vero che la stazione è ormai sguarnita di servizi, l’edicola e la tabaccheria sono chiuse, che di notte di treni ne fermano pochi (l’ultimo arriva a mezzanotte e il primo riparte verso le 4,00), ma qualche viaggiatore potrebbe aver bisogno di aspettare proprio quello che parte prima dell’alba o i treni che partono tra le 5 e le 6. Normale che l’atrio non sia riscaldato, né di notte né di giorno? Le Fs dovranno pure risparmiare e il risparmio ha le sue leggi, ma questa situazione mi sembra quantomeno discutibile. E adesso che sono in corso opere per circa 7 milioni di euro per adeguare i marciapiedi, le pensiline, gli ascensori e per fare un altro restyling interno, forse varrebbe la pena di pensarci. Anche per quelle persone che non hanno altro riparo in giornate e nottate terribili come quelle di questo gennaio… clochard-stazione

Probabilmente, oltre al risparmio, la scelta di chiudere o eliminare il riscaldamento della stazione (delle stazioni) rispondeva e risponde anche alla volontà di evitare che qualcuno vi cerchi rifugio… Se così fosse non sarebbe buon segno. Anzi sarebbe il segno tangibile di un paese imbarbarito, sempre più chiuso e meno solidale.

Del resto però siamo in Italia, e siamo in Europa. Immagini come quelle del capannone si Sesto Fiorentino dove è morto un migrante qualche giorno fa, o come quelle di Belgrado e dei confini balcanici, con i profughi in fila, in ciabatte, coperti alla meglio in mezzo alla tormenta, si commentano da sole. Sono immagini che richiamano i campi di concentramento di Auschwiz e Dachau, e oggi, nel 2017 non sono sopportabili. Poi apri il giornale o ascolti un qualsiasi Tg e ti trovi davanti la notizia che 8 persone, 8 “paperoni” super-miliardari detengono da soli la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) di metà della popolazione più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone. Lo scorso anno questi super-ricchi con metà del patrimonio mondiale erano 62 e nel 2010 388, segno che la concentrazione va accelerando. Che la forbice si allarga. E le mani che tengono i cordoni della borsa sempre di meno.

Anche questo non è buon segno. Al contrario è la prova provata della deriva imboccata da un capitalismo che non riesce più a trovare sistemi di perequazione, di distribuzione minimamente equa delle risorse e del reddito. Il fatto che uno dei motori del turbocapitalismo più sfrenato sia la Cina che ancora si definisce Repubblica Popolare (a guida comunista) non attenua, ma al contrario acuisce le contraddizioni del mondo globalizzato. I ‘compagni’ cinesi hanno scoperto anche il calcio e vengono a fare spesa in Europa offrendo contratti 10 volte più ricchi ai nostri già ricchissimi calciatori: tipo 10-12 milioni all’anno a giocatori che adesso ne guadagnano 1 e mezzo… (e 1 e mezzo non è certo poco). Belgrado

Tutto questo mentre si continua a morire affogati nel mediterraneo e nella vecchia stazione dismessa di Belgrado in migliaia rischiano di morire assiderati, in attesa di una coperta e un pasto caldo… Come ad Auschwiz.

Il Parlamento Europeo che  in queste ore decide chi sarà il nuovo presidente e tra i candidati ci sono nentepopodimenoche gli italiani Tajani del Ppe e Pittella del Pd (roba che solo a pensarla viene da ridere) osserva e non fa niente. Come il nostro governo che in 5 mesi non è riuscito a mandare le casette di legno ai terremotati costretti ancora nelle tende, con la neve alta e 10 gradi sotto zero…

Questo è un mondo all’incontrario. C’è chi dice un mondo di merda. Forse un mondo di merda all’incontrario.

m.l.

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