Chiusi, i Podemos sulle dimissioni di Silva Pompili dalla Fondazione Orizzonti: “un’esperienza giunta al capolinea”

venerdì 20th, gennaio 2017 / 16:06
Chiusi, i Podemos sulle dimissioni di Silva Pompili dalla Fondazione Orizzonti: “un’esperienza giunta al capolinea”
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CHIUSI – Sulle annunciate dimissioni della presidente della Fondazione Orizzonti Silva Pompili e la decisione del sindaco di assumere direttamente lui la presidenza dellìente culturale, previa modifica dello statuto, che al momento non lo consentirebbe, dopo i 5 Stelle e altre voci della politica locale (Cioncoloni) anche Possiamo Sinistra per Chiusi ha preso posizione. Per i podemos chiusini “le annunciate dimissioni del Presidente della Fondazione Orizzonti segnano il fallimento delle politiche culturali e promozionali operate dalla maggioranza che governa Chiusi. In quattro anni di attività della fondazione, Silva Pompili, è il terzo presidente che si dimette”, scrive Possiamo ricordando di aver “sempre sostenuto che la Fondazione è nata su presupposti sbagliati, con una decisione calata dall’alto, senza nessun coinvolgimento del tessuto cittadino, senza indirizzi e strategie chiare. In definitiva, l’Ente costituito nel 2012 ha preso il posto dell’Istituzione Teatro Mascagni solamente per meglio aggirare le difficoltà economiche di bilancio del comune e poter attrarre risorse private. Fin dall’inizio la Fondazione si è caratterizzata come un carrozzone dove inserire personaggi vicini all’allora Sindaco Scaramelli, e inclini ad assecondarne le direttive, prova ne sia che la prima presidente si è dimessa dopo pochissimo tempo dall’aver assunto l’incarico in quanto impossibilitata a svolgere in maniera autonoma il proprio ruolo. L’obiettivo di coniugare lo sviluppo culturale come volano della dinamica turistica, in modo tale da far crescere l’attrattività e la visibilità di Chiusi anche in termini di nuove opportunità di rilancio economico e dare attuazione così al progetto del sistema Chiusipromozione non si è mai realizzato“.

Sempre secondo i Podemos, “al di là dell’attività svolta dalla Fondazione, degli spettacoli proposti, del lavoro e dell’impegno di coloro che hanno diretto l’Ente, ciò che è mancato è una visione d’insieme e una strategia da parte dell’amministrazione comunale. Sono stati, inoltre, ristretti gli spazi di utilizzo di strutture vitali, come il Teatro Mascagni, imponendo il pagamento di cifre assurde per il suo utilizzo. In poco tempo sono stati accumulati ingenti debiti che tuttora gravano sul bilancio. In particolare durante il triennio di presidenza Rossi, con il colpevole silenzio e totale immobilità del Sindaco Scaramelli”.

Quanto alla presidente dimissionaria Possiamo afferma: “Silva Pompili, chiamata a presiedere l’ente dopo la disastrosa presidenza Rossi, è stata prima sottoposta al massacro elettorale delle scorse consultazioni comunali, dove è risultata clamorosamente non eletta, condividendo tra l’altro lo stesso destino con la funzionaria della fondazione Arianna Fè, dopodiché nonostante sia rimasta inspiegabilmente in carica è stata costretta alle dimissioni, nonostante avesse “dimenticato” la vicenda elettorale. Adesso bene sarebbe conoscere i dettagli sulle motivazioni che l’hanno portata a maturare questa scelta, quello che appare evidente comunque, al di là di quelle che saranno le motivazioni ufficiali, è la solitudine politica, amministrativa e personale in cui si è dovuta muovere in questi mesi. In ogni caso, come avevamo previsto, un’intera esperienza è giunta al capolinea“.

Sembrano invece non gradire, i Podemos, l’assunzione della presidenza della Fondazione da parte del Sindaco ritenendola una forzatura: “si nomina nel consiglio di indirizzo e poi si fa eleggere da coloro che egli stesso nomina nel Consiglio. Oltre al conflitto tra controllore e controllato, la scelta del sindaco si configura anche come un segno di sfiducia nei confronti dell’assessorato alla cultura rendendolo di fatto inutile e rafforzando la logica dell’uomo solo al comando. Ritenere che tutto questo sia un passo in avanti per riportare più vicino al comune la gestione e la promozione delle attività culturali -scrivono i Podemos – ci pare fuorviante. Ci sembra invece un passo fatto a caso per assenza di idee e proposte. Del resto gli stessi recenti pseudo Stati Generali della cultura sono stati l’ennesimo evento passato nell’anonimato della città, senza lasciare alcun segno tangibile di coinvolgimento e senza idee sulle quali progettare una visione compiuta di politiche per la crescita culturale e turistica. Ci avviamo, come ormai le amministrazioni degli ultimi anni ci hanno abituato, ad un pericoloso salto nel vuoto, sia per quanto riguarda la gestione della fondazione, che non può essere certo liquidata in poche settimane, sia per quanto riguarda la gestione nei prossimi anni di un settore fondamentale della vita di una comunità come è quello della cultura“.

Naturale che una forza di opposizione critichi il sindaco e ne contesti atti e progetti. Ma è ovvio che l’assunzione della presidenza della Fondazione non avverrà (e non potrebbe avvenire) con le attuali modalità di nomina. Lo Statuto verrà cambiato, è già in via di revisione e sarà il Consiglio Comunale a ratificare le modifiche. Così come è difficilmente contestabile il fatto che tale decisione (la presidenza al sindaco), non costituisca un ripensamento rispetto all’impostazione inziale della Fondazione, e quindi un ridimensionamento dell’autonomia dell’Ente, con una presenza più forte e più determinante del Comune negli indirizzi e nel controlo dell’attività della Fondazione. In campagna elettorale Possiamo aveva proposto – come abbiamo già ricordato in articoli precedenti –  “il ritorno dell’Ente Comunale come unico gestore e promotore delle attività culturali, attravreso l’assessorato alla cultura e una apposita commissione consiliare“. Sono ancora della stessa opinione? Dalla nota non si comprende. Ritengono che sarebbe stato più opportuno e proficuo un intervento diretto dell’assessorato alla cultura (attualmente Chiara Lanari) piuttosto che del sindaco? La posizione espressa nel programma elettorale sottintendeva un superamento della Fondazione. Adesso la posizione dei Podemos sembra un po’ diversa, anzi parlano di “salto nel vuoto”…

Al di là di queste prime prese di posizione, sarebbe a nostro avviso opportuno che le forze politiche tutte – l’unica, almeno tra le componenti consiliari, che non si è pronunciata sulla vicenda è il Pd e anche questo la dice lunga sulla consistenza politica della maggioranza che sostiene Bettollini- dicessero più chiaramente possibile se la Fondazione deve continuare ad esistere, come dovrebbe essere organizzata, chi dovrebbe nominare e con quali criteri i consiglieri ecc. Fin qui, invece  i 5 Stelle si son limitati a qualche battuta acida su Bettollini, Possiamo ha dato sì un giudizio sostanzialmente negativo sull’operazione Fondazione e sulla gestione delle attività culturali negli ultimi anni, salvando l’impegno di Silva Pompili, senza però entrare nel merito degli assetti e di come vorrebbe operare. E anche sulle modifiche statutarie sarà bene che le opposizioni dicano la loro, senza lasciare tutto nelle mani esclusive della giunta e della maggioranza. Ma soprattutto, al di là della Fondazione e dei regolamenti, sarebbe opportuna una discussione larga sulla politica culturale, quello cioè che doveva essere fatto nella due giorni di ottobre-novembre e invece non avvenne, o avvenne solo in parte. Minima.

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