A ognuno la sua Waterloo. Oggi tocca al tortellino emiliano

La crisi del Monte dei Paschi, con il salvataggio statale di questi giorni (ammesso che vada in porto senza scosse) è senza dubbio una specie Waterloo per la città di Siena, per la sua classe dirigente, per un “modello economico e culturale” fondato proprio sulla banca più antica del mondo e sulle sue prebende… Una debacle epocale, come la battaglia nella quale Napoleone fu sconfitto dal duca di Wellington e dal feldmaresciallo Von Blucher. Una sconfitta più bruciante per Siena e i senesi di quella subita a Scannagallo nel 1554 ad opera dei fiorentini e degli imperiali di Carlo V.
Ma l’Italia è un paese in cui le debacle epocali sono spesso dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Renzi che voleva stravincere il referendum e lo ha straperso (il termine è suo) e ne sa qualcosa anche la sindaca di Roma Virginia Raggi che alla fine ha dovuto raccomandarsi a due ex Ds (il vicesindaco Bergamo e l’assessore Berdini) per continuare a galleggiare tra avvisi di garanzie, dimissioni, abbandoni, faide interne al movimento 5 Stelle… Ma ci sono anche debacle epocali, vere e proprie Waterloo, che non ti aspetteresti mai, anche se qualche avvisaglia, a dire il vero e a guardar bene, si poteva pure intravvedere. L’Emilia Romagna, per esempio, è stata considerata per decenni la Regione più organizzata e meglio amministrata d’Italia, quella con più asili nido e capace di trasformare in business e in divertimentifici affollatissimi le spiagge più brutte della penisola. Poi però si è scoperto che in caso di terremoto le case e i capannoni crollano anche lì, perché magari erano costruiti mica tanto bene… E si scopre che la mafia è presente a Reggio Emilia, a Modena o nel bolognese, non molto meno che a Enna, a Caltanissetta o nell’hinterland milanese, che lì ce ne è sempre stata un bel po’… Ma è di oggi la notizia della Waterloo più epocale di tutte per l’Emilia Romagna. Il crollo di un mito, come quello del Monte dei Paschi a Siena: la Waterloo del tortellino. E dire Waterloo del tortellino durante le festività natalizie e a tre giorni dal cenone di San Silvestro è come dire che la battaglia è finita senza prigionieri. Una ecatombe, che la battaglia di Montaperti fu Disney a confronto, per dirla con una frase celebre di Gino e Michele… La notizia è questa: sequestrate dai Nas dei Carabinieri 17 tonnellate di impasti di carne e formaggio per il ripieno di tortellini e cappelletti, per un importo di circa 400 mila euro, 15 aziende denunciate per irregolarità gravi, due aziende sospese e un deposito di alimentari chiuso perché abusivo, 6 imprenditori denunciati per gravi carenze igienico sanitarie dei loro laboratori, 17 sanzioni amministrative spiccate per un importo di 23 mila euro. Il tutto in seguito ad una azione di controllo nelle province d Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Come quando si scoprì che alcune aziende vinicole senesi spacciavano per Brunello di Montalcino un vinello rosso molto più dozzinale…
Quando anche prodotti simbolo finiscono nel tritacarne della contraffazione, del mancato rispetto delle norme igienico sanitarie, dei disciplinari di produzione, vuol dire che siamo alla frutta (sperando che non sia andata a male pure quella). Significa che anche al tanto decantato Made in Italy va fatta la tara. In sostanza, vicende come quella della Waterloo del tortellino ci dicono che il Bel Paese è solo… un formaggio.
m.l.
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