LA SECONDA CONFERENZA SU ARTE E CULTURA, UN’OCCASIONE SPRECATA. E SE LI FACESSIMO DAVVERO GLI STATI GENERALI?

CHIUSI – Come temevamo la seconda delle due Conferenze Programmatiche su arte, cultura e turismo è stata solo una passerella. Dopo la prima giornata tenutasi l 15 ottobre, nella quale si registrò un confronto utile su varie tematiche, ci eravamo un po’ illusi che potessero uscire anche delle idee e delle proposte più compiute. Non è successo. Certo, anche nella seconda giornata (articolata su due sessioni, una sabato 12 e una domenica 13) sono stati forniti spunti interessanti e contributi tecnici, di esperti che potranno tornare senz’altro utili e ci auguriamo che l’Amministrazione li tenga presenti. Ma il confronto vero, quello che auspicavamo quando 4 anni fa proponemmo gli “Stati generali della cultura” non c’è stato. E non c’è stato perché nella seconda conferenza è mancato del tutto il tessuto culturale locale. Degli artisti, dei musicisti, dei teatranti, dei ricercatori, degli scrittori che pure costituiscono un patrimonio reale, concreto e piuttosto vivace si è visto ben poco. Più che altro si son sentiti saluti, ringraziamenti e qualche “comparsata” ad uso politico e diciamolo pure di propaganda. Per carità, avere l’attenzione del presidente del Consiglio regionale, di operatori importanti non fa male. Così come è sempre un arricchimento poter ascoltare in diretta i protagonisti di alcune esperienze più o meno pilota… Ma il carnet della due giorni di sabato e domenica scorsa era talmente fitto e zeppo di nomi e di situazioni che ognuna ne è uscita diluita, quasi impalpabile… Ha prevalso, evidentemente, la linea del “vedi quanto siamo bravi?” in un potpourri in cui è risultato difficile distinguere gli esempi veri da seguire o studiare dalla fuffa… La solita fuffa piena di termini anglofoni, ma vuota come una campana. Peccato.
Diciamo che non è stato tutto tempo perso, ma quello che ci aspettavamo era altro.
Avremmo voluto assistere ad un confronto vero, serrato, tra gli addetti, il tessuto culturale locale, l’amministrazione e la cittadinanza, sulla qualità e le modalità di alcuni eventi come il festival Orizzonti, per esempio, e invece il tutto si è risolto con la “toccata e fuga” del direttore artistico Andrea Cigni, stavolta presente, ma per pochi minuti, nei quali ha difeso (giustamente) il festival, la qualità delle proposte e ha duramente criticato i “criticoni”, quelli che si lamentano per le spese eccessive o per la chiusura della piazza quando c’è l’opera lirica… Ha chiesto un impegno finanziario ancora più forte da parte del Comune, se possibile, e anche da parte delle imprese e dei privati… Perché “investire in cultura” è una scelta che paga, nel lungo periodo… Ma sui nodi venuti al pettine nei mesi scorsi, come il rapporto tra il festival e la stagione del Mascagni e l’humus teatrale locale, per esempio, ha volutamente sorvolato… Ed è finita lì…
Sarebbe stato interessante verificare che percezione ha la città del fermento “musicale”, quale è il giudizio sulle band giovanili e non solo presenti in loco… Sarebbe stato interessante sentire il punto di vista di chi il teatro lo fa, di chi si dedica a insegnarlo, di chi scrive o chi mette su le scenografie.
Avremmo voluto vedere finalmente scindere quel binomio che è un equivoco tra cultura e “incoming”, tra cultura e turismo (perché la cultura non è solo veicolo per portare turisti e non si misura solo con le presenze negli alberghi e coi caffè che fanno i bar) e invece la seconda sessione ha accentuato l’equivoco e ha mischiato ancora di più le carte, facendo pendere la bilancia dalla parte dell’incoming, del turismo, dell’accoglienza, insomma del “richiamo”, del marketing, che è sicuramente necessario, anzi indispensabile, ma è cosa diversa dalla cultura intesa come elemento identitario e di crescita civile della città, che spesso è roba che costa e non si vede nell’immediato.
Sarebbe stato interessante vedere come alcune proposte uscite dalla prima giornata potrebbero trovare attuazione nei mesi e negli anni a venire… Niente, tutto è rimasto al punto di partenza. Per fortuna però, e questa è la cosa forse migliore di questi “stati generali mancati” la discussione e le proposte della prima giornata sono state “fissate” su carta e sono adesso scritte in un documento di 10 pagine, che circolava in sala e che sarà reperibile in Comune.
Indipendentemente dalla passerella di sabato e domenica scorsi, quella è una base non disprezzabile di ragionamento e da lì si può ripartire. Per esempio: una sala polivalente per musica live, prove, mostre, teatro e conferenze, allo Scalo si può fare oppure no? e come e dove? Oppure: una segnaletica che richiami le peculiarità della città e del territorio (tipo l’immagine del Perugino che campeggia nella rotonda tra Chiusi Scalo e Po’ Bandino in direzione Città della Pieve), in alcuni luoghi strategici è ipotizzabile e fattibile oppure no? E la Fondazione Orizzonti che fine farà? Che tipo di organismo sarà quello annunciato dal sindaco nella prima giornata?
Ecco, il Comune un po’ di carne al fuoco l’ha messa. Forse troppa. E in modo non del tutto proficuo, privilegiando la visibilità, le “buone conoscenze” e lo specchio mediatico per alcuni personaggi di cui si poteva fare anche a meno (magari venivano lo stesso anche se si parlava di caccia). Ha consentito che alcune questioni fossero gettate sul tavolo, ma non ha dato risposte se non molto interlocutorie. Qualche spunto lo ha comunque fornito. Poteva far meglio? certamente sì. Ma poteva anche non fare niente. Meglio poco che niente.
Le opposizioni hanno disertato l’appuntamento. Gran parte del “tessuto culturale locale” pure. Quest’ultima a nostro avviso è stata l’assenza più pesante.
In conclusione, che dire? che in larga misura è stata un’occasione sprecata. Ma una base di discussione c’è. Qualche orizzonte è più chiaro di prima. Secondo noi, però gli “Stati generali della cultura”, così come li avevamo ipotizzati, sarebbero ancora necessari. Le due conferenze comunali non hanno colmato la necessità.
Ci piacerebbe che adesso prendessero la parola quelli che fanno cultura sul campo. E a Chiusi non sono pochissime persone. Pensiamo a Gianni Poliziani, Francesco Storelli, Laura Fatini, Gabriele Valentini, Carlo Pasquini, Paolo Micciché, ai ragazzi dei Semi d’arte 2.0, a Fabrizio Nenci, Alex Marrocchi, a Mascia Massarelli, Claudia Morganti, Francesca Carnieri, Sara Bartoli e gli altri che fanno teatro con compagnie vecchie e nuove, a Roberto Fabietti e i musicisti della Filarmonica, a Stefano Giannotti, Gianluca Meconcelli, Igor Abbas, Giuseppe Leotta, Francesco Poggioni, Pier luca Cupelli, Roby Mencaglia, Giulia Trentini, Giovanni Ferretti, a Giorgio Cioncoloni e i Rivelati, ai Dudes, agli Yakamoz e alle altre band giovanili e non solo giovanili, ad Alessandro Sambucari, Giannetto Marchettini e gli altri animatori del Lars Rock fest, pensiamo agli artisti Guido Fei, Roberta Betti, Simone Nasorri, Romina Nenci, a Matteo Fuccelli e i Flashati, Carlo Sacco, Andrea Fuccelli, pensiamo a Maria Pace Ottieri e a chi ha scritto e scrive romanzi e con loro a chi opera in biblioteca, ai volontari del gruppo archeologico, agli storici, a chi danza, a chi studia e lavora ad applicazioni scientifiche, chi fa informazione.
Una bella discussione fuori dai denti, fuori dagli schemi e dall’ufficialità, su quello che c’è, su quello che si fa e come si fa… Non si tratta di fare i “contro stati generali”, ma di mettere un tassello, anzi un “tavolo” in più che nelle due conferenze comunali è mancato…
Ci vogliamo provare? Chi ci sta alzi la mano…
m.l.
Personalmente credo che a chiusi la situazione non sia più recuperabile. Meglio spendere energie altrove, in operazioni con prospettive migliori.
Secondo me, Francesco, a Chiusi, nonostante i tanti problemi e una situazione un po’ “incancrenita” che limita l’intercomunicazione tra i vari soggetti, c’è ancora una vitalità e un “parterre” di settore non riscontrabile negli altri paesi dei dintorni. O comunque non inferiore. Le persone che fanno teatro, musica, arte, quelle che scrivono, danzano, fotografano, organizzano eventi… sono decine. Ci sono esperienze di buon livello sia giovanili che tra i meno giovani. Continuo a pensare che un’occasione di confronto tra queste esperienze, tra queste persone, magari anche con altre dei dintorni, perché no, potrebbe essere una cosa importante. E utile. Soprattutto se fosse una discussione libera, aperta, fuori da ogni recinto istituzionale, sarebbe anche un contributo vero alle stesse istituzioni, utile a capire quale è il quadro, quali e quante sono le risorse in campo, quale è il livello di qualità e il radicamento nel territorio, quali progetti ci si potrebbero costruire sopra… Chiamarsi fuori, mettersi in esilio volontario, il che è certamente legittimo, mi sembra un errore politico. Pensaci…
Che non si debbano mai perdere le speranze sono d’accordo, ma l’errore politico, quello vero, è perseverare coinvolgendo chi ci amministra.Forse è da anni che non si è capito che Chiusi è un terreno asfittico alla cultura, non nel senso individuale dei suoi abitanti-quelli interessati e presi ad uno per uno- ma proprio a livello politico onnicomprensivo delle volontà politiche di chi ci amministra, della volontà comunque realizzata in ogni atto di beneficiare e di ruotare attorno agli stessi capisaldi da anni,amici degli amici,e caro Marco dimmi te che è già quasi due anni che ritorni su questo fatto con gli Stati Generali della Cultura,cosa hai ottenuto? Credi di mobilitare e di togliere la ruggine dal meccanismo quando soprattutto è LA CULTURA POLITICA CHE DIFETTA DI PRESENZA ? Te la ricordi la battuta di quando si vedeva passare qualcuno per la strada che non riscuoteva fiducia cosa si diceva quando eravamo ragazzi scherzando? :” A quello glielo cambieresti un assegno in seconda gira?” Ecco, io come altri non credo che glielo cambierei…. ….certo i conti li si deve fare con il materiale umano che esiste questo di sicuro, ma sebbene in Chiusi ci siano persone abili, bravi,pronti anche disinteressatamente a mettere a disposizione i loro talenti come dici te, è la guida di tali talenti che sia ”culturalmente” chè ”organizzativamente” difetta,ma ancor più ”POLITICAMENTE” e quanto ci è dato da vedere è un panorama di una povertà estrema su questi lati. Non dice nulla che vi siano persone chiamate dall’esterno per le rappresentazioni in piazza pagate quanto sta bene, la cultura è un altra cosa e non può soffermarsi a tali rappresentazioni che pur ci debbano essere ma deve fare i conti con la direzione Politica di tale cultura, o forse questo ancora non si è capito? Della cultura rappresentata a Chiusi e delle sue manifestazioni ma mi dici cosa è rimasto dentro alla gente? Cosa è rimasto dentro alla gente delle rappresentazioni di pur bravi attori come Storelli e Poliziani che sarebbero senza meno idonei a portare la loro creatività anche in Città più grandi come Milano e Roma ? Mi dici cosa è rimasto nella gente delle manifestazionie mostre dei flashati, che pur essendo giovani hanno uno spiccatissimo interesse per la fotografia ? Quando io critico la gente-e ti dico la verità quasi me ne vergogno di criticarla perchè sò benissimo che anch’io appartengo a quel ceto sociale, ho quella cultura addosso per la quale sento il bisogno di veicolare una cosa che possa nel mio campo di appartenenza e di interesse ,servire ad innalzare il livello di modi conoscenza e di critica non solo fotografica ma anche storica- perchè sò che alla gente serve questo, spesso sono riluttante ad impegnarmi-come ho fatto verso i Comuni limitrofi- per iniziative propostemi.Ho provato molto piacere a parlare alla gente che ho visto interessata quando ho realizzato quel poco di mostre fotografiche ed oggettistiche che ho fatto. A Chiusi non rimane nulla, è come l’acqua che cade sotto la doccia e non si ferma sul corpo e che va via, ed è il carattere di una povertà culturale nella quale la gente stessa ha vissuto per decenni ed è stata educata a fruire di quello che ha purtroppo, ma oggi il mondo è cambiato e oggi il risultato è questo: quello che NON ESISTE UN HUMUS CULTURALE RICETTIVO AL PUNTO DA RAPPRESENTARE UN MOLTIPLICATORE.Tu mi dirai ” si, è da costruire”, si ma il punto è non con certi elementi che siedono ai tavoli di queste due tentativi fatti(non mi far fare i nomi sennò si dice come si diceva una volta alla stazione :”chi è non lo dico ma stà davanti al guazzini” e davanti al guazzini non ci stavano in tanti, bene ? L’hai detto anche te che le idee uscite fuori sono prevalentemente quelle di rivilitarizzare il turismo e farlo servire questo come veicolo per fare soldi a qualche commerciante, agriturismo o ristorante. Certo che ci deve anche essere quello, ma quello è una conseguenza semmai, non lo scopo principale. Lo scopo principale è capire la natura di chi ci amministra,far vedere alla gente il loro fallimento, sperare di cambiare in qualche modo il futuro e la partecipazione della gente, che se non partecipa nulla cambia in Chiusi. Ma il terreno non deve essere questo che abbiamo visto, il terreno caro Marco deve essere quello POLITICO, PERCHE LA CULTURA SI FONDA PRIMA DI TUTTO SUL PRIMATO DELLA POLITICA, diversamente rimarrai sempre preda compressa da questa classe di politici che cercano spazio per loro stessi e che a parole dicono che interessi loro Chiusi ed i suoi destini futuri ma che in pratica razzolano bene per loro e più che altro sono impermeabili alle istanze che vengono dall’esterno e permeabili invece alle istanze di chi ha il portafoglio (hai capito o no?): cioè Chiusi di nome e di fatto.Un esempio banale ? Guarda la composizione della giunta di maggioranza ? L’hai sentito mai qualcuno che criticamente abbia mai avuto istanze di diversificazione verso la stessa maggioranza dove siede accanto ? Qualcuno che abbia mai alzato il ditino e detto:” No signori miei, io la penso così e così, diversamente da voi”. Nemmeno uno, da anni. E’ mai possibile questo che chiamerei prima ancora di ”servaggio” come IMBARBARIMENTO CULTURALE ? E’ mai possibile che in tutte le istanze affrontate sui problemi del paese non vi sia stato nessuno posto alla guida che abbia detto NO ? Leggono il compitino da casa e sono questi che vorrebbero veicolare la cultura? La cultura deve essere prima di tutto un bagaglio critico per il quale la persona debba rimanere libera, di pensiero e di azione, affrontare criticamente i problemi, le relazioni, i modi di rappresentare le istanze ricevute dalla gente nella casa comune.Imbarbarimento culturale della classe politica? Senza dubbio! Cosa vuoi sperare da questi, la cultura ? Se non cambia governo della Città non cambia nulla, le pere non possono dare limoni.Non lo dico io, lo pensano tutti o parecchi tutto questo, solo che quando si va al voto si ri-oca sempre lì e per dipiù la gente applaude. Ed alllora quando ho fatto il discorso che anche io mi ritengo e mi sento veicolatore nel mio piccolo degli interessi della gente perchè alla gente io appartengo e provengo da quel ceto, mi viene la scarlattina a pensare che nel passato ci siano state persone che hanno investito in quegli interessi in maniera disinteressata, aperta e leale, da ogni parte politica e che oggi la rappresentanza della gente che abbiamo ( che hanno per la vertà ) mandato a governare sia di tutt’altra schiatta.Schiatta bassa,ma non umile e pronta a recepire, ma velenosa, supponente e legata al mondo dei soldi, che organizzano giri, finanziamenti, cultura di quel tipo ed anche di un certo colore politico diciamolo francamente, perchè esistono anche in quel mondo ” i guardiani della rivoluzione”, i pasdaran che prendono ordine dagli ayatollah.Saltare tutto questo e non considerarlo un limite, inficia la cultura e la libertà mentale ma continua a dar spazio ai singoli individui per farli sentire all’altezza della situazione, loro e solo loro, dargli le prebendine in pratica.Ed è anche in questi che manca la cultura.Io se fossi loro non mi comporterei cosi, ma in tutt’altro modo.Loro credono che il loro compitino finisca lì. Finchè culturalmente non si libererà di tutto questo Chiusi non potrà ripartire, ma decadrà ancora sempre di più.Personalmente mi dispiace moltissimo ma non pretendo logicamente che tutto sia come io dico, ma credo proprio che in quello che ho detto vi sia una grande parte di verità, e siccome a Napoli dicono che ”o pesce fieta da a’ capa” allora se non si cambia verso per davvero e si rioca sempre lì quando si entra in cabina, non c’è scampo….altro che a fare gli Stati Generali della Cultura e dividere le peculiarità per tavoli….e cosa t’aspettavi qualcosa di diverso Marco? Ma te più di me sei stato e sei vissuto a Chiusi, è possibile che ancora intigni con questi stati generali e poi ti dispiaci che non hanno assunto una certa direzione, anzi fai i nomi di chi sarebbe da valorizzare, ma non vedi e prendi visualizzazione della trave ? O perlomeno, sai che c’è la trave perchè io penso che tu la veda ma che non lo dici o lo dici a metà,senza che il tuo pensiero possa smuovere qualcosa.Anche consapevolmente, perchè pensi che la stampa forse non debba dispiacere al potere ? Spero di no, che non sia così, ma ultimamente- e non dico questo perchè non mi dai ragione sui 5 Stelle – ma perchè gli elementi di giudizio quando vuoi tirarli fuori credo che non ti manchino.Ed allora come si fa? Te lo chiedo.E per favore non ritirarmi fuori il passato e Primapagina contro Ceccobao e che faceva le bucce al potere costituito, è vero questo, non lo nego ed è stato anche il fatto che io nel passato mi sia avvicinato al giornale e per questo lo abbia apprezzato. Oggi, mi sembra che sia cosa un po’ diversa. Naturalmente tutti possiamo prendere dei granchi od aragoste…. come vedi sono il solo forse fra tutta la marea di lettori che hai, che ti dice questo” corampopulo” proprio perchè ti ritengo persona utile a poter rappresentare una veicolazione al cambiamento, quello di cui si parlava prima e che secondo me è la cosa più importante, perchè è da lì che nasce un nuovo modo di pensare.E Chiusi ne ha veramente bisogno, ma occorre dirlo che quei tavoli e impostati in quel modo sono il frutto espletato della carenza che si vorrebbe combattere e vedere la ragione di questo CHE E’ TUTTA POLITICA PER PRIMA DI OGNI ALTRA,quindi proprio culturale ! Ti saluto e scusa lo sfogo, ma quando ”ce vò ce vò”.
Carlo, mi sa che non hai capito quello che ho scritto, o non hai letto… Chiusi è una città in declino sotto molti punti di vista, dal punto di vista culturale un po’ meno. Da questo punto di vista mi sembra tutt’altro che decaduta e decadente… Ci sonno eventi importanti che muovono qualche migliaio di persone e soprattutto c’è un sacco di gente che fa cose più che dignitose, alcune anche di qualità elevata. Magari quelle cose non trovano audience (o ne trovano poca) nelle istituzioni pubbliche e in quelle preposte, magari le istituzioni pensano e agiscono più per farsi propaganda, per trovare una propria visibilità che per valorizzare quelle cose… ma resta il fatto che quelle cose ci sono e le persone che le fanno sono parecchie, tante da riempire il Mascagni, se si fanno bene i conti. Non credo che Chianciano, Città della Pieve, Castiglione del Lago, Sinalunga o Torrita per dire, possano vantare un identico “parterre”. Sarteano e Montepulciano sono realtà vivaci in alcuni campi, meno in altri. Chiusi, forse per caso o forse per “lascito” del passato, sul piano musicale, teatrale, artistico, letterario, sembra avere oggettivamente qualcosa in più…Ed è questo ‘parterre’ che mi piacerebbe prendesse la parola e dicesse quello che pensa della situazione, sulle risorse, sulle prospettive… Indipendentemente da quello che dicono, pensano e fanno le istituzioni, indipendentemente dai soggetti dominanti o preposti… Questo è il succo della proposta contenuta nel finale dell’articolo, che poi è una proposta vecchia di 4 anni e mezzo. E che mi sembra opportuno rilanciare dopo il “nulla di fatto” o quasi delle Conferenze Programnmatiche organizzate dal Comune di Chiusi.
Anche tu mi sembra che abbia saltato il succo di quello che ho scritto. Io non ho scritto che a Chiusi manchino le persone che si appassionano e che siano portatrici di cultura, ho scritto che questa disgiunta all’iniziativa che sta dall’altra parte come referente,responsabile ed organizzatrice,quindi ”politica” nella sua accezione più preminente e cioè ”le istituzioni”, non si ha attui una corrispondenza ed un legame necessario per la valorizzazione. Se lo vuoi affrontare tale problema affrontiamolo ma non lo puoi saltare perchè è quello più preminente e vero.Perchè come dici te che viene fatto forse più per mettersi in mostra da parte delle istituzioni che per propria convinzione etica ,uno sfonda una porta aperta.Ed allora se è così, la partecipazione alle rappresentazioni a teatro che porti ad esempio -dove per altro non ho visto mai fiumi di gente-non sono sufficienti a far salire il termometro…Tu prendi i comuni circonvicini come esempio. Non annovero Montepulciano per ovvie ragioni che il paragone nemmeno si ponga, ma la struttura del paese poliziano è oggettivamente diversa e quindi viene valorizzato anche il retaggio storico, ma prendiamo Città della Pieve, anche con tutti i limiti che la cultura ultimamente ha assunto in tale paese. A Città della Pieve nel suo piccolo, esiste ed ha messo le radici permanenti una mobilitazione continua di gente e di abitanti e quindi di iniziative, che non solo si mettono insieme grazie ai terzieri, ma si mettono insieme grazie all’interesse che accomuna la gente a fare attività insieme, e come saprai ed avrai visto non c’è periodo dell’anno che non vi sia una mostra, una iniziativa, una struttura permanente per un percorso di visitazione di quanto possa essere il patrimonio del paese. Perchè tale differenza? Cos’è che stimola e favorisce tutto questo e che Chiusi non ha? Eppure se te lo ricordi 20-25 anni fà Città della Pieve-lo dico sempre in ogni occasione- era un borgo dimenticato da Dio, con gli emigrati che abitavano a Roma e che d’estate ritornavano al paese per l’aria buona, ma solo per quella.Una ventina o più di ”omini avvinazzati”-non lo dico in senso dispregiativo sia chiaro- che d’inverno facevano il giro delle poche bettole per farsi un grondino, ma più in là non si andava, quello era sostanzialmente ”il sociale” almeno quello che si percepiva venendo dall’esterno.Oggi, se pur non è quel giardino che era fino a pochissimi anni fa, è sempre una meta ambita,d’estate soprattutto dove c’è una animazione che Chiusi se la sogna, ma anche d’inverno. Quali sono le ragioni di tutto questo? Oppure non si possono dire?Una maggiore lungimiranza di chi l’ha amministrata e delle poche persone che hanno saputo veicolare la cultura ed il patrimonio contenuto, la risposta che ha dato il sociale come moltiplicatore. La crisi ha battuito forte in ogni settore questo lo si sà, per cui anche chi era in posizione svantaggiata fa ancora più fatica a sortirne, ma in cultura occorre investire, non spiccioli ma soldi seri. In cultura occorre trovare luoghi, spazi da poter valorizzare e non contare solo nei gruppi di interesse di natura associativa che pur ci debbano essere senz’altro, ma anche su persone preposte all’amministrazione di tutto questo, persone di spessore.Finchè c’è stato un Valerio Bittarello ad indirizzare e prospettare sono andati avanti, anche perchè i tempi erano favorevoli senz’altro, ma quando è venuta meno la sua partecipazione la cosa non è più proceduta come era prima.C’è un altra aria oggi alla Pieve, un aria più stantia, fatta di contrasti correntizi nella politica, che non sono mai mancati per la verità, ma oggi la cosa si è acuita e con la politica generale italiana di quel partito che regge le sorti,è più difficile che ritornino i tempi che erano, molto più difficile, anche perchè in un mondo cittadino a forte contenuto provincialistico, si attizzano i contrasti nella politica perchè lo si voglia o meno, sono diventati tutti preda di un mondo fatto di sormontazione, prevalenza, piccole o grosse rivalse e contrapposizioni.Questo è quello che ne esce. Anche Chiusi non è da meno sotto questo punto di vista e quindi anche le possibilità di uscire dall’imbraca ne risentono.Io credo- ma non per dare direzionalità che non sono all’altezza di dare- ma che in una tale situazione bisognerebbe contare su due aspetti fondamentali: La convinzione che se ne esca col tempo basandosi sul contare sulle proprie forze e dall’altra contare su una cospiqua presenza di investimenti pubblici.Tutti nelle istituzioni che ci guidano hanno dato il loro consenso all’impostazione che la giunta non da adesso ha avuto e che segna la ripartita sia la preminenza del mattone tanto per parlar chiaro, ma secondo il mio modesto pensiero codesta è una posizione ormai obsoleta e non da poco tempèo obsoleta.Ecco perchè intanto la maggioranza appare legata a codesto principio e non è questione di solo apparire, è anche questione proprio dell’attualità e di quello verso il quale si punti( guardiamo per esempio la questione Pania tanto per non andar lontano).Pensate che nel guaio di quella spesa gli oltre 4 milioni previsti in finale se fossero stati investiti in cultura avrebbero reso di meno, anche se c’è qualcuno che mi dirà che c’era bisogno dello stadio, io credo che vi possa essere sempre la presenza in ogni scelta che si possa chiamare oculata, la non dimenticanza della famosa ”scala dei bisogni”. Ho detto tutto con tale parola; tutto il resto si spiega da se, e non ci dovrebbero essere traccheggiamenti su chi vuole capire e chi non lo voglia.Forse l’investimento in cultura è più lento che in quello del mattone a rendere ritorno, ma le cose occorre guardarle in dirittura finale su quanto producono.Il mattone è per pochi comunque, la cultura è per la stragrande maggioranza della gente. So bene che coloro che non apprezzano tale argomento liquidino in quattro discorsi tutto questo,ma vorrei loro dire che fin’ora Chiusi ha proceduto sul terreno che dicevo e che ha portato a questo che abbiamo intorno, spesso comn uno sviluppo contrassegnato da chi aveva la borsa dei soldi, non tanto dall’imprenditoria locale,che è stata uniformata a tale circostanza.Benessere per pochi, poche aziende che hanno costruito, pochi privati ai quali è stata ventilata la possibilità di pagare di meno in tasse di costruzione(oggi vediamo tale provvedimento per esempio), impiego di forza lavorativa spesso scavallando gli obblighi di legge per qualcuno che ha fruito di altre circostanze come mano d’opera a nero od ha poggiato il proprio consenso politico sui benefici datigli dal Job Act, ma quando i benefici fiscali sono terminati si sono riposizionati sul terreno di prima, e lo vediamo con i numeri….quindi tutto questo non è smentibile.C’è un mondo da inventare ? E’ vero, è in gran parte da inventare, perchè non siamo la fabbrica dei sogni, ma una cosa è certa che far amministrare la cultura da questa classe politica che viene attaccata solo dai soliti noti e che dovrebbe essere attaccata da chi ne fa le spese(spese di ogni genere a cominciare da quello delle tasse sui servizi come vediamo sia quello della mondezza e come da tempo si denuncia ma non solo da quello ) e che invece rimane muto e non si mette mai indiscussione quale fazione politica abbia beneficiato col proprio voto,alla quale non viene mai chiesto il conto politico, questa storia alla fine produce tutto quello che vediamo.Il tema è :gli Stati Generali della Cultura dovrebbero essere fatti ed organizzati da liberi cittadini oppure sottostare al vaglio della politia organizzata da coloro che la indirizzano? La risposta neanche si pone. Gli strumenti per far questo ci sono e deve essere la gente che non ne può più di questa ”cappa” ad intervenire,parlarne e non nascondersi per propria utilità, perchè l’utlità che ne può conseguire è il contrario di quella che ha subìto fin’ora, il contrario dell’utilità che è in termini spiccioli il frugarsi in tasca continuamente e senza sosta.Il farsi spellare a suon di parole.Ma per far questo chi stà dall’altra parte e cioè le istituzioni che rappresentano tutti devono darsi un limite e lo devono fare e promuovere intelligentemente le iniziative,fuori dagli interessi di partito e dalla loro invadenza, capendo che senza metterci i soldi e senza fare le iniziative concordate non si va da nessuna parte.Bisognerebbe quindi cambiare il loro modo di essere, di pensare e di comportarsi. Forse troppe cose.Impossibili se non con un ricambio vero e controllato dalla gente mandata a governarci.Tutta teoria la mia? Non credo più di tanto.Talvolta le cose per farle basta volerle e rimettersi in discussione.I segnali su tale terreno sono importanti e spesso sono quelli di cui ha terrore la classe che governa, perchè per cercare di cambiar verso, alla fine quando vedono che il verso non cambia, capiscono che le loro pastoie politiche hanno portato al fallimento.Molti oltranzisti alla Casini si danno smisuratamente da fare perchè il PD viri ancora verso il centro destra, se ancora ce ne fosse bisogno perchè la cosa non appaia nella sua interezza attuale,ma questo è il sintomo della continua lotta che esiste fra chi vuole mantenere e chi vuole cambiare.Al di là di questo ci sono solo politiche ambigue, e quelle ambigue solitamente servono a chi voglia mantenere.E’ un giuoco sporco e quello che ancora è più sporco sono i mezzi che si usano e che formano i messaggi veicolati alla gente comune che comunque si creda è portata per sua natura e per ignoranza a farsi abbindolare perchè sottostà alle paure, alle incertezze, al fatto che se domani i governi attuali se ne andranno a casa, l’edificio comune crolli.Ed allora ditemi: è sinistra questa? Questa è sottocultura,ed è di un colore solo.Peggiore di quello che ha governato la prima repubblica, dove vi ricordo che purtroppo non sia stata la gente a dire basta, l’ha detto la Magistratura. Da qui la fotografia di quale qualità sia il paese di cui si parla.
Marco, io francamente capisco Francesco Storelli. Non so a quanti Stati Generali abbia partecipato tu ma secondo me, che ne ho fatti abbastanza per stufarmi, la formula già funziona poco di per se; figuriamoci se non viene preparata correttamente.
Se ti ostini a volerla proporre, parti almeno da un documento “quadro” in cui prefiguri tu un “orizzonte” e su quello chiedi interventi che siano concordanti o falsificatori o che rilancino le linee proposte con miglioramenti e/o alternative; interventi prima via blog e poi, ma solo alla fine, esposti in un incontro “live”. Non puoi chiamare a raccolta 50 “artisti”, sperando che dal loro confronto possa nascere qualcosa di buono. Ai tavoli a cui ho partecipato in passato ognuno portava il suo mondo, le sue esigenze e non aveva granché voglia di occuparsi di quelle degli altri. Non parliamo poi degli esperti coordinatori, spesso tromboni sfiatati o troppo compromessi con i padroni della borsa per giocare una partita indipendente. E’ comunque un soggetto esterno, meglio se politico (o comunque connesso con chi dovrà poi agire concretamente), che deve fare delle ipotesi e poi cercare la consulenza degli attori in campo.
Quando venni a Chiusi diedi la mia disponibilità ad offrire gratis al mio territorio delle cose che altrove pagano molti soldi per averle ma nessuno le volle, anzi tutte le varie proposte – e il tempo perso conseguente – non sono mai arrivate a nulla. Molti di quelli che tu individui come operazioni di valore sono oggi stantie e di retroguardia mentre altre, che sembrano più marginali, hanno invece ancora grande vitalità…per capirsi quando ho tempo, le poche volte che vado a teatro preferisco gli spettacoli che a Chiusi sarebbero quelli di Storelli e Poliziani piuttosto che quelli di maniera delle stagione ufficiali. Spesso si sente parlare di avanguardia e di provocazione, quando si tratta solo di copie sbiadite di quanto si faceva 30/40 anni fa con ben altra qualità e vitalità…Tu l’hai detto tante volte – o lo dici ancora? – altrimenti si sarebbe chiamata Aperti e non Chiusi.
Carlo, a Città della Pieve dicono che c’è più animazione e più qualità a Chiusi e infatti ho visto dei pievesi alle Conferenze sulla cultura proprio perché interessati all’esempio chiusino… Per il resto, evidentemente si continua a non capirci… E se hai capito che primapagina ha cambiato linea e fa il tifo per l’amministrazione non c’hai capito proprio niente. Tant’è che ho proposto un confronto tra le “forze vive” della cultura locale SENZA il Comune, fuori dal recinto istituzionale… Quindi anche senza le altre istituzioni preposte, in modo che la discussione sia la più libera e aperta possibile. Devo fare un disegnino del recinto? Poi che questo confronto possa non approdare a nulla o sia di difficile attuazione posso anche concordare, altrimenti in 4 anni saremmo riusciti a farlo. Forse le stesse “forze vive” non sono così interessate a confrontarsi. Non hanno voglia di farlo, perché stanche e fiaccate da anni di fatiche non riconosciute… Ma questo non significa che non ci siano. Che non siano di qualità o che siano tutte di retroguardia (e non parlo affatto dei grandi eventi, ma delle “cose” prodotte in loco da forze locali). Né significa che la città sia del tutto refrattaria, perché se è vero che partecipa poco ai grandi eventi, a quelli di taglio nazionale, come Orizzonti, è anche vero che gli eventi “autoctoni” e soprattutto quelli di una certa qualità non passano inosservati e riscuotono sempre successo. E non solo perché ci vanno gli amici e i parenti. Non parlo solo di teatro, ovviamente. E questo vale per Chiusi, ma non esclusivamente per Chiusi. (P.S. alle conferenze organizzate dal Comune io ho partecipato, perché mi sembrava giusto farlo, perché ero stato invitato e perché per poter criticare è sempre meglio andare a vedere di persona… Criticare per punto preso o per sentito dire non è stata mai la mia linea editoriale, neanche ai tempi di Ceccobao).
X Marco. Permettmi una battuta,quella sugli gnocchi,sui quali fra due amici ,uno aveva chiesto all’altro come potessero essere.” Buoni, buonisimi” rispose l’amico. E l’altro di rimando:” ma chi te l’ha detto?” La risposta fu: ”uno che li ha visti mangiare”.Ho detto in tal modo per risponderti a ciò che hai detto di Città della Pieve al riguardo delle persone che hai detto erano presenti perchè interessati all’esempio di Chiusi. Certo, tutto è possibile e tutto è bene che venga tenuto presente, ma la differenza su questo si vede non con le parole ma guardando i fatti ed i risultati.Ti sembra che Città della Pieve debba imparare qualcosa da Chiusi ?Sennò dici tanto per dire qualcosa, perchè anche con tutte le discrasie che possa avere Città della Pieve ,che non è più il paese che abbiamo conosciuto qualche anno fa, io credo che qualcosa abbiano da insegnarci loro, pur avendo meno ”patrimonio” di noi.Quindi se tu dici che io non ti capisco o non ti seguo, altrettanto fai tu quando scavalli a piè pari ciò che ho detto io nel precedente intervento, al di la delle persone coinvolte ed al di là delle tematiche culturali da poter amministrare, e cioè il non tener presente il discorso che fa la differenza e che è quello della CULTURA POLITICA ( io qui mi sembra che il disegnino lo debba fare a te invece)che manca per difetto.E manca questa CULTURA POLITICA perchè il partito reggente ma anche nelle sue protuberanze è stato costretto ad imbarcare ”cani e porci” che potessero ubbidire alle direttive ed a dire sempre signorsì e a non mettere in discussioe nulla, ad andare avanti a forza di veri slogan.Quindi , al dilà dell’insufficienza personale dei singoli, è LA POLITICA CHE NON RIESCE A FARE PIU’ CULTURA E CON ESSA LA GENTE, e quando non fai più cultura sei fottuto.Questo è quanto.Se non si riparte dalla POLITICA come pietra fondante di tutte le iniziative e le idee, ogni cosa è lasciata alla facoltà o dei più furbi o dei più potenti o di chi ha il portafoglio più gonfio) anche se di quest’ultima specie se ne vedono molti di meno in giro a cominciare dalle banche….io dico anche per fortuna e che questo possa insegnare qualcosa alla gente.Ed allora non puoi girare intorno alle questioni e dire che si possono fare gli Stati Generali della Cultura senza le Istituzioni in modo che se ne parli più liberamente e che le persone siano più possibiliste e libere nell’esprimersi senza inficiare gli aspetti della dipendenza dalle istituzioni.Mi prend in giro se dici così, traccheggi, cosa vuoi dimostrare dicendo che si possa star lontani dalla politica come aspetto contaminatorio ? Sono proprio le Istituzioni le più ostiche a tale cambiamento e che per conservare il controllo di ciò che amministrano nelle forme e nei modi di come amministrano che dovrebbero fare il contrario di quello che fanno.Ma non ti sembra che tutto quanto è avvenuto sia un processo guidato ed indirizzato e che parli per esempio solo e prevalentemente di turismo per far piacere a quattro commercianti o agriturismo che dir si voglia, credendo che da li venga il moltiplicatore? Dalla costruzione legata al mattone viene il moltiplicatore? E’ una non visione,di una cecità assoluta se si pensa a quanto di stantio possa venir fuori da tali incontri. Ma mi fai fare la cultura da coloro che erano preposti ai tavoli, che faccio a meno di nominare perchè è bene avere la decenza ed il rispetto verso le persone e non essere offensivi, non nel senso di persone individuaòlmente prese e percepite tali, ma nel contesto in cui agiscono, guidate e dominate da una idea che tale lavoro possa esprimere qualcosa di veramente essenziale ? Al punto in cui siamo quello che ce vo ce vo e non bisogna fare i cerchiobottisti sennò si aumenta la velocità del peggioramento.In pratica Marco, non solo a me sembra, a giudicare da come si sono posti coloro che hanno risposto al tuo post ,ma è stata messa sù una cosa asfittica che non serve a nessuno.Serve solo a parlarne, finito lì, quando ho detto che dalle rape non nascono i limoni non intendevo essere offensivo verso le persone, ma se non si capisce che il pesce puzza dalla testa non si capisce nulla.Te lo dico per l’ultima volta poi anche se sono prolisso oltre ogni limite(non fatico a riconoscerlo) mi sarei stancato anch’io a dire le stesse cose se tu mi ciulli nel manico e prendi altre strade, alla fine mi cheto,ma sappi che non si va da nessuna parte, e non è solo che le persone che tu tiri in ballo siano pervase come dici ”da anni di disfiducia”,ma se non si capisce che l’imbarbarimento che esiste nella vita politica di chi ci guida non produce nulla e produce solo fumo, allora dico io, se la gente vuole questo perchè li ha votati, il discorso che ho sempre fatto torna sulla gente.E’ da lì che viene tutto.Se la gente che ha preferito a furor di popolo questa giunta e che si uniforma ad una spesa da oltre 4 milioni di euro per un rattoppo ad una struttura che sennò ci hanno detto che sono soldi buttati, io che ragiono da limitato, credo che sia meglio spendere e non indebitarsi nel futuro ulteriormente, anzichè valorizzare in maniera discutibilissima un rottame che non ha mai funzionato e che il farlo funzionare costa l’ira di Dio ad una comunità piccola come quella di Chiusi.C’è da intignare su questo aspetto? Quei soldi investiti in altro forse qualcosa produrranno, se non altro nel sociale.La cultura sportiva quando lo stomaco è vuoto serve a poco, anzi è deleteria.La scala dei bisogni-non me lo far ripetere e non ci girare attorno perchè nessuno è fesso-è la prima cosa da tener presente in tempi di crisi.Ed una amministrazone degna di questo nome queste cose le dovrebbe capire.Te pensa a quale punto sia la critica che esamina il progetto. E’ stato anche detto e scritta l’osservazione che ” il tendone forse mostri qualche limite perchè potrebbe dare adito al passaggio dei palloni dallo spazio di giuoco dalle fessure laterali ed il tempo si perda anche per il recupero dei palloni, quindi la cosa semmai non apparirebbe tanto funzionale anche per questo fatto”….. Te pensa che punti di preoccupazione ci sono nella testa delle persone….questo lo giudico sottosviluppo da terzo mondo ed io mi sarei rotto gli zibidei di vedere spesi soldi pubblici quindi soldi di tutti, perchè una amministrazione di pilotati decide che è un intervento da fare. Quindi come vedi, questa che manca è proprio CULTURA POLITICA. Se non lo si capisce o si fa finta di non capire io non sò cosa farci. Con la macchina fotografica me la cavo in genere, ma con il disegno sono una frana… e disegnare mi sarebbe piaciuto ma ad ognuno il suo….i disegni li faccio anche male, ma qui mi sembra che ci sia il vero bisogno di farli sennò non si capisce, o meglio, si fa finta di non capire.Ed allora permetti che mi chieda anche il perchè? Mica ci vorrebbe tanto, dico io ? Sul fatto che tu proponi di fare gli incontri senza la presenza dell’Amministrazione lo trovo un discorso che a prima vista possa attrarre mentre a guardarlo bene non ritengo che possa approdare a nulla per il semplice fatto che dopo deciso qualsiasi intervento ed in qualsiasi materia e direzione si pone il problema con quali soldi realizzarlo.Si sta parlando di persone e di dipendenze legati per la maggior parte a tale amministrazione, mani e piedi,tranne qualcuno.Ecco perchè ho detto che ci possiamo sbattere finchè vogliamo ma poi per realizzare le cose occorre tornare al babbo che abita in quella casa in Piazza del Comune ed allo zio che abita in via Porsenna ed a Chiusi Stazione.Se non ci si stacca da questa famiglia e da questa tela,quindi da tale ed esistente visione POLITICA l’hai capito o no che non se ne esce ? Il grimaldello per uscire non è cambiare ragno della tela ma è quello che la gente dica basta di tutto questo, basta di farsi influenzare dal fumo di quella che è solo propaganda asfittica.Fare i tavoli specialistici per sondare le potenzialità e metterle al lavoro produttivo non si produce un bel nulla se non cambia guida la macchina, il suo potere, i suoi intrecci di potere al suo progressivo e smisurato bisogno di soldi.Non girare intorno alle questioni, rispondimi in maniera pertinente, anche su un semplice fatto di come -da come mi conosci personalmente- mi sia avvicinato con la simpatia ai 5 Stelle e quale ne sia il motivo di questa mia posizione.Puoi parlare spassionatamente, non ho segreti nè mi vergogno delle mie posizioni.Sò bene che se non si cambia guidatore tutto è inutile e che il lavoro per cambiarlo sia lungo e difficile, denso di lotta sia sulla pratica delle cose sia sul piano istituzionale e politico.Io ti ho sempre risposto e sono intervenuto rispondendo ai tuoi articoli nella maniera più disinteressata perchè non ho interessi da appoggiare nè dall’una nè dall’altra parte.Tutti abbiamo incongruenze, anche i 5 Stelle, come no ? Ma se permetti contro di loro e da quando questa politica ha capito che sono un fenomeno emergente e pericoloso per lei stessa,ha sempre cercato di emarginarli,anche andando a cercare gli aghi nei pagliai se servono. Ma non lo vedi Marco una buona volta quale sistema sovraintendono tali partiti per poter far campare i loro apparati e che non esitano a spillare soldi dalle tasche dei cittadini? Se i cittadini non si rendono conto-nello specifico di questi giorni su quanto è avvenuto per la mondezza-della ragione dell’aumento delle bollette ed i 101 Sindaci a maggioranza danno il loro assenso a tale sistema, salvo poi fare la sceneggiata di rimanere di stucco quando la Magistratura mette le mano sugli illeciti, allora dimmi te se c’è da difenderlo questo partito che attui tale politica?Il marciume è anche e non solo nelle persone preposte a cui dovrà pensare la Magistratura ma il marciume è anche nella connivenza politica di tale sistema, sia espressa che silenziosamente consensiente.Io credo che prima si estingue e meglio staranno i cittadini, tutti , nessuno escluso, anche quelli che lo votano. Per l’estinzione però non volendo passare per estremista, ho i miei corposi dubbi che avvenga, semmai ci si predispone ad andare nella direzione di dove ha detto Verdini lanciando messaggi di una chiarezza inconfutabile: ” a destra del PD c’è una prateria sconfinata da occupare”. Bene lettori, se non siete contenti della nuova DC e di quanto abbia prodotto, seguitela nell’escursus che ha davanti a se,voi che avete odorato da sempre quali siano gli interessi che vengano difesi…o sono io che prendo un abbaglio perchè parlare di interessi è fuori moda e gli interessi sono evaporati con l’evaporazione degli ideali e nulla esiste più, anche nel tempo e tenendo conto che per il plurimiliardario Trump votino le classi subalterne, come abbiamo visto ? La grande illusione che il progressismo della sinistra possa funzionare oleando meglio gli ingranaggi del sistema(perchè questo è avvenuto ed avviene anche in Europa e nell’italia di Renzi e del PD)mostra tutta la sua falsità ed il suo fallimento.E’ una idea che ha fallito,che è servita solo a procastinare il tempo di caduta dell’impero, perchè i poveri stanno male sia sotto il padrone, sia sotto il fattore…. e quando devono scegliere, beffati per beffati, scelgono l’originale non la copia. E’ storia. E questo caro Marco dovrebbe insegnare qualcosa, ma vedo che è una illusione, insegna poco per chi si ferma a giudicare gli aspetti superficiali di quello che vede, e non ne comprende il contenuto, anzi crede spesso che tutto questo non possa inglobare la CULTURA POLITICA nello spiegare i fatti e risolverli.Anzi, il pragmatismo spinge ad evitare tutto questo e salta a piè pari e neanche ne parla sulla presenza della CULTURA POLITICA come mezzo per risolverli i problemi che si hanno davanti.Anzi, spesso fa finta di non comprenderlo tutto questo, forse perchè è fatica oppure non perchè in realtà sia fesso, ma perchè come dicono a Napoli ”io nun sò fesso, ma faccio o’ fesso pecchè facendo o’ fesso, te faccio fesso”. Scusa la ripetizione che riporto sempre….ma da questa gente è bene stare lontani e come tu ti sei incazzato che io abbia detto un po’ di settimane addietro ”con questi neppure il caffè”,certo, te lo ripeto, con questi neppure il caffè.E che vuoi da me, sò fatto così.
Carlo, non sono io che dico che Città della Pieve debba imparare qualcosa da Chiusi, lo dicono e scrivono alcuni pievesi. E io ti ho semplicemente fatto presente questa cosa… Comunque, dal punto di vista turistico Città della Pieve è certamente “più avanti”, e anche l’incoming – come lo chiamano adesso, è migliore nella città del Perugino, dal punto di vista dell “panorama” e della “produzione” culturale invece mi sembra che quella di Chiusi sia per quantità di soggetti attivi e per la qualità delle proposte, non inferiore. Anzi a me pare, come ad alcuni pievesi, superiore, non solo rispetto a Città della Pieve, ma anche a molti altri paesi dei dintorni. Ed è proprio per questa vitalità e qualità non sempre riconosciute (e conosciute) e poco valorizzate che io gli Stati generali “fuori recinto” li farei volentieri… Magari sarebbero un’occasione semplicemente per rendersi conto e conoscere quello che passa il convento, Che a mio avviso non è pane e acqua. Quanto agli amministratori e politici locali che dirigono il carro, con questo ragionamento c’entrano poco o niente. Ce ne sono stati alcuni con i quali anche io non prenderei neanche un caffè. L’ho scritto fino alla noia. Quelli attuali di Chiusi io non li ho votati, non li sostengo, hanno un approccio alle cose diverso dal mio e idee che il più delle volte non condivido, però in tutta franchezza non mi pare gente con la quale non si possa prendere un caffè o ragionare tranquillamente. Mi pare che siano anche disposti a farlo, su questo terreno hanno lanciato e tenuto una iniziativa che ha avuto un esito parziale e non soddisfacente (dal mio punto di vista), ma quell’iniziativa è stata comunque meglio di niente e forse anche loro, adesso avranno una percezione diversa della città che amministrano… Con la linea del “con questi neanche un caffè”, non si fa politica, e nemmeno buona opposizione, soprattutto se questi sono coloro che legittimamente governano e decidono cosa fare e cosa non fare in città…No? A questa età preferisco qualche piccolo risultato al canto solitario dalla gabbia dorata attaccata alla torre d’avorio…
Marco. il tuo ”equilibrato” intervento contiene-a mio avviso -delle inesattezze che riguardano l’accostamento fra Città della Pieve e Chiusi e come risposta a questo ti dico di guardare i fatti.Per far questo solo a livello superficiale basta andare in piazza a Città della Pieve,ma anche al di fuori della stagione estiva(la quale non è nemmeno paragonabile alla condizione di Chiusi), ma anche in quella invernale e non è da farci un panerico speciale : ogni giorno esiste una iniziativa, una mostra, un incontro letterario, una celebrazione,l’Università della terza età, una biblioteca sterminata che è al punto di rifiutare i volumi in lascito,ma anche persone che si dedicato a tali attività che dipendono anche dalle forme associative o dalle singole volontà.La base è quella.A Chiusi tale base non esiste nemmeno per il rotto della cuffia. Cosa c’è a Chiusi di tutto questo? Vai a vedere la ricreatività all’Auser con cosa si confronta, vacci e poi me lo saprai dire.Ma non è disprezzo delle cose o delle persone questo mio, intendiamoci bene anche se possa sembrare non lo è, e soprattutto non lo è perchè tali processi sono processi indotti, soprattutto dalla politica , ma con nCittà della pieve siamo proprio in due mondi separati, diversi.L’arretratezza culturale parte anche da chi ha istituito tali associazioni per farle diventare serbatoio di voti, e qui la ragione ce l’ho, non è che la voglia per forza.Hai fatto mai i conti di quanti soldi pubblici beccano all’anno per esempio? Ma di cosa si vuole parlare Marco ‘ via per favore…persone che si ritrovano e socializzano per giuocare a carte, fare qualche passo di danza, la biblioteca è come se non ci fosse….certo non è tutto qui ,ma ciò che tu dici che la cultura non dipenda dalla guida è l’esatto contrario di quanto è e serva secondo me.E tu dici che ti piacerebbe fare gli stati Generali della Cultura senza la presenza delle Istituzioni? Per fare cosa? Che significato ha tale idea? Una volta gli ”specialisti”-chiamiamoli così- si sono confrontati e si esaminano le loro potenzialità, poi cosa si fà dopo averle misurate ed averne preso atto?Sono le Istituzioni che debbono mettere le energie economiche per promuovere, SEGUIRE, CONTROLLARE E FAR RENDERE CONTO AI PREPOSTI DI QUELLO CHE SI FACCIA E DI QUANTO RIMANGA SOPRATTUTTO NELLA TESTA DELLA GENTE.Non puoi organizzare uno spettacolo, una mostra, una iniziativa culturale senza un legame con la gente e per far questo, oltre alle competenze(non per essere spocchioso o rintanato nella torre d’avorio come tu dici)- che credo in certi campi manchino anche-, c’è anche la maniera ed il modo di relazionare con la gente stessa, con il pubblico.Ed il miglior modo di farlo lo sai qual’è ? L’esempio che si dà.Ed una cosa forse più importante fra tutte appunto: I Soldi, investire i soldi in Cultura, crederci in questo, soldi pubblici, non delle banche, non delle aziende che si aspettano ritorni, ecco anche quello che manca, perchè credo che fin’ora si sia fatto solo unidirezionalmente, privilegiando solo certi aspetti.quindi lo vedi che è la CULTURA POLITICA VA MANCARE? Ma il bisogno della presenza delle istituzioni c’è ed è preminente, come preminenti sono le quantità di soldi che ci si investe.Certo, se SI crede di riparare agli errori fatti in passato, pensando che cifre enormi per bilanci come quello di Chiusi vengano assorbiti con costi che alla fine lievitano a 4 milioni di euro e forse di più per uno stadio per metterci una toppa e per farlo funzionare, allora è bene nemmeno parlarne.Io comunque sono destinato a ripetermi quando dico che la maggiore responsabilità è della gente e tu mi rispondi ”ed allora che si fà, eliminiamo la gente?”. Ma che risposta è codesta? No, ma occorre far rendere conto alla gente che i loro soldi gli vengono soffiati dalle tasche da una piovra che ne ha costantemente bisogno, CHE è SFUGGITA AL CONTROLLO ANCHE DEGLI STESSI PARTITI, CHE RESTANO IMPOTENTI VEDENDO LO SPETTACOLO CHE HANNO DI FRONTE E CHE HANNO LORO PRODOTTO.Quando impareranno che servizi come Mondezza, Energia, Acqua debbono giocoforza ritornare pubblici al 100% e toglierli dalle grinfie di chi ci specula(beni di tutti o no? ) allora forse la gente, quella gente si renderà conto che chi ha applicato nel passato tali princìpi ha fallito e che forse in un prossimo futuro speriamo ci sarà spazio per i soldi destinati alla cultura, ma diretta da una classe politica diversa da questa che ci governa.Ecco di cosa ha bisogno la CULTURA.Questo che hai letto manca, si deve costruire ed anche se ci sono ” i mattoni” e cioè le persone, ma se manca la conoscenza a chi debba alzare e tirare sù il muro della casa, il muro procede storto, non produce la casa.In più accanto a tutto questo ci sono i poteri che decidono chi finanziare, dove finanziare, quando e come. Ti voglio far capire che non scappi da questo oggi come nel passato.E’ questo l’immobilismo di Chiusi: LA SUA CULTURA POLITICA,DI CHI L’HA AMMINISTRATA E DI CHI LA CONTINUA A GOVERNARE.E quindi tu credi che la guida nuova e diversa da questa non serva e non c’incastri nulla con la cultura politica perchè chi la guida oggi la città nulla c’entri? Allora, con tutto il rispetto delle tue idee e libero di pensarla come vuoi, continua a pensare che organizzare il concerto Rock per un giorno o due faccia cultura e che rimanga qualcosa nella gente, e che non c’incastri nulla L’AVERE UNA CULTURA POLITICA DIVERSA-come è già tre volte che ti ripeto ed a cui tu non dai risposta, ma credo che tale posizione non porti a nulla, come a nulla ha portato fin’ora. Anche Città della Pieve non è più quella di una volta e langue, ma pur nel suo languore, probabilmente qualcuno ha seminato bene nel passato, ed ancora oggi qualche fiore spunta.Ma con ” l’inverno” che vedo arrivare auguri anche a Città della Pieve, perchè le ”rendite” dei periodi d’oro spesso finiscono, e con loro, se non si attua una strategia che non comprenda la gente non si va da nessuna parte.Ecco il perchè con tutte le contraddizioni possibili a Città della Pieve ha bene o male primeggiato la politica, ma non è da ora, è un fatto politico-culturale che è dentro alla gente, alle sue contraddizioni, ai suoi riferimenti sociali ed alle sue aspettative.Cosa credono di imparare coloro che da Città della pieve sono venuti a Chiusi, forse qualche aspetto tecnico di come si relaziona con i fornitori esterni di spettacoli, ma non scambiamo il ” c…con le quanrant’ore”tanto per dirsela in gergo per favore.Io, e sò che possa apparire presentuoso e pieno di me, nel mio piccolo e relativamente solo alla mia materia di interesse, lo saprei almeno quale direzione tentare,ma purtroppo non è l’iniziativa di uno solo o di qualche altro che risolva la questione.Ci vogliono anche le sostanze pubbliche ed investite progressivamente in maniera intelligente, non i soldi a pioggia. E’ la politica che deve smetterla di andare in direzione degli amici, di allettare il sociale anche scendendo nel minuto e nel piccolo promettendo sgravi di tasse in forti percentuali per qualche opera edilizia di poco conto vicino casa.Fa ridere tutto questo e se non lo si capisce è bene fare altro.Cambiare è difficile, lo sò già da me, ma degli spiragli devono esserci, ed occorre penetrare oin quegli spiragli intelligentemente, fare il passo secondo la gamba, con l’esistente, ma prima vagliare ” i mattoni” che si hanno a disposizione. E’ la loro storia che dovrebbe parlare,soprattutto quella politica e legata alla battaglia delle idee, ma qui a Chiusi è una storia muta.Questo è quanto.
Si continua parlare un linguaggio diverso… Ho scritto semplicemente che Chiusi, come quantità di soggetti coinvolti e attivi e come qualità della “produzione culturale” in loco sta un po’ meglio di Città della Pieve e di altri comuni limitrofi . E lo dico non per piaggeria campanilistica, ma a conti fatti: quanti sono per esempio i romanzi ambientati a Chiusi e quelli ambientati a Città della Pieve o a Chianciano? quanti sono i “romanzieri” di Chiusi e quelli degli altri comuni? quante sono le band musicali di un certo rilievo a Chiusi e negli altri comuni? quante sono le compagnie teatrali e le persone che fanno teatro a Chiusi e negli altri paesi? quanti sono i pittori, gli scultori, i fotografi, a Chiusi e altrove? Non solo, ma se parliamo degli eventi di rilievo, Chiusi ha una stagione teatrale invernale non peggiore di quella di Città della Pieve o di Montepulciano o di Cortona; ha un festival estivo di una certa qualità riconosciuta (che può piacere o meno, ma che sia di qualità non è in discussione); ha un festival rock che ormai è al livello di quello più vecchio di Ponticelli e comincia ad avvicinarsi a quello di Chianciano, non ancora ad Acquaviva ma è in crescita; ha una rassegna nazionale scolastica, diverse scuole di danza (non di ballo)… Ha una filarmonica, un gruppo organizzato di fotografi, molti musicisti solisti, alcuni dei quali professionisti, dai 18 ai 70 anni; ha archeologi e appassionati di archeologia e di storia in numero non irrisorio… Non tutti gli altri paesi possono dire lo stesso. Tutto questo con il colore politico e le scelte amministrative c’entra quanto il cavolo a merenda, se mai attiene ad una certa tradizione, indipendente da chi governa o ha governato… Purtroppo questa ricchezza stenta a trovare visibilità, spazi, accoglienza, occasioni per emergere in superficie… A volte trova dei muri di gomma davanti… Ma che ci sia è indubbio. E se c’è, stai tranquillo che qualcosa lascia, qualcosa si sedimenta… Se c’è gente che scrive e propone musica propria è anche perché ci sono stati dei concerti rock, se ci sono giovani che si avvicinano al teatro è perché ci sono state compagnie attive negli anni e così via… Da questo punto di vista, solo da questo forse, Chiusi non è un deserto… Ed è un peccato che non si voglia o si faccia fatica a rendersene conto. Sottolineare questa ricchezza non vuol dire fare propaganda a Bettollini. Se mai è un modo per dire a Bettollini di darsi una svegliata e di trovare soluzioni per valorizzarla… Vedi? gli Stati generali di cui sopra, in un modo o nell’altro, già li stiamo facendo…
“Vedi? gli Stati generali di cui sopra, in un modo o nell’altro, già li stiamo facendo…”
No Marco, mi pare proprio di no, perchè siamo sempre i soliti quattro gatti che miagolano. E poi rimangono aperti troppi dilemmi: innanzitutto cosa si intende per Cultura (sembra puro filosofeggiare ma senza dare il significato preciso alla parola, essa rischia di essere un contenitore che accoglie un po’ di tutto e quindi anche di niente).
Poi, si intende solo Cultura oppure anche Cultura&Turismo? Includendo quindi il turismo culturale (Il museo etrusco è sia un aspetto della cultura del territorio che una potenzialità per il turismo culturale che, anzi, potrebbe aiutare a creare le risorse per il suo stesso mantenimento)
Terzo aspetto: si discute della Cultura istituzionale, cioè quella riconosciuta e validata (ma sempre più anche esangue e autoreferenziale) oppure si intende privilegiare il compito enzimatico di far emergere, direi “trasudare” dal basso le energie che spingono, al di là che abbiano già raggiunto uno status che nulla ha a che fare con la terna: qualità, vitalità e “necessità”? Anzi spesso queste caratteristiche sono presenti proprio perchè non ancora ingabbiate nei doveri che la raggiunta “posizione” impone. In fondo, per significare di avercela fatta, si usa l’espressione “essere arrivati”, trascurando che essa descrive anche che il percorso è finito e, quando questo accade, spesso la conseguenza è infilarsi le pantofole e sdraiarsi sul divano.
Temi del genere necessitano idee chiare per poterli trattare….altrimenti si rischia di farne un bel minestrone con troppi sapori.