LA MAPPA DEL RISCHIO SISMICO. VALDICHIANA IN FASCIA 3. CITTA’ DELLA PIEVE COMUNE MENO SISMICO DELLA PROVINCIA DI PERUGIA
Ci sarebbe un filo rosso, sotterraneo, che corre lungo la dorsale appenninica e collega le zone terremotate alla Toscana. Una faglia in movimento, che parte dalla zona di Leonessa, in provincia di Rieti, e sale verso nord passando per Foligno, Perugia, Città di Castello per poi entrare in Toscana a Sansepolcro e scorrere come un fiume invisibile sotto Bibbiena, Vicchio, Borgo San Lorenzo, Barberino del Mugello. Sono circa trecento chilometri … E dal Mugello ce n’è un’altra che di dirama verso la Lunigiana (Fivizzano) e un’altra ancora è in Garfagnana e scende verso il mare… Lo dice una mappa elaborata dai sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ed è una mappa che che è stata costruita sulla base di studi e calcoli, partendo dai terremoti storici. Perché, dicono i sismologi, dove c’è stato un terremoto ce ne sarà un altro, più forte o più leggero, magari 100 o duecento anni dopo, ma ci sarà, perché se c’è stato un terremoto, quella è e resta zona sismica. Le faglie individuate, dalla zona appenninica tra Umbria, Lazio e Marche all’alta Toscana, sono tutte collegate tra loro “come i vagoni di un treno”, e se si rompe uno di questi vagoni, il sisma può interessare anche altri. Soprattutto quelli più vicini nel raggio di 20, 30, 40 km, più difficilmente aree di 200-300 chilometri… Ma il terremoto può camminare e spostarsi. Come è successo, di fatto, dalla scossa (lieve) di fine maggio con epicentro nell’orvietano, alle scosse devastanti del 24 agosto (Amatrice), del 26 e 30 ottobre (Norcia, Preci, Camerino)… La Toscana è considerabile comunque una zona non ad alto rischio sismico. Le zone più a rischio sono quelle appenniniche del Casentino, Alta Valtiberina, Mugello, Garfagnana e Lunigiana. La Toscana, dicono i sismologi “un po’ si difende da sola perché la parte inferiore della crosta è molto calda, per la geotermia. Per questo la crosta toscana trasferisce male lo scuotimento. Ed è anche il motivo per cui i terremoti della Toscana centrale sono sempre piuttosto piccoli e superficiali”.
Dal 2003 viene utilizzato un sistema di classificazione in quattro diversi gradi di intensità del rischio sismico. La classificazione disegna sulla mappa dello stivale il livello decrescente di pericolosità, dalla Zona 1 (la più pericolosa) alla Zona 4 (la meno pericolosa). Ogni anno il Dipartimento della Protezione Civile interviene sulla classificazione per aggiornare il rischio sismico di ogni comune italiano.
Per quanto riguarda la Valdichiana, il rischio sismico è moderato. La classificazione del 2015, ci dice La Valdichiana senese, come gran parte della provincia di Siena, si trova in Zona 3, mentre la Valdichiana aretina, come gran parte della provincia di Arezzo, si trova in Zona 2, essendo più vicina agli Appennini. La probabilità che si verifichino eventi sismici in questo territorio è media: il livello di rischio e di intensità dei terremoti rispetto alla Zona 1 è più basso, ma gli eventi sismici non sono così rari come nella Zona 4.
In Provincia di Siena solo San Casciano Bagni e i comuni amiatini di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Radicofani sono a rischio 2 (così anche Santa Fiora, Castell’Azzara sul versante grossetano). Tutti gli altri, compresa Siena e i comuni della Valdichiana, sono classificati a rischio 3. La Maremma e il litorale sono quasi del tutto a rischio 4…
Molto più “complicata” la situazione in Umbria. In Provincia di Perugia sono 12 i comuni classificati a rischio 1 (oltre Norcia, Preci e Cascia, colpite nei giorni scorsi, anche Foligno, Spoleto, Sellano, Cerreto di Spoleto, Campello sul Clitumno, Monteleone di Spoleto, Sant’Anatolia di Narco, Poggiodomo e Scheggino); mentre sono 31 quelli classificati a rischio 2. La località meno sismica è Città della Pieve, unico comune a rischio 3.
In provincia di Terni, Orvieto e i comuni dell’orvietano (Fabro, Ficulle, Monteleone, Montegabbione, Parrano, Allerona, Porano) sono tutti classificati in fascia 3. San Venanzo è a rischio 2. Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino, in fascia 1…
Diciamo che il nostro territorio è “circondato” da aree fortemente sismiche. Ma secondo gli studi tra le zone a rischio medio basso… Sulla carta naturalmente. Anche se la storia ci dice che a Siena, in Valdichiana e nella zona del Trasimeno, i terremoti devastanti sono stati pochi e rari a differenza dell’Umbria centro orientale che ne ha subiti tanti.
Come ben dice alla fine dell’articolo storicamente la provincia di Siena è stata terra di terremoti: il primo in datato in Italia del 217 a.C., quello del 678 d.C. (che molto probabilmente ha colpito duramente Chiusi) e quello del 1798 che ha colpito Siena.
Volevo avvisare che nel 1861(credo che questa sia la data esatta se non riocordo male) a Città della Pieve ci fù un violento terremoto che causò crolli e vittime, anche nelle campagne circostanti. Nel mio archivio si conserva un documento nel quale il Sindaco di allora chiede aiuto agli attigui comuni della Toscana in cibo,denaro e disponibilità di ogni genere per aiutare la popolazione colpita. Zona 3 d’accordo ma con la casualità i conti ci si fanno sempre male !la casualità
Forse Città della Pieve è considerata a rischio 3 proprio perché dal 1861 ad oggi non ha più avuto terremoti devastanti ed è in Provincia di Perugia uno dei centri più lontani dalla catena appenninica. I dati sono quelli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e si basano proprio sugli eventi storici, oltre che sulle caratteristiche geofisiche di ogni singola realtà… Comunque fino al 5 novembre le scuole sono chiuse in tutta l’Umbria, compresa Città della Pieve…
Per essere esatti.il rischio sismico inviduato da 1 a 4,si riferisce solo alla POSSIBILITA’ di avere FORTI terremoti.
Quindi in fascia 3 la possibilita’ e’ piu’ bassa ,ma non escludibile.
Ricordiamo poi che la Zona Amiatina e’ una zona che insiste sul Monte Amiata che era in origine un Vulcano.
Da qui’ il termalismo caldo di diversi Comuni.
Comunque in Toscana 106 Comuni sono passati da zona a rischio 2 a rischio 3S ma le costruzioni devono essere progettate e realizzate con le azioni sismiche della zona 2 (Deliberazione regionale 19 giugno 2006, n. 431)
Ho fatto una piccola ricerca: il terremoto ha fin qui interessato LA VALLE DEL TRONTO : 56 comuni nelle Marche ( Arcuate, Visso, Offida, Petriolo..) 6 comuni in Abruzzo ( Civitella del Tronto.).., 5 nel Lazio ( Amatrice, Accumuli …) ed 2 in Umbria (Norcia e Spoleto 4 grado, 65 sfollati dalle borgate) .
Nel recente passato abbiamo avuto: il terremoto del Belice ( non della Sicilia),
quello dell’Irpinia ( dove si trova? In Campania e Puglia 😉
nella Pianura Padana ( non nell’Emilia)
Ora abbiamo il terremoto dell’Umbria o del Centro Italia – bontà loro. Il danno nel turismo si profila ingentissimo. Dall’estero si guardano bene dal fare richieste di prenotazioni per l’estate.
Siccome Katiuscia
is è fatta vedere in lungo e in largo , ( mentre i marchigiani si defilavano, intelligentemente), diffondete , vi prego , precisando che trattasi della Valle del Tronto.
Che si inizi subito una campagna mediatica che corregga il tiro!!
Che arrivi fino in Colombia, il posto più lontano dal quale mi hanno scritto per sapere se ero viva :-((