CHIUSI, SABATO CONVEGNO SULLA TOMBA ETRUSCA SCOPERTA RECENTEMENTE A POGGIO RENZO
CHIUSI – Nel febbraio scorso la prima conferenza sulla nuova tomba etrusca scoperta nella necropoli di Poggio Renzo, a pochi metri dalle tombe del Leone e della Scimmia presentò il rinvenimento come una cosa eccezionale. E’ chiaro che la scoperta di una tomba etrusca a Chiusi per essere veramente eccezionale dovrebbe dare oggetti di valore inestimabile. Magari quei famosi pulcini d’oro con la chioccia messi a guardia del mausoleo di Porsenna… Perché di Tombe Chiusi ne ha a decine e una in più poco aggiunge, in termini di “patrimonio”. Ma lo scavo iniziato nell’inverno scorso ha comunque riportato alla luce reperti importanti e significativi, molte urne, sarcofagi, vasi e oggetti vari. L’eccezionalità sta nell’aver trovato praticamente intatta una tomba e 6 metri di profondità, in una zona ampiamente conosciuta, scandagliata, depredata, studiata dall’epoca antica fino ai tempi recenti. E in ogni caso nuovi reperti sono sempre tasselli di conoscenza che si aggiungono, non solo al patrimonio archeologico cittadino, già cospicuo, ma anche allo studio, alla comprensione del mondo etrusco, degli usi e costumi di un popolo e di una civiltà ancora non del tutto decifrati.
Tra l’altro l’eccezionalità del rinvenimento di Poggio Renzo sta anche nelle nuove tecniche e nella metodologia diversa di scavo e di studio che la direttrice del Museo Mariangela Turchetti spiegò in una intervista proprio a Primapagina... Tecniche e metodi che non potevano essere applicati all’epoca degli scavi precedenti sia quelli di Doro Levi e Bianchi Bandinelli al’inizio del ‘900, sia quelli successivi, fino agli anni ’80-’90.
Dello scavo, dei reperti recuperati, della tipologia della Tomba e di cosa ci si debba aspettare dallo studio in corso si parlerà sabato 24 settembre nel corso di un convegno al teatro Mascagni di Chiusi, in programma dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00. Sono previsti decine di interventi: dalla stessa direttrice Turchetti a Giulio Paolucci, da Alessandra Minetti a Adriano Maggiani, da Alessandro Zanini a Maria Chiara Bettini e altri…
Domenica 25 settembre, dalle 10,00 alle 13,00 visita guidata al Laboratorio di restauro, allo scavo e alla necropoli di Poggio Renzo.
Insomma si tratta della prima occasione per vedere e “toccare con mano” la recente scoperta. E anche per rinfrescare la memoria sul grande patrimonio archeologico chiusino, con l’aiuto di valenti studiosi, esperti, volontari del gruppo archeologico, restauratori ecc. Tra l’altro a Chiusi nel week end ci sarà pure la festa dell’Uva e del Vino, quindi sarà anche un’occasoione per unire l’utile al dilettevole, il culturale al ricreativo, per dirla con Benigni…
Vorrei fare una precisazione sull’affermazione “Tra l’altro l’eccezionalità del rinvenimento di Poggio Renzo sta anche nelle nuove tecniche e nella metodologia diversa di scavo e di studio…” perché tali nuove tecniche e metodologie diverse di scavo e di studio rispetto ai tempi degli scavi Levi e Laviosa avevano già trovato applicazione a Poggio Renzo ad opera del Gruppo Archeologico e della Soprintendenza col supporto esterno dell’allora Istituto Universitario Orientale di Napoli in quella che inizialmente doveva essere la semplice “ripulitura” della tomba che ancora non si chiamava dell’Iscrizione ma era semplicemente una delle tante cavità abbandonate, piena di terriccio e accessibile soltanto da una stretta apertura nella pendice boscosa. Nell’occasione accuratissimi furono lo scavo e il rilievo strato per strato della fossa-ossario che fu individuata nel pavimento e le ossa recuperate furono anch’esse studiate da antropologi della Soprintendenza, individuando il numero e lo stretto legame familiare dei defunti i cui pochi ma significativi resti erano li ordinatamente disposti, persino le patologie di cui soffrivano, in particolare di anemia. La tomba è stata poi rilevata e georeferenziata con strumentazione laser. Lo studio ha affrontato anche gli aspetti rituali della sepoltura secondaria e non ha trascurato la presenza di fori di chiodi nelle pareti. Il tutto è stato pubblicato sul volume della collana AION dedicato alla Chiusi Arcaica. I reperti ed il racconto dello scavo furono anche esposti all’interno del Centro Commerciale Etrusco, grazie alla disponibilità di Mario Iozzo da poco subentrato ad Anna Rastrelli nella direzione del Museo Etrusco, Rasterelli che aveva da parte sua autorizzato l’intervento.