CHIUSI, IL NUOVO PIANO REGOLATORE E’ PUBBLICATO. RIPARTIRA’ L’ECONOMIA DEL MATTONE?

CHIUSI – Il sindaco Juri Bettollini l’ha definita “una giornata storica. Una di quelle giornate da ricordare e segnare sul calendario”… La data è quella di ieri, 14 settembre 2016. Il motivo della soddisfazione è la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del Piano Regolatore di Chiusi. Un piano, scrive Bettollini “atteso da 43 anni e primo Piano in Toscana ad essere conforme alle norme del PIT e alle norme paesaggistiche”. Se è vero che è il primo piano conforme alle nuove norme, è anche vero che è stato l’ultimo tra quelli dei comuni del territorio circostante a vedere la luce, dopo parto lungo e doloroso. E non è vero che si tratta di un Piano atteso da 43 anni. Perché 43 anni fa fu varato il piano precedente, Ma non è che quello è scaduto alla nascita. Un suo tempo di attuazione l’avrà avuto. Infatti si cominciò a discuterne l’adeguamento alla fine degli anni ’80 e poi alla fine degli anni ’90 (con Ciarini sindaco) e infine anche con Ceccobao… E se Bettollini può a buon diritto vantare l’approvazione del nuovo Piano come un successo (per avercela fatta dopo tanti tentativi andati male, in precedenza), va anche detto che al governo della città c’è sempre stata la stessa maggioranza. Dai tempi di Ciarini ad oggi. E Bettolini, come Scaramelli prima di lui, sono in totale continuità con chi c’era prima anche se nel frattempo il partito di maggioranza ha cambiato nome, segretario e bandiera. Ed è quella maggioranza che non è stata in grado o non ha voluto redigere un nuovo piano urbanistico.
Fatta questa premessa, giusto per smorzare un po’ l’enfasi, è evidente che la pubblicazione del Piano nel BURT sia un fatto. Lo strumento urbanistico e i suoi regolamenti possono piacere o meno, si possono definire equilibrati o, al contrario, squilibrati, realistici o troppo ottimistici, razionali o elefantiaci, strumenti di gestione oculata del territorio o strumenti per nuove colate inutili e dannose come sono stati definiti dai sostenitori o detrattori, ma almeno adesso ci sono.
La fase dell’incertezza, del limbo, è finita. Scrive Bettolini: “È la possibilità di credere che la nostra Città possa avere uno sviluppo equilibrato, sostenibile, ambizioso. È la possibilità che permette di dare una prospettiva concreta ai grandi temi del nostro paese come la fornace, la fortezza, il centro carni, il patrimonio archeologico. È la possibilità di creare nuove forme occupazionali; è la possibilità di riguadagnarci quel ruolo centrale che ci compete nel rilancio economico del territorio. È lo stimolo che possa farci tornare a credere in noi stessi, nelle nostre potenzialità, nelle nostre infrastrutture, nella nostra identità. È la voglia di credere che il futuro non è una minaccia ma un’opportunità in cui scommettere tutti insieme”.
Enfatizza ancora? Sì. Ma questo fa parte del gioco, della politica. Normale che il sindaco lo faccia. Sarebbe strano se non lo facesse.
Tra le cose più rilevanti previste dal Piano c’è la riduzione del 50% degli oneri di urbanizzazione e la rimodulazione delle tariffe delle pratiche edilizie. Un incentivo non da poco per rimettere in moto la macchina dell’economia delle costruzioni. Anche per ristrutturazioni, cambi di destinazione, adeguamenti… Siccome Chiusi è una città che da decenni non cresce, anzi dal punto di vista demografico cala, il rischio è che sia un incentivo anche a cementificazioni selvagge e senza riscontri di mercato, come è avvenuto spesso in passato a Chiusi e non solo a Chiusi. Ma Bettolini & C. sono convinti che fosse un rischio da correre. E dal punto di vista dell’Amministrazione locale, che aveva promesso il Piano entro settembre, è un punto a favore nel pallottoliere.
Si tratta di vedere, adesso, se sarà un punto a favore anche della città, degli interessi collettivi e non solo di chi opera intorno al mattone.
m.l.
già…le case magari si ristrutturano per starci meglio ma si fanno nuove, in larga parte per accogliere insediamenti di nuovi cittadini…con mia moglie eravamo venuti a Chiusi sperando che ciò che avevamo trovato fosse la base da migliorare e ce ne siamo andati (io per ora mantengo ancora la residenza ma non più il domicilio) perchè delusi da quanto queste potenzialità non si fossero concretizzate. Se il nostro è un caso isolato, lo si può ascrivere alla bizzarria dei personaggi, se non lo fosse…sarebbe magari importante aggiungere qualche riflessione critica all’enfasi sulle “magnifiche sorti e progressive”
Guarda caso tutti fin’ora che si sono succeduti hanno sempre fatto codesta battuta nei loro discorsi : ” un rischio da correre”.Tutti hanno parlato di sviluppo, pensando ad una cosa sola, quello basato sul mattone. Sbaglio od i critici di tale visione hanno detto che questa visione era plausibile fino a 40 anni fà e che lo sviluppo oggi non possa essere rappresentato da tale natura di interventi ? A cosa hanno portato tutti questi rischi che si sono corsi, tanto per usare le parole del sindaco che tu riporti Marco ? In più oggi si aggiunge la riduzione degli oneri di edificazione -si dice- per rilanciare lo sviluppo….ma per un proprietario che vuole farsi una piscina per esempio nella proprietà, appare socialmente giustificata tale riduzione come può apparire giustificata quella al pari per l’erezione di una civile abitazione? Non lo sò ma me lo chiedo, oppure esiste una differenziazione di aliquote a seconda di ciò che si voglia costruire ? Io spero di sì.
Marco non sono d’accordo su alcuni passaggi del tuo articolo. Intanto quando dici “Lo strumento urbanistico e i suoi regolamenti possono piacere o meno, si possono definire equilibrati o, al contrario, squilibrati, realistici o troppo ottimistici, razionali o elefantiaci, strumenti di gestione oculata del territorio o strumenti per nuove colate inutili e dannose come sono stati definiti dai sostenitori o detrattori, ma almeno adesso ci sono.” Io non credo alle cose fatte tanto per fare e se una cosa è fatta male è meglio che non ci sia niente, fa meno danno. E anche quando dici ” Enfatizza ancora? Ma questo fa parte del gioco, della politica. Normale che il sindaco lo faccia. Sarebbe strano se non lo facesse.” Io credo che questa politica urlata e fatta di slogan e proclami non serva a nessuno. Certo il sindaco deve fare il suo mestiere che però non è quello della propaganda a tutti i costi.
Io non credo che le colpe della situazione disastrosa del nostro comune, perché di questo si tratta, basta sentire qualche azienda non schierata tra quei quattro commercianti che fanno parte della corte, siano imputabili tutte a questa amministrazione e a quelle che l’anno preceduta. Certo hanno grandi responsabilità, me in particolare ne hanno una, ossia mistificare la realtà, tra una festa e l’altra un annuncio e l’altro sembra di essere sul titanic dove mentre la nave affonda l’orchestra suona più forte. E continuare con gli stessi metodi che negli anni non hanno mai portato risultati non si capisce a chi possa essere utile se non a qualche carriera personale.
Io non ho scritto che il Piano mi piace, o che è bene che ci sia, ma che adesso c’è. Questo è un fatto. Non ho scritto che mi piace la politica dello slogan di Bettollini (e infatti l’articolo ne critica questo aspetto), ma che è normale che lo faccia, perché è così che si fa adesso, anche se a me e a te non piace. Non vedo dov’è che non saremmo d’accordo. Ho scritto decine di volte che Chiusi è una ghost town, un deserto. E che parlare di sviluppo in questa situazione è una bufala. Ma non posso cambiare le parole delle dichiarazioni del sindaco o chi per lui. Non puoi addebitare a me o a chi scrive, letture che sono di altri e che vengono semplicemente riportate. Per dovere di cronaca. Le conclusioni le tragga la politica. E i lettori, se vogliono trarne…
“…e continuare con gli stessi metodi che negli anni non hanno mai portato risultati non si capisce a chi possa essere utile…”
Parole sante ma allora se Chiusi è in questa situazione, forse vuol dire che un po’ tutti qualcosa la avremo sbagliata, anche sul fronte dell’antagonismo…non può essere solo colpa del popolo bue che si ostina a non capire, perché allora bisognerebbe farglielo capire con il metodo giusto…
So bene Marco quali siano le tue posizioni e che le hai espresse nel corso degli anni, sullo specifico dell’articolo però, è chiaro che quelle sono le parole che hai riportato, da commentatore però puoi anche esprimere un giudizio su quelle parole. Perché, per usare un termine che ti è caro, quelle parole sono uno scivolone, e visto che ultimamente di scivoloni hai parlato a destra e a manca…
O non è uno scivolone enfatizzare la situazione di Chiusi quando sappiamo bene quale sia la realtà?
Sì che lo è, e l’articolo ne sottolinea anche altri di “scivoloni” dettati dall’enfasi esagerata di certe argomentazioni usate dal sindaco e pone pure qualche domanda su chi beneficerà, per esempio della riduzione degli oneri e dell’incentivo a costruire… Ma resta un fatto incontrovertibile che finora il Piano era solo un annuncio, adesso è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione. E che ci piaccia o no, quello è…
Si, e allora? Se dopo più di 40 anni si conclude l’iter del Prg sotto la giunta Bettollini è un merito ascrivibile alla giunta ? Oppure è un demerito di quelle che l’hanno preceduta? Se sulla pubblicazione c’è scritto che è stata registrata sotto la giunta con a Sindaco Bettollini,ma gli effetti che si produrranno- secondo me è la cosa più importante da chiedersi-.Può anche darsi che possano essere quelli che pochi si augurano e che ancora il territorio venga riempito di cemento dopo che sono stati fatti i discorsi del ”non più nuovo cemento”, o comunque di limitarne il nuovo.Ci si ricordano tutti i discorsi sul nuovo e sul vecchio….o no? Dare giudizi frettolosi sulla bontà e sui meriti, mi sembra voler mettere le mano nel grasso e spalmarlo dicendo come dici tu che ”è inequivocabile che sotto tale giunta si sia finalmente raggiunta la Pubblicazione lo si voglia o no”.Il merito delle cose non comincia affatto da questo.Purtroppo la gente la memoria non la conserva e fra diversi anni di questo non se ne ricorderà più nessuno di chi diceva ”finalmente siamo usciti dal limbo”. Occhio, che dopo il limbo ci può essere anche la scala che sale e che porta al Paradiso( visto come siamo messi mi sembrerebbe un po’ in salita ma comunque è bene anche sperare) ma occhio che la stessa scala può portare più giù del limbo, e più giù del limbo ci può essere anche quell’omino rosso col forcone e con le corna che diceva a quelli che erano nella m….fino al collo: ” il secolo di ricreazione è finito, tutti in ginocchio”.La mia età forse non mi permetterà di vedere come andrà a finire questa storia ma mi dispiacerebbe non poco mettermi in ginocchio….perchè credo si stia male in quelle condizioni, dal momento che nel teritorio ci sono ritornato a vivere.Spero solo una cosa, molto realista invece, che con la decrescita lenta (inevitabile non riconoscerlo) lo sviluppo non sia più misurabile a seconda di quanto si edifichi e quindi non sia validata la tendenza a costruire del nuovo.lo si farà ma forse non come ci si aspetta dai discorsi roboanti e da chi freme perchè crede che lo sviluppo sia quello.I regalini sull’edificazione sono un riflesso diretto di come si pensi lo sviluppo.Forse non si è tenuto anche conto che la quantità di popolazione è limitata per assicurare certi livelli di sviluppo sia nel pubblico sia nel privato.Quando non diventa incentivante questo, come non lo è attualmente, credo sia bene che l’osservanza da parte almeno degli imprenditori che sarebbe meglio investire in altro modo ed in altre direzioni, probabilmente c’è caso che faccia semprepiù tendenza. Nemico dello sviluppo ? Assolutamente no, ma nemico di questa tipologia di sviluppo senza dubbio.E coloro che sono legati a questa visione che è fin’ora stata determinante e che ancora continua ad esserlo, secondo me sarebbe bene che invece di celebrare l’uscita del galeotto dalla prigione quarantennale, dove è invecchiato e dove ha ricevuto batoste alla propria salute in maniera tale che la sua età la vediamo superata dagli eventi, possa ragionare ed indirizzarsi verso soluzioni intelligenti legati non all’industria ma al benessere delle persone.il benessere si fa con la cultura, con l’uso intelligente del territorio, col rispetto e con la non invadenza.Solo in tal modo ci si salva. Il resto ormai è storia già vista.
Questo sì inequivocabile….
Non ci siamo capiti
No, invece credo che ci siamo capiti, perchè quello approvato attualmente e del quale si fa la fanfara a dire che finalmente è sul Bollettino Ufficiale Regionale,si poggia su quello di qualche decade fa,rimasto sotto la cenere, e fondamentalmente ne è il compimento.Vedremo,spero di esserci e di avere la memoria per ricordare cosa ne verrà fuori materialmente e di ricordare anche ciò che ne pensava la gente quando ha delegato quei politici.Forse non ne pensava nulla….tranne pochi interessati..Forse caro Marco, alla fin fine non si tiene presente una cosa ed è quella che anche in questo settore comanda il MERCATO.E se a Chiusi non c’è un numero sufficente di popolazione per la quale tutto questo meccanismo viene messo in moto indipendentemente poi da come si realizzerà e se risolverà i problemi, il tutto rischia che sia una scatola vuota e che non produca nulla o perlomento poco.Ed allora l’asfissia viene da sola, è automatico, anche perchè si combatte con la concorrenza dei territori circonvicini che nel frattempo in tutti questi anni non sono stati a guardare.Se vuoi ti porto le foto delle colate di cemento dei comuni del Lago Trasimento come Magione dove si può raffrontare la differenza fra gli anni ’60 ed oggi e dove adesso la crisi batte come a Chiusi, anzi per certi aspetti è anche peggiore.Poi vediamo quale sia il ragionamento che ne derivi da tutto questo e se si possa plaudire al fatto che finalmente ci sia stata l’iscrizione sul Bollettino Ufficiale della Regione e che tutto questo sia ”un fatto”.Purtroppo lo è un fatto.Quindi non è vero che non abbia capito, ho capito,soprattutto politicamente quale sia l’idea di sviluppo e dove possa portare.Non cambia nulla Marco, nulla rispetto a prima, e tutto questo non fa che confermare le ragioni e quanto sia contenuto in quella che ho sempre chiamato”decrescita lenta”,nonostante i nostri rappresentanti politici si affannino a spargere fumo.E lo spargono perchè da una parte gliene viene il consenso ma dall’altra si premuniscono facendo argine alla loro paura.Qualcosa in queste decadi hanno imparato su come si governi il pollaio….ma non sono solo loro ad aver imparato perchè c’è tutto un contorno che lo ha imparato od almeno che spera che gliene venga qualcosa.Ma è la storia del mondo, non solo di Chiusi o della Toscana o dell’Italia, e quello che mi assilla è il fatto che tutto questo dovrebbe cambiare, ma è la gente prima di tutto a non volerlo.E fra politici e gente amministrata è come un cane che si morda la coda.
ma chi è che plaude? (vedi che non ci siamo capiti?)