CHIUSI: MA ORIZZONTI E’ UN FESTIVAL O UNA RIVOLUZIONE? I “GUASTATORI” DI ANDREA CIGNI CONQUISTANO CHIUSI

CHIUSI – Chissà se in Comune se ne sono accorti. Il sindaco Bettolini e i suoi assessori sono piuttosto presenti agli spettacoli del festival Orizzonti e se capita loro di parlarne ne esaltano la qualità e il successo. Come è giusto. Se si possono capire gli applausi di Micheletti e Sara Marchini che non provengono dalla componente renziana, ma dall’ala sinistra, nei panni di Bettollini saremmo però meno entusiasti. Dal suo punto di vista infatti il festival sarà pure un successo, ma anche una… debacle politica. Il direttore artistico Andrea Cigni gli ha fatto uno scherzetto degno di quello che fece Santaccio da Pistoia ad Ascanio Della Corgna e Ridolfo Baglioni nel 1554… Con la scusa della qualità alta e di una certa sua attenzione e predilezione per mondi un po’ bistrattati, ha portato a Chiusi un’orda barbarica di artisti di frontiera, una banda di masnadieri rivoluzionari, antagonisti. In una parola una masnada di comunisti. Non pentiti, ma decisi a fare la loro rivoluzione, con la parola, la musica, il corpo, non con il fucile. Ma sempre una rivoluzione.
E così ecco quelli di Macadamia Nut Brittle che trattano il tema della marginalità, della società imbarbarita dai modelli televisivi, che ti sbattono in faccia il tema per molti ancora tabù dell’omosessualità come pochi hanno avuto il coraggio di fare, facendoti riflettere su quale sia la normalità, se di normalità ce ne sia una o più d’una… Ed ecco la quinta colonna della masnada, reperita in loco, come i “guastatori” di Santaccio con la bandiera nera, che ci offrono una Teresa d’Avila, santa e visionaria, ma al tempo stesso sovversiva quanto Dolores Ibarruri. E poi i danzatori della compagnia Abbondanza Bertoni che senza parlare, solo danzando, espongono una critica feroce alla “cecità” della società contemporanea che non vede per non pensare e non pensa per non vedere e si trincera dietro falsità, incomunicabilità, apparenza, convenzioni…
Insomma gente che rompe gli schemi consolidati, che va oltre, che esce dal gruppo e non si rassegna a fare il coro.
Per una amministrazione che non perde occasione per farsi vedere in processione dietro la vergine Maria o santa Mustiola, che piazza madonnine in ogni angolo di strada perfino nei posteggi e nelle rotonde, per una amministrazione che ribadisce ad ogni piè sospinto la propria linea “buonista” e rassicurante verso i settori meno i progressiste della società locale e che è espressione di un partito che somiglia sempre più alla Dc che non al Pci, una bella gomitata nelle costole…
Juri Bettolini in una intervista al giornale del festival ha paragonato lo spettacolo della compagnia Ricci-Forte che è sicuramente uno spettacolo di rottura se non altro per il linguaggio usato, al Cavallino Bianco, storico locale a luci rosse chiusino che non rompe alcunché, al contrario è un tempio del conformismo, delle pulsioni pruriginose, del sesso (e della donna) ridotto a merce di consumo usa e getta. Ecco da quel paragone alquanto improvvido sembra che il sindaco non abbia ben chiaro dove volesse andare a parare Andrea Cigni. E Cigni non gliel’ha detto, evidentemente. Così adesso Bettolini si ritrova con la città invasa e “okkupata” da gente che vuole ancora fare la rivoluzione. E a sua insaputa… Marziani o comunisti poco importa…
Ma la storia è maestra e insegna. Bastava rileggersi qualcosa su quell’estate del 1554… Attenzione però: anche quella segnò l’inizio di una fine. Chissà se tra poco anche il renzismo con tutto il democritianismo che si porta dietro salterà in aria. A Chiusi si dice “i lazzi non son belli, disse il rospo quando vide appuntare il palo…”
Bettollini non vorrà fare la parte del rospo. E quindi continuerà a presenziare e ad applaudire, così se le truppe d’assalto e i guastatori di Andrea Cigni prenderanno il potere potrà dire: io non ero contro…
m.l.
Marco, per favore non t’allargare troppo e vedi di dare il valore alle parole.”Una masnada di comunisti”non mi sembra la definizione esatta anche se non ho visto lo spettacolo.Il genere di ”rottura” di cui ho parlato nel Post precedente e ciò che è andato in onda non mi sembra e non è ”una masnada di comunisti” e non deve -secondo me- essere definita tale solo perchè mette in evidenza un ”ragionamento di rottura”.Se già in partenza si usano specchi deformanti per definire le situazioni si arriva alla fine a colorare di brutto e di perverso un contenuto valoriale per il quale hanno versato il sangue con ragione milioni di uomini e non solo con lo spontaneismo.Delle posizioni di ”comunismo” o che introducano e rappresentino tale concetto, la troupe teatrale ed i valori della sua gestualità non sà probabilmente nemmeno dove siano di casa.Se tu magari prendi personalmente gli attori e gli domandi se nella rappresentazione vi sia qualche cosa che richiami al comunismo magari ti rispondono stringendosi nelle spalle.Magari-pur non avendo vissuto lo spettacolo nel senso che non sono stato presente non dovrei parlare,ma comunque mi sembra che per sommi capi ci si intenda quando si dice che oggi la ”rottura” e la ”destabilizzazione” siano forieri del nuovo.In genere le espressioni, la trama, lo scorrere ed il mettere a fuoco il carattere che sta dentro le persone che eseguono la rappresentazione, la loro gestualità, sono per loro natura condizioni e situazioni individuali, dove non si parla delle”cose” ma si parla di ” proposizioni di fatti personalistici”.Dietro alla gestualità del fottere in quel modo – tanto per spiegarsi meglio-c’è contenuta si un etica ma è un etica che ravvisa la crisi odierna valoriale della nostra società che ritiene che quelli siano fatti da non mostrare poichè diseducativi, scardinanti, bestialità da condannare( sesso e non amore per dirla alla Terzani), ma tutto questo viene così condotto per portare lo spettatore a riconoscere ed a riflettere su quali siano i motivi di rottura, i valori sui quali si è costruita tutta la nostra epoca , fino agli ultimi anni del novecento e che ancora continuano.La copula- e non parlo di analisi logica e grammaticale- non è oscena perchè amministrata dalla cultura fondamentalista legata alla religione ed immersa nel campo dei ”talebani odierni italiani ” che esistono più di quanto si immagini perchè la creta con cui sono stati fabbricati la impasta non lo Stato ma la Parrocchia – e lo si sà bene- ma trovo che sia la rappresentazione banale di una diversità non solo comportamentale ma anche e comunque fondamentalista,che nulla ha a che vedere con quell’idea che tu dici di ”comunismo”.Infatti nulla è più stravolgente che l’essenza della bestialità della copula. Non voglio prendere le difese di tali idee manifestatesi nella storia ma se la rottura non viene accompagnata da nulla e nulla si crea prima della rottura oppure subito dopo, quello che si viene a creare non rappresenta in genere più il nuovo che si è invocato dovesse arrivare, ma il vecchio ormai rottamato e defunto.E se le persone spesso oggi come in Italia ed anche a Chiusi si fermano ad osservare i movimenti e le posizioni dell’espletamento della copula,l’analisi che ne esce è solo quella grammaticale che si studiava a scuola che dopo la copula veniva il predicato nominale…..ed ecco perchè ancor oggi credo che sia uno spettacolo per pochi e che nel mercato del teatro vi siano stati dei passaggi che riguardano la riproposizione in provincia ed in periferia di quello ormai obsoleto che si è prodotto qualche anno fa al centro e che adesso non possa fare più cassa in tale luogo.Difatti
nella società decadente a capitalismo avanzato vi è la produzione anche dell’obsolescenza delle modalità fisiche del fottere, ed in tale obsolescenza si ritrovano le menti di coloro che a tale tipo di società hanno dato credito, inorridendo spesso e dicendo che dietro non ci sia nulla.Sarà la paura? Io credo che in tale posizione non vi sia la ricerca di una diversità e di quella che possa essere una sua bellezza, ma l’erezione di un muro a prescindere che debba impedire a certi pensieri la conoscenza della diversità e come questa sia preziosa per la stessa vita.In questo senso lode a Cigni anche se quelle modalità per rapresentare tutto questo a me non piacciono, perchè forse penso che potrebbero essere rappresentati quei ”concetti” in altri modi, forse molto più persuasivi e che mostrino resistenza nel tempo.
ma non sono un attore di teatro, ma tutt’altro.
Carlo, credo sia difficile commentare senza aver visto niente… Poi mi pare evidente che questo articolo è una lettura ironica, giusto per sottolineare certi aspetti, certe reazioni, certi sottintesi rispetto al festival. Una bonaria presa per il culo (più che altro verso gli amministratori chiusini) tanto per sdrammatizzare e creare un po’ di curiosità in più, diciamo… Tutto qui, mica è un saggio di politica applicata al teatro d’avanguardia…Via. E in ogni caso era da molto tempo che non vedevo e sentivo tante cose di sinistra tutte insieme…La cosa non mi dispiace affatto…
L’ho premesso io stesso che sarebbe bene commentare solo quando si sia vista la rappresentazione ma mi resta il dubbio forte sulle cose definite da te ”di sinistra” che ne avrebbero fatto parte, e la teoria del dubbio è un fondamento della sinistra, fino a prova contraria. E certamente fino a prova contraria lo è anche l’ironia, anzi io credo che lo sia fortemente e che aggiunga peso alla considerazione critica per avere una completa visione dei problemi.Dico questo non perchè non mi renda conto che tanti movimenti di idee che si sono avvalsi dell’arte in ogni forma, della musica soprattutto, hanno fortemente contribuito a cambiare la società, ma il mio chiedermi se possa essere quello dello spettacolo di cui si parla uno dei tanti veicoli sui quali si rafforzi il cambiamento e lo si renda impermeabile al recupero da parte del sistema, mi sembrerebbe come appioppare l’idea che hanno tanti che i Beatles abbiano cambiato il mondo.Lo pensano in tanti questo ma io non la penso così, ed anzi spesso ti dirò che ritengo che sono stati parte di quel fronte che si è opposto a tale cambiamento proprio perchè hanno deviato masse umane enormi facendole andare verso forme interpretative prettamente individuali, con rispondenza sociale inevitabile ben’inteso, ma che alla fine il conto di quell’umanità che anelava al cambiamento fu di segno negativo perchè portò ad assumere posizioni individualistiche ed autonome nelle concezioni della politica.Detto questo anche quelle forme di rappresentazione dello spettacolo di Chiusi rappresentano per me un interrogativo poichè credo e ritengo che diversa gente possa aver avuto una immagine distorta che la porta a ragionare che sia ”la sinistra” alla quale tu facevi riferimento che produce quelle che loro interpretano ,sentono e vivono come ”distorsioni”.Ed i più la pensano in tal modo.
ecco perchè papale papale il teatro d’avanguardia rimane un teatro d’elite,necessario a far ragionare,ma credo che vada considerato se la gente sia anche preparata ad ” assumerlo”.E su Chiusi credo che non ci siano folle che lo possano apprezzare, ecco perchè mi sono permesso di dire che ritengo sia tutto questo un processo ed una risultante guidato dall’uso dei media, che propongono spettacoli deja vu nei grandi centri che poi arrivano nelle periferie dopo qualche anno.Cosa resta nella rete nella testa della gente? Me lo chiedo.Tutto qui.
Non conosco Carlo Sacco anche se i suoi argomenti possono essere molto interessanti. Immagino che abbia anche letto qualcosa sui Ricci Forte e Macadamia e sul gelato da cui è ripreso il titolo e persino dello scrittore Dennis Cooper; ma davvero come diceva il mio amico Wittgenstain: ‘Chi non è certo di nessun dato di fatto, non può neanche esser sicuro del senso delle sue parole.’ E ancora: ‘…Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.’
Saluti
Sig.Carlo Pasquini, quanto dice lei l’ho premesso nel mio secondo intervento qualche ora prima del suo.Se lei legge bene vedrà che la mia non era una critica mirata a giudicare uno spettacolo che appunto non ho visto ma un tentativo di entrare nel merito di quanto possa politicamente servire a ciò che Lorenzoni dice,sia nel titolo del Post sia nel contenuto quando parla di sinistra.Mi sono sentito di dire ciò che ho detto e mi sembra che ne abbia spiegato anche le ragioni, soprattutto attinenti a ciò che viene considerato ” politico ”.Possono essere condivise o meno, o condivise solo in parte, ritenute interessanti o sciocche o sensa alcun senso,ma se lei vede bene io non sono minimamente entrato nel merito di giudicare uno spettacolo che non ho visto.Ho cercato di vedere il problema nella sua interezza non scindendolo da altre peculiarità e non entrando nel merito dell’opera che è andata in scena.Dico questo perchè mi chiedo alla fine l’interrogativo-se mi legge- di quanto possa essere servito alla gente ed oltretutto se sia stato giusto o meno il senso di come abbia risposto a Lorenzoni. I media spesso tendono a fare voli pindarici, esaltare oltre ogni limite ciò che secondo me non deve essere esaltato;oltretutto per ritornare al fatto che si dica che sia ” una masnada di comunisti” questo fatto lo giudico come una distorsione, anche se detta ironicamente, e la mia credo che sia tutt’altro che sciocca suscettibilità. A questa Lorenzoni ha chiarito che era un tentativo ironico ed anche ”una presa per il culo verso gli amministratori chiusini”. Io Sig. Pasquini resto pari pari della mia idea e mi sembra anche giusto che mi chieda ”quanto possa essere servito alla gente” e quanto questa abbia assorbito da quel genere di spettacolo e quali riflessioni abbiano avuto le persone spettatrici. Lecito che me lo chieda o no ? Mi chiedo forse troppe cose ? Quanto alle letture a cui lei fa riferimento conosco solo marginalmente Dennis Cooper ed il suo approccio al genere Punk (personalmente non condivido l’esibizione della sessualità intesa e finalizzata come elemento di rottura che inizia dallo stupore e dal contrasto,ma questa è una mia posizione personale discutibilissima rispetto al problema, difatti non ci sono entrato).Mi piacerebbe però sentire qualche intervento di qualche spettatore chiusino e non solo delle persone che lo spettacolo hanno contribuito a creare.Per quest’ultime, visto che anche lei ha citato Ricci Forte e Macadamia e Dennis Cooper anch’io con un pizzico di malizia-se mi consente le citerei un tale Ernst Fischer che disse: ”In una società in decadenza,l’arte-se veritiera-deve anch’essa riflettere il declino.Ed a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale,deve dimostrare un mondo in grado di cambiare ed aiutare a cambiarlo”.Ecco ritornando sulla gente mi chiedo rispetto a tale pensiero se possa essere o meno d’accordo con quanto ha visto.Anche perchè parliamo di soldi di tutti. Un piccolo particolare che non dovrebbe sfuggire a nessuno, nemmeno ai professionisti del settore, figuriamoci ai nostri politici.La saluto.
Sì, lei l’aveva premesso, ma poi ha svolto le sue considerazioni come se la premessa fosse uscita un attimo a prender aria.
Per quanto mi riguarda Macadamia è stato uno spettacolo che meritava di esser visto. Riguardo invece al fatto che l’arte deve cambiare il mondo le rispondo con una divertente considerazione letta proprio ieri:
GIORNALISTA: “Come regista, che messaggio vuole mandare al pubblico?”.
FRANK CAPRA: “Per i messaggi ci sono le Poste”.
cordialmente
So benissimo che i “guastatori” da soli non cambiano il mondo, ma senza di loro l’esercito non avanza o non riesce a difendersi. Diciamo che aiutano… Non sono loro a decidere e a impostare la strategia, ma servono a portarla avanti, a rompere gli assedi, a penetrare nelle linee nemiche… Possono essere decisivi insomma, pur essendo spesso corpi ausiliari, costruiti con soldati pescati nei bassifondi e non nelle accademie militari…
Si, si, va bene il ” volar basso” – e non perchè le cose debbano essere solo quelle serie, tutt’altro – ma in quel caso anche Frank Capra non scherza. I cosiddeti ”piccoli abitanti di creta”(anagramma) talvolta vestono anche i panni dei personaggi importanti, magari eccellono nel loro genere sicuramente e sono dei geni ma quanto ad altro talvolta dovrebbero pensare a fare battute più intelligenti.Chi trova una battuta di tal genere una cosa intelligente perchè pensa a ciò che ne possa star dietro, io credo che dietro appunto vi sia solo il nulla.E talvolta il nulla serve come elemento contraddittorio senz’altro ma alla fine detto senza meno che le novità scaturiscano dalle contraddizioni, mi dica lei dove si arriva. Credo che possa essere anche daccordo con me.Quanto a Macadamia sono daccordo con lei che parlarne senza aver visto la rappresentazione si parla a vuoto, difatti ho risposto solo sulla mia modestissima e quasi inesistente conoscenza storica di Cooper.La saluto cordialmente.. X Lorenzoni. Ultimamente con tale impostazione mi riesce sempre meno ad essere d’accordo,anche perchè mi si dovrebbe rispondere a diverse domande relative a quelle che ultimamente ho fatto sulle differenze fra ricchie poveri al cospetto degli spettacoli e dello sport come fenomeno sociale e sul loro uso mediatico, e quindi personalmente sono sempre meno d’accordo con quanto dici.E lo sai soprattutto perchè? Perchè la sommatoria di ciò che dici sulle avanguardie che hanno scardinato l’uso dell’esercito mi fa ricordare il colloquio nella storia infinita di Michel Ende fra Atreiu e Dmork :” Perchè la gente ha dimenticato i propri sogni, ha rinunciato a sperare,così il nulla dilaga”.Cos’è il nulla ? ”E’ il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo ed io ho fatto in modo di aiutarlo”.Ma perchè? ”Perchè è più facile dominare chi non crede in niente e questo è il modo più sicuro per conquistare il potere”.Chi sei tu veramente? ”Io sono il servo del potere che è nascosto dietro il nulla”.Spero che basti.Chi vuol capire penso che capisca.Le risposte alla Frank Capra si dicono davanti all’aperitivo.ma poi non critichiamo la sinistra se assume le politiche di destra che le fanno fare i suoi vertici e chi di capitalismo e di mercato sa bene come funzionano perchè tali teorie e direttive le applica sul terreno della materialità.E questa sarebbe ”sinistra ed una masnada di comunisti ? ”. Più distorcente di così si muore, ma non mi sembra che non sia io a non voler capire….