CHIUSI: LA SINISTRA C’E’ MA SI VEDE POCO. E SE I ‘PODEMOS’ GIOCANO CON UN MODULO SBAGLIATO…

CHIUSI – Ogni tanto qualcuno, per strada, mi chiede “ma che fine hanno fatto i podemos”? Quelli di Chiusi, naturalmente, non quelli spagnoli di Pablo Iglesias. E a rivolgermi la domanda sono persone che li hanno votati alle comunali di giugno o che si aspettavano, forse, una presenza più marcata. Io rispondo glissando. Dico che non è che se ne siano proprio perse le tracce, che Possiamo qualche posizione l’ha presa, ultima quella sulla festa-raduno nazionale di Casa Pound a Chianciano. Rispondo che è agosto e quindi tutto è un po’ più rarefatto; che io sono solo uno che li ha votati, incoraggiati e sostenuti, senza far parte però del “gruppo dirigente o promotore” e che la domanda andrebbe posta a Luca Scaramelli e agli altri più che a me… Però quella domanda me la pongo anche io. E sebbene qualche posizione Possiamo l’abbia presa (ma ce n’è anche qualcuna che doveva prendere e non ha preso, come nel caso dell’affidamento dei locali di Santo Stefano ad una associazione presieduta da una sua esponente e candidata, che ha fatto la gnorri…), nonostante ogni tanto Possiamo si sia fatta sentire, l’impressione è che il movimento di sinistra, che pure aveva ottenuto un buon risultato elettorale, migliore dei 5 Stelle e oltre le previsioni, si sia afflosciato sul nascere praticamente nella culla.
Magari non è così. E i podemos chiusini stanno alacremente lavorando per gettare le basi del futuro… Ma all’esterno trapela poco. E le domande un po’ perplesse di chi li ha votati sono del tutto legittime e comprensibili.
A mio avviso il problema non è l’estate, il periodo feriale. E’ il classico “difetto di fabbrica”. Anche la Primavera ne aveva uno, vistoso: era la scarsa o poco precisa identità. La natura un po’ troppo ibrida (né di destra, ma neanche troppo di sinistra) che poi ne ha frenato l’azione, comunque puntigliosa, ma spesso ragionieristica e solo consiliare. Possiamo è nata su premesse diverse. Proprio con l’idea di superare quel difetto. E infatti pur non avendo un simbolo di riferimento nazionale, il movimento si è dato una identità più marcata, una connotazione precisa e dichiarata. Cioè dichiaratamente “di sinistra”. Con l’obiettivo di andare a rioccupare un spazio lasciato vacante dal Pd e dai partiti della ex sinistra radicale (Rifondazione, Sel, Comunisti italiani…) ormai dissolti. Su questo ha scommesso Possiamo. E 600 persone che hanno detto “ok, ci sto!”, non sono poca cosa, per cominciare. Una piccola dote preziosa. Ma come si struttura di solito un movimento politico che nasce dal nulla?
Può capitare che nasca sull’onda elettorale, cioè con l’obiettivo immediato di presentarsi alle elezioni. E può capitare, anzi è quasi sempre così, e anche nel caso di Possiamo è stato così, che a promuoverlo sia una elite, un gruppo ristretto. Magari 4 amici al bar che hanno voglia di cambiare il mondo… Ma dopo le elezioni, archiviato il primo step, cosa fa il neonato movimento?
Per prima cosa organizza un’assemblea pubblica per conoscere e ringraziare i cittadini che gli hanno dato il voto e fiducia. Per dare la carica insomma ad un esercito ancora un po’ informe e irregolare… In quella sede i promotori possono proporre un primo gruppo dirigente provvisorio: un portavoce, un direttivo ecc. chiedendo e verificando anche eventuali disponibilità tra i convenuti. Dopo questo passo il gruppo dirigente provvisorio può cominciare a stendere una sorta di statuto per regolare l’adesione, la vita e l’organizzazione del movimento e preparare un programma di iniziative. Il tutto cercando di coinvolgere il più possibile il corpo elettorale, i simpatizzanti – che sono la miniera cui attingere – nella discussione, nelle proposte e nella gestione delle iniziative. Dopo un periodo di rodaggio, verificate tutte le disponibilità, le competenze, può passare alla seconda fase dandosi una organizzazione non più provvisoria. I partiti lo fanno con i congressi. Per un movimento come Possiamo poteva e potrebbe bastare una assemblea ad hoc.
Ma soprattutto un movimento che voglia strutturarsi e durare nel tempo, tutto questo lo fa uscendo sempre di più allo scoperto. Cercando di far capire a chi l’ha votato, che non ha votato invano. Che uno vale uno, ma talvolta anche due, perché la forza sta nella condivisione, nella partecipazione responsabile e consapevole, ma anche più larga possibile.
Ecco, tutto questo Possiamo non lo ha fatto. Almeno fino ad ora.
Il gruppo promotore non è diventato ancora un movimento politico, è rimasto una lista elettorale che riunisce i candidati e pochi altri. Non ha incontrato i suoi elettori, i suoi simpatizzanti, i suoi sostenitori. E questo è stato ed è un errore e può diventare un limite letale.
Non ha cercato adesioni su specifiche tematiche, non ha chiesto disponibilità a chi pure in qualche modo gli ha dato e dimostrato fiducia. In questo modo le adesioni si perdono per strada, non si guadagnano. Soprattutto se ci si richiama ai valori, alla storia, alle sensibilità della sinistra. In sostanza Possiamo è scesa in campo, ha giocato, ma con un modulo sbagliato.
Anche le posizioni che ha preso, vedi quella sul raduno di Casa Pound, le ha prese a tavolino. Tra pochi intimi. Non sono state discusse e ragionate pubblicamente o comunque in un ambito più ampio del ‘cenacolo’ dei 12 candidati più un paio di Maddalene… Probabilmente con una discussione pubblica o quantomeno ampia, quella posizione avrebbe avuto più forza, sarebbe emersa con maggiore chiarezza. Avrebbe fatto “promozione” al movimento… e magari alla manifestazione del 4 settembre a Chianciano, Possiamo avrebbe potuto presentarsi con una bella pattuglia…
I Podemos chiusini sono persone per bene, gente che ha davvero voglia di cambiare il mondo (o quantomeno il verso di tante cose che non vanno) ma finora si sono chiusi a riccio, si sono mossi in modo un po’ carbonaro, sono rimasti 4 amici al bar. Con il rischio di diventare 3 e poi due… finché anche il barista non si stancherà di tenere aperto per un avventore solo. Perché è così che vanno a finire certe cose. E’ così che è finita la Primavera che di voti ne aveva presi più del doppio e aveva pure un cenacolo di partenza più ampio. In sostanza Possiamo ha deciso di scendere in campo, ha giocato, ma con un modulo sbagliato.
Può essere una questione di inesperienza. Di scarsa abitudine alla politica e alle “regole” (anche quelle non scritte) della politica. Di approccio giovanilistico e un po’ scolastico ai problemi della città e alle vicende organizzative. Può essere che dopo le elezioni è arrivata subito l’estate… e d’estate fa caldo. Ma Possiamo non può essere solo quello che ha fatto vedere finora. Sarebbe troppo poco. E sarebbe un peccato, e ancora un’occasione sprecata. Mi auguro che uno scatto ce l’abbia. Luca Scaramelli ama la bicicletta, è tifoso e appassionato del ciclismo. Lui una certa esperienza ce l’ha, e sa che se vuoi dimostrare qualcosa non puoi stare sempre rintanato in mezzo al gruppo, senza mai tirar fuori la testa, che non puoi accontentarti dei traguardi volanti… che ci sono momenti in cui devi cercare compagni per lanciare la fuga buona e pedalare con il vento in faccia…
Marco Lorenzoni
In pratica hai delineato i limiti di Possiamo e condivido quello che hai detto.Ne hai detti molti e nel delinearli hai fatto un giro a 360° di ove ci hai messo anche l’estate. va bene, condivido, e condivido anche come hai concluso quando hai parlato di impreparazione politico-organizzativa, che sconta il fatto di essere una equipe composta perlopiù da giovani e giovanissim.tutto vero.Ma credo che innanzitutto tu abbia tralasciato una cosa e che è quella che non si possa creare un gruppo od un movimento partendo dalle ragioni di un Referendum che oltre ad essere stato perso le stesse origini e ragioni politiche diventano evanescenti ed allora si fa fatica ad avere davanti ai propri occhi percorsi organizzativi che sappiano esprimere una consistenza sicura e solida domani. In pratica la tempistica della loro creazione secondo me parla chiaro perchè non si può nella maniera più assoluta scendere a presentarsi ua settimana prima delle elezioni.Si arriva per codesto percorso soloa tirare la volata al fronte che si dice di voler battere, cioè quello di Bettollini tanto per parlar chiaro,che avrebbe vinto lo stesso senz’altro a mani basse, ma con un segnale un po’ diverso scaturito dalle urne. in pratica le stesse hanno mostrato un fronte diviso e scusa la franchezza Marco, diviso appositamente, perchè il risultato non può essere dimenticato. Le opposizioni sarebbero state quelle ma il pericolo e la paura che serpeggiava da parte del PD era solo quella dell’incognita dei 5 Stelle su quanti seggi avrebbero contato, posto chiaramente che per adesso non sarebbero stati sufficienti i loro voti per scalzarli dagli scranni del potere.Quindi , noi possiamo fare tutte le elocubrazioni che vogliamo, andando a vedere le pecche o gli incidenti di percorso, ma volendo essere malizioso senza accusare nessuno che operazione è stata quella della presentazione-lecita senza dubbio- sul filo di lana di Possiamo, un movimento proveniente da doi ve lo abbiamo detto, con quelle caratteristiche strutturali che ha ? I discorsi stanno da poche parti dicono a Firenze quando vogliono dire di venire al sodo e cioè a quello che interessa e che produce materia. Bettollini ha respirato aria ancora più fresca quando ha saputo della costituzione di un altro fronte, questo senza dubbio.Non voglio entrare nel merito dei limiti e degli errori di percorso, fatti di astensione sulle tempistiche e sull’impossibilità di documentarsi in tempo e nemmeno sulla vicenda santo stefano, ma una opposizione-sei tu stesso che m’insegni, deve fare opposizione, e trovare dentro se stessa le ragioni per farlo. Se non le trova, se ha confusione, se è incapace a fare le sintesi di quello che affronta, gli avversari si masturbano al solo pensarlo.Difatti, credo che in npoli6tica ci si debba basare anche sui segnali che preludono agli avvenimenti.Fin’ora, corretta se non altro nel voto di opposizione, ed argomentando tale posizione, sono stati solo i 5 stelle, i quali se non ci fosse stata la presentazione di possiamo probabilmente avrebbero avuto-lascianelo pensare- 4 seggi invece che due.Il pericolo era quello-pericolo relativo lo ripeto che non avrebbe inficiato per nulla il risultato finale di Bettollini, ma avrebbe potuto costituire un altro scalino di partenza per le prossime elezioni.
Poi chiaramente da sinistra io spero che Possiamo si riprenda e possa
costituire anch’esso una vera opposizione, innanzitutto per dare il segno al paese che la politica del partito di maggioranza relativa sia ancora di più sotto la lente d’ingrandimento di coloro che non la condividono.E le prossime vicende che si preludono sul Referendum e le future alleanze che stiamo vedendo a livello nazionale con strizzatine d’occhio fra Renzi e Berlusconi possano far venire a galla e messe sotto gli occhi di tutti coloro che hanno dato fiducia localmente al partito di Bettollini.Sono però sicuro che troveranno altri alibi per votarlo quel partito, quindi ciò che ho sempre detto e pensato sulla natura sia di quello, sia della gente che quel partito ha votato,io non la cambio e sicuramente su tale fronte attendo conferme.
I 5 Stelle non rappresentavano al momento delle Comunali una alternativa credibile al Pd o meglio al blocco sociale pro Bettollini. Per il tipo di lista che hanno presentato, per l’atteggiamento che hanno tenuto e per il seguito che già si capiva che non c’era, nonostante il trascinamento nazionale del marchio. E il risultato lo ha ampiamente dimostrato.
Se non ci fosse stata la lista Possiamo i 5 Stelle avrebbe preso più voti? qualcuno di quelli andati a Possiamo sì, probabilmente, ma non tutti. E che ci avrebbe fatto con 4 consiglieri invece che due? Le stesse cose che farà con due. Cioè poco o nulla perché questo è il sistema elettorale che assegna alle minoranze un ruolo marginale. Di testimonianza. E basta. Quindi la presenza di Possiamo non ha spostato alcunché da questo punto di vista, ha solo offerto un’opzione che mancava.E che la gente, in una certa misura chiedeva. Senza velleità di vincere.
Possiamo si è costituita in fretta e furia, in maniera anche contraddittoria e molto (troppo) autoreferenziale. Ma ha coperto un’area e uno spazio che i 5 Stelle non avrebbero coperto. Perché con la sinistra hanno poco a che fare, per loro stessa ammissione. Il problema, caro Carlo, adesso però è che anche i 5 Stelle si sono alquanto dileguati (sarà l’estate), più o meno come Possiamo. E Possiamo sta mostrando tutti i limiti di una operazione fatta non solo di fretta, ma a tavolino, senza cercare di coinvolgere neanche i soggetti più vicini e meglio intenzionati nei suoi confronti. Bettollini non trema, ma anche lui non è che sia messo tanto meglio. Se i podemos e i 5 stelle si son fatti sentire poco in questi 3 mesi, il Pd come partito e come “esercito” del sindaco lo ha fatto ancora meno. Il sindaco è un uomo solo al comando. Ma il traguardo è lontano…
Mi sembra strano che ogni volta che si nomini la sinistra quando faccia comodo si risponde che i partiti non esistono più, poi quando si ha bisogno di dimostrare il concetto che la sinistra ci sia sempre, t’oh, riappare.Questo lo dico perchè tu stesso dici che i 5 stelle con la sinistra hanno poco a che fare. Sai cosa mi viene da risponderti per adesso, poi mi potrò sbagliare, per fortuna che hanno poco a che fare con questa sinistra, perchè ancora vedo che ci si ostina a considerare sinistra chi di sinistra ha solo una imbevitura generale (non solo ai ragazzi di chiusi che tu dici che hanno coperto un area, dimenticandoti volutamente forse dii chiederti ”per quale politica”ma soprattutto a livello nazionale che tipo di sinistra esiste? Forse le forze di SEL le consideri sinistra? Che non hanno fatto che reggere le stampelle al PD, a dividersi gli incarichi nelle municipalizzate e nelle amministrazioni dove il PD la fa da padrone, solo a parole alzando il dito quando c’è da apparire contrari in televisione ma nella sostanza sono tutti alleati e coperti col padrone Renziano? Come a CVhiusi nel suo piccolo con nulla di diverso.Te lo ricordo io come si chiama nel caso tu te lo fossi dimenticato. si chiama opportunismo politico, ma non sarebbe nemmeno grave sotto un certo punto ndi vista, solo che appunto bisognerebbe chiedersi ”per quale politica” e la risposta la vediamo ogni giorno.Stessa cosa ed anche peggio peMarco si stanno stravolgendo parole, concetti, sostanza ed il tutto non fa che piacere ai nuovi democristiani che usano i media a pro loro per darsi una immagine di loro stessi come di compagini equilibrate.Ma dimmi la verità non ti sembra di essere in presenza della Democrazia Cristiana che abbiamo conosciuto per anni in nuova salsa? Probabilmente anche peggio.Ed allora se credo che anche a te possa apparire così, cosa si viene a dire sulla sinistra? La sinistra come la abbiamo conosciuta noi era una sola, oggi non esiste più, ed al suo posto usurpato per la doppiezza ideologica dei suoi dirigenti assistiamo alla presenza di un partito che fa illudere ancora i suoi militanti onesti e che li sfrutta con quel marchio nella sostanza e nella politica.Fra poco si alleerà con Berlusconi e tu ancora ti ostinia chiamarla sinistra? Anzi, si è già unita con Berlusconi a cominciare dall’intreccio di interessi trapelato ormai da anni nelle Coop,dalle strizzatine d’occhio fatte fra il cavaliere e Renzi a proposito della unione sul terremoto.io questo l’avevo già detto e non sono John Llennon- come dici te di 45 anni prima….. Quello che penso sull’argomento di Bettollini isolato lo sai già.Purtroppo ti ripeto il tutto è espressione della gente di Chiusi.Ecco anche uno dei motivi per i quali si poteva ritenere importante l’acquisizione di 4 seggi per i 5 stelle invece che la storia di possiamo formata sul filo di lana delle elezioni. Ecco chi dice cose-lecite per carità- ma ne collabora a produrle altre.Chi gode? Chi avrebbe goduto comunqe? Certo che sì, ma secondo me anche se per adesso non c’era la possibilità di prendere Chiusi per i 5 stelle, uno scalino più grande si sarebbe potuto formare, in vista del futuro.Così non è stato ed i fatti sono i fatti anche se col se e col ma non si fa la storia.Ecco a cosa è servito nel suo piccolo Possiamo, se pur nella sua liceità di presentarsi che era un suo diritto, ma poi il proseguo non poteva non essere che questo.E questa è sinistra? Per piacere Marco, dillo ad altri.
Sì, Possiamo è sinistra. Una sinistra che finora ha sbagliato qualche mossa e modulo di gioco. E che non ha alcun riferimento a livello nazionale.Il fatto che non ce l’abbia, o non esista un riferimento nazionale, non vuol dire che non abbia legittimità a livello locale. I 5 Stelle sono altro e spesso dicono cose diverse dalla sinistra e cose che non sono di sinistra. E’ legittimo. E normale, vedendo la fine che ha fatto la sinistra ufficiale e ufficiosa. Ma come il Pd, anche loro hanno lasciato scoperta una parte di campo… Per esempio io ho votato Possiamo. Se non ci fosse stata la lista Possiamo non avrei votato 5 Stelle. E neanche Bettollini. Sarei andato al mare.
Piccola premessa: la posizione di possiamo sulla vicenda s.Stefano è pubblica da qualche settimana, come testimonia anche un post su chiusiblog e un comunicato stampa, capisco che possa sfuggire però non dipende da noi. In pochi mesi un gruppi di persone ha sacrificato gran parte del proprio tempo libero prima per il referendum sulle trivelle, poi mettendo in piedi una lista che ha raggiunto un risultato importante per chiusi e non solo, perché poche liste apertamente schierate a sinistra hanno raggiunto risultati paragonabili al nostro. Io e Daria lottatori, eletti in consiglio comunale abbiamo presenziato ai tre consigli comunali fin qui svolti, preparandoci accuratamente sui vari punti all’ordine del giorno, nonostante la mole di materiale che riceviamo solo 5 giorni prima del consiglio. In queste settimane, nonostante il periodo di ferie per molti abbiamo provveduto a redatte uno statuto per costituirci ufficialmente. Nelle prossime settimane convocheremo un incontro pubblico, intanto ci stiamo preparando su vari argomenti per la ripresa dell’attività del consiglio comunale. Obiettivo primo è quello di coinvolgere la maggior parte delle persone. Io credo che in.pochi mesi non potevamo fare molto di più e per citare un film cult non puoi chiederci di fare il secondo goal prima di fare il primo. E per continuare con la letteratura io preferisci di gran lunga pinocchio al grillo parlante.
Sul mio commento precedente ci sono degli errori ma la tastiera del telefono si prende spesso delle libertà. Ne correggo uno daria si chiama lottarini no lottatori.
Dare giudizi definitivi su un gruppo politico appena costituito che sta cercando di raccogliere gli “orfani” della sinistra, dopo anni di nulla, dopo tre mesi di cui uno e mezzo praticamente di vacanza per la politica, mi sembra come minimo affrettato e francamente puzza anche un po’ di bruciato.
Da poveri umani sicuramente avremo sbagliato qualcosa e senz’altro continueremo a farlo, però credo ci sia dovuto un periodo di tempo un po’ più lungo per essere giudicati, se proprio c’è qualcuno che si diverte tanto a farlo. Magari qualche giudizio un po’ meno cerchiobottista su chi invece il comune lo amministra da decenni ogni tanto non farebbe male.
Caro Luca, il mio non è un giudizio definitivo(se ti riferisci al mio intervento) perchè capisco che mettere su una lista in poco tempo e per di più con persone che mai si erano dedicate direttamente alla politica è uno sforzo e non è uno scherzo..Gli errori si fanno, ma dagli errori si spera che si possa imparare. Oggi le giovani generazioni questa tendenza ad imparare dagli errori credo che l’abbiano persa, tranne qualcuno.Come ben sai io non vi ho votato,ma ho sempre avuto un occhio preferenziale aperto in quella direzione.Mi sono chiesto soltanto- credo lecitamente- a cosa materialmente è servita la creazione della lista-ripeto non lecita ma stralecita-e cosa sarebbe cambiato non tanto nel risultato finale che è stato quello che tutti si aspettavano e la conferma c’è stata, ma con un occhio al futuro.Perchè il futuro-ricordatelo questo-può essere foriero di grandi trasformazioni se la gente capisce cosa sono questi che ci governano e che sono votati a maggioranza dalla gente.Cercheranno di trasformarsi perchè è nella loro indole e DNA ed anche perchè hanno dei maestri vicino di tutto rispetto su tali materie che la sinistra vera non possiede.Le operazioni di cosmesi servono a questo.Quanto a quello che tu definisci ”griillo parlante” non so a chi tu ti riferisca ma se ti fossi riferito a me per caso, sappi che io ho sempre scritto di getto ed ho detto sempre quello che era contenuto in me, senza mediazione alcuna.Questo l’ho fatto da sempre e non pretendo proprio che quella che dico sia la verità, ma l’ho fatto sempre per il piacere del confronto.Forse anche troppo, ma sono contento così.
Caro Luca, l’articolo non mette in discussione la buona volontà, i principi ispiratori o la fatica quotidiana del gruppo promotore di Possiamo. Ci mancherebbe altro. Capisco benissimo e credo che si intuisca anche da quello che c’è scritto. Né mette in discussione, per ora, il mio personale sostegno a Possiamo. Mette solo in evidenza quello che secondo me è stato un percorso organizzativo sbagliato (il modulo di gioco). L’incontro pubblico programmato per settembre, a mio avviso andava fatto a giugno, prima dell’estate e delle ferie, quando il ferro elettorale era ancora caldo. Ma andrà bene anche a settembre… Purché si faccia e poi il movimento si dia una struttura più ampia e più solida…
Quanto alla presa di posizione sul “caso-Santo Stefano”, pubblicata su Chiusiblog, sì mi è evidentemente sfuggita. Ma trovo singolare che Possiamo l’abbia inviata ad altra testata e non a quella che ha sollevato il problema. Anche questo, se permetti, è un piccolo scivolone. In ogni caso non so o non ho capito quale sarebbe la conclusione della vicenda…
E poi, lasciatelo dire, da amico e compagno (e lo dico anche a tutti gli altri della ditta): chi ha l’obiettivo e l’ambizione di rappresentare la sinistra, di ridarle voce, di riconquistare spazi perduti o lasciati vacanti, non può “rizzare il culo” come si dice da queste parti alle prime critiche, alle prime ventate contrarie (soprattutto se è vento amico) o evocare “attacchi politici” inesistenti…L’abitudine al confronto, anche aspro, alla critica, alla polemica dovrebbe essere la regola. Perché fa parte della politica. Passi che certe abitudini non siano più di casa nel Pd… ma Possiamo non è il Pd. Se ho capito bene…
I miei commenti non credo avessero il tenore di colui.che ” rizza il culo”, chi si avventura in esperienze come quella di possiamo sa di mettersi in discussione ed esporsi alle critiche quindi nessun problema da questo punto di vista. Dico solo che se leggesse l’articolo uno che arriva da Marte penserebbe che possiamo è attivo da anni. Dacci il tempo si fare qualcosa anche di sbagliato e poi critica. Alla fine sembra emergere che l’errore sarebbe quello di no aver fatto l’iniziativa pubblica a giugno e farla ora, francamente sembra poco prontamente un articolo così. Chiusi sta morendo dopo decenni ancora chi l’amministra non ha idea di cosa fare e il problema siamo noi. Va bene avanti così.
Nella quart’ultima riga sostituire prontamente con ” per costruire”. Solito errore della tastiera del telefono
Non è che il problema è Possiamo. Ma da sostenitore di Possiamo rilevò un problema: la prassi seguita nella costruzione del movimento dopo le elezioni. Problema che può indebolire Possiamo. Mi dispiacerebbe. Tutto qui.