NIZZA IL GIORNO DOPO: RESTIAMO UMANI. E RESTIAMO IN PIEDI!

di Marco Lorenzoni
Ieri, dopo l’episodio incredibile accaduto nella tappa del Mont Ventoux al Tour de France, con la maglia gialla Fromm che si è messo a correre a piedi dopo aver distrutto la bicicletta in una caduta causata dallo stop improvviso di una moto della Tv, avevo messo in conto di scrivere due righe su quell’episodio. Per dire che anche la “grandeur” dei francesi a volte scivola nel ridicolo di una organizzazione ai limiti dell’approssimazione.
Poi sono andato al Rock For Life di Ponticelli a sentire, con una amico, un po’ di rock salentino… Buona musica, ambiente piacevole.
Al ritorno, appena rientrato a casa, la notizia della strage di Nizza. Un camion lanciato sulla folla, come la Locomotiva del macchinista ferroviere di Guccini, ma non contro un “treno pieno di signori”, contro una folla di passanti e turisti ignari e inermi, in gran parte bambini. Si parla di attentato terroristico, con tutta probabilità di matrice islamico fondamentalista. Il guidatore che avrebbe pure sparato sui passanti era un franco-marocchino con precedenti penali, ma non per terrorismo… E’ stato ucciso, dopo aver fatto più di 80 morti… Non si sa se fosse solo o avesse dei complici…
L’ennesimo attacco al cuore dell’Europa. Alla Francia, nel giorno della sua festa nazionale, il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia, quindi della Rivoluzione più famosa e più duratura della Storia… Un attacco mirato ai principi di Liberté, égalité, fraternitè… Resto attonito di fronte ai tg straordinari…
Tutta la notte davanti alla tv per capire cosa sia effettivamente successo, per analizzare le dinamiche dell’attentato… per cercare risposte che non vengono… Anche stavolta, come al Bataclan, come per l’attacco a Charlie Hebdo, come a Bruxelles, ci sono cose che non tornano, che non si comprendono (come può un camion di quelle dimensioni, entrare in una zona chiusa al traffico e percorrere più di 1 km senza che qualcuno tenti di fermarlo, anche con le “cattive”?).
Ancora una volta siamo tutti messi di fronte all’evidenza che il terrorismo o la follia possono colpire dovunque e chiunque, anche nel cuore dell’Europa e dell’Occidente. Nel Medioriente, in Africa e in altre aree del pianeta, è così da decenni, ma noi non ci facciamo caso. E’ quando tocca a noi, a città del nostro mondo, che cominciano a preoccuparci. E Nizza è una città del nostro mondo, come Parigi, come Bruxelles. Anche di più. Perché Nizza era italiana fino al 1860. Garibaldi che era nato a Nizza era italiano… Nizza è a 30 km da Ventimiglia. A Nizza abitano 30 mila italiani…
Dopo la notizia e lo sgomento per la strage di Nizza, le 4 righe sulle magagne del Tour vanno a farsi benedire, passano in cavalleria. Chi ha più voglia di scriverle? Che sarà mai quella scarpinata di Fromm, di fronte a 80 morti in un lungomare? Anzi, lì per lì, ho anche sperato che gli organizzatori sospendessero la corsa. In segno di lutto e di solidarietà con le famiglie delle, vittime. Perché, come hanno detto molti tra i ciclisti, gli addetti ai lavori, i commentatori, “in questi casi lo sport è poco importante”. Comunque meno importante. Anche se si tratta della corsa più prestigiosa del mondo.
Oggi, a mente fredda, dico, invece, che gli organizzatori hanno fatto bene a non cancellare la tappa, a non sospendere il Tour. Giusto eliminare musica, premiazioni, coreografie di contorno. Ma è anche giusto non darla vinta ai criminali. Ai folli, ai nuovi barbari. Giusto restare in piedi, continuare a vivere, pur senza tacere delle responsabilità dell’Occidente (quindi anche della Francia, come dell’Inghilterra, dell’Italia, della Germania, degli Usa…) sui disastri del Medio Oriente, del Nord Africa, su una globalizzazione e una politica di dominio che ha strozzato e sta strozzando mezzo mondo, compreso quello islamico.
Oggi seguirò la tappa a cronometro del Tour. E stasera tornerò al festival rock di Ponticelli. Con il pensiero fisso su Nizza, certo. Ma anche con la voglia di ascoltare buona musica e di non farmi chiudere in casa.
Il fascismo chiuse in casa gli italiani per 20 anni. Ma non andò a finire bene… L’unica cosa da fare è resistere. E continuare a vivere. Senza farci prendere dall’isteria e senza fare facili semplificazioni. sull’Islam , gli islamici, i mediorientali, gli immigrati…
condivido
Giusto! loro vogliono renderci schiavi come lo sono loro stessi… rimaniamo liberi di esprimere le nostre passioni pur rispettando il dolore di tante persone.
La benzina è sul fuoco, anzi sta per essere versata sul fuoco ed è questo che vogliono, come è gia successo in un crescendo di avvenimenti.Chi sono questi che lo vogliono ? Io credo che siano coloro i quali traggono profitto da tutto questo.Di sicuro non è l’interesse della gente comune che spinge a compiere tutto ciò.
Credo -senza avere le visioni-che oggi in una società globalizzata sia sempre pur possibile fare i distinguo e tali distinguo secondo me portano alla considerazione finale che è quella che da una azione ne derivi un altra, fino allo stato di guerra generale, non guerra guerreggiata ma intervento serrato finale senza discussione alcuna e tale guerra non sarà fatta perchè i nemici dell’occidente sono sporchi,brutti e cattivi, ma perchè in casa loro hanno risorse che debbono essere controllate e fruite.Questo già si fa, ma quando il tutto diventa incontrollabile allora ci sono anche tali avvenimenti..A chi conviene rimettere sopra il cammello i popoli invece di farli andare in auto? Chi è dalla parte al di qua del bancone è uno solo, ed è quello che tende ormai a non far chiedere alla gente comune ”cui prodest ?”.Perchè ragionare è ormai un lusso.La storia è piena di questi casi, non hanno inventato nulla.