CHIUSI: IL PD, POSSIAMO E L’EGEMONIA CULTURALE (CHI CE L’HA?)

martedì 14th, giugno 2016 / 17:11
CHIUSI: IL PD, POSSIAMO E L’EGEMONIA CULTURALE (CHI CE L’HA?)
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Un tempo la chiamavano egemonia culturale. In Italia per decenni, dopo la guerra,  l’ha avuta il Partito Comunista. E più in generale la sinistra. La maggioranza silenziosa votava, magari turandosi il naso, per la Dc, ma i migliori giornalisti, i migliori registi, i migliori attori, i migliori scrittori, i migliori pittori, i migliori fotografi, i migliori teatranti, i migliori critici d’arte e di cinema e di letteratura erano tutti più o meno vicini al partito comunista. O comunque alla sinistra, compresa quella socialista, anarcoide, libertaria: da Vittorini a Pavese, da Pasolini a Calvino, da Bianciardi a Nanni Loy, da Visconti a Fellini, da Bertolucci ad Antonioni, da Pontecorvo a Monicelli, da Guttuso a Emilio Greco, da Manzù ad Alfonso Gatto e Gino Sala…  Da Dario Fo, ai cantanti Endrigo, Gino Paoli, Gaber, Jannacci, Tenco, Morandi, Milva, Guccini, De Gregori, De André, Vecchioni, Giammaria Testa, Fiorella Mannoia, Nada… e gli Area, i Perigeo, e gli Stormy Six e Napoli Centrale e poi i Modena City Ramblers e Ligabue… E Andrea Pazienza.  E Paolo Fresu e il nuovo jazz italiano…

Questo in Italia, nel resto del mondo i Rolling Stones, the Who, Bob Dylan e Joann Baez, i Creedence e John Lennon (da solo o con i Beatles), Bruce Springsteen e Kerouac e Ginsberg, Garcia Marquez, Jorge Amado e Neruda, Jan Mc Ewan e poi Chomsky e  Stiglitz, Costa Gavras e Ken Loach, Galeano e Soriano facevano da cornice più ampia, per dire…

Poi da noi sono arrivati Craxi e il craxismo, Berlusconi e il berlusconismo, Renzi e il renzismo. L’egemonia culturale sembra averla conquistata la maggioranza silenziosa. Ora va di moda andare per il verso della corrente. Mai contro.

Prendiamo Chiusi. Non perché faccia particolarmente tendenza. Ma perché a Chiusi si è appena votato. E il ferro è ancora caldo, diciamo.

La maggioranza sembra non avere più bisogno nemmeno di una squadra forte. Sono talmente convinti della propria potenza e autosufficienza che si bastano. Si autocompiacciono e si chiudono in casa. Il sindaco ha appena nominato una giunta di tre assessori. Tre amici, tre fedelissimi. Il partito o i partiti contano ormai poco o nulla. Bettollini & C. hanno dalla loro le associazioni, le contrade, gruppi amicali e familistici robusti, le banche, le imprese… Anche qualche anonimo tamburino e pure compagnie imbarazzanti  (il sedicente Criscuolo e i suoi “amici”).

Ma hanno anche l’egemonia culturale?

A prima vista sì, perché la cultura dominante è quella dell’oco arrosto di Montallese. E del volemose bene.

Poi però, se osservi la situazione con un minimo di discernimento ti accorgi che mentre Bettollini & C. festeggiavano la vittoria con l’oco arrosto a Montallese, tre candidati di “Possiamo” (Agnese Mangiabene, Martina Morbidelli e Piergiorgio Mencarelli) erano sul palco del Mascagni a danzare. Benissimo, peraltro.

Altri due sostenitori della lista di sinistra (Gianni Poliziani e Francesco Storelli) spopolavano a Rione Carducci con uno spettacolo teatrale su calcio e politica che da tre anni è un successo ovunque venga rappresentato e  che prende di mira la deriva centrista e sempre meno di sinistra del Pd. E due.

Non solo: nelle stesse ore, altri giovani chiusini (“The Dudes”) vincevano un rock contest importante a Perugia. E alcuni di loro voteranno pure Pd, ma per le cose che scrivono e cantano, sembrano esprimere un disagio e una rabbia giovanile che con il Pd ha poco a che vedere e con la quale il Pd locale dovrebbe fare i conti, se ne avesse la voglia e la capacità.

Se poi uno scorre i socialntwork trova altri 2 giovani locali (Gianluca Lorenzoni e Pier Luca Cupelli) che scrivono in coppia, testo e immagini, di calcio e filosofia su un blog di storytelling con migliaia di lettori…  Cose di calcio, che però hanno a che fare con la politica, con la storia e… con l’egemonia culturale di cui sopra. E anche questi ultimi stanno, guarda caso, con i “podemos”…

Quelli citati sono solo alcuni esempi. Ma c’è tanta gente che scrive, che recita, che danza, che suona…

La stessa “informazione” ormai è spaccata in due: da una  parte i trombettieri del re, più o meno scelti, ma tutti sempre allineati e coperti; dall’altra le voci critiche, sempre meno e sempre le stesse, che però resistono. E anche tra queste non ce n’è una che sia vicina al Pd e alla maggioranza. Tutte contromano.

Per il Pd non è un problema?

La maggioranza uscita dalle elezioni può anche far finta di niente. Può fare orecchi da mercante. Può svicolare, glissare, ma alla fine certi nodi vengono al pettine.  L’informazione velinara e taroccata ad immagine e somiglianza del potere costituito è roba da Unione Sovietica, da Bulgaria, da paese sudamericano sotto dittatura, non può garantire in eterno. Non regge.

Per le tv e varie testate locali non è un problema?

In un paese civile e avanzato non può essere questa l’informazione che vince. Non è una questione meramente filosofica, né tantomeno di bilancio. E’ una questione di civiltà.

5 Stelle rispetto a Possiamo, sono più prosaici. Guardano ad altro. Loro seguono il “flusso dei soldi” (lo hanno scritto nel loro commento al voto) più che di filosofia sembrano interessati a parlare di bilanci e a fare le bucce alla nuova amministrazione su questi terreni: le tasse, le municipalizzate, le convenzioni, gli appalti…

Possiamo, che si è presentata come “nuova espressione della sinistra” potrebbe fare lo stesso, limitarsi a fare una opposizione decisa e puntigliosa (cosa che a nostro avviso servirebbe a poco visto che ogni battaglia finirebbe 8-4, in consiglio), oppure decidere di spostare l’asse in avanti. Decidere, prima di tutto, di riconquistare l’egemonia culturale. Attraverso il teatro, la musica, la letteratura, l’informazione.  Tra poco ci saranno il Lars Rock Fest e il Festival Orizzonti. E ci sarà di che parlare, al di là dei conti e dei bilanci.. I “Wire” per esempio non sono mammolette, ma il meglio del punk rock fine anni ’70, l’altra sponda rispetto al “riflusso” di quel periodo. E spettacoli teatrali vietati ai minori di 18 anni possono rappresentare un argomento di discussione serio. Meglio se nel merito… Ne vogliamo parlare?

Un  tempo quando qualche “intellettuale” arrivava Chiusi, il primo contatto che cercava era con la sezione del Pci. Alcuni diventarono dirigenti o amministratori locali. E quelli locali (gli intellettuali, intesi come professori d scuola, appassionati di teatro, sindacalisti…) facevano tutti riferimento a quell’ambiente lì.

Possiamo può riprovarci, se ne ha voglia. E non solo Possiamo. Potrebbero farlo anche 5 Stelle e Pd, ma ci sembra che entrambi abbiano altre preoccupazioni e stiano bene come stanno. Purtroppo.

 

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