CHIUSI, PRESENTATO IL FESTIVAL ORIZZONTI 2016: SARA’ L’ULTIMO DI ANDREA CIGNI E DELLA FONDAZIONE? LA KERMESSE ESTIVA DAVANTI A UN BIVIO…

giovedì 19th, maggio 2016 / 11:46
CHIUSI, PRESENTATO IL FESTIVAL ORIZZONTI 2016: SARA’ L’ULTIMO DI ANDREA CIGNI E DELLA FONDAZIONE? LA KERMESSE ESTIVA DAVANTI A UN BIVIO…
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CHIUSI – E’ stato presentato venerdì scorso il cartellone del Festival Orizzonti 2016, terza edizione curata da Andrea Cigni. Potrebbe anche essere l’ultima firmata dall’eclettico direttore artistico livornese. E l’impressione che si ricava dal programma è proprio questa. Che Cigni sia già con la testa altrove. Come capita a certi allenatori chiamati a giocare una partita sapendo già di andare ad allenare un’altra squadra… Non che abbia tirato i remi in barca Andrea Cigni, ma il cartellone sembra di “contenimento”, diciamo per onorare il contratto, più che un programma da urlo. Di quelli che lasciano il segno e restano negli annali. Ci sono, certamente, anche quest’anno alcune “prime nazionali”, ma scorrendo i nomi degli artisti si nota come Cigni sia voluto andare sul sicuro, senza scossoni, senza svolazzi. E per “sicuro” intendiamo su nomi che lo hanno accompagnato nei due festival che ha diretto a Chiusi nel 2014 e 2015: parliamo di artisti come Roberto Latini, Walter Malosti (FOTO),  Paolo Panaro  e anche della coppia di registi locali Gabriele Valentini-Laura Fatini. o direttore d”orchestra spagnolo Sergio Alapont

Due anni fa Chiara Guidi, Ascanio Celestini, l’anno scorso Tiziana Fabbricini,  Pippo Delbono,  Paolo Fresu. Nomi di primissimo piano del teatro e della musica italiana. Quest’anno il nome di assoluto richiamo (magari di nicchia, per super esperti, come la Guidi, Delbono o la Fabbricini) non c’è. Ci sono gli amici di sempre, i compagni di strada di Andrea Cigni, che anche sull’evento clou, ovvero l’opera in piazza, dopo l’ardito binomio Schomberg-Puccini nel 2014 e poi Mascagni nel 2015, stavolta ha scelto la certezza assoluta, ovvero Giuseppe Verdi e la sua opera forse più nota al grande pubblico: Traviata, diretta dal maestro Alapont per la regia di Angelica Dettori.

Come sempre spazio anche alla Danza con le compagnie Abbondanza-Bertoni, Zappalà e Roberto Scappin e alla musica sinfonica con il concerto per pianoforte e violoncello di Maurizio Baglini e Silvia Chiesa.

Un po’ più ricca del solito la sezione “Incontri con l’autore” che quest’anno propone Fabio Canino, Fabio Genovesi, Mauro Corona e Antonio Moresco. Più il premio Orizzonti al maestro del “trasformismo” Arturo Brachetti

Sicuramente anche quest’anno il festival Orizzonti di Chiusi, che si svolgerà dal 29 luglio al 7 agosto ed avrà come tema “la follia”, sarà un festival di qualità e l’occasione per vedere all’opera artisti che difficilmente si vedono in località periferiche e un po’ fuori dai circuiti principali… Ma sembra esserci un po’ meno pathos, meno voglia di stupire, diciamo, rispetto alle due ultime edizioni. Forse è anche un problema di budget, dopo le peripezie che la Fondazione Orizzonti ha dovuto fare per coprire il buco di 123 mila euro del 2014. Probabilmente è stata una faticaccia e gli organizzatori quest’anno non hanno avuto e non hanno intenzione di rischiare.

Anche perché se questa del 2016 potrebbe essere l’ultima edizione firmata da Andrea Cigni, potrebbe essere anche l’ultima gestita dalla Fondazione Orizzonti. La candidatura al consiglio comunale della Presidente Silva Pompili e della funzionaria factotum Arianna Fè, con il partito di maggioranza, fa supporre che ci sia nell’aria qualche cambiamento. Non escludendo nemmeno che Bettollini e il Pd vogliano addirittura chiuderla la Fondazione o quantomeno rivederne le funzioni e le prerogative. Perché decapitarla se no? Difficile che Pompili e Fè, una volta elette possano da un lato far parte dell’ente che nomina e finanzia (il Comune) e dall’altro dirigere l’ente finanziato (la Fondazione).

Ma torniamo al festival. Se l’attenzione e il successo nel mondo della critica non è mancato, se lo steso Ministero ha inserito la kermesse estiva chiusina tra i 20 migliori festival italiani quanto a sperimentazione e valorizzazione dei talenti, finanziandola, è altrettanto vero che la manifestazione, per quanto di qualità, ha stentato ad avere la stessa attenzione e lo stesso successo tra gli abitanti della città e dei dintorni. Il pubblico insomma è stato abbastanza limitato e fatto per lo più da addetti ai lavori e appassionati. Il festival Orizzonti non è riuscito, salvo alcuni eventi, ad attrarre la cittadinanza e quegli spettatori che d’estate gironzolano per la zona in cerca di spettacoli, concerti ed eventi. Non è riuscito a diventare una manifestazione che la città sente come propria. Molti, i più,  l’hanno praticamente ignorato e in qualche frazione del comune si sono svolte sagre e feste in concomitanza, quasi a sottolinearne la distanza e l’indifferenza.  Tutto questo ha mortificato alcune performance di qualità elevatissima, relegandole a evento per pochi intimi e ha in pratica vanificato lo sforzo profuso dall’organizzazione e dallo stesso direttore artistico Andrea Cigni che in questi anni ci ha messo anima e cuore ed è diventato, davvero, un chiusino acquisito…

Ecco, il cartellone della prossima e imminente edizione non sembra tale da poter segnare una inversione di rotta. I luoghi della manifestazione sono gli stessi: Piazza Duomo, il teatro, il chiostro san Francesco, il lago, i giardini davanti al Museo… Il resto della città resta tagliato fuori e Chiusi Scalo o le frazioni dovranno accontentarsi, al massimo, di qualche “visitazione” estemporanea e improvvisata. L’auspicato coinvolgimento dell’intera comunità, non sembra alle porte, insomma. E con eventi di qualità, ma non di assoluto richiamo, il rischio di vedere un pubblico di pochi intimi è alto. Quest’anno il prezzo dei biglietti per gli spettacoli sarà ridotto ulteriormente per i residenti. E questa è una buona cosa. Perché un flop farebbe sorgere molti dubbi sulla opportunità di continuare e, al di là di tutto, è giusto e opportuno che il primo giudizio su una manifestazione, pagata in buona misura con i soldi di tutti, sia quello dei cittadini. Che però per giudicare non possono rimanere indifferenti.

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