FUSIONE CON MONTEPULCIANO: BANCA VALDICHIANA CONSULTA I SOCI. PARTITA ANCORA APERTA

E SABATO 19 UN CONVEGNO SU PIANO JUNKER E RUOLO DEL CREDITO COOPERATIVO
CHIUSI – Se intorno alle imminenti elezioni comunali di Chiusi regna il silenzio e un clima di quasi totale disinteresse (o disaffezione), nei corridoi e tra i soci della Banca Valdichiana c’è un certo fermento.
Sabato prossimo, 19 marzo, San Giuseppe, protettore degli artigiani, un convegno promosso dalla banca affronterà un tema cruciale per l’economia europea: il Piano Junker e il ruolo del credito cooperativo.
L’iniziativa si terrà al teatro Mascagni di Chiusi a partire dalle ore 9,15. Parteciperanno oltre ai vertici di Banca Valdichiana, Pietro Russo , Membro Corte dei conti europea, Dario Scannapieco Vice Presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Alessandro Tappi Direttore Garanzie Cartolarizzazioni del Fondo Europeo per gli Investimenti, Antonella Baldino della Cassa Depositi e Prestiti, Enrico Duranti Direttore Generale di ICCREA BancaImpresa (IBI) e Andrea Benassi Responsabile Affari Europei per ICCREA Holding.
Una iniziativa importante che dovrebbe fare il punto della situazione a un anno circa dall’avvio del Piano per la crescita che porta appunto il nome del presidente della Commissione UE.
Circa 50 miliardi di euro mobilitati in otto mesi sui 315 previsti in tre anni, con almeno 42 progetti in 15 paesi e 67 programmi di finanziamento per le imprese, tra cui l’ultimo da 1 miliardo firmato da Cdp e Sace, per un totale di 9 operazioni in Italia. Nove anche i paesi Ue tra cui l’Italia coinvolti tramite le loro banche d’investimento per oltre 42 miliardi di fondi ulteriori, e trattative in corso con la Cina.
E’ questa la fotografia del Piano Juncker a inizio 2016. Il ministro dell’economia italiano Pier Carlo Padoan a dicembre aveva avvertito: “E’ lodevole, ma sta andando avanti vivacchiando”. Insomma va vanti, ma piano. Sottoritmo.
Ma al di là di questo importante appuntamento, la fibrillazione intorno a Banca Valdichiana c’è anche per due altri motivi: la riforma del Credito Cooperativo prevista dal Governo e l’annunciata fusione con la consorella di Montepulciano.
Proprio su questi due temi, è in corso dall’inizio di marzo una serie di incontri con i soci. Una sorta di consultazione preliminare della base sociale, per sondarne gli umori prima dell’assemblea straordinaria che ratificherà o meno la fusione e anche per fare il quadro sulla possibili novità che la riforma del sistema determinerà. Finora si sono svolti incontri a Sarteano, Piazze, Castiglion Fiorentino. Questa sera(15 marzo) sarà la volta di Sanfatucchio, mentre il 2 aprile verranno ascoltati i soci di Chiusi. Se la riforma del Credito Cooperativo è data ormai come una strada segnata, da cui sarà difficile derogare, anche se in Parlamento si sta tentando da più parti di apportare correttivi alla bozza proposta dal Governo, sulla fusione tra Bcc Valdichiana e BCC Montepulciano, il clima non è del tutto “univoco”.
Più o meno in tutte le assemblee sono emerse perplessità e anche qualche voce di aperto dissenso, anche se in misura minoritaria. Quella di stasera a Sanfatucchio, con i soci del versante umbro, cioè di Castiglione del Lago, Panicale, Tavernelle potrebbe essere la più accesa.
Non è un mistero infatti che una parte della base sociale umbra avrebbe preferito fare la fusione con Crediumbria, vedendo nell’accordo con Montepulciano uno spostamento dell’asse di operatività della banca verso l’interno della Toscana e quindi una perdita del proprio “potere contrattuale”. Si tratterà di vedere se il dissenso sarà ristretto ad una quota, diciamo fisiologica, del corpo sociale della banca o se invece sarà più largo e tale da mettere in discussione l’operazione. Al momento questa ipotesi sembra piuttosto labile. Normale quindi che ci sia attesa per le assemblee di Sanfatucchio e Chiusi, dove pure qualche voce di contestazione si è sentita. Più sottotraccia che alla luce del sole. Ma si è sentita.
E quest’anno, l’assemblea ordinaria dei soci insieme all’approvazione del bilancio 2015, dovrà rinnovare anche le cariche sociali, cariche che per forza di cose saranno legate anche all’ipotesi di fusione. E anche questo sta scaldando un po’ il clima intorno alla banca. Certo, di più che non intorno alle candidature a sindaco e per il consiglio comunale, come dicevamo in apertura. Quella è una partita data da molti per scontata, la partita della banca invece è ancora aperta. Così pare, almeno.
Una volta esisteva la” commissione di sconto” nelle banche che si riuniva quasi periodicamente,fatta da notabili perlopiù depositanti,dagli industriali e dagli artigiani e da professionisti che avevano un rapporto con gli istituti.Tale commissione decideva sull’ammissione alla bontà del credito da parte di chi ne facesse domanda.Il parere di tale commissione era tenuto in debito conto da parte delle direzioni e rivestiva un aspetto fiduciario che aveva una valutazione sulla piazza e sul contesto dei rapporti fra le persone.Non voglio entrare nella disquisizione sulle direttive comunitarie che hanno forza di norma alle quali si deve l’osservanza, quindi si parla di un percorso già tracciato perlopiù..Mi chiedo però cosa potrebbe significare e quale equilibri si potrebbero toccare se scaturisse da tali assemblee la volontà di recedere da quella fusione perchè mi sembra di sentire che potrebbe non essere una passeggiata,La riforma di ” un socio un voto” è in via di superamento ma su questo c’è da fare la riflessione su quanto andremo a parare in futuro e cioè secondo me
la dipendenza delle linee e delle decisioni semprepiù ancorata a favore di agglomerati di capitale con una tendenza allo snaturamento
del legame con i territori e la conoscenza di questi.In pratica tutto il contrario di quanto hanno rappresentato fin’ora le BCC. Occorre realismo in scelte del genere perchè bisogna anche considerare che in una società come quella che viviamo la sopravvivenza viene espletata solo da chi si sappia unire questo è vero, ma siamo -credo- al cospetto delle due facce della medaglia, l’una positiva per certi aspetti e l’altra negativa, perchè mi sembra che in quella negativa pesino anche una diversa collocazione delle fasce di retribuzione delle dirigenze e non solo.ma questo può essere anche un tema trascurabile ma comunque da non perdere mai di vista quando si parla di tendenza e di concentrazione del crescente potere in mano
sempre più risicate come numero.Certo è che comunque vada la cosa non mi sembra davvero una passeggiata, soprattutto per gli equilibri di sviluppo in qualche modo già costituiti ed operanti sul territorio.Del fatto strategico sullo spostamento delle Direzioni si può evitare anche di parlarne perchè anche su questo però sarebbe bene aver buona memoria della giustezza o meno delle scelte fatte in passato per rivitalizzare Chiusi, ma comunque questa mi sembra una cosa della quale si possa accettare con una certa noncuranza e non la ritengo importante.Importante è invece prevedere a cosa porterà tutto questo movimento, non tanto nella dislocazione e del movimento del personale che si dovrà adeguare- e penso che anche da questo lato del problema la cosa comporti ristrutturazione dei servizi a cui è addetto attualmente e sul riposizionamento del suo lavoro e mansioni e quindi anche delle possibilità di avanzamento- ma non c’è dubbio che tale fusione comporterà la gestione di nuove possibilità da parte delle direzioni, possibilità di interventi,possibilità di investimenti, e non è detto che possano anche essere protese verso una tendenziale ascesa del sinusoide nelle aspettative che si possa pensare di avere:
Oggi le questioni dell’economia dipendono da una sempre più grande interferenza di questioni che sono all’interno ed all’intorno dei vari pensati interventi.Fattori che mostrano semprepiù variabilità e su tale variabilità il mio parere è quello che sia sempre più difficile intervenire soprattutto da parte di chi comanda i flussi di denaro che si hanno aprendo e chiudendo il rubinetto. Non è facile frare previsioni comunque ma c’è da dire che non sia nemmeno facile rimanere legati ad aspetti campanilistici in tendenziale via di superamento.
Per quanto riguarda l’aspetto elettivo sul Comune che tu Marco dai per scontato nella tua conclusione del Post io ci andrei cauto. Senz’altro si sa chi sia il favorito per ragioni etiche,storiche,culturali e comportamentali dell’elettorato, ma anche se le sorprese saranno difficili, ciò che debba essere ben valutata è la tendenza, non tanto di Chiusi in se stessa ma dell’Italia, e siccome le montagne-ho già detto- sono fatte di sassi c’è anche caso che oggi si possa erigere un monticino non più smontabile per dare un assalto ad un fortino che è un dato di fatto che sia sempre più indifendibile.ad è sempre più indifendibile perchè si sono rivelate indifendibili le teorie politiche di chi ha preso la supremazia sul partito egemone.Il giudizio politico, morale su queste implica una riflessione profonda che fin’ora non c’è stata nella sinistra italiana perchè nella sua dirigenza è stato evitato che ci fosse e la base ha avuto in pasto l’etere ed il fumo di cui ci si è pasciuti fin dalla nascita. E’ il parto che ha prodotto l’aborto, facendolo chiamare sinistra mentre governa con la destra.Questa è la conclusione e le cui spese le fa quella che oggi è frantumata che viene chiamata sinistra.
Sulla questione fusione avverto una paura di esprimere pubblicamente la propria idea da parte dei soci della banca Valdichiana. Ho espresso la mia opinione sull’argomento nell’incontro al teatro Mascagni del 27.11 u.s e forse per questo che a quattrocchi qualcuno è venuto da me a parlare dell’argomento fino a che alcuni giorni fa ho ricevuto la lettera anonima che di seguito riporto. Ero già a conoscenza di molte cose scritte dall’anonimo, alcune non di mia conoscenza perché ancora non pubbliche e credo anche riservate. A mio giudizio l’anonimo riporta solo in parte i motivi per cui io non farei la fusione anche alla luce del decreto di autoriforma da poco emanato dal Governo. Ecco la lettera:
Buongiorno dottore,
visto il suo impegno nella difesa delle realtà locali vorrei contribuire con alcuni spunti che facciano riflettere sulla proposta di fusione di Banca Valdichiana con la Banca di Montepulciano, evento sul quale noi soci saremo presto chiamati a decidere.,
– Dopo quanto successo alle quattro banche andate in difficoltà tutti i giornali hanno iniziato a pubblicare analisi sulla solidità e sicurezza delle banche, stilando classifiche. Una tra le più autorevoli è stata sicuramente quella pubblicata nel mese di gennaio 2016 da Milano Finanza nell’inserto “Atlante delle banche leader 2015”, dove tra le classifiche delle banche regionali Banca Valdichiana viene collocata al secondo posto in Toscana per solidità e sicurezza mentre la Banca di Montepulciano si trova verso il fondo della classifica, al quindicesimo posto. La domanda che dobbiamo porci e se tra le tanto decantate cantine non si nasconda qualche problema?
– Nel progetto di autoriforma del credito cooperativo era previsto un articolo (poi non recepito dal governo) che prevedeva che una BCC per poter rimanere autonoma dovesse avere un capitale minimo di 50 milioni di euro ( anche se poi il governo ha preso decisioni diverse) se Banca Valdichiana ha un patrimonio di 70 milioni e Montepulciano di 25 che necessità c’era di anticipare i tempi per la fusione? Non era meglio aspettare che gli altri ci cercassero per loro necessità tanto da poter essere noi a dettare le condizioni senza subirle, evitando una fusione alla pari o peggiore?
– Ci dicono che la presidenza rimarrà a Chiusi, solo che secondo le nuove normative il CdA delle BCC si occuperà solo di indirizzi generali lasciando la gestione operativa al “Comitato Esecutivo” la cui presidenza è destinata a Montepulciano, tutto sotto il controllo del collegio sindacale la cui presidenza è riservata a Montepulciano. Se consideriamo che la sede amministrativa e l’intero comparto del credito verrà concentrata a Montepulciano possiamo considerare che l’operatività principale della Banca verrà subito trasferita.
– A Montepulciano si dice che secondo gli accordo presi il Direttore di Chiusi rimarrà fino al 31/12/2017 poi subentrerà il Direttore di Montepulciano lasciandogli così la possibilità di spostare completamente il resto della banca.
– Sono stati concessi inoltre a Montepulciano il presidente vicario, il Direttore vicario ed un vice direttore
– La Banca di Montepulciano ha meno della metà dei clienti della Banca Valdichiana ma lo stesso numero di soci e tutti abituati a votare compatti.
– Inoltre da chiedersi cosa potrebbe succedere se tra i nuovi autocandidati per l’elezione del CdA della nostra banca ci fosse qualche personaggio di espressione dell’altro istituto? Se per caso eletto potrebbe spostare fin da subito un precario equilibrio a favore di Montepulciano?
Di lettere anonime sulla questione “fusione” tra le due BCC, ne sono arrivate più d’una anche alla redazione di Primapagina. Tre per la precisione. Una diversa dall’altra per stile e per argomentazioni, tutte e tre molto informate (come quella riportata da Alessandro) anche sui dettagli, ma tutte e tre contrarie alla fusione… Essendo anonime noi le abbiamo cestinate. Ma è evidente – e il commento di Alessandro Bologni lo conferma – che un certo malumore serpeggia e che, forse per paura di esporsi qualcuno preferisce tirare il sasso e nascondere la mano. Purtroppo è una pratica antica, mai passata di moda… Non sarebbe più utile e proficuo discutere alla luce del sole nelle apposite assemblee e in sede politica? Le lettere anonime aumentano il mugugno, ma non aiutano a trovare la soluzione più giusta.
E’ il famoso vizio comune a molti di non esporsi perchè si ha paura di dire come la si possa pensare, sia nelle questioni della poitica sia in quelle riguardanti banche e denaro, e non è purtroppo che l’indice che da quella parte ci sono SUDDITI NON CITTADINI.E dai sudditi non è che ci sia da aspettarsi di molto, al massimo quello che sanno fare e che hanno sempre fatto è di salire sul carro del vincitore.Il tragico per loro è che spesso si sentono all’altezza dei tempi e delle questioni, mentre invece secondo il mio pensiero è da addossarsi a loro il giudizio di una grande ignoranza, che loro spesso tendono a scambiare per furbizia. Il contrario di ciò che rappresenta l’intelligenza.
Difatti un vecchio detto è quello che per fare i soldi non serva intelligenza e che spesso è proprio questa che limita tale azione.
Penso sia evidente che la lettera anonima che ho ricevuto ho deciso di pubblicarla perché quel pensiero è anche il mio quindi me la sono fatta mia senza avere le paure che molti hanno e la ho inviata a commento dell’articolo di Lorenzoni. Spero possa servire ad altri soci per trovare il coraggio di intervenire in questo giornale o ancora meglio in assemblea sia che siano pro che contro la fusione
https://www.primapaginachiusi.it/2016/03/chiusi-il-vizio-antico-delle-lettere-anonime-delle-veline-senza-volto/#comment-50297