LA SFIDA DELLE MAMME. QUANDO LA RETE CHIAMA, IL POPOLO RISPONDE

martedì 23rd, febbraio 2016 / 15:11
LA SFIDA DELLE MAMME. QUANDO LA RETE CHIAMA, IL POPOLO RISPONDE
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Da qualche giorno circola nei Social Network, libera e folle, incredibile ma vera, la cosiddetta sfida delle mamme, in stile catena fracassamaroni di Sant’Antonio. Il testo del post recita:

“Sfida delle mamme. Sono stata nominata da XYZ per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri”

Numerose ed entusiaste le adesioni, le fotografie di pargoli, e le nomine di supermamme. Altrettanto numerose le perplessità di fronte alle entusiaste adesioni (e al proliferarsi di nomine).

Nessun dubbio è sorto nelle menti delle supermamme (e di qualche superpapà), tantomeno un barlume di buon senso. Indicativo del fatto che quando la Rete chiama, il popolo risponde, manco fosse la dea Veritas. E se qualcuno osa mettere in guardia, giù con le accuse di allarmismo, negativismo e complottismo, che pure va molto di moda.

E invece la rete è infida per natura. È fatta di trame che intrappolano. Lo sa il boccalone che cade nella rete del pescatore o la mosca che resta appiccicata a quella del ragno. Lo dovrebbe sapere un giovane minorenne prima di precipitare nella trappola dell’adescatore e dovrebbe pensarci due volte il genitore prima di offrire materiale facile ai pedofili.

Ma per saperlo e non caderci, ci vorrebbero degli adulti in grado di conoscere e insegnare l’uso sano e corretto di questo grande strumento a doppia lama che è la Rete.

Tanto per citarne uno recente, è dell’ottobre dello scorso anno un articolo dell’Huffington Post, in cui si rileva che la maggior parte delle foto di bambini dei siti dei pedofili proviene dai social network dei genitori.

Di qualche mese prima, per citarne un’altra, la notizia del furto dei dati personali di 37 milioni di utenti, tutti iscritti ad un sito di appuntamenti. Morale della storia, il web non è in grado di garantire la privacy.

Insomma, l’allarmismo e la negatività c’entrano poco. Il buon senso, e soprattutto l’informazione, un po’ di più. La vera sicurezza sta nella conoscenza, non nelle caselle di una privacy spesso illusoria.

Leggiamo di più e scriviamo di meno. Perché la Rete è come la legge. Non ammette ignoranza

E così, en passant, chiediamoci pure, ogni tanto, cosa penseranno i nostri pargoletti, quando,una volta cresciuti, scopriranno le loro foto di ignari piccoletti, freschi di bagnetto o pappina a disposizione di amici, parenti e amici degli amici. A proposito di privacy.

 

Ritratto: Aurora Stano
Grafica: Lorenzo Poggioli
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