LAURA FATINI E I SUOI FRATELLI, UNA RICCHEZZA PER IL TERRITORIO

martedì 05th, gennaio 2016 / 18:20
LAURA FATINI E I SUOI FRATELLI, UNA RICCHEZZA PER IL TERRITORIO
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Non conosco personalmente, se non di vista, Laura Fatini. Ma ritengo che si tratti di una delle figure che costituiscono la ricchezza di un territorio. E’ una autrice e regista teatrale e ha una produttività tale che anche il compagno Stachanov farebbe fatica a starle dietro. Produce e mette in scena 4, 5 spettacoli all’anno. Che non sono bruscolini. E lo fa spaziando tra testi suoi e testi sacri, nel senso di “classici”. Solo negli ultimi 12 mesi si è cimentata con il Piccolo Principe di Saint Exupery, con il Moby Dick di Melville e con L’Ispettore generale di Gogol, quest’ultimo messo in scena proprio nei giorni delle feste a Sarteano… Nel mezzo anche un paio di cosette sue: “Città“, con il monologo Emily e  “Gli dei di Lampedusa” presentati uno a Sarteano e a Barcellona e l’altro a Chiusi per il festival Orizzonti.

E’ infaticabile Laura Fatini. E’ una giovane donna con il teatro nel sangue. Nel teatro evidentemente trova la sua dimensione. Peccato che tenda a fare, sempre, un teatro di sofferenza. Un teatro che… se lo spettatore non soffre, non si arrovella, non viene preso a schiaffi, non è teatro.

Lo dico con amicizia, senza alcuna acredine. Né tantomeno perché, personalmente, amo un altro tipo di teatro, diciamo di narrazione. Un teatro che mi diverto a fare con amici che ogni tanto mi assecondano – perché amici – come si assecondano i matti o gli anziani…Un teatro quello che piace di più a me che privilegia il racconto, la memoria, rispetto alla scena, alla teatralità e quindi, magari non esalta le qualità recitative degli attori o la ricerca filologica del testo….

Il teatro di Laura Fatini – non ho difficoltà ad ammetterlo – mi lascia talvolta perplesso. Fatico a comprenderne certe modalità, a comprendere certe chiavi di lettura dei classici . Però lo apprezzo comunque. Perché Laura ci mette sempre del suo. E mica è poco di questi tempi, in cui molti ci mettono la faccia, ma solo quando conviene. E se conviene.

Ecco, pur rimanendo a volte perplesso, dico che questo territorio è fortunato ad avere personaggi, anzi persone, come Laura Fatini. E’ fortunato per il fatto che persone come Laura Fatini siano rimaste qui, nel territorio: a fare teatro a Sarteano, a Montepulciano a Chiusi. Per il fatto che non siano andate via, fuggite come le rondini a fine estate…

E quando dico persone come Laura Fatini penso anche a Gabriele Valentini, che frequentemente è suo sodale, a Carlo Pasquini, ai miei amici e spesso compagni di avventura Francesco Storelli e Gianni Poliziani, a Francesca Fenati a Francis Pardheilan, Manfredi Rutelli… Ma anche ai giovani, meno giovani e giovanissimi che tutti loro hanno indirizzato e portato a fare teatro. A Sarteano, negli Arrischianti, ce n’è una bella “covata”. Così come ci sono decine di musicisti sparsi in vari gruppi rock, pop, jazz he sanno il fatto loro e spesso accompagnano le pieces teatrali… Per lo più ragazzi e ragazze under 35, che sono una risorsa, una giacimento culturale da coltivare come un un roseto.

Il teatro o la musica che propongono, il modo in cui lo fanno può piacere o meno… Ma è fuori di dubbio che si tratti di una “eccellenza” di queste terre, che andrebbe valorizzata, cresciuta con pazienza, come si fa con i fiori rari. Senza per questo dirgli sempre bravi a prescindere, perché sono giovani e ci mettono tanto impegno. Si possono criticare, anzi vanno criticati, anche “stroncati” se necessario. E quando il risultato non convince. Miglioreranno, cresceranno più forti.

Però io ne vorrei vedere decine di Laure Fatini… Il nostro, che da questo punto di vista è un territorio già ricco,  sarebbe un territorio ricchissimo. E guardate che fare teatro, fare musica, nei tempi della crisi, non è una passeggiata.

m.l.

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