IL NUOVO PIANO URBANISTICO DI CHIUSI: AMPLIAMENTI E PISCINE PIU’ FACILI… MANCA UN’IDEA DI CITTA’

martedì 24th, novembre 2015 / 12:38
IL NUOVO PIANO URBANISTICO DI CHIUSI: AMPLIAMENTI E PISCINE PIU’ FACILI… MANCA UN’IDEA DI CITTA’
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CHIUSI –  Ci son volute otto ore di consiglio comunale. Ma non perché ci sia stato dibattito e contrapposizione o ostruzionismo da parte delle opposizioni. Le opposizioni a Chiusi non partecipano più al consiglio comunale da mesi. C’è voluto solo molto tempo per vagliare e rispondere alle osservazioni. Ma adesso la città di Porsenna ha un nuovo Piano Operativo che sarebbe il Piano Regolatore, adesso lo chiamano così.  Il Consiglio lo ha approvato. A maggioranza. Ora si dovrà attendere però il responso della Regione Toscana sulla conformità alle norme urbanistiche e paesaggistiche regionali. Responso che è previsto entro la fine dell’anno. Poi il Piano tornerà in consiglio per la ratifica e sarà, appunto, operativo.

Non ci sarà “la colata” di un milione e 800 mila mc  prevista nel 2010, quando Ceccobao cercò di lasciarla in eredità al suo successore Scaramelli. Le nuove edificazioni saranno solo il 13% dell’edificabile. Ma di cemento ne è previsto comunque parecchio. Anche se adesso viene misurato in metri quadrati e non in metri cubi: 145 mila mq di Superficie Utile Lorda, queste le previsioni edificatorie.

Più recupero che espansione, dicono l’assessore all’urbanistica Sonnini e il vicesindaco reggente Bettollini che indicano nell’area della ex fornace di Chiusi Scalo, il punto nodale e l’intervento più consistente (Bettollini aveva già anticipato qualcosa in proposito in una recente intervista a Primapagina): parte storica acquisita dall’ente pubblico e destinata a servizi per a comunità (ludoteca, biblioteca, spazi espositivi, sala convegni ecc…), 4.000 mq di posteggi e strade, 5.000 di aree verdi, 10.000 mq di edilizia residenziale di cui il 25% utilizzabili per negozi di vicinato; 2.000 mq di direzionale e 2.000 mq per una eventuale media struttura di vendita (un centro commerciale, ma di dimensioni limitate).  Altra area destinata e indicata come area da recuperare e riutilizzare quella della Fortezza, nel centro Storico, dove il Piano offre la possibilità di realizzare un “grande albergo di qualità”. Per incentivare il turismo il piano prevede la possibilità d riconversione delle abitazioni all’interno delle mura del centro storico in strutture ricettive. Il classico “albergo diffuso”.

Al di là delle previsioni e delle indicazioni del Piano (che possono essere condivisibili o meno), il problema è quello di una situazione di crisi e di stagnazione del mercato. Non è detto infatti che bastino la possibilità di recuperare la Fornace o la Fortezza, perché ciò avvenga. Si tratta di vedere che intenzione avranno i proprietari. La Fortezza addirittura è in vendita e potrebbe presto cambiare di mano.  I 5 Stelle a tal proposito hanno lanciato qualche settimana fa l’idea di una sottoscrizione pubblica per acquisirla. Proposta suggestiva, ma oggettivamente poco praticabile se il prezzo dell’immobile è – come si dice – superiore ai 2 milioni di euro…

Anche riguardo alla Fornace sembra evidente che senza un intervento pubblico consistente, sarà difficile avviare il recupero. E della struttura muraria storica, ormai cadente, c’è poco da recuperare, purtroppo. Forse una parte del forno e della ciminiera non molto di più, visto che il tetto e i solai sono completamente crollati e i muri esterni della facciata e del retro spanciano pericolosamente… Ci sarà mercato per il residenziale, il commerciale e il direzionale con tutti gli edifici vecchi e nuovi vuoti o posti in vendita che ci sono allo Scalo?

Chiaro che un intervento di recupero della Fornace sposterebbe il baricentro cittadino dal “triangolo” via Leonardo da Vinci, Via Buonarroti, via Cassa Aurelia, a quella zona… Ma per lo Scalo è l’unica possibilità di ritrovare un po’ di appeal. Forse l’ultima chiamata. E non solo per “salvare” almeno la memoria di un luogo simbolo della città.

Ma al di là dei grandi interventi, il nuovo Piano prevede anche la possibilità di ampliamenti, in base alla tipologia dell’edificio e alla posizione,  dal 10 al 60% della cubatura. Sarà anche più facile realizzare piscine. Se qualche famiglia ha bisogno di un vano in più si potrà fare. Non sarà più un tabù.

Insomma un po’ più di “mano libera”, ma senza esagerare con il consumo di suolo, operando sul recupero e ampliamento dell’esistente, più che andare ad intaccare nuove aree. Questo, nelle intenzioni del Comune potrebbe anche incentivare la ripresa dell’attività edilizia e quindi dell’economia…

In realtà un po’ di suolo, se il Piano andrà in porto, sarà consumato: a Montallese, per esempio. E anche nella zona tra i due centri di Chiusi Scalo e Chiusi Città, dove si prevede una sorta di “saldatura” (per la verità già avviata con le lottizzazioni di Santa Caterina, Poggio Gallina e a monte del palasport e della scuola materna).

Quanto alle aree produttive, oltre quelle già esistenti da completare,  saranno rese disponibili l’area del centro carni, dopo che il complesso sarà del tutto demolito, e quella destinata al centro merci (struttura costata 2 milioni e 685 mila euro, ma al momento inesistente).

In generale, ad una prima valutazione “ad occhio e croce”, il Piano sembra rispondere, come sempre, all’esigenza di dare risposte immediate a certi bisogni particolari (e in vista della campagna elettorale non fa mai male, significa voti, consenso per gli amministratori uscenti), sembra voler dare una spintarella all’edilizia, che è stata per decenni attività trainante dell’economia locale, ma sembra non tener conto della situazione di crisi, del patrimonio edilizio esistente e inutilizzato, non sembra avere il respiro ampio di un Piano di lungo periodo, né prefigura un’idea nuova della città, qualcosa che indichi la strada per tirarsi fuori dal baratro…

Del resto però è tutta la politica che oggi è così. Non solo a Chiusi.

Il vento renziano si è già affievolito, ma non è stato mai un vento rivoluzionario. E’ stato una “ramazzata” che ha spazzato via un gruppo dirigente per sostituirlo con dei 40enni rampanti, vogliosi e determinati, ma senza storia alle spalle, senza ideali e anche senza fantasia. E anche chi vi si oppone non riesce ad andare molto al di là di una contestazione puntigliosa, ma ragionieristica, arida… Senza respiro ampio, senza pensiero lungo anch’essa. E i risultati son questi. Così è nell’anno domini 2015…

m.l.

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