CHIUSI SCALO, PASSEGGIANDO NELLA NEW TOWN “PORTO DI MEZZO”…

CHIUSI – Le chiamano “New town“, città nuove. Sono le zone residenziali di nuova edificazione, appena fuori dalla città. Famosa la “Milano 2” costruita da Berlusconi prima che si mettesse in politica. Famose quelle de L’Aquila, edificate dopo il terremoto del 2009. Ma ce ne sono parecchie anche nel nostro territorio. A Città della Pieve per esempio, in località Canale, a Cetona… Chiusi Scalo nacque come una “New town” alla metà dell’800. E a Chiusi ormai la maggioranza della popolazione abita nelle “new town”. Non solo Chiusi Scalo intesa come agglomerato urbano, ma nelle sue “propaggini” in collina, edificate tra la metà degli anni ’80 e oggi: Vigna Grande a ovest, Santa Caterina e Poggio Gallina a nord, la zona Porto a sud… Alcune pur avendo visto posare la prima pietra 10, 15 o 20 anni fa, non sono ancora del tutto terminate. Almeno dal punto di vista burocratico. Non tutte le abitazioni hanno l’abitabilità. Non tutte le strade sono state prese in carico dal Comune e quindi ogni tanto si crea qualche problema con le fogne, l’illuminazione, la manutenzione, la segnaletica…
Sono quartieri nati per rispondere ad una esigenza. Non alla domanda di nuove abitazioni per aumento demografico, che non c’è stato, ma per un maggiore comfort di chi abitava nei condomìni dello Scalo ed era in cerca di maggiore privacy, maggiore spazio, magari anche di un clima meno umido e meno caldo… E se in qualche caso le new town sono ancora fatte di condomìni (in zona Porto, per esempio) le ultimissime in ordine di apparizione sono per lo più edificate a villette, o palazzine al massimo trifamiliari…
Una di queste, avviata a costruzione nel 2008, appare molto “british” come concezione e tipologia abitativa. Si tratta della Lottizzazione Porto di Mezzo, che si trova non lontano dalla storica fonte e a monte del campo sportivo. In posizione collinare. Ma è già in contrada delle Biffe e non in quella della Fornace come l’area del Porto propriamente detta.
In ogni caso non è lontanissima dal centro di Chiusi Scalo. In dieci minuti si va tranquillamente alla stazione, a piedi. Ma la zona è servita pure dal bus urbano. E ci devi andare, nel centro dello Scalo, perché per scelta progettuale, e per non perdere il legame con l’area “storica” la new town non ha negozi o altri servizi in loco. Ci sono ampi parcheggi e i giardini pubblici (il parco intitolato nel 2014 ai tre contadini che abitavano nel podere Montorio, lì vicino, e furono fucilati dai nazisti nel ’44: Dino, Oreste e Luigi Perugini). Certo ogni villetta, mono o bifamiliare che sia, ha il suo spazio verde privato. Quelle già abitate e anche quelle in costruzione.
Passeggiando per la zona (c’è molta gente che la sua camminata quotidiana la fa sulla collina che sovrasta Chiusi Scalo) è facile intuire che in questa nuova area residenziale abitano famiglie giovani. Perché come un tempo nel cuore della Stazione, nelle strade della Fornace o del Mar Nero, ci sono ragazzini che scorrazzano in bicicletta o giocano a pallone…
Uno dei costruttori, il geometra Silvano Nocchi, che incontro durante una di queste passeggiate collinari, mi spiega con un certo orgoglio, che questa lottizzazione è in regola, che tutti gli edifici hanno l’agibilità e l’abitabilità. A Chiusi non è dettaglio da poco. Mi spiega poi che tutte le unità immobiliari sono in “classe energetica A”, cioè sono costruite con criteri ecologici a massimo risparmio energetico (pannelli solari, caldaie a condensazione, riscaldamento a pavimento, vetri termici e infissi di qualità) e sono equipaggiati con una serie di optional e utilities, difficilmente riscontrabili in costruzioni del genere, che non sono comunque ville di superlusso.
L’ingresso indipendente, il garage ampio, il verde privato, la possibilità di accesso senza barriere architettoniche, le rifiniture curate e personalizzate, sono richiami forti, e Silvano Nocchi, anche questa volta non senza un pizzico di soddisfazione, ci dice che alcune unità abitative sono state acquistate da famiglie di Chiusi che si erano trasferite in un paese limitrofo e hanno deciso di tornare. Una piccola inversione di tendenza, rispetto a quello che è stato un vero e proprio esodo soprattutto in direzione di Città della Pieve e le sue new town di Maranzano, Canale, San Litardo…
La Lottizzazione Porto di Mezzo, dicevo, ha un aspetto british (villette a schiera, bifamiliari e trifamiliari con possibilità di renderle anche monofamiliari, palazzine con appartamenti di varie dimensioni, tutti indipendenti…), ma all’aspetto esteriore non si discosta dalla tradizione locale: mattone a faccia vista, intonaco a colori pastello, infissi in legno… Ed è sempre con orgoglio che Nocchi sottolinea come la Lottizzazione Porto di Mezzo sia un progetto rilevante dal punto di vista dell’investimento economico, per tutta l’economia locale, perché lui e i suoi soci si sono affidati esclusivamente a ditte del territorio, per le opere di muratura, per gli impianti, per gli infissi e anche per l’acquisto dei materiali: “nel nostro territorio ci sono imprese di eccellenza e, se anche rivolgendoci altrove avremmo potuto risparmiare qualcosa, abbiamo preferito rivolgerci ad aziende del luogo. Dalla crisi si esce anche così, lavorando e facendo lavorare nel territorio”, dice, non nascondendo la speranza di vendere al più presto le villette e gli appartamenti che sono in costruzione o sono ancora solo sulla carta. Magari di venderle a qualche altro chiusino “di ritorno”…
m.l.