CHIUSI, FONDAZIONE ORIZZONTI: 123 MILA EURO DI DEFICIT NEL 2014. SILVA POMPILI: “SITUAZIONE CRITICA”

CHIUSI – Silva Pompili non farà il sindaco di Chiusi. Forse nemmeno il vice o l’assessore, come pure si è ventilato, anche su queste colonne, nelle ultime settimane. Non assumerà, probabilmente, incarichi di giunta perché si è appena assunta un compito importante e gravoso. Quello di risanare il bilancio della Fondazione Orizzonti da qui al 2017. Un impegno triennale, per mantenere in vita la Fondazione e tappare il “buco” prodotto dalla gestione precedente, che lei e il nuovo consiglio eletto in primavera si son trovati di fronte.
“Purtroppo a fronte di molte cose positive gli investimenti fatti in termini materiali e immateriali non si sono tradotti tutti in risultati positivi e pertanto come nuova gestione ci troviamo innanzitutto a dover partire da una situazione finanziaria particolarmente critica e da un risultato di bilancio 2014 negativo che inevitabilmente si ripercuoterà sulle modalità e possibilità di sviluppo dell’attività nel triennio 2015-2017“. Così scrive Silva Pompili nella relazione al bilancio 2014. Parole chiare. E chiari sono anche i numeri: 123.000 euro di perdita. Perdita che sarebbe stata addirittura superiore (175.000 euro) se il contributo del Comune non fosse stato aumentato da 158.000 a 210.000 euro. Insomma una piccola voragine, lasciata in eredità dalla gestione precedente, diretta dalla manager poliziana Giovanna Rossi.
Nel 2014 non c’è stata attività della Fondazione che non abbia “rimesso”. Il Lars Rock Fest ha registrato una perdita di 18.000 euro, Chiusi nella Danza di 40.000, il Festival Orizzonti di 139.000 mentre la stagione teatrale invernale ha “perso” per 15.000 euro.
Va detto che il 2014 è stato un anno nero anche dal punto di vista metereologico e sia il Lars Rock fest, spostato all”ultimo momento da Piazza XXVI Giugno al teatro Mascagni, sia il festival di Danza ne uscirono fortemente penalizzati. Il primo è andato meglio quest’anno, mentre il festival di danza diretto da Samuel Peròn, dopo il flop de 2014 è stato “tagliato” già quest’anno e non sarà più riproposto.
Come verrà risanato il buco? Intanto ricontrattando e cercando di dilazionare i pagamenti ai fornitori (e la cosa, invece che dare “ossigeno” all’economia locale, rischia di creare qualche difficoltà in più alle imprese coinvolte). Così spiega la presidente Pompili che prevede anche di destinare al “risanamento del debito pregresso” anche una quota di finanziamenti che arriveranno da Regione e Ministero a partire dalla gestione 2015.
Quanto alla programmazione degli eventi sarà mantenuto in piedi il Lars Rock fest, cercando di renderlo più redditizio con una gestione in proprio anche dello street food, e saranno mantenuti anche i laboratori, il Festival Orizzonti e la stagione invernale, con una maggiore attenzione e apertura, però, verso le compagnie e le esperienze presenti nel territorio. Che non è solo una scelta di “austerity”, ma anche di crescita culturale del territorio stesso. Non a caso Silva Pompili nella relazione al bilancio cita a tal proposito il successo dello spettacolo “4 amici al bar” che ha aperto gli eventi estivi e la scelta di aprire la stagione invernale con “Il berretto a sonagli” diretto e interpretato da Gianni Poliziani per la Compagnia degli Arrischianti di Sarteano.
Certo è che il buco c’è. E non è di poco conto. E oltre ai fornitori che rischiano di vedersi decurtato o dilazionati i propri crediti, c’è anche la possibilità che a pagarlo siano i cittadini che si troveranno prossimamente una programmazione e un’offerta culturale più ristretta e di minor livello.
Crediamo che abbia fatto bene Silva Pompili a mettere in piazza la situazione, e le fa onore l’impegno che si è assunta, quando avrebbe anche potuto dire, “paghi chi ha sbagliato, arrivederci e grazie”. Ma la situazione della Fondazione Orizzonti, alla luce dei numeri, impone una riflessione. Sul ruolo stesso della Fondazione, sulla politica culturale, sulla gestione di soldi che sono in larga misura pubblici… Una riflessione che dovrebbe essere fatta prima di tutto da chi ha voluto la Fondazione. Cioè dall’amministrazione comunale, poi alla politica in generale, dalle Associazioni. Dai giovani che sono stati coinvolti nelle varie iniziative. Da quella parte ancora viva di cittadinanza che si appassiona al teatro, alla musica, all’arte… Di fronte ad una situazione debitoria del genere, a un festival estivo che è di qualità, ma non fa spettatori (o ne fa pochi), in una città che arranca in tutti i settori è facile che qualcuno se ne esca con le solita frasi tipo “con la cultura non si magia”, “meglio spendere i soldi in altro modo”, “un giochino per pochi, che pagano tutti…” e via di questo passo. E allora meglio ragioniamoci su. Parliamone, come si diceva un tempo.
Non a caso, da queste colonne, nel 2012, proponemmo gli “stati generali della cultura“, proprio per ragionare su questi temi. I più fecero orecchi da mercante e la cosa sfumò, come tante altre… Adesso, con i numeri alla mano, ci sembra opportuno riproporre quell’idea. Li vogliamo fare?
La lettura del documento dà l’effettiva entità del disastro compiuto che va al di là dell’aspetto economico, costituito dai 123.000 euro di debito accumulato che, senza l’aumento del contributo comunale, passato da 158.000 a 210.000 euro, sarebbe stato addirittura di 175.000 euro.
E’ stato azzerato il fondo di dotazione, utilizzato per coprire in parte il debito. Tale fondo andrà però ricostituto altrimenti la Fondazione perderà la personalità giuridica con tutto quello che potrebbe comportare, tra cui l’impossibilità di ottenere contributi.
E’ stato vanificato uno dei più importanti obiettivi della Fondazione e cioè l’aiuto economico alla città. In questo caso si può benissimo parlare di danno alla collettività che ha fornito merci e servizi senza sapere se e quando potrà incassarli.
Una proposta di risanamento del debito consiste infatti nell’attuazione di “stralci stragiudiziali concordati con i fornitori”: prima il danno e poi la beffa.
E’ stata messa in risalto l’incapacità sia del consiglio di gestione, che ha compiuto gli atti, sia del consiglio di indirizzo che doveva controllare che non si superassero i limiti previsti nel bilancio di previsione: tutte persone, alcune ancora facenti parte della Fondazione, anche se con incarichi diversi, nominate personalmente e di stretta fiducia di Scaramelli che sarà l’unico che non risponderà di niente. Non a caso il bilancio è stato pubblicato dopo le elezioni regionali.
In quanto agli stati generali proposti da Lorenzoni non si faranno mai perché uno dei difetti principali di questa classe amministratrice è la presunzione di autosufficienza.
Anche in consiglio comunale più volte abbiamo proposto di cercare collaborazioni e coinvolgimenti ma sempre è stato affermato che gli amministratori erano in grado di lavorare da soli.
Questi sono i risultati!
Ma tanto a chi importa?
Per la maggior parte dei cittadini quello che importa è che gli amministratori mandino a tagliare l’erba sotto casa, quando richiesto, o a tappare qualche buca nelle strade.
E invece bisognerà parlare. E in pubblico e a voce alta. Non in “camera caritatis”, come nella campagna di ascolto organizzata dal Comune (in luoghi peraltro discutibili) dove i cittadini vengono ricevuti, uno ad uno, come i professori ricevono i genitori degli alunni due volte l’anno… O come faceva il fattore con i mezzadri… Qui serve una riflessione pubblica, ampia e serena. Silva Pompili, con la sua relazione al bilancio 2014, in parte l’ha già aperta. Ora tocca ad altri entrare nel dibattito. Primi fra tutti i consiglieri della Fondazione, quelli attuali e magari anche quelli della precedente gestione, i consiglieri comunali di maggioranza, il vicesindaco reggente, l’ex sindaco (che non è senza peccato in questa storia). Giorgio Cioncoloni, della Primavera una sua opinione l’ha già espressa. Avanti il prossimo… C’è tempo e spazio per tutti. Ma nessuno pensi di svicolare… La politica culturale, in un paese come Chiusi, non è l’ultimo dei problemi e non vale meno delle buche nelle strade. Tutt’altro, checché ne pensi “la maggior parte dei cittadini”…
Un po’ di metodo: intanto fuori i nomi delle persone che facevano parte dei vecchi organismi della Fondazione che non hanno mai aperto bocca mentre il disastro avveniva e che sono ancora oggi al loro posto. Chi sono?
Ho frugato in lungo e in largo il sito della Fondazione e articoli di giornale su internet ma non mi è riuscito di trovare il vecchio organigramma.
C’è qualcuno che ha buona memoria?
Il Consiglio precedente, quello di gestione, era composto da Giovanna Rossi, Arianna Fè e Elisa Manieri. La presidente Giovanna Rossi è stata sostituita, Arianna Fè è stata assunta come dipendente (c’è scritto anche nella relazione di Silva Pompili) e Elisa Manieri è stata confermata ma solo nel Consiglio di indirizzo…
https://www.primapaginachiusi.it/2015/03/fondazione-orizzonti-cambio-di-manico-cambio-di-marcia-rapporto-piu-stretto-con-la-citta/
e il consiglio di indirizzo era composto così: per conto del comune, Silva Pompili, Roberta Betti, Beatrice Rossi, Lucrezia Moretti, Giovanna Rossi. Per conto dei privati: Giannetto Marchettini e Roberta Boglione. Solo Roberta Betti e Roberta Boglione sono state confermate, nella primavera scorsa, oltre a Silva Pompili che è diventata Presidente.
credo che l’amministrazione comunale non potesse non sapere. Evidentemente ha cercato di insabbiare il problema per non contaminare la campagna elettorale dei pezzi grossi. Che invece non possono non esserci dentro fino al collo. Abbiamo il diritto di sapere. I membri della passata amministrazione dovrebbero avere il dovere di parlare e raccontare come tutto ciò è stato possibile. Altrimenti sarà gioco forza appellarsi alle autorità
Bene, il quadro comincia a delinearsi. Io avevo rintracciato quattro nomi, ora vedo che ce n’è anche un altro.
Quindi, ricapitolando, nell’organigramma attuale sono presenti (a vario titolo) cinque componenti che hanno fatto parte della “gestione del buco” e sono: Elisa Manieri, Arianna Fè, Roberta Betti, Silva Pompili e Roberta Boglione.
Mi pare che questo aspetto debba far parte a pieno titolo, accanto al buco di bilancio, delle valutazioni che verranno fatte sull’intera questione.
E’ evidente che il Comune non è fuori della partita, dato che è l’ente che nomina la maggior parte dei consiglieri e ci mette la maggior parte dei soldi. Ed è anche l’ente che aveva scelto Giovanna Rossi, proveniente dall’esperienza al Cantiere di Montepulciano, per sostituire la dimissionaria Rossella Rosati, prima presidente della Fondazione. La cifra del “buco” è consistente, ma con una politica oculata non è insormontabile, già sarebbe interessante a questo proposito, per capire se il deficit è endemico, strutturale o oppure è legato solo ad una stagione storta e mal gestita (il 2014), sapere come sono andate le iniziative già concluse del 2015: Lars Rock Fest e festival Orizzonti… Forse una conferenza stampa congiunta Fondazione-Comune potrebbe risultare utile…
Non è il Comune ma il sindaco che nomina…Ma già c’è qualche buontempone che va scrivendo che anche l’opposizione c’è dentro fino al collo. Ma di che stiamo a ragionare? Asso, re, jack e donna.
Certo, è il sindaco che nomina, ma in quanto capo dell’amministrazione comunale. E ora che Scaramelli se ne è andato a Firenze, non è che qui è rimasto solo il vento… C’è per esempio un assessore alla cultura (o sistema Chiusi-promozione, che comprende pure la cultura), ecco sarebbe interessante sapere che ne pensa…
Tutta l’amministrazione, e in particolare l’ex sindaco, rendano conto pubblicamente e al più presto sulla questione, ci sono in ballo soldi della comunità e c’è in ballo il fallimento della politica culturale di questa amministrazione. E’ un altro tassello che si accosta agli altri ben noti, come la triste vicenda del nuovo stadio mai realizzato, del centro merci, della crisi del commercio e si potrebbe continuare con un lungo elenco di fallimenti. Sembra che i nodi stiano venendo al pettine, dopo anni di propaganda e di fanfare per celebrare piccoli eventi come l’inaugurazione di un marciapiede o di un’altalena, cominciano a venire fuori i fallimenti sulle grandi questioni che un’amministrazione veramente scarsa non ha saputo affrontare.
L’ex sindaco non può più dimettersi perché a Chiusi ha preferito la ben più prestigiosa carriera regionale, ma il resto degli amministratori un pensierino alle dimissioni secondo me dovrebbero farlo, non per accanirsi contro di loro ma per coerenza, una vicenda di questo tipo, ossia il fallimento della politica culturale e il danno economico annesso non sono una faccendina trascurabile. La fondazione doveva essere il fiore all’occhiello di questa giunta, doveva rappresentare il faro per l’amministrazione, non lo dicono le opposizioni ma in questi anni lo ha dichiarato più volte chi governa questo comune. Trarne le conseguenze mi sembrerebbe un atto dovuto e di responsabilità verso i cittadini.
Chiedo abbastanza stupito perchè qualcuno pensa che l’opposizione ci sia dentro fino al collo ? Buontemponi o no, Luciano vorrei capire perchè o sono solo voci anonime di mestatori ? Per quanto riguarda la coerenza che tira in ballo Luca credo che non sia una parola oggettivamente presente nei vocabolari usati dalla maggioranza.Un ultima cosa: ma perchè chiedete e portate avanti il discorso delle responsabilità ? Pensate davvero che si frughino ? Quanto a quelle politiche finchè ai cittadini sta bene così il problema qual’è ? Il problema è quello della cultura che non viene espletata o che costa troppo per cui si dovrebbe mettere in ballo anche le scelte fatte sulle manifestazioni, sulla loro attendibilità e partecipazione del pubblico.Attenzione, non tocco per nulla in tal senso il valore della loro qualità ma di quello che la gente è disposta a recepire! Il guaio poi è anche altro, del tipo che è anche quello che ho tante volte scritto su tali iniziative ed è che attorno a tali manifestazioni si coinvolgono anche torme di gente che nulla hanno a che spartire con la qualità delle iniziative, e tali torme di gente alla fine vengono costrette giocoforza ad accettare la legge del più forte nel senso che si respira nell’aria il modo di come reagiscono a tali stati di cose, silenzio, timore di perdere la prebendina,non espletare il senso di critica verso chi organizza ormai da anni la dispersione di energie che potrebbero essere investite diversamente.Pensate che a tali giovani timorosi e sempre propensi a scansare critiche verso il governo locale gliene ritorni alla fin fine qualcosa in concreto ? Sono queste le prebendine che mettono in luce l’arretratezza culturale e segnano la diversità fra il nostro comune e quelli circonvicini.Chiusi non è certo Montepulciano ben s’intende, ma senza andare lontano c’è il paragone di Città della Pieve, Cortona, Foiano.Vi sembrano che siano la stessa cosa? E questo senza discutere sul fatto dei soldi,segno evidente di mancanza come minimo di inquadramento dei problemi. Se fossero promanati da una impresa totalmente privata sarebbero per ricordare il film con Alberto Sordi ”Tutti a casa”….ma non è così, e ciò vuol dire che la gente una volta entrata in cabina e dato il voto,di tutto il resto che continua la stessa gente se ne frega e appare ad essa di aver fatto il proprio dovere, salvo poi incazzarsi quando aumentano i costi della spesa pubblica da sostenere, allora s’incazzano per davvero, ma dopotutto neanche tanto come dovrebbero….. ”Il tragico” -chiamiamolo così- dipende sempre dalla gente. Ma chi tiene le redini se ne frega, come ha sempre fatto. I discorsi come vedete sono discorsi, i fatti altri…..
X Sacco. No, non sono anonimi ma persone coinvolte in qualche modo nei fatti di cui si parla e che non potendo difendere l’indifendibile provano a buttarla in caciara col solito: è colpa di tutti.
Torno sul problema dei soldi… Se ho letto bene la relazione di Silva Pompili (e neanche lei difende l’indifendibile, ma mette in luce le carenze della gestione precedente e il deficit che si è creato nel 2014, assumendosi l’onere di ripianarlo nell’arco del suo mandato, in 3 anni), non è che il deficit si è creato solo per una riduzione delle entrate, dovuta a cause di forza maggiore (per esempio la pioggia che falcidiò il festival della danza e il Lars rock fest), ma soprattutto per maggiori uscite rispetto al preventivo, in sostanza si è speso molto di più di quanto previsto. E questo vuol dire che la gestione non è stata troppo oculata, né rispettosa del mandato ricevuto per l’organizzazione degli eventi…
Auguro che il buco venga risanato ma personalmente ci credo poco che sia possibile visto tutto quanto l’insieme, le ragioni del pregresso, e soprattutto la natura dell’impostazione che mi sembra di capire permanga.
Carlo, non c’è “pregresso”. Nel 2013 il bilancio era stato chiuso in attivo. Il buco è relativo solo alla gestione 2014. Già nel 2015, credo sia andata meglio: il festival della Danza che rimetteva non è stato fatto, il Lars Rock fest ha certamente incassato più del 2014 con lo street food e la birra…. E. come ho già scritto, 123.000 euro non mi pare una cifra tale da non potersi “coprire” in 3 anni. Anche senza ricorrere alla rinegoziazione del debito con i fornitori, che hanno tutto il diritto di essere pagati… Con una politica culturale più larga, che coinvolga più gente e più zone della città, forse è più facile anche fare incassi maggiori con gli eventi. E anche su quelli sarà opportuno stare attenti e selezionare bene, senza però farsi prendere dal panico e buttare a mare tutto o pensare che d’ora in avanti le nozze si fanno solo coi fichi secchi…Anche quest’anno si son viste sia a Chiusi che nei dintorni, cose di qualità, a basso costo, che hanno avuto successo…
Come dice Marco, ma mi sembra giusto sottolinearlo, gli incassi avrebbero potuto salvare poco il bilancio, sono state le spese sproporzionate. Il mio giudizio su “orizzonti 2014” era stato positivo con riserva. Avevo infatti apprezzato la vitalità che aveva avuto il centro storico ed in parte anche lo scalo nel mese di agosto con la presenza continua di numerosi addetti ai lavori, avevo anche apprezzato il cartellone ma sostenevo che avrei sciolto la riserva quando avrei conosciuto il bilancio: la riserva è sciolta, un disastro. La nostra comunità ha praticamente pagato per avere gente in giro per il centro storico, beh mi sembra una cosa che rispecchia i nostri amministratori: l’importante è apparire a qualsiasi costo. Sono stato al tanto esaltato, da Renzi ed altri, Expo: una vregogna! Ore ed ore di file per vedere poco di veramente interessante, pur di apparire sono stati venduti giornalmente un numero indicibile di biglietti che sono solo serviti a far numero per un bilancio che definiscono eccezionale. Avevo un biglietto per due giorni, il secondo giorno dopo 40 minuti di fila per entrare ho rinunciato, i 5 biglietti che avevamo io ed i miei familiari hanno fatto numero ma non visitatori soddisfatti ma nessuno ha il coraggio di dirlo.
Sono d’accordo con Marco Lorenzoni quando dice che la situazione non deve essere l’occasione per abbandonare il progetto ma per gestirlo con maggiore criterio.
Prima di tutto devono essere nominati amministratori che siano consapevoli, o che vengano resi consapevoli, di come si gestisce un bene pubblico le cui risorse escono in massima parte dalle tasche dei cittadini e non sono infinite. Se c’è un budget deve essere rispettato e chi non lo rispetta dovrebbe pagare di tasca propria perché non si può organizzare una manifestazione senza monitorare e avere sotto controllo la spesa. Un’ istituzione pubblica non può essere condotta alla pari di un circolo tra amici.
E’ l’ora di finirla di nominare amici, conoscenti o amici degli amici senza valutarne le capacità.
Il disavanzo non sarà facile da coprire senza un intervento del Comune o qualche rinuncia da parte dei fornitori perché sarà difficile che le prossime rassegne diano utili sufficienti. In ogni caso i fornitori, anche se dovessero aspettare qualche anno, sarebbero comunque daneggiati con buona pace di chi spera in queste manifestazioni per creare un po’ di economia.
Circola voce che anche il film girato a Chiusi abbia lasciato debiti qua e là. Se così fosse andrebbero riviste tutte le dichiarazioni trionfalistiche su Chiusipromozione.
Lorenzoni auspica una conferenza stampa congiunta Fondazione-Comune che non ci sarà mai.
Se non fossimo stati noi a diffondere la notizia tutto sarebbe passato sotto silenzio e sotto silenzio ritornerà tra qualche giorno, passata la sfuriata iniziale. Questo gli amministratori lo sanno bene e proprio su questo contano.
Quando in consiglio comunale abbiamo votato il rinnovo delle cariche della Fondazione probabilmente la situazione era già chiara ma nessuno della maggioranza ne ha fatto parola e il consiglio comunale dovrebbe essere il luogo della chiarezza e della trasparenza.
Forse la motivazione principale del cambio delle cariche era proprio questa e non quello che veniva detto e cioè la scarsa attenzione al territorio.
Giusto. Ma, conferenza stampa o discussione in Consiglio (o tutte e due), un minimo di chiarezza “istituzionale” andrà fatta. E alla svelta. Per poi discutere anche del futuro, delle prospettive, dei prossimi festival, delle prossime stagioni teatrali ecc. e pure della politica culturale e del sistema Chiusi-promozione che non sono la stessa cosa… Chiamateli “stati generali” o come vi pare, ma una discussione ad ampio raggio su questi temi è indispensabile. E se il Comune finora è sfuggito, ha glissato su questa proposta, adesso può fare altrettanto? Io credo di no…
Eppure l’addetto stampa non dovrebbe essere in ferie visto che trova il tempo di scrivere del nobilis populus maccius e della nuova sede del Granocchiaio..
Condivido ciò che dice Giorgio Cioncoloni, nessuno si assumerà la responsabilità di ciò che è accaduto e tra qualche giorno sarà tutto dimenticato
L’opposizione ha lasciato il consiglio, ma non è andata in pensione. Faccia (facciamo tutti, ognuno per quello che può) il possibile perché la questione venga affrontata e non venga dimenticata…
….e allora Marco, allora Luciano, Daria, Giorgio…allora si chiude,senza se e senza ma, e si organizza il ” settore pubblico”- che fra l’altro riceve entrate-questo da non ndimenticarselo mai- …e da non essere tirato in ballo solo quando conviene, sia per risparmiare decine e decine di migliaia di euro dei cittadini senza creare altri carrozzoni in cui si dà la delega a chi deve decidere avendo poi come risultati dei bilanci da fallimento. I discorsi stanno in poche parti si dice Punto. Ma cosa altro si deve cercare,ulteriori rattoppi, ulteriori discussioni, stati generali di che ?(che si possono pure fare poichè il discutere non fa mai male…) ma evitando la tendenza velenosa di delegare ad altri organismi che possano decidere-come si vede- sullo sperpero, perchè alla fin fine che poi gli spettacoli siano o non siano di qualità conta relativamente, ma in luogo di quelli un coacervo di forze può organizzare altre cose interessanti sotto il profilo culturale se il pubblico contiene qualche cervello pensante.Troppo piccola Chiusi per avere le caratteristiche di contenitore di tali realtà soprattutto individuali ? Non è vero.Certo, in tal caso un possibile defenestramento di coloro che ne sono stati alla guida fin’ora vedrebbe la loro stessa opposizione ed il perchè un cittadino comune può anche arrivare a spiegarselo razionalmente.. Dopo il fallimento di tali esperimenti ancora si insiste a parlare della creazione o meno di gente che pagata appositamente,mette in atto pessime idee per le quali alla fine risulti un bilancio in rosso ? Si potrebbe obiettare che la cultura non attende risultati di bilancio e questo è vero, ma io rispondo che in tali casi ”contare sulle proprie forze” oggigiorno diventa semprepiù cosa attuale poichè il reso ed il ritorno sono ben poca cosa di fronte al dilagare dell’asfittico.Perchè tutto quiesto di cui si parla è asfittico,poichè viene speso e non produce.Le verifiche sono forse la gente sulla strada di sera.Io mi chiedo con un occhio rivolto al Comune ed a quello che diicono sia il nuovo che avanza: O non erano ”rottamatori’ ? Si sono messi a fare i carrozieri adesso?
Quello che è sbalorditivo è che ad oggi i giovani amministratori non sono stati capaci di dire una parola. Non dico una presa di posizione ufficiale ma neppure uno di quei comunicati anodini fatti per prender tempo e spandere un po’ di fumo.
E poi si inalberano quando gli dicono “analfabeti politici”.
Vero. Solo che il “buco” di bilancio non si cancella, né diminuisce se restano in silenzio. Il tempo non gioca a loro favore, in questo caso… Anche perché è pure brutto tempo. Forse anche le opposizioni una presa di posizione ufficiale, al di là dei commenti su facebook o su primapagina, farebbero bene a diramarla.Potrebbe risultare utile.
In data odierna un comunicato stampa del Comune di Chiusi fa sapere che il teatro sarà materia di studio nelle scuole cittadine, grazie ad una convenzione con la Fondazione Orizzonti. E’ una buona iniziativa. Ma un comunicato sul “buco di bilancio” relativo al 2014 della Fondazione Orizzonti, il Comune di Chiusi quando la fa?
I 5Stelle il loro comunicato l’hanno fatto.
Se i giovani amministratori pensano che non dicendo nulla anche questa vicenda finirà nel dimenticatoio si sbagliano di grosso.
https://www.primapaginachiusi.it/2015/10/chiusi-buco-di-bilancio-alla-fondazione-orizzonti-sanita-5-stelle-allattacco/
LA PRIMAVERA DI CHIUSI ha postato su facebook questo commento sulla vicenda: “Abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità votando il bilancio perché i rilevanti importi del passato dimostrano che CHI DI DOVERE NON HA VIGILATO. Il giudizio politico resta negativo, ora si tratta finalmente di chiudere una stagione e far diventare il Pd un partito normale. E’ chiaro che chi ha ricoperto ruoli di responsabilità nel passato ed è stato parte del disastro NON PUO’ FAR PARTE DELLA SOLUZIONE”
Queste parole sono state dette da Scaramelli in relazione al buco di bilancio del Pd di Siena.
BELLE PAROLE QUANDO SI TRATTA DI GIUDICARE I DISASTRI FATTI DAGLI ALTRI MA QUANDO GLI STESSI DISASTRI LI HA FATTI LUI, CHE DOVEVA VIGILARE SULL’ATTIVITA’ DELLA “FONDAZIONE ORIZZONTI”, CHE HA CHIUSO IL BILANCIO 2014 CON 123.000 EURO DI PERDITA, NON UNA PAROLA DI SCUSE NEI CONFRONTI DEI CITTADINI DI CHIUSI AI QUALI HA FATTO CREDERE CHE GRAZIE ALLA FONDAZIONE L’ECONOMIA SAREBBE RINATA MENTRE INVECE E’ STATA AFFOSSATA ANCORA DI PIU’ GRAZIE A UNA CLASSE POLITICA CAPACE SOLO DI PENSARE ALLE PROPRIE CARRIERE BASATE SOLO SUL FUMO E SULLE SCOMMESSE CHE PIANO PIANO SI STANNO RIVELANDO TUTTE PERSE.