LA PRIMAVERA: “PRESENZE TURISTICHE, CHIUSI AL 20° POSTO IN PROVINCIA. UNA DEBACLE!”

CHIUSI – “Come presenze turistiche Chiusi è al ventesimo posto nella classifica dei 35 comuni della provincia di Siena e all’ultimo posto come presenze medie giornaliere”. Lo scrive oggi la Primavera, che avrà le sue fonti a sostegno di tale affermazione. E se è vero, altro che “salto nel futuro”, si tratta di una vera e propria ecatombe. Non perché Chiusi abbia mai vissuto di turismo, ma perché quello che dovrebbe e potrebbe essere un settore trainante, l’unico, a quest punto su cui puntare per un minimo di rilancio, risulterebbe assolutamente marginale. Non solo, ma il dato offre di Chiusi un’immagine ancora più depressa e derelitta di quanto si potesse pensare.
Il motivo è presto spiegato. In provincia di Siena la parte del leone, sul piano turistico la fa certamente il capoluogo, scrigno di tesori di valore mondiale, nonostante la debacle del Monte dei Paschi. E la fine ingloriosa della squadra di basket pluriscudettata e di quella di calcio, che tre anni fa era ancora in serie A… Poi, dietro al capoluogo: San Gimignano con le sue torri, Pienza e la Valdorcia, tutte e tre classificate “patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco. Poi Montepulciano, “la perla del ‘500”, città d’arte che si studia nei manuali dei licei, dove hanno lavorato i più grandi architetti del Rinascimento, da Baldassarre Peruzzi a Ippolito Scalza, da Antonio da Sangallo al Vignola. E ha pure un certo nome dovuto ad un buon vino. Come Montalcino. Ma dopo queste 6 mete, la settima dovrebbe essere Chiusi. Che dal punto di vista storico-archeologico ha più “stelle” di Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Radda, Sarteano o Buonconvento… Dal punto di vista dei flussi turistici potrebbe anche starci un testa a testa con qualche cittadina del Chianti (zona molto celebrata) o con Abbadia San Salvatore, che è località sciistica d’inverno e climatica d’estate. Ma con il resto non dovrebbe esserci nemmeno partita.
E invece Chiusi, secondo quanto afferma la Primavera è al 20° posto su 36 comuni per presenze e all’ultimo come presenze medie giornaliere. Il che vuol dire che anche quelli che arrivano, mordono e fuggono alla svelta, senza trattenersi. Dato che non depone a favore delle strutture ricettive. Né delle varie iniziative messe in campo in questi anni sul piano della promozione e del “richiamo” turistico.
Sarebbe bene che la Primavera fornisse anche i dati precisi e la fonte ufficiale da cui li ha desunti. Ma la cosa arriva come una bomba (fosse anche la “bomba-merda” evocata anni fa da Roberto Benigni), sulla campagna elettorale per le regionali di Scaramelli che lascia non una città lanciata verso il futuro, come usa dire, ma una città sprofondata nell’oblio, incapace anche di mettere a frutto, minimamente, i tesori di cui pure dispone. Una città che sta peggio di come l’ha trovata. Colpa della crisi generale, si dirà. Certo, ma una crisi che a Chiusi sembra picchiare più duro che altrove. Per Scaramelli, tutto questo non è un buon biglietto da visita. La valigia con cui si appresta a partire per Firenze non è solo piena di vento, ma ha anche qualche buco… “Se questa è l’operazione ‘futuro’ mille volte meglio il passato”, scrive la Primavera. No, il passato non era migliore. E il passato di Ceccobao nessuno lo rimpiange. Però il presente è una partita triste, come il derby Milan-Inter di questi tempi…
La Primavera ricorda che sui temi del turismo più volte ha provato a mettere sul piatto alcune proposte, sulle quali ha cercato di far convergere anche la maggioranza scaramelliana, senza risultati, però. Queste:
1) Realizzazione di idonei parcheggi per pullman e camper
2) Rivitalizzazione del centro storico programmando e incentivando l’apertura di negozi di prodotti tipici
3) Sviluppo di una rete sentieristica adeguata per favorire il turismo lento
4) Segnaletica turistica più visibile e meglio localizzata
5) Rafforzamento del servizio di trasporto pubblico tra il centro storico, la stazione e il lago di Chiusi che preveda anche una fermata nei pressi delle tombe etrusche e della catacomba di Santa Mustiola
6) Istituzione di un biglietto unico che permetta al turista la visita di tutte le strutture museali della città con eventuali buoni pasto e consumazioni (card della città)
7) Audio guida per la visita della città e dei suoi musei su tablet e smartphone
8) Coordinamento di tutta la rete museale della città con le tombe, le catacombe e la domus romana
9) Riqualificazione del lago di Chiusi attraverso una maggiore offerta di servizi turistici (noleggio barche, bici, bastoncini nord-walking etc.).
“Ci hanno sempre risposto picche” conclude la lista di opposizione. Chissà, se ora che deve racimolare un po’ di voti, lo stesso Scaramelli non si mostri più… “sensibile”. Certo, se le cose stanno come dice la Primavera, la questione è seria. E forse varrà la pena affrontarla subito, senza reticenze, senza isterie, senza contrapposizioni di bandiera. L’alternativa quale è? quella di aspettare le prossime elezioni e provare a vincerle, con la Primavera o qualcos’altro?
La Primavera fornisce la “classifica” completa, precisa che la fonte è la Provincia di Siena e che i dati sono stati definiti “provvisori”. Queste le presenze del 2014 nei comuni della provincia di Siena. In ordine decrescente.
Piancastagnaio 3.925
Radicofani 14.468
Cetona 14.765
Radicondoli 21.229
Monticiano 25.830
Torrita 28.846
Asciano 34.904
Buonconvento 37.471
Monteroni 38.887
San Giovanni Asso 41.080
Trequanda 44.628
Castiglion orcia 47.186
Abbadia SS 47.500
Sinalunga 49.608
Murlo 53.519
Chiusi 60.515
San Casciano 60.531
Sarteano 83.029
Gaiole 84.439
Radda 97.847
Rapolano 103.511
Chiusdino 104.860
Pienza 108.393
Poggibonsi 114.041
Montalcino 114.412
Colle 118.302
Castelnuovo 129.169
Casole 129.819
Monteriggioni 157.498
Castellina 159.430
San Quirico 170.990
Montepulciano 215.835
San Gimignano 469.368
Chianciano 663.365
Siena 1.128.873.
La fonte è la Provincia di Siena. E i dati sono stati definiti “provvisori”. Nell’articolo non è citata Chianciano, perché Chianciano fa storia a sé. Quello di Chianciano è un turismo particolare. Anche se probabilmente fa da base pure per chi visita altre località della zona. Certo, il dato riflette ed è determinato dal numero e dalla qualità delle strutture ricettive (si nota dal buon piazzamento di San casciano, Rapolano, Sarteano oltre ai paesi del Chianti), ma la posizione di Chiusi e il numero assoluto delle presenze nella cittadina etrusca è e resta decisamente sotto le potenzialità.E su questo a Chiusi si dovrà riflettere.
ieri la Provincia ha aggiornato i dati delle presenze a Chiusi portandole a 62912. Nella prima stesura erano oltre 80.000, a noi (primavera) risultavano 60515, abbiamo sollecitato la Provincia a rivederli e questo ultimo sembra il dato definitivo anche se ancora provvisorio.
Diciamo che guadagna una posizione…
SEMPRE IN TEMA DI TURISMO A CHIUSI, QUELLE SEGUENTI SONO LE PRESENZE RILEVATE DALL’UFFICIO TURISTICO DAL 2009 AL 2014, LE PERSONE CIOE’ CHE SONO PASSATE DALL’UFFICIO TURISTICO:
2009 = 9.556
2010 = 9.906
2011 = 9.596
2012 = 7.815
2013 = 7.232
2014 = 6.969
Dal 2012 le aperture dell’Ufficio Turistico sono state ridotte di circa 150 ore all’anno. Una diminuizione molto significativa per un paese che vuole basare il proprio rilancio sull’economia turistica considerando anche che nel 2012 è stata introdotta l’imposta di soggiorno che doveva essere utilizzata per migliorare la promozione turistica.
Chiusi si e’ caretterizzata negli ultimi decenni per Citta’ di Commercio e produzione.
Il centro storico e’ stato marginalizzo,il museo e’ sconosciuto ai piu’ cosi’ come il patrimonio estrusco.
Agli amministratori ed alle forze politiche sono interessate le fermate treni e le zone produttive.
La citta’ e’ turisticamente solo di passaggio e sicuramente bruttina rispetto al pievese e senese.
Di cosa stupirci?
No, sig. Genga, Chiusi è stato un polo produttivo e commerciale fino ai primi anni ’90. Poi ha cominciato a decadere e negli ultimi due decenni quella funzione e quella caratteristica l’ha persa. E se, come dice lei, agli amministratori e alle forze politiche sono interessate le fermate dei treni e le zone produttive… allora i risultati sono anche peggiori rispetto a quelli che si registrano sul fronte del turismo…
Interpreta correttamente e piu’ esaustivamente il mio pensiero.
Come esempio,si potrebbe portare quello della amministrazione pievese limitrofa,che proprio negli anni 90,Sindaco Giovagola,con Rossetti,Mannucci,Serenella Baglioni,Bertozzi ,Fonti,imposto’ il rilancio di Citta’ della Pieve,come polo articolato,produttivo ,culturale e turistico,molto colllegato con la regione Umbria ed anche con la Toscana.
Dopo quindici anni di slogan e cazzate cosa ci si doveva aspettare?
E’ il frutto di amministrazioni incapaci e senza idee. E naturalmente il giudizio non vale solo per il turismo.
La propaganda ha le gambe corte mentre i fatti, si sa, hanno la testa dura.
Slogan e propaganda per coprire l’aria fritta, un’amministrazione che esalta piccoli lavori come altalene scivoli e marciapiedi come grandi opere in grado di risollevare il paese, quelle sono opere che potrebbe fare un buon ufficio tecnico. La politica è un’altra cosa, soprattutto l’amministrazione è un’altra cosa, significa programmare, avere idee informarsi, viaggiare, vedere cosa si fa da altre parti. Purtroppo siamo in mano a personaggi di piccolo cabotaggio, ostaggi verrebbe da dire di pseudo amministratori limitati dalla loro piccolo orizzonte.
L’Italia era prima e ora è quinta nel mondo,dopo Francia, USA, Spagna e Cina. La capacità di far fruttare il nostro patrimonio unico al mondo è a dir poco imbarazzante. Le redini sono nelle mani per lo più di incompetenti, spesso nominati da politici anch’essi nominati. Nonostante quello che hanno in mano (basterebbe solo il Museo Etrusco) gli amministratori di Chiusi sono riusciti a non cavarci niente, preoccupati più di nutrire il loro ombelico elettorale che delle sorti del paese. I bagni pubblici etruschi – di una imbarazzante bruttezza – sono il simbolo perfetto di questa politica. Le proposte della Primavera sono meglio di niente ma riflettono comunque una visione ormai superata, buona per gli anni ’80. C’è internet; non dico di viaggiare ma almeno di informarsi su come fanno in Francia o in Spagna, no? Davvero il proverbio coglie nel segno: “ognuno si fa la frusta pel su culo”. Sante parole.