EX CENTRO CARNI DI CHIUSI, IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA METTE IL DITO NELLA PIAGA

martedì 28th, aprile 2015 / 13:11
EX CENTRO CARNI DI CHIUSI, IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA METTE IL DITO NELLA PIAGA
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CHIUSI – Proseguirà anche nel week end del 1 Maggio la rassegna “Diaframmi Chiusi”, il festival della fotografia che ha già vissuto i sui primi tre giorni nel fine settimana scorso, “ponte” del 25 aprile, nel centro storico di Chiusi. Il festival, organizzato dal Club “I flashati” e quest’anno alla seconda edizione, presenta una serie di mostre tematiche su città e paesaggi (Roma, Istanbul, Londra, la Birmania, la Maremma…) o aspetti sociali (“quando c’erano i contadini”, “il lavoro dell’uomo”, “unlicended boxing”) , fino ad una cavalcata a filo d’obiettivo sulla storia e i successi della pallavolo chiusina e altro. Poi workshop, incontri, conferenze, laboratori in diverse location sparse per tutta la città… Una full immersion insomma nel mondo della fotografia che trasforma il centro storico chiusino in un grande set, in cui autori, addetti ai lavori e spettatori possono confrontarsi, scambiare opinioni, assaporare esperienze e conoscere aspetti magari poco noti di realtà vicine e lontane. Tra i vari work shop, uno in particolare assume un carattere particolare. E il sindaco Scaramelli che ha visitato il festival con il suo camper elettorale, potrebbe non aver gradito. Probabilmente non era intenzione degli autori o dei Flashati tirare un colpo basso al primo cittadino candidato alle regionali, ma solo quello di puntare l’obiettivo e i riflettori su un luogo della città, testimone di fatica, di lavoro, di speranze rimaste nel cassetto. Parliamo del workshop “Carne da macello”, con i riflettori e le macchine fotografiche a vagare tra i ruderi di un’ex struttura industriale: il centro carni di Chiusi, noto anche come “frigomacello”. Ebbene la foto stessa usata per la presentazione del workshop fissa l’immagine di un luogo abbandonato, fatiscente, pericoloso, spettrale. Immagine e destino comune a molti siti industriali dismessi. Se non fosse che nel mese di luglio 2014, il sindaco di Chiusi ne aveva annunciato l’avvio della completa demolizione. Operazione che avrebbe dovuto terminare entro la fine del 2014.

“Entro fine anno l’area del Centro Carni di cui è proprietario il Comune di Chiusi sarà rasa completamente al suolo e quindi pronta a nuove progettualità industriali e di sviluppo del territorio. Dopo quaranta anni, dunque, oltre 30 mila metri quadrati, pensati negli anni ’60 come spazio per un frigo macello di riferimento per l’intera Regione Toscana e non solo, ma mai decollata veramente come attività industriale, finalmente inizia a vedere all’orizzonte una possibilità concreta di futuro. A lavori finiti il Comune di Chiusi avrà speso circa 500 mila euro (fondi regionali) che libereranno oltre 10 ettari di terreno da circa 80 mila metri cubi di materiale fatiscente, degradato e pericoloso. Quello del centro carni–dichiara il sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli – è il più grande progetto di recupero e sviluppo di un’area non solo nella storia del nostro Comune, ma anche nella storia recente della provincia di Siena. Negli ultimi quaranta anni siamo stati i primi a prendere seriamente in considerazione la questione e finalmente dopo quattro decenni i risultati si iniziano a vedere. Uno spazio del genere non poteva più essere lasciato al degrado e all’incuria del tempo sia perché brutto da vedere e anche pericoloso sia perché può diventare per la nostra città un grande incubatore di ricchezza. Fin’ora nessuno aveva osato sporcarsi seriamente le mani con questo progetto perché di fatto faceva paura e sembrava una sfida impossibile, noi con l’inizio del lavori stiamo dimostrando al contrario che, con tanto lavoro ed umiltà, le sfide impossibili non esistono, ma che anzi si possono pensare anche grandi progetti risparmiando tantissimo denaro…“.

Così scriveva l’amministrazione comunale nel luglio scorso. Primapagina titolò “Scaramelli da rottamatore a demolitore“.

In effetti la demolizione è cominciata. Ma si è fermata. E l’ex Frigomacello è nelle condizioni in cui appare nelle foto, decisamente peggiori di prima dell’inizio della demolizione.  Nel frattempo si è parlato dell’area del centro carni come luogo su cui costruire la stazione in linea per l’alta velocità, (ma anche di quella nessuno parla più (e meno male).  Che fine ha fatto “il più grande progetto di recupero della Provincia di Siena“? Il candidato Scaramelli e chi rimarrà a gestire il Comune dopo di lui lo dovranno spiegare. Non dicano che si son fermati nella demolizione per consentire il workshop dei Flashati, che non si poteva certo fare in un piazzale vuoto, perché non ci crediamo.

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