CHIANCIANO, LA MORTE DI ORIANO MANGIAVACCHI

martedì 31st, marzo 2015 / 16:33
CHIANCIANO, LA MORTE DI ORIANO MANGIAVACCHI
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CHIANCIANO TERME –  In questi casi si dice sempre “un pezzo di storia che se ne va”. Ma nel caso di Oriano Mangiavacchi, morto ieri a Chianciano, la frase calza a pennello. Docente di matematica alle scuole medie e po albergatore, Mangiavacchi è stato anche un attivo e presente testimone della vita politica chiancianese. Dai banchi del consiglio comunale e non solo. Soprattutto finché è esistita la Dc.

Dopo la fine dello Scudo Crociato passò alla Margherita e quindi al Pd di cui ha rappresentato l’anima cattolico-popolare. E certo non deve esser stato semplicissimo per lui, passare dall’opposizione, all’alveo della maggioranza, addirittura nello stesso partito insieme agli avversari di una vita: i post comunisti. Eppure lo ha fatto pur da posizioni via via più defilate.

E’ morto all’età di 77 anni. E davvero con Oriano Mangiavacchi se ne va un pezzo di storia ella cittadina termale, una figura emblematica della “chiancianesità” anche nei rapporti politici con i rappresentati dei comuni vicini. Di sicuro, lui chiancianese fino al midollo, avrà sofferto nel vedere Chianciano impoverirsi, abbassare la saracinesche, spegnere le vetrine… Avrà certamente avvertito i crampi allo stomaco nel vedere gli alberghi e le pensioni chiudere un dopo l’altro; nel vedere Piazza Italia trasformata in una sorta di sacrario di Redipuglia, con la facciata del vecchio Garden simile ormai a quella dei palazzi bombardati nell’Ucraina in fiamme… O di Grozny. Nel vedere Chianciano senza più nemmeno l’ospedale, con i parchi non più curati come una volta, e con una squadra di calcio che non si ricorda nemmeno più di quando giocava in serie D…

Oriano Mangiavacchi era uno di quelli che hanno vissuto gli anni d’oro di Chianciano, anche se lui era democristiano e siccome in città governavano i comunisti doveva dire che non andava bene… Era uno di quelli che avevano addosso l’alone di “dolce vita” che Chianciano emanava negli anni ’60 e ’70. Di quelli che al bar te la raccontavano la dolce vita chiancianese, quando alle terme e al Grand Hotel ci veniva pure Fellini e la sera nei bar le signore sfilavano con i tacchi a spillo e il visoncino…

Oggi è tutta un’altra Chianciano. E da ieri è un po’ più povera e più triste ancora.

 

 

 

 

 

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