MONTE CETONA, LA CROCE ILLUMINATA? I COMUNI DICONO NO GRAZIE

SIENA – I comuni di Cetona e Sarteano hanno bocciato la proposta di illuminare la croce posta sulla sommità del Monte Cetona. La proposta, avanzata da un mecenate privato che avrebbe pagato di tasca propria l’illuminazione, come contributo alla valorizzazione del luogo, ha trovato invece accoglienza nel consigliere di minoranza in Provincia Andrea Corsi, che chiede che le due amministrazioni locali spieghino meglio i motivi del diniego, poco convinto della motivazione relativa al vincolo paesaggistico. Certo la croce illuminata sarebbe certamente molto visibile, anche da decine di chilometri di distanza (in autostrada da poco dopo Arezzo scendendo da nord a Sud e da Orvieto salendo a nord…), con un impatto non indifferente. Forse troppo, secondo i vincoli che gravano sul Monte Cetona. E giustamente, finora l’illuminazione è sempre stata un’ipotesi neanche presa in considerazione. Anche se la Croce del Cetona una volta è già stata illuminata. Successe il 28 Giugno 1968, quando ad accenderla fu direttamente Papa Paolo VI, dal Vaticano. Nell’occasione il pontefice rivolse anche un discorso alle popolazioni del Cetona, in diretta radio. Ma fu un fatto eccezionale. Una tantum. Una cosa simile si era verificata nel 1946 quando Papa Pio XII aveva illuminato la restaurata Croce del Monte Amiata. La Croce del Cetona era stata eretta, per volontà del vescovo di Chiusi e Pienza Mons. Baldini e dall’Azione Cattolica, l’anno prima dell’illuminazione, nel 1967. Ad inaugurarla vennero l’arcivescovo di Siena mons. Castellano e il presidente della Camera dei Deputati On. Brunetto Bucciarelli Ducci.
Da segnalare come lo stesso Papa Paolo VI nel discorso radiofonico non mancò di sottolineare la particolare delicatezza del territorio del Cetona. “Un territorio che racchiude memorie di arte e fede incastonate nell’attrattiva di una splendida cornice naturale”. Proprio così disse.
Ed è chiaro che l’illuminazione perenne andrebbe a modificare quell’equilibrio e quella delicatezza. Tra l’altro andando a “forzare” ulteriormente un simbolo religioso che, posto sulla sommità di un monte, che è territorio pubblico, di tutti, e non su un luogo di culto, già di per sè rappresenta una forzatura già così molto evidente.
Negli anni ’70 qualcuno tentò pure di segarla alla base, per abbatterla, la croce del Cetona, ma quelli erano anni duri, densi di passioni e di contrapposizioni. Adesso nessuno probabilmente arriverebbe a tanto. La croce c’è e nessuno ci fa caso, fa parte ormai del paesaggio, come i ripetitori che si trovano poco più in basso, che sono anche più brutti e impattanti…
Secondo noi, dunque bene hanno fatto le amministrazioni di Cetona e Sarteano a dire no all’illuminazione. E il mecenate privato se proprio vuole dare una mano al territorio, trovi un’altra destinazione alla sua donazione. Di luoghi o opere da salvare, tutelare o valorizzare ce ne sono a centinaia, nella zona.
sembra però che anche tra i sindaci ci sia qualche sostenitore della croce stile Las Vegas… purtroppo
Sindaci che vengono dalle giovani marmotte… e poi l’intervista è di ieri, martedì di carnevale… oggi è un altro giorno. E le stelle, sul Cetona, si vedono meglio a croci spente…
Non mi sono soffermato ma ho intravisto passando la titolazione di una locandina nella quale stava scritto ”Scaramelli vuole la luce sulla croce del Cetona”. Se tanto mi da tanto perchè visto che la Costituzione prevede la osservanza di certi principi da Stato Laico che diciamo al verità parla di pari dignità di sentimento religioso dei credenti cristiani, mussulmani, buddisti ecc ecc, allora con uguale dignità ci si potrebbe mettere la mezzaluna o l’effige di Buddha.Perchè no ? Ma perchè la gente crede e ritiene che si debba confrontare solo con la propria di religione e con le sue etiche? Perchè quella Cristiana è la religione di maggioranza forse ? Non c’entra nulla tale fatto.Accendere le luci di notte è un fatto simbolico che dispiega a tutti i cittadini (anche a queli laici )la visione continua di un simbolo ed i valori legati a tale simbolo che ribadiscono delle verità e dei valori per coloro che credono.La carica di Sindaco racchiude in primis il fatto che sia esponente di uno stato Laico e che pertanto non si debba preoccupare dell’affermazione di queste cose che sono di parte e non di tutti..Rispetti le prerogative dategli dagli ordinamenti dello Stato e vedrà che le luci probabilmente le metterà in maniera più soddisfacente per i suoi cittadini per illuminare alcune buie strade del suo Comune.Servirebbe di più, si avrebbe forse più sicurezza, non si scatenerebbe contro coloro che compiono atti come quello dei furti del rame nel cimitero ed ancfhe di altro, che quella di mandare certi segnali alle menti che hanno bisogno di essere imboccate e di vedere in ogni luogo ed in tal caso anche da lontano il simbolo alla panacea deile loro ansie…..Io da laico se placano le ansie con la croce nulla ci posso fare ed è un problema loro, ci sia o no chi paghi la corrente elettrica.Passatemi la franchezza.
Il sindaco di Sarteano Landi spiega così, dopo un incontro con il parroco Don Fabrizio Ilari, il NO alla iluminazione alla croce sul Monte Cetona, proposta da un privato e caldeggiata dalle parrocchie di Cetona e Sarteano: “ll Monte Cetona è inserito in un ambito detto di pregio paesaggistico, che rientra nel SIR/SIC 98.
La Croce del Cetona è un ambito tutelato ai sensi della Parte III del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42 e successive modifiche (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), con DM 20 marzo 1996. Secondo quanto riportato dal parere espresso ad ottobre dalla Soprintendenza, ed in parte anticipato dalle commissioni paesaggistiche dei comuni di Sarteano e Cetona (organismi tecnici formati da professionisti interni ed esterni ai comuni), per la legge “la zona è caratterizzata da un pregevolissimo alternarsi di valli e crinali che grazie a caratteristiche geomorfologiche ed alla millenaria opera dell’uomo si configurano come un complesso di beni naturalistici e storici (…) hanno assunto eccezionali valori di singolarità”. Secondo quanto riportato nel parere della Soprintendenza, tutto ciò trova riscontro anche nel Piano paesaggistico della Regione Toscana che individua tra gli obiettivi quelli di “salvaguardare e valorizzare le visuali panoramiche che si aprono dai piccoli nuclei, poderi, case sparse e lungo i tracciati di crinale verso il paesaggio circostante”. Soprattutto il Piano paesaggistico considera necessario “tutelare e valorizzare la percezione della dorsale del Monte Cetona”, e quindi “Definire strategie, misure e regole/discipline volte a: (…) contenere l’illuminazione notturna nelle aree extra-urbane al fine di non compromettere la naturale percezione del paesaggio (…)”.
Nulla a che vedere con la presenza dei ripetitori nel crinale del monte Cetona che, essendo classificate come infrastrutture di interesse pubblico nazionale, non sono sottoposte agli stessi vincoli paesaggistici”. Quindi, dice il sindaco sarteanese, la questione è solo di carattere tecnico e il no “non ha alcuna motivazione politica o ideologica” . A nostro avviso, invece la dovrebbe avere. Nel senso che oltre all’inquinamento luminoso e all’impatto sull’ambiente, l’illuminazione della croce, avrebbe anche un altro effetto: quello di consentire una condizione di privilegio (e di visibilità) ad una confessione religiosa rispetto ad altre, e soprattutto rispetto alla totalità dei cittadini di uno stato che è ancora laico e aconfessionale. O la Costituzione è da considerarsi un ferrovecchio?
Marco, sono d’accordo con te che la questione invece dovrebbe avere una impostazioen diversa. Il Sindaco di Sarteano così dicendo e mettendo avanti il regolamento che riporta, pensa forse in cuor suo di stare coi frati e zappare l’orto.Perchè anche lui quale rappresentante eletto all’interno di istituzioni laiche dello stato non dice platealmente e serenamente che la scelta se fatta sarebbe una scelta di parte? Sai quante volte i regolamenti si sono scavalcati per cose ancor di più grande impatto che una croce illuminata che è ben poca cosa come impatto ambientale e che nulla toglie alla contemplazione dello skyline buio del monte ? Ciononostante mi sembra che faccia l’equilibrista, posizione tipica di coloro che non vogliono scontentare nessuno ed allora si appiglia alla disposizione
di legge che è chiaro che debba essere rispettata, ma che non scioglie i dubbi dei lettori nel merito della questione. Probabilmente i laici penseranno che ha agito secondo le disposizioni ed i religiosi penseranno che se ne è voluto far scudo.Io che religioso e credente non sono su quella risposta la penso come i credenti.Se fossi stato il cittadino di tutti non lo avrei concesso ma non per le disposizioni in vigore ma per motivi di opportunità nei confronti della paritarietà di trattamento fra confessioni e lo avrei dichiarato.Anche i cristiani ed i cattolici debbono imparare a non considerarsi soli ed unici, anche all’interno dei loro territori, vista la presenza dell’immigrazione che loro stessi hanno contribuito a determinare con i sistemi di alleanze a cui hanno dato il loro placet nei decenni passati.
Io, personalmente, pur non essendo credente, ho rispetto per Gesù Cristo e per la croce, ma ritengo che il crocifisso non dovrebbe campeggiare nei luoghi pubblici, dalle aule scolastiche, agli uffici dei comuni, agli ospedali… Semplicemente per una questione di “laicità dello Stato”, non tanto per parità di trattamento con altre confessioni religiose. La sommità del Monte Cetona è un luogo pubblico e già è una forzatura quella croce gigantesca visibile a decine e decine di km di distanza. Illuminarla per renderla visibile anche di notte sarebbe una forzatura ancora più evidente, oltre che un intervento impattante dal punto di vista ambientale… E siccome sulla vetta del Cetona e dell’Amiata c’è una croce, se qualcuno proponesse di porre una gigantesca mezzaluna islamica o un Buddha dorato sul Montarale o sul Pausillo, per “parità di trattamento”, io direi che sarebbe una identica sciocchezza e identica forzatura…