LA MANIFESTAZIONE DEGLI ISLAMICI A CHIUSI: UN PASSO AVANTI

CHIUSI – Per la prima volta hanno preso pubblicamente la parola. Hanno preso la parola, in piazza, per condannare il terrorismo, per dire che l’Islam non è una religione che predica violenza, per dire che loro si sentono vittime essi stessi degli attentati e delle stragi dell’Isis, che vogliono vivere in pace e nel rispetto del Paese che li ospita……
Parliamo della Comunità islamica di Chiusi che sabato scorso ha tenuto una manifestazione in piazza Garibaldi. Una presa di posizione importante, significativa. Soprattutto perché spontanea e non richiesta, dopo i gravi fatti di Parigi. Certo, non erano molti i cittadini islamici presenti. Erano di più gli italiani e forse anche i carabinieri e i poliziotti, molti dei quali in borghese, che hanno presenziato con discrezione, ma con occhio vigile, alla manifestazione.
L’iniziativa era indetta dal centro culturale “Al Fajer”, ovvero il centro di ritrovo e di aggregazione che si trova in via Pasubio, a pochi passi da piazza Garibaldi e va detto che dei frequentatori abituali del luogo, solo una manciata si son fatti vedere.Molti sono rimasti defilati.
Questo non significa che gli assenti non fossero d’accordo con le parole d’ordine e il senso della manifestazione. Non significa che gli assenti siano, al contrario dei promotori, favorevoli alle posizioni jihadiste e fondamentaliste. Forse, semplicemente, molti non se la son sentita di metterci la faccia, di farsi vedere. Ma è innegabile che all’iniziativa di sabato ha partecipato solo una piccola minoranza di uomini e donne di religione e cultura musulmana. Quasi tutti di origine nordafricana.
Nonostante questo l’iniziativa ha segnato un passo avanti, ha posto forse una pietra miliare nel rapporto tra una parte dei “nuovi cittadini” e la comunità locale chiusina.
La presenza e le parole del Vicesindaco Sonnini e dell’assessore Micheletti, così come la presenza della segretaria del Pd Pamela Fatighenti e del capogruppo della Primavera Cioncoloni, di alcuni esponenti 5 Stelle, della Cgil, hanno suggellato questo piccolo, ma significativo passo avanti. Il sindaco non si è visto. Come non si è visto nessuno del centro destra.
Ora sarà necessario proseguire su questa strada sia da parte della comunità islamica, sia da parte della cittadinanza, della associazioni, delle istituzioni, della politica locale. Serviranno altre iniziative, anche per capire se quella minoranza che sabato si è esposta in prima persona, è “solo quella” o ha una base più ampia che stavolta è rimasta sottotraccia, ma può uscire allo scoperto.
Si deve capire (e sapere) se chi si è tenuto alla larga, lo ha fatto per indifferenza, per discrezione, per paura o per precisa scelta politica, in polemica e in contrapposizione ai promotori. Sarà importante capirlo, anche per i promotori stessi, che comunque sono rimasti soddisfatti della partecipazione e della vicinanza dimostrata da tanti cittadini chiusini. E adesso, lo hanno detto più volte, sabato, si sentono un po’ più integrati, più chiusini pure loro, sebbene qualcuno sia in Italia e in questa zona da venti o trent’ anni e magari già presta la propria opera nell’associazionismo al servizio della comunità… Gli steccati, le diffidenze, sono dure a morire…
Insomma, c’è tanta gente ancora in mezzo al guado, ma un piccolo ponte è stato costruito.
scusate, mi pare che il pezzo giornalistico abbia una lacuna informativa. Si parla di un ritrovo di musulmani ma non compare un numero dei partecipanti musulmani. È possibile sopperire a questa lacuna informativa? Grazie per la collaborazione.
Nell’articolo c’è scritto che “non erano in molti” ed “erano certamente di più gli italiani e forse anche Carabinieri e poliziotti”. Mi pare abbastanza chiaro il quadro. Non solo, ma l’articolo si sofferma anche sulle possibili ragioni della scarsa presenza dei cittadini musulmani e degli stessi frequentatori del centro “Al Fajer” promotore dell’iniziativa. Il numero preciso mi sembra non necessario. E non influente ai fini del ragionamento. Resto del’idea che la manifestazione, sia pure non molto partecipata, sia stata importante e significativa. Un passo avanti, insomma.
Nel mio articolo precedente dove si criticava i fatti di Parigi ed esprimevo la soddisfazione sull’iniziativa presa dalla Comunità Islamica,ho detto che insieme ai cittadini ed ai rapppresentanti delle istituzioni avrei ritenuto che poteva essere produttiva anche la presenza in qualche modo della Parrocchia,proprio anche per dimostrare gli sforzi d’integrazione che ci debbono essere da tutte le parti, ed invece nessuno si è visto.Sarebbe stato un segnale che sebbene logicamente limitato, ma sarebbe stato sempre un segnale di volontà di dialogo e di condivisione delle problematiche di detta comunità.Lo stesso Papa Francesco parla ormai quasi giornalmente sulla necessità di dialogo e d’incontro a 360° sia fra comunità religiose sia con ampi settori della società ed è piuttosto strano che tale avvenimento non sia stato recepito.Anche perchè con tale comportamento forse si sarebbe sgombrato il campo alla visione che si potrebbe avere che ognuno resti a dialogare in casa propria fra i propri credenti,mentre gli orizzonti andrebbero allargati, e tali occasioni andrebbero prese al volo.Soprattutto perchè il mondo si avvicina nella sua totalità ad un area pericolosa di non ritorno.
Leggetevi il Corano e piantatela di raccontare cretinate alla gente.L’Islam è una religione che vuole la distruzione degli infedeli.La storia dell’Islam inizia con una strage di ebrei perseguita personalmente da Maometto.Da allora 1400 anni di violenza così come insegnato direttamente dal Corano.Leggetelo invece di dire una massa di fregnacce.