UMBRIA JAZZ VIA DA PERUGIA E DALL’UMBRIA?

PERUGIA – Il neo sindaco di Perugia Romizi diserta la riunione della Fondazione Umbria Jazz e il “patron” della storica manifestazione Carlo Pagnotta non l’ha presa bene. Anzi ha minacciato:  “Porto Umbria Jazz da un’altra parte, fuori da Perugia e dall’Umbria…”.

Pagnotta non è uno che ama scherzare. Né uno che la spara là tanto per fare, magari per un quarto d’ora di pubblicità. Carlo Pagnotta è quello che si dice un tipo “cazzuto”, uno che è stato capace di portare a Perugia i più grandi musicisti jazz del mondo, è il manager che ha fatto di Umbria Jazz un festival planetario di livello assoluto.E certo non gli va di essere snobbato da un sindachino alle prime armi.

Vero è che lo stesso Pagnotta, poco dopo la sparata, ha abbassato il tiro parlando di “reazione estemporanea”, pur stigmatizzando il comportamento del primo cittadino.

Ma forse al fondo della minaccia di Pagnotta c’è anche dell’altro oltre l’assenza del sindaco alla riunione della Fondazione Umbria Jazz: c’è l’incertezza sul mancato finanziamento di 100 mila euro che il Comune di Perugia avrebbe già dovuto versare, come ogni anno nelle casse della Fondazione. Questione di soldi, insomma, non solo di “bon ton”.

Romizi dal canto suo ha risposto che è già al lavoro per trovare quei 100 mila euro, ma intanto il piatto piange e Pagnotta non vuol fare la vittima sacrificale.

Certo, Umbria Jazz è ormai un marchio consolidato, ha 40 anni di storia alle spalle, fuori da Perugia e dall’Umbria sarebbe una cosa diversa, come dover ricominciare da capo. Per questo probabilmente la sparata di Pagnotta finirà qui…

Ma il segnale che il patron ha lanciato è chiaro e inequivocabile. Umbria Jazz è un giocattolo talmente importante che non sono ammessi distrazioni o svicolamenti da parte delle istituzioni. Se il giovane Romizi non se ne era ancora reso conto, ora lo sa.