1973: IL PRIMO 11 SETTEMBRE…
Prima dell’11 settembre 2001, quello dell’attacco alle torri gemelle di New York, c’è stato un altro 11 settembre. Quello del 1973. Quel giorno la democrazia cilena fu cancellata dal colpo di stato militare del generale Pinochet sostenuto dalla destra interna e dagli Stati Uniti.
Il presidente socialista Salvador Allende fu ucciso nel Palazzo della Moneda, sede del Governo mentre tentava una estrema, impossibile resistenza.
In Cile quell’11 settembre del ’73 si consumò una tragedia che è durata per anni: oppositori del regime rinchiusi negli stadi, in prigione, torturati, uccisi. Quel giorno in Cile si consumò anche la vendetta delle multinazionali contro la politica di Allende e un atto chiarissimo di ingerenza internazionale da parte della superpotenza americana che non ebbe remore a sostenere e finanziare i militari golpisti e fascisti, pur di eliminare un governo che avrebbe potuto rappresentare un punto di riferimento e un esempio per tutta l’America latina…
Meglio non dimenticarsene.
..anche perchè diceva un detto che condivido” CHI SI DIMENTICA DEL PASSATO E’ DESTINATO A RIVIVERLO”….e con la situazione che adesso c’è intorno :Libia, Tunisia, Egitto, Irak, Siria, Russia ed Ucraina non credo che il nostro futuro che è in discesa per diverse ragioni possa essere tanto confortante.Dovremmo credo cercare di essere più autonomi, anche da certe iniziative dell’Europa, sanzionatrici di una politica errata che guarda ad oriente, succube sempre dei più potenti a cui non interessa se altri sono dentro il crogiuolo che essi stessi hanno provocato innescando politiche di potenza a cui hanno seguito interventi militari e provocato il casino, e che da tutto questo raccolgono la ragione delle loro iniziative guerrafondaie, non solo al fatto al fatto che fra loro e noi c’è l’Oceano Atlantico. Questa di adesso è una società globalizzata e lo splendido isolamento non funziona più.Dovremmo cercare di riaddrizzare ”il verso” come dice Renzi, ma mi sembra di vedere che si vada dalla parte contraria.Ricordiamoci che quello che successe in Cile più di quaranta anni fa potrebbe risuccedere in casa nostra e se risuccedesse sarebbe oggi ancora più facile per chi lo provocasse controllare ed indirizzare i propri scopi perchè la risposta della gente sarebbe o inebetita o consenziente, pochi sarebbero contro.Ecco perchè in occidente dalle crisi si esce a destra, non è una novità questa.Quello che è variato dentro nella gente dal 1973 è l’assuefazione mentale e culturale a questo sistema, la sensazione di impotenza a fare qualsiasi cosa ed ad essere sovrastati da una situazione per la quale qualsiasi iniziativa si prenda è destinata a fallire e a non produrre effetti se non effetti di ancor maggior prostrazione agli interessi dominanti.Per far questo gli organismi sovrannazionali hanno usato scientemente la comunicazione e fatto penetrare nella società la scarsità di risorse quindi la crisi. e dalla crisi si esce in un solo modo. andando gli uni contro gli altri :la Guerra insomma ! Quella stessa guerra che può essere provocata da qualsiasi scintilla accesa ad hoc ma che ha sulla sua strada l’annientamento delle persone.delle famiglie, della società ,ecco perchè credo che occora farsi sentire, ritornare in piazza a protestare contro certe politiche che vedono risorse impiegate per le armi anzichè per le persone, allo scopo di soddisfare ambienti militari ed ingrassare pochi e far dimagrire parecchi. Credo che possa essere giunta l’ora di farsi sentire perchè qualsiasi spirito critico ascoltando ciò che dicono le televisioni pubbliche in mano ai partiti, spingono tutte a concretizzare una forma mentis in chi ascolta per la quale ci si prepara ad accettare tutto: guerra, interventi militari punitivi, arginamento militare ed intervento in casa d’altri sostenendo le fazioni che più ci conviene sostenere, sanzioni a colossi economici e militari, sapendo che se questi ultimi se chiudessero i rubinetti come hanno già detto di fare saremmo in completa crisi, e c’è anche altro. La sinistra-quella vera, od almeno le persone legate da certi pensieri e posizioni – in questo deve saper trovare il modo di essere unita e di produrre una politica credibile e non essendo la protuberanza di un sistema che ha prodotto quello che vediamo.Senza unire la gente non si va da nessuna parte e chi la vuol vedere separata sà benissimo che non incontrerà ostacoli, ne materiali nè politici, e ci va a nozze.Le donne che battevano le pentole in piazza contro Allende che aveva nazionalizzato il rame , le grandi miniere di El Teniente e si apprestava a governare con un consenso datogli dalle elezioni regolari, scesero in piazza supportate dalla Chiesa Cattolica e dalla Democrazia Cristiana Cilena- teniamolo ben presente perchè questi anche se sembra che non facciano pesare la loro presenza invece esistono e perseguono i loro interessi,che non sono affatto votati alla religione-ma utilizzati tramite questa. Questo atteggiamento politico e culturale è molto presente e masse grandissime vedono e concepiscono lo Stato come motivo di sicurezza delle strutture delle quali usufruiscono (Sanità,Pensioni,Via di Comunicazione )tifano per tutte per il detto ”MENO STATO E PIU’ MERCATO” dando la patente di obsoleto agli altri, ma spesso non curandosi se pezzi dello stato costati sacrifici oggi vengano eliminati, dissolti, da un giorno all’altro buttati nella spazzatura e sostituiti dal privato che punta logicamente più allla polpa per se stesso e per lasciare l’osso allo Stato.Oggi dopo la tragedia piangono tutti,lacrime di coccodrillo compresa la Chiesa Cilena che ha versato lacrime dopo il colpo di stato ed tutti sono per ricostruire uno stato che ha bandito la violenza fascista, ma quando le multinazionali e gli Stati Uniti d’America, tramite i vari Kissinger erano presenti nel Cile ed operavano depredandolo delle sue risorse quelle donne delle pentole erano nelle loro case, non scendevano in strada a battere le pentole come fecero per opporsi al governo Allende..Le cose della politica che sembrano talvolta complicate molto spesso invece sono quelle più semplici ad essere concepite e non ci vogliono tanti artifizi verbali per poter concepire e comprendere le situazioni oggettive.Il discorso fatto da Louis Corvalan, segretaio del PC del Cile in esislio,fatto nella Sala dei Notari a Perugia ancora me lo ricordo.Corvalan con estrema chiarezza mise in evidenza la compartecipazione al golpe da parte di settori militari, della burocrazia statale ed industriale di concerto ai partiti legati politicamente ad una visione religiosa di quella società:tutti guidati da chi era stato espropriato delle ricchezze e che risiedeva negli USA,che non intervennero -non ce n’era bisogno-ma per loro longa manus si compì quello che dovevasi. Forme simili si registrano anche oggi nel Venezuela che guarda caso dopo decenni di sfruttamento delle muiltinazionali è riuscito a svincolarsi da quel giogo.Non è una situazione uguale al quella del Cile ,ma la similitudine penso venga fuori.Le similitudini comuni e di base sono tutte e due : Indipendenza, padronanza delle risorse della propria terra ed impiego di queste a favore dei più poveri.E’ una politica difficilissima ad essere sostenuta, perchè l’inquilino sfrattato e che mangiava gratis o quasi in casa d’altri, vuole rientrare e crea in problemi affinchè sia dall’interno che la situazione lo richiami ad essere di novo inquilino.Tutte le critiche e le storture che senza meno avrà compiuto il sistema costruito da Chavez fra l’altro regolarmente eletto, a mio avviso sono sempre meno importanti di fronte al fatto di poter essere padroni in casa propria.Ma il sistema economico esautorato evidentemente possiede legami inestricabili di interessi e di denaro e specialmente se fa capo all’inquilino più forte, riporta il paese a vanificare i propri sforzi. E’ la storia pari pari di coloro che si vogliono rendere indipendenti dall’essere dominati e delle classi sociali che andava bene ad essere dominati perchè da quel dominio traevano il loro status.Quelle non si mobilitavano sotto il padrone straniero, si mobilitano adesso e questi chiaramente esercita i blocchi ed i cordoni sanitari fino a strangolare chi si rende indipendente. ”L’incapacità della gestione della complessità” che si
addebita che non sia presente in coloro che si vogliono liberare, è spesso o quasi sempre un mezzo che aiuta a mobilitare coloro che per gli interessi che hanno perduto vorrebbero poter ricostituirli anche ”sommessamente” e ricreare le situazioni precedenti. Per
concepire questo basta sentire la natura delle loro critiche e dei partiti ai quali sono legati,presenti anche in casa nostra.