CHIUSI, UNA CITTA’ RIDOTTA A DORMITORIO. FAR USCIRE LA GENTE DI CASA E’ LA PRIMA EMERGENZA DEMOCRATICA…

martedì 10th, giugno 2014 / 15:29
CHIUSI, UNA CITTA’ RIDOTTA A DORMITORIO. FAR USCIRE LA GENTE DI CASA E’ LA PRIMA EMERGENZA DEMOCRATICA…
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di Marco Lorenzoni

CHIUSI – “Effetto ripresa. Grazie Renzi, con il bonus (falso) di ottanta euro, a Chiusi alle h 10,36 ho incassato € 53,40. Poi si lamentano se li mando… dove devono andare”. Così un commerciante ambulante ha scritto stamattina su facebook. Sì perché ora, nel buono del mercato settimanale ha anche tempo di scrivere su facebook. Che a Chiusi Città di gente il martedì ne gira poca, anche se c’è il mercato. Gli altri giorni anche meno. Domenica scorsa alle 15, c’erano 5 turisti cinque al chiosco davanti al teatro, tre chiusini 3 al bar Centrale e una quarantina di motociclette posteggiate in piazza del Comune. C’era un motoraduno con “piciata” in qualche ristorante. Stop.  Un altro bar in cui un tempo si riunivano i patrioti chiusini a congiurare, chiuso con catena… 

Così è spesso anche dopo cena. Un po’ di giovanotti alla Brasserie e qualcun altro al ristopub in via Porsenna. Quasi tutti del posto.  Rara la folla nei bar, se non c’è qualche evento nei pressi.

Eppure Chiusi Città ha velleità turistiche.  E ne avrebbe pure i requisiti: tre musei, una bella e prestigiosa cattedrale, angoli suggestivi, palazzi architettonicamente interessanti, un clima piacevole, un certo numero di ristoranti… E’ pure una cittadina tenuta piuttosto bene, ordinata, tranquilla. Certo se i bar chiudono alle venti, se il Museo Nazionale non rimane aperto nemmeno la notte dei musei, non è facile fare il paese turistico…

Allo Scalo la situazione è, se possibile, ancora peggiore. Anche adesso che c’è qualche bar aperto in più la sera, sembra che qualcuno abbia decretato il coprifuoco.  A parte qualche gruppetto di quindicenni (rari anche quelli) solo qualche capannello di immigrati che se ne stanno per conto loro, coi loro taftani tradizionali in piazza Garibaldi, in Piazza XXVI Giugno. Loro non si mescolano, gli autoctoni li guardano con una certa diffidenza… Ma di autoctoni, nemmeno l’ombra. Solo qualche irriducibile passeggiatore. Che dopo un po’ però si stufa di girare alla tonda nel deserto e va a prendere un caffè o un gelato a Po’ Bandino, a Cetona o a Città della Pieve.

Se a Chiusi città gli abitanti sono ormai pochi, a Chiusi Scalo di gente ce n’è ancora parecchia, più di 5.000 persone. Il problema è che non esce più di casa. O se esce va altrove. A Chiusi Scalo si esce solo se c’è la fiera, o Sbottegando o i Ruzzi della Conca… Per il resto è il deserto dei tartari. E i soliti rari e irriducibili passeggiatori si guardano intorno, come a scrutare se ci sia qualche cecchino appostato dietro le persiane socchiuse…  Chiusi Scalo è l’unico paese, anche dei dintorni, in cui i baristi, nel loro bar, fanno anche gli avventori. Il più delle volte, anche quando la temperatura sfiora i 30 gradi alle 23,00, trovi solo loro seduti al tavolo a parlare con uno degli irriducibili di cui sopra che si è concesso una sosta…

Un tempo, neanche troppo lontano,  non era così. Adesso è una tristezza. Qualche sera (come ieri sera) sono spenti anche i lampioni. Piazza Dante completamente al buio. Ma nessuno se ne accorge. Perché nessuno passa per Piazza Dante. Nemmeno il sexybar del Cavallino Bianco richiama più le folle di una volta… Solo habitué ormai…

Ecco dove ha fallito la politica chiusina, dove hanno fallito le ultime amministrazioni, dove hanno fallito le associazioni, la cosiddetta società civile… Nel non esser riusciti a tirar fuori la gente di casa. Perché se stai chiuso in casa, saprai tutto di Masterchef o di The Voice, saprai veleggiare su facebook e twitter, ma perdi il gusto di conversare, di ragionate con gli altri, perdi il piacere del contatto umano. Perdo il senso della comunità. E della partecipazione.  Ed è chiaro che senza partecipazione vera, anche i termini libertà e democrazia si svuotano. E non c’è bisogno di citare Giorgio Gaber per ricordarselo…

Anche i giovani amministratori attuali, più presenti dei loro predecessori nei  momenti clou (che siano i Ruzzi, il Tria Turris, i concerti della Banda  o le partite del Chiusi o della Emma Villas…), in questo difettano. E anche loro si vedono poco in giro. Soprattutto non sembrano preoccuparsi del fatto che stiano amministrando un deserto. Un dormitorio.

Chiusi somiglia sempre più alle mining town americane, quelle cittadine nate e cresciute intorno ad una miniera, piene d luci, di saloon, banche e bordelli finché la miniera tirava, poi sempre più “closed”,  abbandonate, deserte quando la miniera non tirava più…

Nei dintorni non è dappertutto così: non è così a Città della Pieve, a Montepulciano, a Sarteano, a Cetona, a Castiglione del Lago…  Segno che altri si sono attrezzati, hanno dato risposte alla crisi, Chiusi no.

Chiusi da cittadina più vivace, più dinamica e avanzata dal punto di vista commerciale e dei servizi, è rimasta un  dormitorio, superata in “vitalità” anche da frazioni come Po’ Bandino, Moiano o Acquaviva…

Qualcuno dirà che  questo fine settimana arriva il festival rock e vedrai che folla! Che ad agosto ci sarà Orizzonti e il centro storico si animerà…  Speriamo. Ma basta un week end ogni tanto, una settimana all’anno? A Chiusi c’è probabilmente chi pensa che la gente deve uscire di casa solo per fare acquisti, e infatti le rare botte di vita ruotano tutte intorno a iniziative commerciali…  Ma anche i commercianti devono lavorare tutto l’anno, tutti i giorni, non una volta ogni tanto… Alla fine infatti i conti non tornano e i cartelli “affittasi”  “Vendesi” sulla saracinesche si sprecano…

E ci sarà anche chi dirà che va bene così, almeno si sta tranquilli, perché il chiasso disturba, la musica a tutto volume pure. I motorini non se ne parli… Ci sarà chi dirà che Chiusi punta sul turismo, ma un turismo d’elite; chi dirà che Chiusi Scalo non è luogo adatto a frescheggiare. Chi dirà che, non avendo Via Veneto,  non è un problema andare la sera a Città della Pieve o a Cetona…  Viene da chiedersi se ci vadano mai a Città ella Pieve, a Castiglione del Lago o a Montepulciano i giovani amministratori, i giovani segretari di partito, i commercianti e gli operatori culturali. Magari si renderebbero conto della differenza… di clima (ma non solo in senso metereologico). E anche , diciamocelo, di come si fa…

Perché la città ridotta a dormitorio incupito e silenzioso, buio e desolato come la peggiore delle periferie è una vera e propria “emergenza democratica”.  La prima che avrebbe dovuto affrontare Scaramelli, che invece ha cominciato e ha proseguito coi marciapiedi (utili certamente, necessari, ma solo se c’è gente che ci cammina sopra). La prima che dovrà affrontare, a questo punto,  chi verrà dopo Scaramelli.

Anche l’opposizione su questo terreno non si è fatta sentire più di tanto. Anzi, diciamo pure quasi per niente. Sarà che il problema riguarda più che altro lo Scalo e i 4 consiglieri sono tutti e 4 del centro storico… Sarà che hanno puntato su altre priorità. Fatto sta che così non  può continuare, se non si vuole che qualche buontempone cambi pure il cartello stradale da Chiusi a… Chiuso.

Di cose per provare a invertire la tendenza se ne possono inventare tante, basta solo guardarsi intorno. Ma ci vuole la volontà di farlo.  Una volontà che finora non c’è stata. Forse perché un popolo che si estranea e al massimo scrive su facebook o tifa per la squadra che vola, fa più comodo di un popolo che dice la sua e magari rompe pure i coglioni…

 

 

 

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