OGGI AL MASCAGNI DI CHIUSI, “GLI ETRUSCHI SI RACCONTANO”. CHISSA’ SE PORSENNA CI MANDERA’ TUTTI A QUEL PAESE…

CHIUSI – A pochi giorni dalla apertura al pubblico della “Domus Romana” scoperta nei pressi del Museo Archeologico, prevista mercoledì 21 maggio, oggi, venerdì 16 maggio, alle ore 18,00 al Teatro Mascagni sarà presentata al pubblico la monografia della rivista Archeo “Gli Etruschi si raccontano“. Sono previsti gli interventi dell’assessore alla cultura Chiara Lanari, del sindaco Scaramelli, del Sovrintendente per i Beni Archeologici della Toscana Andrea Pessina, del direttore di Archeo Andreas M. Steiner e di Giuseppe M. Della Fina, del comitato scientifico della rivista.
Naturalmente l’evento è importante, perché Archeo è una rivista importante e prestigiosa e, qualunque cosa porti l’attenzione sugli Etruschi, non può che far bene alla città di Chiusi e a tutto il territorio del’Etruria che recentemente ha ritrovato motivo di riunire le forze nell’idea di far rinascere, a scopo culturale e turistico, l’antica Dodecapoili.
Il titolo della monografia “Gli Etruschi si raccontano” è suggestivo e accattivante. Viene da pensare alle interviste impossibili… Ma anche alle tante cose che ancora non sono state chiarite fino in fondo del popolo più enigmatico dell’antichità. Probabilmente il “racconto” sarà quello che emerge dagli studi, dagli scavi, dalle tante “testimonianze” che gli Etruschi hanno lasciato nel territorio che dominarono 2.500 anni fa: tombe, necropoli, templi, fornaci, iscrizioni. Certo quel titolo fa anche pensare a cosa potrebbero avere da dirci gli Etruschi su come noi che ci siamo trovati a vivere nelle loro terre, abbiamo “gestito” l’eredità che ci hanno lasciato. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il mitico Porsenna, il lucumone chiusino che giunse perfino a sfidare la nascente potenza di Roma, non solo sul suo altrettanto mitico e mitizzato mausoleo “sub urbe Clusio”, quanto sullo stato delle tombe e delle necropoli, sulla gestione dei musei, sul perché molti reperti giacciano ammassati nei magazzini nei sotterranei invece di essere esposti nelle scuole, nelle stazioni, negli aeroporti, su cosa farebbe lui, Porsenna, per non far morire la memoria degli Etruschi, renderla viva, metterla, come si dice “in produzione”…
Il problema è che oggi al teatro Mascagni, Porsenna non ci sarà. Se ci fosse probabilmente ci manderebbe tutti a quel paese… Aleggerà di sicuro nella sala il mistero di quel sorrisetto ironico tipico dei volti dei sarcofagi, dei canopi, quasi a dirci che non capiremo mai il loro spirito che per quanto ne sappiamo era lo spirito di un popolo più gaudente che bellicoso. Così poco bellicoso che preferì mischiarsi, contaminarsi, farsi inglobare dai Romani, piuttosto che farsi massacrare o tentare di resistere sui campi di battaglia…
Un po’ come ha fatto il Pd… che a forza di cambi di nome e simboli, da erede del Pci è diventato, di fatto, un partito democristiano, assumendone anche i valori, lo spirito, i metodi… Il Pd ha le sue roccaforti nelle terre che furono le terre degli Etruschi dalla Maremma all’Emilia: che sia stato lo “spirito degli Etruschi” a orientare il cammino e l’evoluzione della sinistra italiana? Intrigante l’ipotesi del Pd come primo partito Etrusco della storia…
Archeo, chiusi, etruschi
Non male la similitudine conclusiva,ma ritengo-è solo un parere ed una idea personale-che il mantenimento dell’identità tanto ritornata in auge oggi per tante ragioni e cause, sia dimostrato essere debole e evanescente per tale partito proprio per il fatto della rinuncia alla lotta perchè da dentro c’è chi sà che basta che gli automatismi del sistema facciano il loro corso e che la goccia d’acqua sgretoli la roccia. Recitava un detto: Chi lotta può anche perdere, chi rinuncia alla lotta ha già perso.Difatti in tale aggregazione lo schieramento più corposo è di coloro che a sentirli sembrano perennemente incazzati ma trovano subito dopo una ragione di panacea a quella che loro stessi definiscono come ‘moderazione cosciente”.Io rispondo che con quella siete sopravvissuti 2000 anni ma se fosse stato per voi ancora c’era Porsenna.E difatti per tanti aspetti di natura etica, modo di pensare,espletato anche dalle compagini elettive e trasferito ad esse dagli abitanti, lo spettro del locumone che si salvò per miracolo da Muzio Scevola,si aggira ancora per Chiusi…… e vedendo lo spettacolo dei suoi discendenti forse una lacrimuccia la versa……
La “similitudine conclusiva” dell’articolo non è un’idea personale, ma solo una battuta… Un modo, diciamo così, ironico per dire che Porsenna avrebbe certo qualche rilievo da muovere ai suoi discendenti e più che lacrimante me lo immagino incazzato nero… E anche una battuta per dire che il Pd (anche in queste terre etrusche) ha rinunciato, come gli etruschi, a lottare e a difendere la propria identità. adeguandosi e adattandosi alla “moderna potenza nascente”… Era una battuta, ma il paragone non mi sembra poi così peregrino, a pensarci bene…
Penso che ci direbbe: ma come l’avete conciata la terra che vi ho lasciato in eredità, avete costruito fino alle rive del “Chiaro”, nella zona di Querce al Pino siete riusciti a nascondere anche la terra con quei bruttissimi pannelli solari e con la colata prevista nel piano strutturale adottato, se tornassi, non troverei più la strada.
Alle prossime elezioni chi candidiamo, Porsenna?