I TESORI DEL COLOSSEO: RITROVATO UN MESSAGGIO D’AMORE DI 50 ANNI FA

È l’estate del 2012. Durante i lavori di restauro al piano terra del Colosseo, tra due blocchi di travertino, la restauratrice Sonia Paola Lanzellotti , non senza un certo stupore, trova un foglietto, piegato più volte fino a raggiungere, pare, la dimensione di due centimetri. A proteggere quel foglietto, perché non venga rimosso, un tappo di malta (una miscela di calce o cemento, acqua e, generalmente, sabbia).
L’inconsueto reperto viene fatto asciugare e poi aperto. Ma così com’è, non può essere letto. Il tempo, la vita e forse la lunga permanenza nella malta protettrice, hanno lievemente danneggiato e diviso il foglio in quattro fragili frammenti. Il misterioso cimelio va quindi in laboratorio, dove le mani di Lorena Tireni, restauratrice, “ricuciono” e ricostruiscono la magia di una pagina di un quaderno a quadretti che viene dal lontano 1950, su cui un appassionato Domenico ha immortalato il suo amore per Franca:
Tu ricordi della venuta a Roma il desiderio che non mi ha abbandonato, che Franca mi ami quanto io amo lei. Domenico e Franca per tutta la vita. Ti amo,ti amo, ti amo più di me stesso
“ Il Colosseo è legato all’idea dell’immortalità. Lasciare un segno del proprio passaggio tra le sue mura è un passaporto per l’immortalità”, spiega la direttrice del Colosseo, Rossella Rea a Uno Mattina (2 marzo,2014), che ha dedicato uno spazio al prezioso ritrovamento.
“Generalmente”, continua Rossella Rea,” le persone lasciano un segno del loro passaggio scrivendo sui muri del Colosseo. E questa è una brutta abitudine. Questo signore,invece, ha scelto una modalità molto più delicata, rispettosa del monumento”. Una modalità che ha anche permesso a Domenico e alla sua Franca di raggiungerla l’immortalità. Il messaggio è,infatti ,entrato a far parte del patrimonio storico del Colosseo.
Ma come ha fatto Domenico a entrare nel monumento e a lasciare, indisturbato, quel pegno d’amore tra due blocchi di travertino?
“Negli anni ‘50”, chiarisce Rossella Rea, “il Colosseo non aveva cancellate, era parte della piazza e non il contrario, come dovrebbe essere. L’accesso era libero”.
Ora no però, quindi non sarà possibile realizzare desideri di emulazione. Il messaggio di Domenico resterà un pezzo unico, come forse è giusto che sia.
Elda Cannarsa
Mah….., non è per spoetizzare , ma bisognerebbe sapere che anche a Chiusi il fratello della ” Pussiera” metteva i messaggini dentro i fori del travertino e delle pietre tufacee che formano le mura romane di Chiusi e nessuno si meravigliava . Erano sempre gli anni ’50 e nessuno si sognava poi di inserire codesti pizzini del fratello della Pussiera nell’archivio storico del Comune di Chiusi . Io dico che questo sia un segno dei tempi ……………
Forse la particolarità sta nel fatto che quel messaggio sia stato ritrovato e che abbia resistito 50 anni… Il luogo (il Colosseo) poi è simbolico, certo più di altri… Lasciando un messaggio lì forse anche l’autore voleva lasciarlo ai posteri e ai posteri dei posteri… Quello è un luogo immortale, appunto. E certo un messaggio trovato al Colosseo fa più notizia che un messaggio trovato nelle mura romane di Chiusi… Ora i ragazzi i loro messaggi, anche quelli d’amore, li scrivono sui muri dei sottopassaggi, e scrivono Ke per dire che o 6 per dire sei… però, alla fine dei conti le cose non sono molto diverse… In questo, forse, i tempi non sono molto cambiati…
Da un certo punto di vista dell’animo umano e della necessità della comunicazione di emozioni forse i tempi non sono cambiati ma i comportamenti relativi alle emozioni e pulsioni amorose dei due sessi trovo che invece siano molto cambiate. I luoghi più belli d’Italia, le strutture, i monumenti sono pieni di lucchetti degli innamorati che scrivono la data sul lucchetto e che poi gettano via la chiave.Di queste str…..sono pieni i monumenti italiani(per non trascurare il costo per la loro rimozione).I lucchetti c’erano anche alla nostra età ma nessuno si sognava di attaccarli a Ponte Vecchio.E’ un fatto di rispetto sociale e non solo.Un pizzino al Colosseo non inficia nulla e non danneggia nulla ed è una cosa ”normale” nel comportamento del’animo umano e delle sue volontà.I lucchetti (ma potrebbero essere anche certe scritte che imbrattano le mura delle case scritte a caratteri cubitali) che danno il senso del livello al quale sia giunta la demenzialità.Magari se contesti questo ti rispondono che al mondo c’è di peggio., Anche questa è l’azione dei media di pretesa modernità.Ci sono mura dove esistono scritte di carattere politico ma quasi mai di tal genere sui monumenti storici.I graffiti sui treni sono della stessa natura demenziale. Per quale motivo una persona se vuole disegnare esprime ed imbratta una struttura che altri cittadini hanno pagato con il denaro loro ? A queste cose la mente ci si abitua, e non è affatto un segno di vecchiume il rilevarle. Al contrario ritengo che sia un segno di labilità mentale assuefarsi alle distorsioni che il vivere moderno ci impone.Dopo gli anni di piombo a Milano in piena era Craxiana accanto alla direzione di un partito politico governativo ricordo che c’era scritta una frase provocatoria che mi fece tanto ridere e dentro di me la scusai: ” da Turati a Turatello”.
C’è proprio un libro che riporta foto di scritte politiche sui muri ma a leggerle vi confido che è uno spasso. S’intitola ”Muri puliti, popolo muto”, ma è ben altra cosa del fatto dei lucchetti !