RENZI PREMIER? C’E’ UN PD CHE SI RIBELLA E DICE NO

Su Facebook e Twitter è una valanga di delusione, una raffica di commenti sarcastici o sconsolati del popolo del Pd, anche di parecchi che avevano sperato nel “vento” di novità di Renzi. Il vneto in faccia si è trasformato in un cazzotto nello stomaco, il nuovo che avanza nel più vecchio dei giochetti di palazzo. C’è naturalmente chi si ostina a dire che “non c’era altra strada” che quella intrapresa dal segretario del Pd, ma pochi, anche se lo dicono e lo scrivono sembrano crederci davvero. Solo i pasdaran, quelli che non si pongono il problema e tifano e basta, come si tifa la Juventus. L’impressione è che tutti siano spiazzati. Costretti a rimasticare anche le frasi fatte, gli slogan urlati per mesi alle Leopolde, Leopoldine e cacasenne varie…
Ma non c’è solo il popolo di facebook a interrogarsi, a incazzarsi, fare battute amare e sferzanti su Renzi e la sua scarsa propensione alla coerenza. C’è anche una parte del Pd vero, una parte di dirigenti e militanti del partito che ora dice chiaramente che la scelta di sfiduciare Letta (nel partito e non in parlamento) e lanciare Matteo a Palazzo Chigi senza passare dal voto è una cazzata pazzesca, come quella fatta da D’Alema con Prodi nel ’98…
Ecco, di seguito un documento diffuso oggi da un bel gruppo di dirigenti Pd del senese, capeggiati dal sindaco di Cetona Fabio Di Meo, giuà referente locale della corrente di Pippo Civati.
“La decisione assunta dalla Direzione Nazionale di far nascere un nuovo Governo guidato dal Segretario Matteo Renzi è una scelta sbagliata e pericolosa per il nostro Partito Democratico, nonché inutile per il Paese, oltre che – come sempre accade, e come ci si era proposti non accadesse più – presa nella totale noncuranza della volontà di iscritti ed elettori del PD. Una decisione, si ricordi, assunta a larga maggioranza, anche dalla cosiddetta “minoranza interna” che fa riferimento a Gianni Cuperlo, non in solitudine dalla maggioranza renziana.
Stupisce infatti come una delle poche voci, tanto chiara a differenza delle altre, quanto isolata, che si è alzata ad esprimere la propria contrarietà, sia stata quella di Giuseppe Civati e di coloro, attraverso il loro voto, che lo sostennero al congresso, presenti oggi in Direzione. Una quasi unanimità di scelta quella del gruppo dirigente (136 favorevoli, 16 contrari, 2 astenuti), che cozza non solo con la complessità della decisione che in quanto tale avrebbe dovuto provocare varietà di visioni, ma soprattutto con il sentire comune degli elettori del Partito Democratico.
L’errore politico che si sta compiendo sta intanto nell’assoluta incoerenza del messaggio politico che lanciamo ai cittadini. Una sorta di teatro dell’assurdo nel quale chi fino a qualche ora fa giurava “mai più larghe intese”, chi dichiarava l’accordo con il centrodestra uno “stato di necessità” e condannava, a ragione, la prassi di assumere il ruolo di Presidente del Consiglio senza passare per elezioni, si propone oggi per la guida di un governo con quelle stesse caratteristiche e trasformandolo in un esecutivo politico a tutti gli effetti; e chi dall’altra parte sosteneva a spada tratta il Governo Letta e usava toni da guerra civile contro Renzi, oggi decreta all’improvviso l’inadeguatezza e la conseguente fine del Governo e propone Renzi premier, senza spiegarci cosa c’è stato nel mezzo tra le due posizioni agli antipodi.
E sta poi nella presunzione di pensare di avere i numeri per aprire una fase di Governo nuova e utile al Paese a parità di condizioni politiche e parlamentari in campo. Non si può contare sulle sole presunte capacità personali di Renzi come Presidente del Consiglio e sul suo pur incontestabile consenso elettorale, per fare la scommessa sulla pelle dei cittadini che ciò che non è riuscito fino ad oggi – non per incapacità di Letta e dei suoi ministri, ma proprio per il non funzionamento dello schema – possa riuscire domani a schema invariato.
Molti di noi lo vanno ripetendo senza sosta fin dal momento in cui le elezioni del febbraio 2013 decretarono l’assenza di maggioranze parlamentari: occorre approvare subito una nuova legge elettorale e ridare la parola ai cittadini, e la moral suasion del Presidente della Repubblica dovrebbe esercitarsi in tal senso, non nel dichiarare “schiocchezze” l’ipotesi del ritorno al voto. Invece, in un sol colpo, senza comprendere bene il perché e contrariamente a quanto detto ai nostri elettori fino ad un attimo fa, quella che doveva essere un’esperienza di governo emergenzale di 18 mesi, si trasforma in una prospettiva di lunga durata insieme al centrodestra, di ben altri quattro anni, fino al 2018. E tutto nasce con una sorta di crisi indotta a livello “extra parlamentare” dentro una stanza di partito.
L’accelerazione che il nostro Segretario Matteo Renzi ha impresso al dibattito politico, soprattutto in tema di legge elettorale, è da considerarsi fattore positivo (al di là del merito sul testo della legge). Come positiva era stata la sollecitazione ad aprire un dibattito all’interno del partito e del Parlamento sul tema del lavoro, con il jobsact, o su quello dei dritti civili. Il tutto compiuto nel contesto di una fase nuova e potenzialmente foriera di un ruolo rinnovato per il PD. Con un Segretario che può contare su un forte consenso elettorale da poter spendere, tutti uniti, alla fine di un percorso che in pochi mesi può condurci al voto.
Per questo motivo la proposta di un Governo con il centrodestra e di legislatura guidato da Renzi è un grave errore, e ci auspichiamo che il nostro Segretario, in nome di quel principio democratico di cui può farsi portatore, decida di consultare gli iscritti, di riflettere ancora, di non condurci in un’avventura di governo sbagliata nei presupposti fondamentali.
Firmato
Fabio Di Meo, Filippo Lambardi, Paolo Giglioni, Emiliano Cencini, Marilena Periccioli, Valeria Agnelli, Leonardo Carta, Manuela Buccianti, Michela Contemori, Filippo Pacini, Fausto Bertoncini, Annalisa Tedeschi, Cesare Francini, Maurizio Grilli, Riccardo Guardabasso, Alessandra Fantozzi, Patrizia Sancasciani, Francesca Bianchi, Paolo Mazzini, Daniele Fusi, Laura Di Banella, Niccolò Minucci, Riccardo Pecciarini, Fiorenza Cipolli, Luca Vanni, Agnese Carletti, Simone Burgassi, Luciano Meloni, Elisa Catoni, Marco Macchietti, Cinzia Di Meo, Bianca Bartoli, Stefano Nardi, Andrea Francini, Sabrina Benenati, Manuel Menzocchi, Gabriele Giomi
Da elettore del PD ho seguito con interesse da tempo la novita’ rappresentata da Renzi. Da cittadino ho ritenuto, e ritengo, che fosse portatore di una visione della società italiana propria di una sinistra riformista che cerca alleanze anche oltre i propri confini tradizionali. Ho condiviso l’urgenza di una nuova Legge Elettorale, anche se migliorabile. Ed anche certi temi del job act mi hanno interessato e mi interessano. Ma sono, per quel poco che contare il mio pensiero, in totale disaccordo con la defenestrazione di Letta e con l’ascesa a Palazzo Chigi senza legittimazione elettorale. E’ noto che gli elettori del PD sono molto pazienti e sanno digerire rospi enormi, pero’ che non si esageri troppo. Perche’ ‘ mia nonna diceva che il troppo stroppia.
A me sembra di essere in presenza delle oche del campidoglio preavvertite dell’entrata di Brenno in Roma per metterla a ferro e fuoco e che incominciarono a starnazzare appena uno dei Galli salì la collina con la spada in mano.Ma che non si sapeva che fossero oche ammaestrate ? Lacrime e tentennamenti di testa adesso ”perchè non si fa così verso Letta, eppoi con quale fine ? ”. ”Con quali voti se la situazione rimane questa?” I comprimari per farsi apparire sorpresi,corrucciati e che si appellano a comitati e correnti mostrano la loro non sorprendente pochezza di fronte all’entrata in scena di prepotenza di Renzi. Ci sarebbe da chiedere loro dove erano quando hanno votato tale partito e cosa avessero pensato di tutto questo i maestri della vendita del fumo attraverso l’uso mediatico.Un partito che produce un plebiscito simile vuol dire due cose essenzialmente:la prima è quella che sia un partito dentro il quale non si discuta e che tutti di conseguenza siano attratti e guidati dal supporto mediatico incensando il leader che neanche tanto abilmente armeggia i fili delle marionette.La seconda è che una volta avuto il consenso appaia logico che si vada a governare e dirigere il Governo con un semplice passaggio di tandem ciclico.Tutto questo conoscendo i miei polli non c’era da aspettarselo? C’è bisogno di stare in politica per capacitarsi di tutto questo e di meravigliarsi?La meraviglia è finta come quella di SEL che fin’ora proclama ma che non si è smossa da una pedana inchiodata.Quale credibilità mostrano i mugugni di questi supposti parecchi che io ritengo veramente quattro gatti ?
Siamo alle farse, messe in atto per essere sempre gli uomini per tutte le stagioni. In questo senso il ciclone Renzi,- pur personalmente non tifando per lui- ritengo che debba far cambiare qualcosa e lo spero.
E’ un partito che ha prodotto delle mosse per far tornare al posto di comando uno come Berusconi il quale non è detto che da questa legge elettorale non esca come vincitore.Sono tutti incazzati ma non escono di casa e non si sforzano di cambiarla la casa.Fanno finta di essere sorpresi ma hanno nello stesso tempo paura dei risultati in caso di elezioni perchè per la stessa strada ci hanno già scottato la
bocca.Se Renzi riesce a non farle fare non si sà,e nel caso non si sà cosa comporti ma la gente del PD ormai è abituata ma la strada è irta di problemi.Silvio siede sulla sponda del fiume, può darsi che passi il suo cadavere, ma anche quello di altri.In ambedue i casi è l’Italia che cammina sopra gli specchi e che dice”come me la vedo brutta…….”.
Il popolo del PD si ribella al segretario del PD, eletto dal popolo del PD, perché ha fatto dimettere un presidente del PD, eletto dagli eletti del PD. Firmato “Il teatrino delle marionette del PD”.
Molti rimpiangeranno il liberismo all’acqua di rose che ci hanno scodellato Belusconi e D’Alema. Perchè con questo si cambia registro; in peggio naturalmente.
I ricchi esultano e i poveracci, come al solito, vanno tranquilli al macello.
La Grecia è dietro l’angolo.
X Luciano. Forse hanno ragione gli altri e siamo noi vecchi che siamo rincoglioniti : ma il PD ”unn’era di sinistra ?…… Eppure l’ha anche detto la sera della sua elezione a segretario dal palco in Piazza Signoria: ” Questa non è la fine della sinistra:E’ la fine di questo gruppo dirigente della sinistra”…e giù applausi e fra quelli anche di coloro che erano di sinistra….una volta”.In effetti chi non sà cambiare è un imbecille, perchè il mondo cambia e se tu non ti adegui sei out”..
sorpassato dal mondo e dalla storia.Intanto cambia, poi vedrai troverai le ragioni dentro te stesso del tuo cambiamento.”Tranquillo, è nostro” rispose quello che metteva il manico dell’ombrello nel tergo dell’operaio, che se lo sentiva salire.Già si sapeva che finiva così, ma ad ogni passo è una dimostrazione.Già i prodromi della macelleria sociale come se non bastasse quella in corso si avvisano con quanto succede in CGIL con la FIOM di Cremaschi.Ed allora, presto assisterete ad altre dimostrazioni su ciò che hanno i vostri consensi
hanno prodotto.Non è un offesa,ma quando si dice ” contenti e mazziati” rischia di essere la realtà.
Tutta scena.L’unico che si e’ politicamente distaccato dal renzismo e’ stato SEL,che lo ha argomentato.
Gli altri alfine rientreranno nei ranghi.
D’altronde Renzi lo ha detto e ripetuto: contano gli elettori e non i presunti leader.
Sostanzialmente la penso come il Sig. Bravi anche se nutro molti dubbi anche sulla posizione di SEL, non tanto per quelle dele prospettive del Governo con la Destra alla quale a sentire le parole di Vendola sembra che stia sentendo conati di vomito solo a pensarlo.Avrebbe potuto prendere un po’ di pillole di Plasil anche prima sotto il Governo Letta ma quello che si prospetta secondo il programma di Renzi probabilmente è possibile che sia di lacrime e sangue.Comunque è bene parlare solo in presenza dei fatti ed è quello che è giusto fare in presenza di questi.Quanto alla differenza fra le figure di Letta e Renzi forse non bisognerebbe sottovalutare l’impatto psicologico su quanto si prospetta nelle riforme annunciate. Fatte da Letta forse avrebbero suscitato proteste più decise per il personaggio e quello che poteva rappresentare.Per un decisionista alla Blair come Renzi è possibile che tutto questo sia molto ammortizzato per tanti motivi quali il carattere della persona e la sua storia ed il genere dei suoi annunci.La psicologia c’entra ma spesso rischia di espletarsi in illusionismo: La fame è fame sia sotto Letta che sotto Renzi, ma da come va il mondo sembra che la differenza ci sia.Staremo a vedere disse il cieco,
ma la sensazione della pelle non è delle migliori,mentre nello stesso tempo si consolida una quantità di consenso verso Renzi stesso, basato solo sulla voglia e sulla necessità del cambiamento dove il primo giuoco che viene esternato e messo in pratica è quello del tifo non della ragione.Dico questo anche solo dopo aver osservato chi sia che l’abbia votato, e sarebbe una cosa da far riflettere solo questa, ed anche quella sulla quale lo stesso Berlusconi si è pronunciato sulla base dell’accettabilità del leader toscano.Detta dal cavaliere non sembra che sia una bella carta di presentazione per il nuovo segretario del PD perchi è a sinistra, non è proprio tanto così per il centro però.Vedremo gli atti ,ma il primo cambiamento deve essere quello che va verso le classi subalterne ed è lì la prima verifica importante.