IL GIORNO DEL RICORDO: LE FOIBE, GLI ECCIDI ITALIANI NEI BALCANI E QUEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DIMENTICATI

CE N’ERANO 4 NEL NOSTRO TERRITORIO: ELLERA, PIETRAFITTA, TAVERNELLE E CASTIGLION DELLA VALLE
Oggi è l 10 febbraio, da 10 anni il 10 febbraio si celebra “la giornata del ricordo” per celebrare e non dimenticare le vittime dei massacri delle foibe dell’esodo giuliano-dalmata.
Con il termine foibe, come è noto, si intendono gli eccidi perpetrati dalle truppe di Tito, ai danni della popolazione italiana dellaVenezia Giulia e della Dalmazia, durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Il nome deriva dalle cavità carsiche che nella zona vengono chiamate appunto foibe dove i cadaveri delle vittime venivano gettati. Si tratta di una pagina oscura e terribile della storia europea e italiana, per molto tempo rimasta sconosciuta, quasi rimossa. Chiaro che si trattò di atti di guerra, o comunque di uno “strascico” della guerra.
L’epurazione degli italiani da parte dell’esercito comunista di Tito, dopo la cacciata dei nazifascisti, fu la risposta e la conseguenza, certo violenta e tragica, a tutto ciò che i fascisti italiani avevano fatto durante l’occupazione e la guerra: eccidi, deportazioni, fucilazioni di massa, uso di gas contro i civili. Solo nella provincia di Lubiana in 29 mesi di occupazione italiana vennero fucilati o come ostaggi o durante operazioni di rastrellamento circa 5.000 civili, ai quali furono aggiunti 200 bruciati vivi o massacrati in modo diverso, 900 partigiani catturati e fucilati e oltre 7.000 (su 33.000 deportati) persone, in buona parte anziani, donne e bambini, morti nei campi di concentramento. In totale quindi si arrivò alla cifra di circa 13.100 persone uccise su un totale di circa 340.000.
Quindi, è giusto e doveroso ricordare le vittime delle foibe (e dell’equazione sbagliata italiani uguale fascisti fatta dai titini), ma è altrettanto giusto e doveroso aver chiaro l’antefatto di quegli eccidi, la ragione per cui ci fu quella tremenda reazione. E vale la pena ricordare, che molti dei prigionieri sloveni in particolare i militari, catturati a seguito di operazioni di rastrellamento eseguite dalle truppe italiane in Slovenia, Croazia e Montenegro furono deportati in Italia e internati in campi di concentramento allestiti dal governo fascista e gestiti direttamente dal Ministero degli Interni. Di questi campi ce ne erano alcuni anche nel nostro territorio, rimasti attivi dal 1940 al ’43. Dei “Campi del Duce” di Colfiorito, Pietrafitta, Tavernelle, Castello Sereni (oggi Castiglion della Valle nel comune di Marsciano, ma a pochi chilometri da Tavernelle e Pietrafitta) parla una direttiva ministeriale del maggio 1940. Nell’autunno del ’42 fu allestito anche quello di Ellera.
I prigionieri slavi internati in quest’ultimo e nei campi di Pietrafitta e Castello Sereni furono impiegati per la miniera di lignite e per la costruzione della linea ferroviaria Ellera-Tavernelle, attiva fino agli anni ’60. I campi di Tavernelle e Pietrafitta, nei comuni di Panicale e Piegaro, si trovavano nella zona in cui più tardi è sorta a centrale Enel. Gli abitanti più anziani del luogo ancora ricordano che “c’era un campo di zingari… “. Non erano zingari, erano soldati e civili sloveni, montenegrini e croati presi prigionieri dall’esercito fascista durante l’occupazione del Balcani: nel settembre ’43, quando dopo l’armistizio i campi furono abbandonati, i prigionieri erano 103 a Castello Sereni; 274 a Pietrafitta e Tavernelle, 51 ad Ellera. Secondo i dati della Croce Rossa Internazionale solo i civili slavi internati dall’esercito italiano furono più di 100 mila. Così, tanto per ricordare.
Perché anche questi campi, un po’ come le foibe, sono stati rimossi dalla memoria collettiva. E non si capisce perché.
m.l.
L’avevo letto… ottimo… i misteri non della storia ma della storiografia…
La guerra è guerra, questo si sà ed in guerra non si tratta tanto per il sottile nessuno.Soldati di fronte a soldati o soldati di fronte a partigiani e viceversa.Non trovo però che sia tanto strana la querelle del revisionismo storico che c’è stato ed ancora continua sull’argomento.foibe,soprattutto da parte di coloro che ritengono di aver subito torti in una unica direzione.E’ stato oggettivamente appurato che le foibe dell’Istria sono servite al funesto e terribile scopo in ambedue le direzioni: servite agli Italiani per far scomparire gli slavi e servite ai partigiani e soldati titini per gettarvici dentro militari, civili e collaborazionisti italiani, intere famiglie.Sembrerebbe un tentativo giustificazionista quello del quale ci si ammanti col dire che ad ogni reazione si debba attenderne un altra contraria ma è veramente difficoltoso stabilire le ragioni di coloro che si comportarono in quei modi perchè se non si segue una prassi di oggettività si rischia di deviare ed essere partigiani da una parte o dall’altra. Fatto inequivocabile ed ormai assodato è sicuramente uno : quello che il fascismo nella sua retorica politica reclamò manu militari quelle terre e le invase, mettendo a ferro e fuoco villaggi, interi paesi, incendiandoli e sterminando civili e militari.Le sue efferate azioni furono anche criticate dagli stessi militari italiani poichè al regime spesso erano apparsi anche atti di barbarie assoluta e di violenza anche ingiustificata.. E’ noto che il Generale Roatta fu colui che disse ai propri ufficiali le seguenti parole:”Si ammazza troppo poco” nel senso che li invitava a non avere pietà per la razza inferiore degli Slavi.Queste non sono interpretazioni ma a tali parole seguirono atti ben precisi nella direzione auspicata.Quando le sorti della guerra mutarono direzione, cosa si dovevano aspettare gli Italiani inviti a cena ? Purtroppo quando si fa violenza e si mette in atto in maniera sistematica una guerra DI INVASIONE c’è da aspettarsi anche le reazioni, e le reazioni anche verso i civili hanno preso la direzione di mettere tutti alla stessa stregua, anche coloro che nulla c’entravano poichè popolazione civile.Tale peso di responsabilità secondo me deve essere maggiormente ricercato negli atti e nelle intenzioni del regime fascista che invase terre che in quel momento non appartenevano all’Italia poichè non solo l’Istria ma anche altre regioni avevano avuto la stessa sorte. In un conflitto globale ”I grandi” ed alleati si accordano quasi sempre sulla spartizione dei territori, tracciano linee di demarcazione, spesso non tenendo conto di chi vi sia dentro, delle popolazioni, della situazione e condizione delle genti. Quello che mi fa più specie è che i Governanti Italiani che sanno bene della tragedia toccata ai loro connazionali nelle foibe da parte dei comunisti titini siano rimasti muti verso quello che hanno fatto i fascisti verso quelle popolazioni quando hanno invaso quelle terre.E’ successo di tutto in Istria,Dalmazia, Croazia, Slovenia verso la fine della guerra ed allora per quale motivo il capo del Governo, sia del Centro Destra, all’epoca Berlusconi, che del Centro Sinistra insieme al Presidente Napolitano non hanno parlato di ciò che è stato fatto dagli Italiani agli Slavi ? Se non ricordo male ci fu un capo di stato slavo,- forse se non sbaglio croato- che due anni fa quando Berlusconi era Presidente del Consiglio promosse una azione contro l’Italia ed il tutto stava per diventare una bega diplomatica non da poco proprio per la non osservanza da parte dell’Italia delle ragioni slave, saltate a piè pari da parte delle indicazioni di un ministero della difesa dove c’era l’On. Ignazio La Russa come ministro.Mi ricordo male ? Allora siccome il revisionismo storico serve e c’è gente che ad ogni momento lo tira in ballo in maniera unidirezionale, con stuoli di giornalisti delle grandi testate compresi, sarebbe bene che sul piatto della bilancia specialmente della storia della ex Yugoslavia vengano posti tutti i pesi poichè abbiamo assistito soprattutto a conflitto finito alle più efferate azioni di cancellazione delle responsabilità del fascismo e del nazismo in quelle regioni; nazisti a parte , si sappia bene che nessun ufficiale dell’esercito italiano è stato incolpato delle efferatezze e delle stragi commesse nei villaggi ,della gente fucilata, civili vecchi, donne, bambini.Nessun Italiano ha pagato od è stato incolpato per quei crimini contro l’Umanità.Questo per dire che non è affatto vera l’idea che i militari italiani siano stati sotto il fascismo nelle terre invase e conquistate dei ”figli di mamma”, come recita certa letteratura italiota del ”volemose bene”.Si dovrebbe sapere anche che fu lo stesso Vaticano al tempo di Pio XII che garantì l’espatrio sotto falso nome e con documenti falsi a criminali verso il Sud America, Argentina, Cile, Uruguay..Bisognerebbe chiederlo a gente come Ante Pavelic collezionista di occhi dei suoi torturtati come fece ad usare la cosidetta ”Via dei Topi”per espatriare dall’italia come moltissimi della sua risma.Oggi su tali faccende si è steso un velo pietoso, la guerra fredda è finita,il pericolo da est non esiste più, c’è solo il pericolo giustizialista della magistratura rossa che vuole estromettere politicamente qualcuno accusandolo di fatti che non ha commesso.Ed è con lui che la sedicente sinistra mette in modo la sua realpolitik renziana per fare le riforme strutturali trattando con consiglieri come Verdini a decidere come dovrà essere l’italia nei prossimi anni.Lo dico sempre in ogni occasione :chi si dimentica del proprio passato è destinato a riviverlo.
Nel mio piccolo, su “tali faccende” ci ho scritto pure un romanzetto… Proprio per non perderne la memoria…
Però, Carlo, se una certa retorica post resistenziale ha fatto calare per decenni un velo di silenzio sulle foibe, e la vergogna (o la retorica nazionalista) ha fatto tacere sui massacri italiani nei Balcani e non solo, come si spiega il silenzio quasi tombale della storiografia, e soprattutto della politica, anche da queste parti, sui “campi del Duce”, compresi quelli di tavernelle, Pietreafitta e Ellera che si trovavano ad un tiro d schioppo da casa nostra? Se ne è sentito parlare molto raramente…
E’ vero che la storiografia è latitante su certi argomenti e soprattutto quella che riguarda il territorio nostro in quegli anni.Credo che non sia facile tirare le somme su tali latitanti ragioni, ma forse a contorno di tali spiegazioni ci ”zuppano” anche le condizioni di com’era quell’Italia allora e su quanto è stato dopo il passaggio del fronte quando da entrambi i lati tutte le energie erano devolute all’organizzazione ed alla ricostruzione dell’immediato periodo post bellico..Sta di fatto che sebbene siano stati veri campi di prigionia, il tutto era ben diverso dai famigerati ”Arbeit Macht Frei” di così fosca memoria.A mia conoscenza non esistono storie su tali luoghi dove vi siano state intrecciate storie o cronache come San Saba od altro.Anch’io sapevo che erano esistiti e che a Tavernelle mi sembra impiegassero mano d’opera per le cave di lignite o cose simili, ma intorno a detti luoghi sebbene dislocati in Italia forse uno dei motivi sulla storiografia che manca va ricercato proprio sulla sparuta e rada conoscenza anche da parte della popolazione civile che si trovava in presenza di tutto questo.E’ anche la stessa cultura della gente che forse ha contribuito a mitigarne il ricordo e la memoria, magari intendendo che fossero più che altro luoghi dediti all’ospitalità di mano d’opera proveniente da altre parti o da zone di guerra. Da considerare che entrambi gli eserciti sia Italiano che Tedesco portavano dietro di loro nei vari spostamenti della mano d’opera prigioniera.A dimostrazione di questo esistono delle foto del mio archivio riguardanti la guarnigione tedesca presa prigioniera a Panicale da parte degli Inglesi. che aveva anche persone che la Wermacht si portava dietro dall’Unione Sovietica per adibirli a mano d’opera pesante durante la ritirata.La sorte di tali persone non è conosciuta.Forse sono stati assegnati a tali campi di lavoro ma il periodo dell’esistenza di questi luoghi in parte non coicide temporalmente.Informazioni riguardanti lo stretto periodo del passaggio del fronte sul nostro territorio nel Giugno del 1944 e della sorte dei soldati sbandati è altra storia ed a quanto ne sò non riguarda nemmeno da vicino l’uso di queste aree di detenzione che potrebbero essere state usate a posteriori per uso diretto bellico nel territorio.Forse anche l’assenza di notizie che nel dopoguerra non hanno portato ad una divulgazione di tali materie ritengo che possa forse anche ricercarsi nell’uso l’uso degli accordi che si erano stabiliti fra i vari partiti italiani (più che altro PCI e Partito Popolare) nel riserbo gestionale di dati durante l’immediato dopo guerra.
A me risulta dai documenti della Croce Rossa, tesi di laurea e pubblicazioni (rare, ma esistenti) che ho potuto leggere, che si trattasse di campi di prigionia, non certo di sterminio, dove erano internati, proprio per usarli come manodopera a costo zero, prigionieri slavi, deportati in Italia dai Balcani occupati… Non erano Auschwiz. Ma erano comunque campi di concentramento per prigionieri, in larga misura civili. Il fatto che la gente del posto li identificasse come “zingari” fa pensare che non fossero proprio “ben messi”. All’epoca zingaro era sinonimo non solo di “nomade”, ma anche di persona di bassa condizione…
STrano che se ne sia sempre parlato poco, anche da parte di chi stava dalla parte avversa, da parte di chi ha poi fatto la resistenza e ha ricostruito e governato questo territorio. Forse è stata ritenuta una “macchia” per l’orgoglio nazionale. O forse se ne è parlato poco perché in fondo quei prigionieri erano solo… ‘zingari’.
Dalle memorie di un montenegrino internato nel campo di Colfiorito (che la gente del posto ha sempre chiamato “casermette”) si capisce intanto che “sappiamo poco della vita nei campi di concentramento italiani. Mancano particolari significativi delle singole storie che contennero, notizie sui rapporti tra internati e popolazione…”.
Ecco, penso che sia questo il punto (al di la delle intenzioni della storiografia partigiana) che ha finito per stendere un velo pietoso su quelle realtà.
Se fu il fascismo a volere quei campi in pochi, tra le popolazioni delle zone circostanti, hanno tenuto rapporti degni (anche di essere raccontati) con quelle vergognose realtà.
Se le foibe, è inutile negarlo, è stato sempre un argomento della destra e le “imprese” di Roatta uno della sinistra sui campi del Duce c’è stato un silenzio bipartisan.
Forse anche perchè nessuno ci ha visto argomenti validi per la propria propaganda.
Per Marco Lorenzoni ed I lettori. Ricevo proprio adesso un commento del mio amico Emanuele Ferrara sull’argomento delle Foibe, che condivido totalmente. Ho chiesto a lui il permesso di pubblicarlo apponendoci la sua firma e mi ha fornito il suo assenso.Ecco il testo, scusandomi anticipatamente per la lunghezza ( si vede che come al solito la concisione non vive dalle parti di fasce generazionali di cui io e lui facciamo parte ). E’ una mail spedita al Tirreno dal titolo: Le menzogne fasciste sulle Foibe!
Gentile Redazione, ogni anno di questi tempi l’informazione quasi al completo,contribuisce a mistificare la storia per poter fare del revisionismo a buon mercato,strumentalizzando la triste vicenda storica delle ”Foibe” per usarne politicamente la memoria.Mi sembra pertanto doveroso cercare di fare un po’ di chiarezza,per ristabilire quella verità storica che i fascisti prima ed i post fascisti dopo hanno sempre cercato di nascondere. A Trieste,già prima della grande guerra,l’irridentismo aveva assunto connotazioni esasperate con caratteristiche che saranno poi tipiche dello squadrismo fascista.Gli irridentisti asserivano:” A noi che la lotta abbia un carattere civile od incivile non importa nulla,contro questi ignavi bifolchi noi non possiamo rispondere con la severa coscienza nazionale,bensì con l’odio.Nell’Istria,la lotta nazionale è una fatalità che non può avere il suo compimento se non con la sparizione completa di una delle due razze che si combattono.Se avremo la fortuna che il Governo sia quello della Patria Italiana,faremo presto a sbarazzarci di tutti questi bifolchi sloveni e croati”.
Iniziò così’ una feroce opera di persecuzione nei confronti di oltre 500 mila Sloveni e Croati che il ”Trattato di Rapallo” aveva destinato a vivere entro i confini del Regno d’Italia. Furono distrutti tutti gli enti culturali e sociali della popolazione slovena e croata,introducendo delle ” leggi razziali” che proibivano tassativamente l’uso delle lingue diverse dall’Italiano.vennero cancellate le insegne pubbliche che indicavano la presenza di una minoranza slava.E così scomparvero le scuole slovene e croate che prima potevano contare circa 80 mila studenti.Nel 1928-1929 non rimane più una sola scuola slovena o croata nell’Istria e sull’intero territorio della venezia Giulia.Le terre dei contadini slavi vennero espropriate e distribuite ai coloni agrari italiani. Il 5 Aprile del 1941,l’aggressione dell’Italia fascista alla Yugoslavia,con la feroce guerra che abbiamo portato in casa loro,armando le più fanatiche fazioni degli Ustascia,provocò migliaia e migliaia di vittime innocenti. Numerosi villaggi vennero bruciati con spaventose rappresaglie e massacri inenarrabili, oltre alla deportazione di massa di oltre 35.000 sloveni,con la distruzione di interi villaggi devastati e bruciati insieme ai loro abitanti. In Yugoslavia il ”soldato italiano” oltre a quello di combattente,svolse anche il ruolo dell’aguzzino,facendo ricorso a metodi tipicamente nazisti,quali l’incendio dei villaggi,le fucilazioni di ostaggi,le deportazioni dei civili nei campi di concentramento,o l’impalatura delle donne incinte.Nel campo di concentramento di Rab in Croazia,dove sono morti migliaia di sloveni deportati,la mortalità quotidiana superava anche quella del campo di Dachau.Questi crimini furono sempre occultati dai fascisti che furonpo i primi ad usare le ”Foibe”,dedicando alle”Foibe” stesse addirittura una canzone. Alla luce di questi terribili avvenimenti,penso che sia doveroso imputare la responsabilità delle ”Foibe” alla barbarie fascista che fu certamente la causa principale della vendetta di Tito. Cordialmente.firmato Emanuele Ferrara.
Mi sono sentito di pubblicare questa lettera per aggiungere elementi di conoscenza che oggi abilmente viene cercata di accantonare non solo dai partiti politici per la quasi totalità di questi, ma anche da parte delle autorità dello stato Italiano che non fanno cenno alcuno delle ragioni storiche di tale tragedia.
Grazie. Ogni contributo che faccia conoscere come sono andate le cose è utile e ben accetto.
Comunque la si voglia mettere la questione delle foibe continua ad essere un nervo scoperto per la sinistra italiana.
Anche ad un osservatore superficiale appare evidente che da sinistra non se ne parla volentieri e quando si è costretti a farlo lo si fa con estrema cautela, dosando le parole e con un certo qual fastidio.
Le tossine della guerra fredda non sono ancora state completamente smaltite.
Vero. Non c’è dubbio. Però, in questo Paese si parla poco volentieri anche degli eccidi e delle nefandezze compiute dall’esercito italiano. Nei Balcani e non solo nei Balcani, ma anche in Grecia, in Africa Orientale, in Libia ecc…In questo paese si preferisce trincerarsi dietro il mito degli “italiani brava gente”. Non sempre gli italiani sono stati brava gente…
Altrettanto vero.
Nel suo libro, Italiani brava gente? Angelo Del Boca parla tra l’altro dell’efferata occupazione della Slovenia e dell’uso di armi chimiche in Etiopia (fatto accettato ufficialmente solo nel 1996-ben sessant’anni dopo!).
X Fiorani :…e nessun ufficiale dell’esercito ha pagato per questi crimini contro l’umanità,anzi il clima di frontismo e pietismo cattolico del dopoguerra ha fatto si di stendere un velo pietoso sui fatti che oggi rispuntano fuori e prestano il fianco a speculazioni surrettizie verso la sinistra, anch’essa rea di aver prestato il fianco al fatto che non se doveva parlare per favorire la riappacificazione. Ma chi si trovava da quella parte e che forniva i lasciapassare per la salvezza ai torturatori si teneva nascosto e ben occultato.Questo succede quando non esiste lo Stato ma esiste quel poco che vierne vissuto come un limite alla propria libertà di fare ciò che si vuole e che trama per farlo. E’ con queste forze che anche oggi che si chiamano in altro modo da ieri che ci si predispone a fare le riforme insieme a.quelle appartenenti alla destra perchè il popolo Italiano è fondamentalmente un popolo di destra, questo ormai mi sembra chiaro.No, vorrei ribadirlo percvhè diversamente possono spuntare anche le solite domande OGM style che chiedono: cosa vuol dire essere di destra o di sinistra oggi ? Io credo di saperlo insieme a parecchi ed insieme a questi parecchi c’è anche il cavaliere con i suoi amici,vecchi, presenti e futuri.
E` molto importante non dimenticatare
I can forgive never forget
purtrppo ci furono le foibe dove una stampa di destra ricorda
ma nessuno menziona I 100.000 slveni morti nei nostril campi di concentramento che non erano solo in Polonia , ma c`erano pure eccome in Italia