giovedì 06th, febbraio 2014 / 20:55
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CHIUSI – Stamattina un amico che non vive a Chiusi mi dice: “Certo che no gliene fai passare una, neanche per sbaglio. L’hai preso proprio avanti quel povero sindaco…” Dire “l’hai preso avanti”, nel dialetto di queste parti, significa che l’hai preso di punta. Ora, per costituzione (quella repubblicana) e per deontologia professionale il mestiere del giornalista è o dovrebbe essere quello di fare il cane da guardia del potere, il “gatto attaccato ai coglioni” (per dirla in gergo più colorito) e non certo il barboncino da compagnia o il ‘tamburo principal della Banda D’Affori’. Allora perché stupirsi se un giornalista fa le bucce ad un sindaco e non gliene fa passare una? Non è normale? E’ il contrario che non è normale: il silenzio di giornali e giornalisti, tv locali siti e blog su questioni che fanno discutere la gente, ma che per loro non esistono.

Quanto al caso specifico, nulla di personale contro Stefano Scaramelli. Tutt’altro. Personalmente nutro sentimenti di amicizia nei confronti di Stefano o di Juri Bettollini e Andrea Micheletti che fanno parte della sua giunta. Pur non avendoli sostenuti, né votati alle elezioni del 2009, ad un certo punto ho pure pensato, che tutto sommato non era andata male, che questi ragazzi ce la stavano mettendo tutta e che su alcune questioni, almeno, la distanza con la gestione precedente era abissale. Di Stefano Scaramelli ho apprezzato la disponibilità ad ascoltare, a non sottrarsi alle domande e al confronto, ne ho apprezzato la presa di distanze non solo da Ceccobao, ma anche dai vertici senesi del Pd, il coraggio di schierarsi per Matteo Renzi, non perché Renzi mi stia simpatico, ma perché farlo in quel momento voleva dire mettere la faccia controvento, mettersi di traverso rispetto ad un apparato che stava tutto dall’altra parte.

Del sindaco ho apprezzato – e l’ho pure scritto – anche il coraggio di ammettere errori, sottovalutazioni, scivoloni e magari correre anche ai ripari, come successe dopo la “giornalata” sullo stato in cui versava il depuratore delle Torri, o dopo l’improvvida inaugurazione di una azienda privata, spacciata, anche a mezzo stampa e dal giornale del Comune, come il Centro Merci… Nel primo caso fece ripulire il sito e dopo un anno l’ ha messo in moto e inaugurato (anche se funziona ancora a scartamento ridotto); nel secondo, dopo aver ammesso la forzatura,  ha scoperchiato la pentola di quello che è e resta uno scandalo bello e buono: è stato Scaramelli infatti a dire per primo che l’esproprio dei terreni del centro Merci non era stato mai portato a termine, salvo la parte in cui insiste la strada di lottizzazione… E lì sono stati spesi 2 milioni e 685 mila euro.

Sullo stesso Piano Strutturale, qualche taglio alla “colata”, dopo le proteste delle opposizioni, della stampa e dei cittadini lo ha operato, ha stoppato il progetto per l’ampliamento del depuratore di Bioecologia, si è dato da fare per sistemare alcune aree della città, per realizzare marciapiedi e aree verdi per i bambini, ha gestito forse con un po’ troppa prosopopea, ma piuttosto bene le emergenze dell’alluvione e della doppia nevicata del 2012.

Fin qui il bicchiere mezzo pieno. Poi però c’è anche il rovescio della medaglia. E la “fila di cazzate” che rischia di svuotare il bicchiere e  azzerare il credito che sindaco e giunta si sono conquistati.

La cittadinanza onoraria (presunta, simbolica, virtuale) al chiacchieratissimo cavalier Giancarlo Elia Valori, concessa nonostante le perplessità delle opposizioni, di buona parte della stessa maggioranza e i “consigli contrari” della stampa, noi compresi. Poi Valori è risultato pure condannato, come s temeva, per turbativa d’asta e altri reati e la figuraccia è stata totale.

La sparata in stile Masaniello a Villastrada contro l’ipotesi di un impianto a Biogas in località Le Coste. Voce grossa, minaccia di barricate contro il collega castiglionese Batino e silenzio e inerzia sulle esalazioni maleodoranti del depuratore di Bioecologia che in quello stesso momento ammorbano l’aria ale Biffe

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