RIPARTONO GLI INVESTIMENTI SU SCUOLA, ISTRUZIONE E RICERCA

mercoledì 08th, gennaio 2014 / 19:02
RIPARTONO GLI INVESTIMENTI SU SCUOLA, ISTRUZIONE E RICERCA
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PREVISTA L’ASSUNZIONE DI 26 MILA DOCENTI DI SOSTEGNO…

L’istruzione riparte. Dopo anni di tagli selvaggi, “alla cieca”, come ha sottolineato il Presidente Napolitano (che però, a quei tagli, pure era presente), il Parlamento approva il pacchetto per Scuola, Università e Ricerca.

Previsti 15 milioni di euro, spendibili subito, per il potenziamento delle reti wireless nelle scuole, 100 milioni al Fondo per le borse di studio universitarie a partire dal 2014, 15 milioni di sostegno a studenti meritevoli ma privi di mezzi, 15 milioni per la lotta alla dispersione, 13,2 milioni per potenziare l’insegnamento della geografia generale ed economica, 10 milioni per il 2014 per la formazione dei docenti, soprattutto nel settore digitale.
Per garantire la continuità di servizio, sono previste assunzioni a tempo indeterminato di oltre 26mila docenti di sostegno, modifiche nella procedura di assunzione dei dirigenti scolastici, immissioni in ruolo del personale docente con un piano triennale.
In cantiere, misure non meglio specificate per facilitare l’assunzione di ricercatori e tecnologi da parte degli enti di ricerca e l’autorizzazione ad assumere fino a 200 nuovi ricercatori e tecnologi all’INGV (Centro ricerche geofisiche, sismologiche e vulcanologiche).
L’istruzione riparte da 450 milionI, 200 quelli che abbiamo contato noi ma è un dettaglio trascurabile… Un po’ meno trascurabile è, invece, la provenienza dei fondi. Da dove son piovuti (o pioveranno) i magici bruscolini?
Altrettanto rilevante è conoscere il pensiero degli addetti ai lavori, di chi la scuola la vive ogni giorno, sempre più faticosamente, tra una riforma e una controriforma, montagne di moduli e modulini da riempire e compilare senza sosta, compiti, competenze e responsabilità che aumentano ogni giorno contro i riconoscimenti che, invece, diminuiscono precipitosamente svalutando il ruolo dell’insegnante a livello tanto sociale quanto economico.
Che cosa ne pensano gli insegnanti della ri-partenza dell’istruzione firmata Maria Chiara Carrozza, l’ennesima giustiziera di un sistema scolastico che fa letteralmente acqua da tutte le parti?
Cosa ne pensa per esempio la scuola dell’infanzia di Città della Pieve, sezione Moiano, che a inizio anno ha avvisato i genitori che servivano carta e pennarelli, perché soldi la scuola non ne aveva? O l’Istituto di Istruzione Superiore Classica, Artistica e Professionale di Orvieto, la cui sezione Artistica alloggia temporaneamente da 3 anni in una palazzina della Caserma Piave, in infruttuosa vendita dal giugno del 2012 e che, in seguito all’ultimo allagamento, soffre di umido e mal di muffa alle pareti…
Noi, nel frattempo, abbiamo chiesto un’opinione ad un gruppo di insegnanti campani, ma invitiamo altri insegnanti a partecipare.
La domanda da cui siamo partiti è questa: se il ministero chiedesse a voi insegnanti di cosa ha bisogno la scuola oggi per riprendersi, cosa rispondereste?
R.C. (scuola secondaria di primo grado della provincia di Napoli, una volta definita la “Milano del Sud”) non ha esitato un secondo:banchi e sedie. Tanto per confermare l’urgenza del wi-fi…
Dal liceo, il professor Gennaro Lubrano di Diego chiede a gran voce libri, materiale audiovisivo e ancora libri. Due insegnanti su 7 sottolineano l’urgenza di intervenire sulla sicurezza delle strutture: “Credo che in generale l’emergenza sia la sicurezza delle strutture: alcune sono proprio pericolanti, in qualche scuola ci piove in classe.”
Ma la richiesta più forte, quasi disperata degli insegnanti riguarda quel qualcosa che si è perso e che, a dispetto di una società fondata sul consumo, proprio non si può comprare…
Maurizio Oberholtzer (liceo) : Volontà di recupero, serietà, impegno, dirigenti meno fiscali e più vicini ai docenti e agli studenti, genitori meno invasivi….ma sono tutte cose che non si comprano
Gennaro Lubrano di Diego (liceo): Nelle scuole, la risorsa tempo, fondamentale per educare, ci viene sottratta da tutta una serie di adempimenti demenziali e di iniziative inutili..
Rossella Carducci (liceo): Non di più o meno soldi: quello dei fondi da stanziare o stanziati per questo o quello, wi-fi o tablet per ogni insegnante, è un falso problema, secondo me, dietro al quale se ne nasconde un altro ben più sostanziale, cioè la sempre più crescente incapacità della scuola di garantire ai giovani una preparazione solida e qualitativamente soddisfacente. […]Ho visto alternarsi di anno in anno su una cattedra vari insegnanti, uno dietro l’altro, in barba ad un elementare principio su cui si sorregge il rapporto educativo, quello della continuità e della progettualità su lungo termine. Inutile dire che in questi casi si trattava di classi consequenzialmente slabbrate, schizofreniche, anomiche. Io punterei sulla riqualificazione della funzione dei docenti, restituendo ad essi la dignità di un lavoro che sempre meno corrisponde alla sua alta funzione civile e troppo spesso somiglia ad una prestazione d’opera occasionale.
E a proposito di svalutazione del ruolo civile, è dell’ ultima ora l’intenzione del Ministro dell’ economia Saccomanni di riprendersi gli scatti stipendiali di anzianità maturati dagli insegnanti nel 2013. A partire da gennaio, verranno detratte 150 euro dalla busta paga dei docenti. A partire da ora e subito, naturalmente, perché quando si tratta di prendere, lo stato diventa assai solerte. Lo è molto meno quando bisogna ammettere che se di errore si è trattato (il blocco degli scatti stipendiali sarebbe operativo dal 2013), non dovrebbero essere le vittime a pagare ma gli agenti responsabili. Il ministro Carrozza ha già espresso il suo dissenso così come i sindacati e gli insegnanti stessi ma, alla luce dei fatti, la possibilità di un dialogo con uno Stato delirante, nevrotico e, diciamolo, un po’ accattone, appare piuttosto contorta.

Elda Cannarsa

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