L’ADDIO A MANDELA: LE CONDOGLIANZE NON SERVONO, UOMINI COSI’ NON MUOIONO MAI!

mercoledì 11th, dicembre 2013 / 15:55
L’ADDIO A MANDELA: LE CONDOGLIANZE NON SERVONO, UOMINI COSI’ NON MUOIONO MAI!
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Nelson Mandela è morto a 95 anni nella sua casa presso Johannesburg.  Con lui se n’è andato un simbolo vivente della lotta per l’eliminazione dall’oppressione straniera coloniale. Il suo fisico, già fortemente provato dalla tubercolosi contratta durante la prigionia ed i lavori forzati ha cedutoalle complicanze polmonari intervenute nelle settimane scorse. Aveva 95 anni, appunto,  ed era conosciuto in tutto il Mondo per il suo carattere pacato e costantemente proteso all’ascolto delle ragioni degli altri, anche di coloro che gli erano nemici. Per questo gli è stato assegnato negli anni scorsi il Premio Nobel per la Pace. Un simbolo insomma, che l’Occidente solo da circa 20 anni ha riconosciuto ed immesso nella cultura internazionalista che lo stesso Mandela ha contribuito fortemente a formare con la sua lotta e quella dell’ANC, il suo partito.

Dico questo poiché chi ha osservato la politica degli Stati Occidentali, USA ed Inghilterra in testa, di sostegno al Sud Africa dell’Apartheid, al regime di Ian Smith nella ex Rodhesia, al sostegno alla guerriglia della Renamo ed anti Frelimo in Mozambico o delle formazioni armate anti MPLA in Angola, avrebbe il dovere morale di chiedersi oggi se la parte dalla quale pesava sia stata quella giusta.  A tanti Governi che oggi versano lacrime di coccodrillo di fronte alla scomparsa di un leader come Mandela –in prima linea quelli Inglese, Francese ed Americano – e che inviano i loro ambasciatori ai funerali di un simbolo come Mandela, bisognerebbe ricordare quali furono le parti che sostenevano in passato sulla scena internazionale, il sovvenzionamento e foraggiamento militare ed economico ai movimenti istituiti in primo luogo con i loro soldi e con l’addestramento dei mercenari per farli marciare contro i governi che avevano realizzato la decolonizzazione. Il colonialismo ha regnato a lungo sempre sulla base di due pesi e due misure, disprezzato da una parte ma elevato a simbolo di equilibrio dall’altra, e se pur con tutte le contraddizioni che hanno avuto i movimenti di liberazione coinvolti soprattutto riguardo agli aspetti dell’equilibrio delle superpotenze, ha cercato sempre di limitare e di far indietreggiare il grande avanzamento di segno progressista per quei popoli. A tanti che spesso nel nostro emisfero scuotono la testa di fronte a concetti anche ai giorni nostri come quello dell’autodeterminazione od hanno comportamenti ancora di natura razzista verso i cittadini africani, occorrerebbe ricordare che uomini come Mandela, Dos Santos, Nyerere, Kaunda, Samora Machel, Yomo Kenyatta e tanti altri sono stati assunti in tutto il mondo come simboli di libertà per i loro paesi.
Proprio quella libertà che avrebbero voluto conculcare le ‘’libere potenze occidentali’’ che della libertà hanno fatto una loro bandiera nella storia per loro stessi, ma che quando si trattava degli altri erano poco propensi a riconoscere. Mandela che nella sua vita passata per ben 27 anni in galera, piena di stenti ed ai lavori forzati per aver combattuto per la libertà del suo popolo, ha visto ripagare il proprio sforzo e coronare i suoi sogni solo negli ultimi 20 anni. Ora Mandela non c’è più. C’è un Sudafrica diverso e lui, Madiba, resta un simbolo soprattutto morale a cui tutta l’umanità deve grande riconoscenza. Non c’è bisogno di fare le condoglianze alla repubblica Sudafricana , perché uomini così non muoiono mai!

Carlo Sacco

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