L’ADDIO A MANDELA: LE CONDOGLIANZE NON SERVONO, UOMINI COSI’ NON MUOIONO MAI!
Nelson Mandela è morto a 95 anni nella sua casa presso Johannesburg. Con lui se n’è andato un simbolo vivente della lotta per l’eliminazione dall’oppressione straniera coloniale. Il suo fisico, già fortemente provato dalla tubercolosi contratta durante la prigionia ed i lavori forzati ha cedutoalle complicanze polmonari intervenute nelle settimane scorse. Aveva 95 anni, appunto, ed era conosciuto in tutto il Mondo per il suo carattere pacato e costantemente proteso all’ascolto delle ragioni degli altri, anche di coloro che gli erano nemici. Per questo gli è stato assegnato negli anni scorsi il Premio Nobel per la Pace. Un simbolo insomma, che l’Occidente solo da circa 20 anni ha riconosciuto ed immesso nella cultura internazionalista che lo stesso Mandela ha contribuito fortemente a formare con la sua lotta e quella dell’ANC, il suo partito.
Dico questo poiché chi ha osservato la politica degli Stati Occidentali, USA ed Inghilterra in testa, di sostegno al Sud Africa dell’Apartheid, al regime di Ian Smith nella ex Rodhesia, al sostegno alla guerriglia della Renamo ed anti Frelimo in Mozambico o delle formazioni armate anti MPLA in Angola, avrebbe il dovere morale di chiedersi oggi se la parte dalla quale pesava sia stata quella giusta. A tanti Governi che oggi versano lacrime di coccodrillo di fronte alla scomparsa di un leader come Mandela –in prima linea quelli Inglese, Francese ed Americano – e che inviano i loro ambasciatori ai funerali di un simbolo come Mandela, bisognerebbe ricordare quali furono le parti che sostenevano in passato sulla scena internazionale, il sovvenzionamento e foraggiamento militare ed economico ai movimenti istituiti in primo luogo con i loro soldi e con l’addestramento dei mercenari per farli marciare contro i governi che avevano realizzato la decolonizzazione. Il colonialismo ha regnato a lungo sempre sulla base di due pesi e due misure, disprezzato da una parte ma elevato a simbolo di equilibrio dall’altra, e se pur con tutte le contraddizioni che hanno avuto i movimenti di liberazione coinvolti soprattutto riguardo agli aspetti dell’equilibrio delle superpotenze, ha cercato sempre di limitare e di far indietreggiare il grande avanzamento di segno progressista per quei popoli. A tanti che spesso nel nostro emisfero scuotono la testa di fronte a concetti anche ai giorni nostri come quello dell’autodeterminazione od hanno comportamenti ancora di natura razzista verso i cittadini africani, occorrerebbe ricordare che uomini come Mandela, Dos Santos, Nyerere, Kaunda, Samora Machel, Yomo Kenyatta e tanti altri sono stati assunti in tutto il mondo come simboli di libertà per i loro paesi.
Proprio quella libertà che avrebbero voluto conculcare le ‘’libere potenze occidentali’’ che della libertà hanno fatto una loro bandiera nella storia per loro stessi, ma che quando si trattava degli altri erano poco propensi a riconoscere. Mandela che nella sua vita passata per ben 27 anni in galera, piena di stenti ed ai lavori forzati per aver combattuto per la libertà del suo popolo, ha visto ripagare il proprio sforzo e coronare i suoi sogni solo negli ultimi 20 anni. Ora Mandela non c’è più. C’è un Sudafrica diverso e lui, Madiba, resta un simbolo soprattutto morale a cui tutta l’umanità deve grande riconoscenza. Non c’è bisogno di fare le condoglianze alla repubblica Sudafricana , perché uomini così non muoiono mai!
Carlo Sacco
Vero, uomini come Mandela non muoiono mai. Perché hanno parlato con l’esempio, più che con le parole… Ed è giusto ricordare, così come oggi ricordiamo Mandela, anche altri artefici della decolonizzazione che furono veri e propri “giganti” della politica, del pensiero e anche della lotta di popolo, nei loro paesi negli anni ’60: da Kwame Nkrumah a Julius Nyerere, da Leopold Sedàr Sengor a Patrice Lumumba, da Yomo Keniatta a Samora Machel… Personaggi che, in qualche caso, dopo la presa del potere, si abbandonarono ad eccessi, ma rimangono figure di grande spessore intellettuale e politico. Oggi, qualcosa di simile si intravede solo in certi leader e presidenti sudamericani…
C’è anche un Mandela che la debordante retorica di questi giorni si guarda bene dal citare. E, guarda caso, è il Mandela che manca nei media mainstream.
Sugli Usa: «Se c’è un paese che ha commesso atrocità indicibili nel mondo, questi sono gli Stati Uniti d’America. A loro non importano gli esseri umani».
Prima della guerra in Iraq: «L’atteggiamento degli Stati Uniti d’America è una minaccia per la pace nel mondo».
Su Israele e palestinesi: «Israele dovrebbe ritirarsi da tutte le aree che ha conquistato a danno degli arabi nel 1967, e in particolare dovrebbe ritirarsi completamente dalle Alture del Golan, dal sud del Libano e dalla Cisgiordania»,
Su Cuba: «Fin dai suoi primi giorni, la rivoluzione cubana è stata anche una fonte di ispirazione per tutte le persone che amano la libertà. Ammiriamo i sacrifici del popolo cubano nel mantenere la propria indipendenza e sovranità di fronte alla malvagia campagna imperialista orchestrata per distruggere l’impressionante miglioramento realizzato nel corso della rivoluzione cubana».
Si oggi sono tutti con lui, ieri meno, anzi per nulla nel nostro emisfero.e neppure oggi si ricorda che Nelson Mandela è stato un militante del Partito Comunista Sud Africano.Presenze ingombranti, che occorre scavalcare per instradare i popoli all’incensatura di un leader senza che se ne conosca la vita e gli ideali che aveva abbracciato.Diventano tutti progressisti adesso, Inghilterra, USA, Francia, Spagna, Israele e tanti altri legati alla superpotenza mondiale a stelle e strisce.Perchè ? Perchè in questi tempi di dominio assoluto dei media in una società globalizzata è oggi più utile incensare e far vedere il popolo che sfila davanti alla bara di una guida morale ma invece fregandosene altamente di parlare di come si siano comportati in precedenza ed i motivi fondamentali di tali comportamenti, che speso ancor oggi non sono cambiati..Il cittadino medio americano non mi pare che abbia molta memoria storica sulla politica internazionale del proprio paese.Si provi a parlare con uno studente americano di media levatura e magari domandargli chi era Nelson Mandela o dove è il Sud Africa o la Namibia nella cartina geografica e poi si veda cosa risponde. Spero che la lezione di Mandela e della sua vita serva ad illuminare una strada ancora troppo buia, costellata da interessi e da guerre,dove in mezzo alle sue pieghe ci si infilano gli interessi del padrone di sempre che condiziona e che frena adducendo l’idea che la sovversione non serva ai popoli.mentre lui storicamente era colui che per poter commerciare e cibarsi di ricchezze di quei paesi garantiva con le armi che i regnanti fossero difesi dal popolo che si ribellava.Questa è stata fondamentalmente la storia del colonialismo.
Certo, il compagno Mandela è stato pure comunista… ma questo particolare non trova molto spazio nei commenti dei media grandi e piccoli…