I SOLDI FACILI DI MPS A BERLUSCONI. QUANDO SCRICCIOLO DISSE DI NO…

sabato 02nd, novembre 2013 / 22:27
I SOLDI FACILI DI MPS A BERLUSCONI. QUANDO SCRICCIOLO DISSE DI NO…
0 Flares 0 Flares ×

TRA IL 1974 E IL 1981 CRAXI SI IMPEGNO’ DIRETTAMENTE PER FARE FINANZIARE MILANO 2. L’ALLORA VICEPRESIDENTE DELLA BANCA SENESE, SOCIALISTA ANCHE LUI SI OPPOSE. MA PERSE TUTTO…

CHIUSI –  Lo scandalo Monte dei Paschi è tra i più grossi, per dimensioni e tra i più “scandalosi” per risvolti politici e conseguenze economiche per l’Italia intera e per il territorio senese in particolare. Uno tsunami di proporzioni gigantesche di cui ancora non sono chiari tutti i contorni. Dicevamo che è tra i più  “scandalosi” perché coinvolge un sistema politico e di potere e chiama in causa non i “soliti” faccendieri, il solito capitalismo d’assalto, ma la sinistra di governo di quella che era la provincia più rossa d’Italia ed è tutt’ora roccaforte del Pd, che non sarà più tanto di sinistra, ma continua a governare il territorio con i voti di quel popolo che un tempo votava Pci e Pds…

Nonostante questo il cavalier Silvio Berlusconi che non ha mai perso e non perde occasione per additare i comunisti e i post comunisti come i responsabili non solo delle sue disavventure giudiziarie, ma di tutti i mai possibili e immaginabili, in questo caso, cioè sulla vicenda del Monte dei Paschi, si è tenuto piuttosto i disparte. Quando scoppiò lo scandalo con la messa sotto accusa e ai domiciliari dell’ex numero uno della banca senese Mussari e di alcuni alti funzionari della stessa, si limitò a dichiarare: “Il Monte dei Paschi è un’istituzione a cui voglio bene”. Non si unì alle truppe d’assalto che si mobilitarono contro la finanza rossa, insomma. Forse perché proprio il Monte dei Paschi contribuì e non poco alla sua scalata al successo, finanziando l’operazione Milano 2 tra il 1974 e il 1981.  A tassi di vero favore, naturalmente.  Si parla di decine di miliardi di lire.milano2

La questione del finanziamento Mps al signor Fininvest è stata trattata anche dalla stampa. Il 5 febbraio scorso, per esempio su L’Unità, il giornalista toscano Piero Benassai scriveva:

“In quell’epoca l’istituto di credito senese era guidato dal provveditore (amministratore delegato, ndr) Giovanni Cresti ed il vice presidente era l’onorevole socialista Loris Scricciolo i cui nomi, come quello del Signor Fininvest, erano nella lista della P2 trovata a Villa Vanda sede storica del Gran Maestro Licio Gelli. Dei circa 200 miliardi di lire di fidi e 150 miliardi di fidejussioni di cui disponevano all’epoca le società del gruppo di Silvio Berlusconi ben il 20% provenivano dalle casse di Rocca Salimbeni”.  Benassai, nel suo articolo su L’Unità cita larelazione del collegio sindacale di Mps, redatta l’8 ottobre 1981 da Carlo Turchi, padre dell’attuale vice presidente del Monte dei Paschi ed allegata agli atti della Commissione parlamentare sulla P2 guidata da Tina Anselmi, dalla quale emergeva che ‘gli ispettori hanno esaminato la posizione in questione e ne hanno fatto un’accurata analisi che consente di pervenire a considerazioni che dimostrano l’esistenza di un comportamento preferenziale accentuato, che suscita perplessità e non trova ragionevole giustificazione’. Interessante sottolineare – scrive ancora Benassai – che questi finanziamenti venivano erogati ad un tasso medio del 9-9,5%, mentre, secondo i dati della Banca d’Italia, il tasso di interesse nominale all’epoca oscillava tra il 14 ed il 19,7%. In pratica il Monte dei Paschi, diretto dai fratelli pidduisti, nominati dal ministero del Tesoro e non dalla Fondazione, che all’epoca non esisteva, prestavano soldi al futuro leader del Pdl ad un tasso inferiore a quello interbancario. Mps avrebbe guadagnato molto di più se avesse prestato i soldi ad un’altra banca. La società che ha goduto di questi privilegi è la Edilnord Centri Residenziali Sas, costituita per la realizzazione di Milano 2, che dopo vari prestanome, avrà come socio accomandatario il commercialista romano Umberto Previti, padre di Cesare Previti. Il Monte dei Paschi sarà la prima banca ad aprire uno sportello a Milano 2… Queste proprietà immobiliari saranno poi cedute nel settembre del 1977 alla Immobiliare San Martino spa, amministrata da Marcello Dell’Utri, trasformata in Milano 2 S.p.A. e quindi convogliati nel nascente gruppo Fininvest i cui anonimi soci sono coperti dalle due fiduciarie romane Servizio Italia e Saf Società azionaria fiduciaria. Anche il Gran Maestro della P2, Licio Gelli, utilizzò i canali della Banca Toscana, controllata ed oggi inglobata da Monte dei Paschi, per riciclare un po’ di soldi. Nel 1992, infine, il pm di Palmi Agostino Cordova aprì un’inchiesta sui legami tra mafia, politica e massoneria, dalle sue indagini emerse che la maggior parte dei responsabili delle filiali estere del Monte dei Paschi erano iscritti ad una loggia massonica”.

Per quanto riguarda il finanziamento Mps alle società di Berlusconi, quello che scrive il giornalista de l’Unità è vero e agli atti.  Come è vero che sui vertici Mps aleggiava l’ombra della massoneria e della P2. C’è però una imprecisione. Benassai cita come uno dei responsabili di quel trattamento privilegiato e senza presupposti, l’allora vicepresidente di Mps Loris Scricciolo, ex deputato socialista, massone dichiarato e anche, secondo gli elenchi di Gelli, iscritto alla P2.

Beh, contrariamente a quanto sostiene Benassai, l’atteggiamento di Scricciolo, in quanto vicepresidente di Mps, fu invece diverso. E per la verità, su primapagina lo avevamo già scritto: nel 2000 e nel 2004.  L’ex onorevole socialista, per lunghi anni signore e padrone del Psi a Chiusi e in provincia di Siena, confidò infatti al nostro giornale come lui fosse contrario a finanziare Milano 2. loris scricciolo onorevole

Nel 1976 al famoso congresso del Midas tentò, alleandosi anche con vecchi avversari come Mancini e Lombardi, di impedire l’ascesa di Craxi. Non ci riuscì. Da vicepresidente del Monte dei Paschi, incarico di assoluto potere, si oppose alla richiesta proveniente proprio da Craxi di finanziare un imprenditore milanese che ‘non dava sufficienti garanzie’. Si chiamava Silvio Berlusconi. E lì cominciarono i suoi guai e la sua parabola discendente. Perse infatti la vicepresidenza del Monte e la leadership del partito“. Così scrivevamo su primnapagina del 24 luglio 2004, nel necrologio, dopo la sua morte avvenuta l’8 luglio di quello steso anno.

La tesi non è una supposizione o ricostruzione operata dal giornale, ma è ripresa pari pari da  un articolo pubblicato il 4 febbraio 2000,  in cui lo stesso Scricciolo, commemorando Craxi appena scomparso, scriveva di suo pugno:  “Autonomista sì, anticomunista pure, mai craxiano. Mi battei contro la sua elezione a segretario nazionale nel congresso del Midas nel ’76 e quando ero al Monte contro i finanziamenti erogati a Berlusconi per le prime avventurose operazioni immobiliari…”.

Anche in relazione alla sua iscrizione alla Loggia P2, Scricciolo ha sempre dichiarato  “massone sì, golpista mai“. Ci parlò anche di una lettera inviatagli direttamente da Licio Gelli con la quale il Venerabile si scusava con lui per il fastidio e i problemi che la notizia dell’appartenenza alla P2 gli aveva recato… Insomma una sorta di affiliazione a sua insaputa. Certo è che i comunisti e non solo loro gliela rinfacciarono più volte. L’Anpi gli revocò, per quel’iscrizione, il riconoscimento di partigiano (fu anche membro del CLN a Chiusi), e ciò lo amareggiò molto.

Quanto ai motivi della sua contrarietà al finanziamento da parte del Monte delle “avventurose operazioni immobiliari” del cavaliere, Scricciolo ha sempre lasciato intendere che non era per fare un dispetto a Craxi che invece perorava la causa e che lui non amava, ma piuttosto per mere ragioni di condotta bancaria: Berlusconi non dava a quell’epoca, sufficienti garanzie di poter onorare il prestito. Non era ancora Berlusconi. Punto.

Craxi, come scrivevamo nel 2004, se la legò al dito, e gliela fece pagare. Nel ’77 Loris Scricciolo fu defenestrato dalla vicepresidenza di Mps e perse anche la leadership senese del partito.  Il colpo fu durissimo. Ebbe anche un ictus che lo segnò per il resto della vita. Lui, uomo di partito e di potere, che quel potere aveva usato anche in maniera clientelare, osannato e riverito a Chiusi e in tutto il senese, si ritrovò di punto in bianco senza potere e in un partito che stava cambiando pelle, strategia, riferimenti culturali.  Si ritrovò sempre più isolato e solo. Ma anche dopo la debacle socialista di Mani Pulite e la diaspora verso Forza Italia di molti dirigenti e militanti, il vecchio Scricciolo rimase fedele al simbolo socialista e alla collocazione comunque a sinistra, e all’autonomia dal Pci e poi da Pds e Ds.

Loris Scricciolo, da dirigente di partito, da deputato e da vicepresidente del Monte dei Paschi non è stato certamente un santo. Non è senza peccato e la storia della P2 resta una macchia non del tutto chiarita. Però, se è vero che Mps favorì l’ascesa di Berlusconi con un prestito fin troppo agevolato e sponsorizzato da Craxi, quella scelta “avventurosa” per la banca senese non è addebitabile a Scricciolo.  Almeno secondo quanto egli ha sempre sostenuto. Negli archivi di Rocca Salimbeni ci saranno i verbali… E ci sarà pure qualche testimone ancora in vita.

m.l.

 

Nelle foto: in alto:  L’ingresso di Rocca Salimbeni, sede Mps a Siena. Al centro, un’immagine di Milano 2; in basso Loris Scricciolo alla degli anni ’70.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube