L’ARCOLAIO. L’ARTE DI RESTAURARE I TESSUTI

sabato 09th, novembre 2013 / 10:03
L’ARCOLAIO. L’ARTE DI RESTAURARE I TESSUTI
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Antichi mestieri e botteghe. Il laboratorio a Siena. Tra le altre cose restaurato anche il Parato sacro di santa Mustiola. in fase di restauro una serie di cimeli garibaldini. Entro fine anno torneranno a Caprera.

CHIUSI – Antichi mestieri e botteghe. In un’Italia in cui i vecchi mestieri stanno scomparendo per far fronte non si sa ancora a che cosa, un piccolo avamposto del Belpaese che fu, lo abbiamo a  Siena. Il laboratorio L’Arcolaio, infatti, storica realtà di restauri di tessuti, tappeti, abiti storici, resiste stoicamente. Sul relativo sito (http://www.arcolaiorestauri.it/), si legge: “”L’Arcolaio s.n.c” è specializzata nel restauro di tessili antichi, tappeti, arazzi, merletti, costumi, bandiere. Si occupa della catalogazione, esposizione e conservazione dei tessuti trattati. Realizza allestimenti museali e stesure di schede tecnico-storiche. Vanta numerose pubblicazioni ed esperienze nel campo della formazione nel settore del restauro dei tessuti nonchè collaborazioni con prestigiosi enti nazionali ed esteri”.

Per i profani, l’arcolaio è uno strumento semplice che viene utilizzato per dipanare le matasse

Trent’anni di storia di restauri prima nel laboratorio di Via della Sapienza, e dal 2000, in Via Bandini zona Marciano. Interventi fatti a Siena e Provincia.

Tra le particolarità che sono tuttora in restauro una bellissima bandiera garibaldina appartenente alla Società di Mutuo Soccorso di Ancona. Ed ancora cimeli garibaldini proveniente da Nizza e nastrini di marinai. Il tutto entro fine Novembre sarà riportato a Caprera, alla casa di Garibaldi.

Caterina Fineschi e Roberta Cappelli sono fiere del loro lavoro. La formazione è avvenuta tanti anni fa al Monna Agnese quando c’era un indirizzo di restauro tessile. Poi corsi di formazione, specializzazioni e poi il laboratorio e tanta, tanta esperienza sul campo.

Nel laboratorio, particolarità delle particolarità, ma del resto siamo a Siena, una bandiera di seta, della Contrada dell’Oca, datata probabilmente degli anni ’50, e ritrovata casualmente, due mesi fa, in un antiquario di Torino ed acquistata per cinquanta euro: “ dall’araldica sarà degli anni ’50 – afferma Caterina – chissà come è finita a Torino…”.

Si definiscono scherzosamente le “Cenerentole dell’arte” perché prima del restauro dei tessuti e altro simile, in una scala di valori ipotetica, nel mondo dell’arte viene prima il restauro di sculture, di affreschi e poi in ultimo, appunto, i tessuti: tendaggi,arazzi e quant’altro. “ L’Italia è così piena di tante belle cose che, inevitabilmente e purtroppo, il restauro dei tessuti e tendaggi, viene per ultimo anche perché spesso manca il sostegno economico…”.

Innumerevoli i loro interventi anche nelle Chiese tra cui tanti anni fa, nella Chiesa di Provenzano a Siena: “ Sì siamo intervenute sullo stendardo di Papa Alessandro VII nel lontano 1994. Restauro imponente viste le dimensioni. E’ posto dietro l’altare maggiore, di velluto, con le insegne papali e le insegne della famiglia Chigi-Della Rovere”.

Su un grande tavolo, la bandiera della Società di Mutuo Soccorso di Ancona, conservata nella casa di Caprera, dell’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi.

“ Anche per Caprera è una gara di appalto indetta dalla Soprintendenza di Sassari e vinta. Oltre a questa bandiera ( riportata nella foto dell’articolo), ci sono altri materiali tessili provenienti dalla casa di Caprera. Anche e soprattutto dopo la morte di Garibaldi, molti portavano vari cimeli a Caprera, per onorarlo. Anche questa bandiera di Ancona è un omaggio. Ma, come dicevo prima, non c’è solo questa. C’è. Infatti, anche una cosa particolare: 353 nastri di cappelli di marinai con scritto sopra il nome della nave”.

Mostrano fiere, uno di questi nastri. C’è scritto sopra Radio Caccia Torpediniere Espero.

“ Era lasciato dai marinai come omaggio sulla tomba di Garibaldi -afferma Roberta – “.  E non è finita qui perché c’è anche uno stendardo di Nizza regalato probabilmente a Garibaldi dalla sua città natale. Inoltre c’è anche uno stendardo donato dallo Stato Italiano pochi anni dopo la morte di Garibaldi. Il grosso problema di Caprera è che c’è molta umidità”.

Entro fine anno il tutto sarà riconsegnato a Caprera e non si esclude che altri tendaggi, compresi quelli del letto dell’Eroe dei Due Mondi, vengano a Siena per un restauro.

Per il trasporto? “ O ci organizziamo da sole o ci rivolgiamo a ditte specializzate specie su Firenze”.

La crisi, purtroppo, si sente anche in questo settore ed oggi le gare di appalto si sono ridotte. Ma come avvengono le gare di appalto? “Le soprintendenze decidono quali sono gli oggetti da restaurare, fanno o delle gare a trattativa privata o richieste di preventivi. Oggi purtroppo con la crisi sono diversi anni che il Ministero dei beni culturali ha sempre meno soldi e vengono fatte meno gare dalle soprintendenze”.

Altra nota italica, in un Paese pieno di albi e ordini,  la mancanza proprio di un albo dei restauratori. Con Bondi Ministro dei Beni Culturali partì un percorso per istituire un albo. Documenti su documenti, domande su domande, ma poi si è arenato tutto ed oggi, i restauratori, sono assimilati genericamente alla categoria degli artigiani.

David Busato

 

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