RADDOPPIO SIENA-GROSSETO. ITALIA NOSTRA: “GIU’ LE MANI DA PETRIOLO”

venerdì 13th, settembre 2013 / 16:22
RADDOPPIO SIENA-GROSSETO. ITALIA NOSTRA: “GIU’ LE MANI DA PETRIOLO”
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Il raddoppio previsto della Siena-Grosseto non va giù all’associazione ambientalista. Intervista a Maria Rosa Signorini del direttivo nazionale di Italia Nostra.

SIENA – Ora che la “famosa” Salerno-Reggio Calabria rischia di essere davvero finita (si parla di Dicembre 2013…) sarà la Siena-Grosseto la strada più “criticata” d’Italia? Il rischio può esserci, visto che il previsto raddoppio dell’arteria è contestato con decisione da Italia Nostra, nel tratto di Petriolo.

Italia Nostra denuncia  Incuria e degrado per la colpevole negligenza di istituzioni, enti locali e gestori privati”, alle storiche Terme di Petriolo, tra i territori di Siena e Grosseto. Si ventila anche l’ipotesi di un esposto in Procura.

Insieme a Italia Nostra anche l’associazione Amici delle Terme di Petriolo. Nel Comune di Monticiano, al confine fra le Province di Siena e Grosseto, le storiche terme di Petriolo con la cinta muraria, il castellare, la chiesa di Papa Pio II Piccolomini e le sorgenti di acqua sulfurea, sono state da sempre una risorsa e un bene comune liberamente accessibile : “ma adesso sono abbandonate all’incuria  e al degrado dalla colpevole negligenza delle Istituzioni, degli Enti Locali e dei proprietari privati che si sono succeduti nel tempo” denunciano dall’associazione Amici delle Terme di Petriolo.

“Il complesso termale è messo a dura prova in questo periodo, anche dall’attraversamento della strada di cantiere, utilizzata per il passaggio dei mezzi pesanti di trasporto per i materiali necessari alla costruzione del nuovo viadotto della Siena-Grosseto. Questo passaggio, secondo gli ambientalisti, mette a repentaglio, oltre alle sorgenti di acqua sulfurea, i beni monumentali che, in parte già lesionati, non possono subire ulteriori danni”.  Le Associazioni “Italia Nostra ONLUS ” e “Amici dei Bagni di Petriolo” hanno invitato i Comuni, le Provincie, la Regione, l’Anas, l’Unipol (proprietaria dell’area vincolata) a un tavolo di concertazione per  gestire il recupero della zona dall’attuale abbandono”.

“ Abbiamo dato al Governatore Rossi un plico. Tra le varie cose, ci sono i camion ad un metro dalle mura storiche – denuncia Maria Rita Signorini – del Consiglio Nazionale di Italia Nostra, interpellata telefonicamente – Tutta quella zona è di grande interesse storico. Ci sono le mura medievali, una chiesa ed è l’unico esempio di terme accanto ad una Chiesa (voluta da Papa Pio Piccolomini). Quindi quella zona è un bene di interesse storico-artistico. Quella zona  è già negletta e abbandonata da un po’ di tempo. Noi chiediamo. Visto che non è stato possibile mettere il cantiere da un’altra parte, perlomeno di mettere quella zona in sicurezza e tutti un domani possano usufruirne. Vorremmo che quella zona ritornasse ad un certo splendore, invece così non sarà che un ammasso di ruderi. Consideri le vibrazioni dei camion che sono ad un metro dalla chiesa… Vogliamo che la Soprintendenza intervenga per salvaguardare. Ci appelliamo al Ministero dei Beni Culturali”.

Non c’era altra via – chiediamo -? “ C’era la via più lunga per il bosco ma sarebbero stati distrutti molti alberi – risponde la Signorini – Già ora per fare l’ampliamento si vede bene che sono andate giù tante piante. Noi chiediamo la tutela di questa zona”.

“ Nel corso degli anni – ricorda concludendo la Signorini – sono state cambiati diversi progetti e l’ultima idea per il raddoppio è stata completamente diversa da quelle precedenti. Ora ci devono ascoltare se no bloccheremo la strada. Vogliamo che siano rispettati i patti. Ora andremo per la Magistratura, dopo andremo a fare i blocchi in strada. Ci hanno raccontato che sarebbe stato un cantiere ad impatto zero”.

David Busato

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