PERUGIA, UNA CITTA’ DI GIGOLO’

venerdì 20th, settembre 2013 / 15:36
PERUGIA, UNA CITTA’ DI GIGOLO’
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SOLO IN CITTA’ OLTRE 40 UOMINI VENDONO IL PROPRIO CORPO A SIGNORE IN CERCA DI EMOZIONI FORTI… 

PERUGIA – Due giorni fa la notizia della scoperta a Siena e nel senese di almeno 50 case d’appuntamento, con almeno 200 prostitute, per lo più sudamericane o dell’Europa dell’est. Un fenomeno tutt’altro che sommerso e anche un bel business, probabilmente in mano ad organizzazioni malavitose italiane e straniere. Siena, la provincia profonda, altezzosa custode di un passato illustre e ora un po’ in crisi che da “terra rossa” (politicamente) si scopre a luci rosse, pruriginosa e piena di… bocche di rosa arrivate chissà da a portare scompiglio.

E’ di oggi invece la notizia che a Perugia, città un po’ più grande di Siena, capoluogo di Regione, quasi dirimpettaia, a soli 90 chilometri di distanza, e ugualmente ammantata dell’alone di nobile decaduta, ombelico di intrecci massonico-politici, nuova capitale del malaffare e della droga, c’è un iceberg della prostituzione di cui si parla poco o nulla. Iceberg perché in gran parte sommerso più della prostituzione classica di strada o d’appartamento.

La prostituzione maschile. Solo spulciando alcuni siti web (anche quelli di annunci) si scopre infatti che solo a Perugia città esistono almeno 42 uomini che vendono il proprio corpo per prestazioni sessuali occasionali, ma anche – come le escort di sesso femminile – per “vacanze estive o invernali”, per accompagnare signore sole a cocktail party, cene di rappresentanza, convegni, serate mondane… C’è chi offre “massaggi rilassanti”.

Ovviamente il sesso fa la parte del leone. E negli annunci di cui sopra non mancano segnalazioni ance sulle dimensioni del ferro del mestiere . Alla fine comunque a fare la differenza è il… prezzo. Si va dai 500 ai 1.000 euro a notte, il doppio, ma anche meno, per il weekend. Qualcuno si tiene a livelli più modesti, ma la media è quella. Più basso il prezzo per prestazioni gay (2-300 euro), ma gli annunci di questo tipo sono più rari e tutti con indirizzo nella zona della prostituzione tradizionale: Fontivegge (stazione), San Sisto, Madonna Alta. Gli altri propongono luoghi più variegati. Alcuni offrono anche prestazioni a domicilio o in luoghi scelti dal cliente. Il luogo per la contrattazione è, appunto, il web.

Insomma per lo più roba per “signore sole e incomprese”, o “in cerca di emozioni forti”, ma comunque facoltose. Perché 500-1.000 euro non sono uno scherzo.  E non è che il gigolò in questione sia sempre Richard Geere (nella foto, nel film “American Gigolò” del 1980).AMERICA GIGOLò

Rispetto alla prostituzione femminile, il fenomeno-gigolò sembra più un giro autogestito dai singoli protagonisti. Ognuno per sè. Se mai, pare ci sia qualche connessione con il giro dell’hard fatto in casa, dei filmetti pornografici che finiscono nei siti per adulti (ma che tutti possono vedere su internet) girati in appartamentini di periferia, con casalinghe più o meno disperate con la mascherina e le autoreggenti pronte ad affrontare tre o quattro emuli di Rocco Siffredi in battaglie impari, dall’esito scontato…  Non sembra, ma un discreto business anche quello.

La notizia di un fenomeno-gigolò così diffuso, diramata da alcuni media locali, ha creato un po’ di disorientamento: e se  i sociologi di turno spiegano la cosa con l’acuirsi della crisi, c’è anche chi sorvola dicendo che la prostituzione maschile, come quella femminile, c’è sempre stata e sempre ci sarà, e chi infine, controllando il conto in banca si domanda se la propria consorte si senta sola e incompresa o abbia bisogno di emozioni forti…

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