CHIUSI SCALO IN FESTA, MA FIOCCANO LE MULTE. E QUALCUNO PROTESTA
LETTERA DI UN CITTADINO PIEVESE INCAPPATO NELLA “SCURE” DI UN INFLESSIBILE VIGILE URBANO: “UN’AZIONE DI SABOTAGGIO, NON TORNERO’ PIU’ A CHIUSI…”
Da un nostro lettore riceviamo e pubblichiamo:
Egr. direttore, sono un lettore di primapagina da sempre. Ho letto l’articolo pubblicato ieri su questo sito a proposito della festa dei Ruzzi della Conca e concordo con le considerazioni dell’autore. Anche io sono uno di quei pievesi che un tempo veniva a Chiusi Scalo perché Chiusi Scalo era la realtà più vivace della zona. Ora ci vengo più raramente, ma continuo a venire. Perché a Città della Pieve, anche se da anni c’è più gente che a Chiusi, non c’è quel clima cittadino che si respira alla Stazione… Però, devo dire, caro direttore, che come primapagina ha spesso sottolineato, non mi pare che Chiusi faccia molto per attirare e trattenere i cittadini di fuori. Qualche giorno fa, esattamente mercoledì 4 settembre, sono venuto a Chiusi Scalo con l’intento di cenare alla Festa dei Ruzzi della Conca. Sono arrivato un po’ in anticipo per fare degli acquisti e perché dovevo passare dal commercialista. Ho faticato un bel po’ a trovare un posteggio, visto che quello che uso di solito era occupato proprio dal ristorante e bar della festa. Alla fine ho posteggiato in una via centrale, pagando l’apposito ticket.
Solo che quando sono ripassato per depositare in macchina gli acquisti, ho trovato sul parabrezza una bella multa. Per “sosta oltre l’orario di scadenza, eccedendo di minuti 25…”
E’ vero, il ticket era scaduto. Da 28 minuti quando ho controllato io. Nulla da dire. La multa l’ho pagata la mattina successiva, nella misura ridotta (euro 17,50) come previsto se paghi entro 5 giorni. Ma quello che mi risulta strano è un altro aspetto. Ma in un paese che cerca – a quanto si legge – di rilanciarsi dal punto di vista turistico, in una situazione che vede molti parcheggi inutilizzabili perché occupati dai capannoni della festa paesana, come si può pensare di multare i visitatori. Tanto più uno che aveva sì sforato” l’orario, ma aveva comunque pagato il ticket? A me, da pievese, abituato ad una certa presenza turistica e ad una certa penuria di posteggi, mi è sembrata, quella multa, una sorta di azione di sabotaggio, una pugnalata alle spalle a chi sta tentando con fatica di ricreare occasioni di richiamo. Insomma quella multa mi ha fatto incazzare. E d’ora in poi, non so se tornerò a Chiusi Scalo per fare acquisti o per cenare alla festa del paese. Anzi penso proprio che non ci tornerò e farò pure la mia propaganda contraria. Siccome dicono che la migliore pubblicità sia quella del passaparola, non so quanto alla fine Chiusi ci abbia guadagnato, con quel solerte e burocratico atto di un inflessibile vigile urbano…
Meditate chiusini meditate…
Lettera firmata
Vero, le multe in questi giorni non le hanno beccate solo i turisti o i cittadini dei dintorni. Ed è vero – come dice il ns lettore incazzato – che appare quantomeno incongruo che si facciano multe per divieto di sosta quando gran parte dei posteggi sono “occupati” da strutture improprie e non è stata creata alcuna alternativa. In certi casi un po’ più di elasticità e di tolleranza non guasterebbe. Soprattutto se il Comune non è senza peccato (mancanza di alternative, viabilità complicata e cervellotica, spazi pubblici occupati ecc.) e il multato il ticket lo aveva comunque pagato… Nell’articolo di ieri, cui fa riferimento anche il lettore, parlavamo della necessità di uno sforzo unitario e concentrico dei vari soggetti, per il rilancio di Chiusi Scalo. Beh… l’atteggiamento ‘solerte e burocratico’ degli inflessibili vigili urbani va esattamente nella direzione opposta. Ci rifletta il sindaco Scaramelli. Quelle multe, non solo scoraggiano i visitatori, ma sono anche siluri lanciati contro di lui e contro tutta la città.
Devo dire che le poche multe che ho preso, me le sono beccate tutte a Chiusi Scalo. E devo dire pure che forse non sono l’unica. Qualche giorno fa mio padre, quando ha sentito che per una commissione andavo a Chiusi, mi ha detto “ah! Stai attenta. A Chiusi mettono un sacco di multe. Le uniche multe le ho prese solo là…”
Fermo restando il fatto che le regole debbano essere rispettate ed osservate perchè solo quelle permettono una ordinata convivenza civile, credo che spesso in presenza di scarsità di spazio o di costrizione di viabilità(posteggi) debba prevalere in tali occasioni il cosiddetto ”buon senso”. Il vibrato risentimento del cittadino pievese, mi fa ricordare ciò che è successo a me circa tre mesi or sono a Montepulciano in occasione della mostra fotografica che ho gratuitamente fatto per il Comune .Richiesi il permesso di accesso per montare tale mostra in Via dell’Opio al n.5 e dal locale Comando di Polizia Urbana mi fu concesso il permesso per accedere in tale luogo per il trasporto delle opere.Fin qui tutto a posto.Per lo smontaggio della mostra un mese dopo mi premunii dello stesso permesso ma intanto le condizioni di accesso alla zona erano variate ed avrei dovuto seguire un altro itinerario e non transitare nella zona pedonale.Venivo da Firenze e non conoscevo altri percorsi tranne quello che avevo sempre fatto e senz’altro per mia svista ritenevo che il permesso fosse stato sempre della stessa natura.Quindici metri dopo essere entrato nella zona pedonale fui fermato da una vigilessa alla quale esibii il permesso in validità di data per accedere al luogo di destinazione ,ma non ci fu nulla da fare ed a nulla valsero le mie spiegazioni che facevo detta attività demandatami dall’Associazione dei Comuni della Valdichiana e quindi era per Montepulciano stesso che avevo richiesto il permesso che esibii,ma che in effetti nulla valeva perchè avrei dovuto osservare orari di accesso stabiliti.Come facevo a sapere tali orari e per di più da quale parte passare per arrivare nel luogo di destinazione? Ero senz’altro in torto ma talvolta il buon senso dovrebbe spingere le persone a comportarsi in maniera idonea alle situazioni, tantopiù il preposto al servizio avrebbe potuto dirmi di ritornare a retromarcia per non più di 15 metri dove sarebbe valso il mio permesso e farmi prendere un altra direzione.Mi fece accostare mi chiese la patente e mi multò per la modica somma di 80 euro.Le regole sono regole ed ho pagato tale multa perchè avevo infranto una disposizione di traffico non senza essere anche andato al Comando di Polizia Urbana ed aver ricevuto un gentile ed educato diniego di un altra vigilessa alla mia domanda se avessero potuto toglire la multa dal momento che il mio era stato un atto involontario perchè avevo creduto che il permesso scritto che avevo con me fosse sufficiente.Anch’io ho giurato a me stesso di non allestire più alcuna mostra e di non collaborare più con tale Comune. Informato del fatto all’Intercomunale, rimasero senz’altro dispiaciuti ma non poterono fare nulla.Allora la considerazione da fare è quella che talvolta basterebbe poco : si potrebbe definire collaborazione fra l’autorità che è preposta al rispetto delle disposizioni e le esigenze di un cittadino che per giunta si adoperava per il Comune poichè demandato dall’Associazione dei Comuni Valdichiana al fine di arricchire uno spazio culturale del quale tutti potevano fruire.Tutto questo si chiama con una parola: ”Buon senso” oppure anche ”mostrare talvolta flessibilità” ,al quale tutti tacitamente dovrebbero sottostare senza nulla perdere delle loro prerogative pensando di andare incontro alle esigenze di un cittadino che in quell’occasione si stava adoperando per il comune senza nulla chiedere in cambio.
Con la scure calata sui trasferimenti del Governo centrale verso le Amministrazioni Comunali, saranno sempre di più le situazioni che vedranno applicazioni inflessibili non solo del Codice Stradale. Spesso infatti gli introiti delle contravvenzioni sono una voce importante del bilancio di una amministrazione comunale (pensiamo agli scandali degli autovelox, fino a qualche anno fa…). Senza certo voler giustificare né avvallare comportamenti scorretti, credo che ci debba essere da parte del Comandante dei Vigili Urbani e del Sindaco una politica di flessibilità per garantire sia il rispetto delle regole ma anche una certa tranquillità di “vivibilità” per i cittadini: non credo sia eticamente giusto vivere con il terrore del foglietto rosa per pochi minuti di ritardo !